Lucifero

non resta che correre appena svegli
lucifero
E alla fine l'ennesimo anticlone africano che già dal nome non promette nulla di buono ha raggiunto la nostra penisola.
E in queste condizioni decidere andare a correre non è proprio la prima cosa che possa venire in mente. Ma il countdown non si ferma e, li in bella mostra, fa il suo mestiere.

Abbandonata l'idea di uscire prima di cena ho provato ad ipotizzare un 21.00/21.30 ma a parte il sole sotto l'orizzonte non mi è parso di cogliere grossi benefici da questa opzione e allora controvoglia, e sottolineo controvoglia, ennesima sveglia puntata alle 5 per provare a portare a casa il compitino assegnato.

E ancora buio, l'umidità si taglia ancora con il contello ma almeno la temperatura, anche se abbondantemente sopra i venti gradi e almeno accettabile. Un paio di chilometri al piccolo trotto con le gambe sorprendentemente "sveglie" e una volta arrivati alla stazione inversione di marcia e inizio della serie di ripetute: setteXmille con pari recupero con la parte attiva da fare a RM-5%.

Pensare che, solo qualche anno fa, un "lavoro" del genere mi sarebbe pesato come un macigno e invece ora, anche se ancora non rientra nella categoria divertimento, di sicuro non rientra nemmeno in quella della noia mortale.

Bello poi vedere, verso la fine dei miei chilometri, la faccia attonita di quelli in strada per andare al lavoro o in giro con il cane. Un'espressione che vale più di mille parole.