#underottantasei

tempo di competizione

mezza del castello
E alla fine è arrivato, anche per me, il tempo di indossare il primo pettorale di questo 2013.
Saltato l'esordio in quel di Novara tocca a Vittuone e alla sua bella mezza tenere a battesimo la nuova stagione agonistica.
Soliti riti pre-gara (ritiro pettorale, cambio d'abito e deposito borsa) e alle otto e mezza pronto, si fa per dire, a buttarmi nella mischia. E nonostante la voglia di primavera (per l'occasione rispolverati pinocchietti e maglia leggera) quello che manca è il coraggio di abbandonare il tepore degli spogliatoi per tentare di abbozzare almeno una parvenza di riscaldamento in attesa dello start previsto, fortunatamente, per le nove.
Sbrigata la pratica senza troppa convinzione non resta che posizionarsi sotto il gonfiabile e attendere pazientemente di tornare ad essere protagonisti giusto una manciata di secondi prima del previsto. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo.. Interamente piatta è l'ideale per tentare il personale, idea che non prendo nemmeno in considerazione visto il risultato dell'ultimo lungo portato a casa. Under novanta, giusto per continuare la striscia positiva, l'obiettivo minimo cercando però di tenere un passo intorno ai 4'/km per almeno metà gara. Posizionato a qualche metro dal gonfiabile la partenza non è delle migliori. Complice la stretta sede stradale i primi due-trecento metri sono un continuo cambio di traettoria alla ricerca di un po' di spazio per impostare quanto prima il ritmo desiderato.  Archiviato il primo un tantino troppo veloce (tre e cinquantacinque) il resto è un susseguirsi chilometri appena sopra i 4'. Cinque, sei, sette e sorprendetemente nessun segno di cedimento. mezza del castelloGiro di boa come da ruolino di marcia e gambe con ancora la forza di spingere. Undici, dodici, quattordici e la stanchezza che comincia a far capolino. Ma ormai il più è fatto e confortato anche da quanto visualizzato dal Garmin (solo pochi secondi persi al chilometro) comincia, nella mia mente malata, a farsi largo l'idea di portare a casa un risultato, almeno alla vigilia, del tutto insperato. Quindici, sedici, diciassette, posizioni cristallizate e soprattutto mai sopra i 4'08"/km. Diciannove, venti e finalmente il sovrappasso pedonale che conduce alla finish-line con il crono championchip ad indicare un fantastico, almeno in questo momento, #underottantasei.