Medio

dalle ripetute al medio
Nemmeno il tempo di rendermi conto che, con le ripetute, ho fatto finalmente pace  che ho già trovato modo di prendermela con un altro tipo di "lavoro": il medio. Come ogni bravo "studente" mi applico e faccio, o almeno ci provo, i compiti assegnati ma c'è poco da fare, ora ho scoperto che 'sto "medio" non mi piace. 

Partendo dai dieci chilometri, nella tabella che seguo, ogni settimana c'è l'aggiunta di un mattoncino (leggi un chilometro) e solo l'idea di dover arrivare a venti già mi angoscia. Perchè il medio, come scritto ne "La mia maratona" di Arcelli e Massini, deve avere caratteristiche ben definite per migliorare la capacità del nostro organismo di utilizzare una maggior miscela di acidi grassi risparmiando glicogeno muscolare. 

E quindi il ritmo della corsa non deve essere (ovviamente) ne troppo lento ma nemmeno troppo veloce altrimenti assume le caratteristiche di una gara dove la "benzina" utilizza maggiormente il glicogeno.

E quindi, almeno nel mio caso, un occhio alla strada e l'altro al garmin. Aggiungiamoci il correre in solitaria e acqua a catinelle dal primo all'ultimo dei tredici chilometri previsti e abbiamo il quadro completo del sabato mattina.
Manco fosse un lavoro.