milanocitymarathon

tocca trovare un capro espiatorio
In fondo quello che mi ha "rovinato" è stata la milanocitymarathon.
Dalla semplice voglia di provare a correre una maratona ad una (quasi) ossessione: il muro delle tre ore.
Delle dieci maratone portate a termine quattro sono state quelle di Milano. Dalla prima in assoluto, corsa con l'incoscienza dell'inesperienza, conclusa in 3 ore 42 minuti e rotti all'ultima, quella del 2007, con il crono bloccato a 3 ore 3 minuti e una manciata di secondi. Basta un rapido calcolo per capire che il mio PB e il sogno sono separati da 5 miseri secondi. 5 secondi al chilometro.
Ma questo è un dettaglio. Purtroppo non da poco.
E ora non resta che decidere come comportarsi nella città eterna. Riprovare per la terza volta ad abbattere il muro con il rischio, neanche troppo remoto, di spegnermi, ancora una volta, prima del sottopasso del Lungo Tevere delle Navi, o correre come se si trattasse di un lungo e poi tentare il PB tra 3 settimane
in quella di casa ?
Il buon senso, considerato che il binomio podista-turista non mi si addice, dovrebbe portarmi a scegliere la seconda ipotesi, ma avendone poco sicuramente deciderò per la prima.