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5.30
Sveglia puntata prima delle quattro e seconda levataccia in pochi giorni per la tappa milanese della 5.30 giunta alla sua sesta edizione.

Fuori di casa alle 4 e 15 e dopo mezz'ora già parcheggiato nei pressi del PAC pronto per il ritrovo con il resto dei #cityrunners fissato per le cinque.

Oramai, alla partenza,  manca poco e la via a ridosso dei giardini è un fiume fucsia. Due, tremila persone giù dal letto prima del sorgere del sole per un appuntamento dove nonostante non ci siano ne classifiche ne vincitori è entrato di diritto tra le cose folli a cui non rinunciare.

5.30
Solo una gran voglia di divertirsi e godersi la città come difficilmente è possibile fare in altri momenti. Ritrovo, partenza e arrivo in Via Palestro nei Giardini di Porta Venezia e stesso percorso della passata edizione. Corso Venezia, il Duomo, la Galleria, via Montenapoleone, Via Manzoni e di nuovo in Via Palestro prima di rientrare nel parco per gli ultimi tre, quattrocento metri.

530 - cityrunners
E io che mi ero ripromesso, almeno questa volta, di prendermela comoda decido invece, dopo il buon esito della prova del mercoledì, di provare a fare gara vera. Giusto qualche centinaio di metri per ingranare e poi in spinta finche ce n'è. E alla fine "ce n'è" tanto.

Diciassette minuti e spiccioli (solito sconto di 800 metri) per portare a casa il risultato con un passo sotto i tre e cinquanta.

E poi, con tutto quel ben di Dio ad attenderci all'arrivo, potevo io attardarmi sul percorso ?.
5.30
Seconda sveglia puntata alle 4.00 nel giro di pochi giorni e seconda "follia" portata a termine. Perchè di follia si tratta. Alzarsi quando ancora e buio, vestirsi e partire alla volta di Milano per correre cinquechilometrietrecentometri alle cinque e trenta della mattina assieme ad altri duemila (?) pazzi, quando la città ancora dorme, non è da persone con tutti (se ne sono rimasti) i neuroni a posto.
Però è divertente. Ne classifica, ne vincitori, liberi di correre o camminare, e soprattutto nessun automobilista inferocito, perchè bloccato nella sua macchina. Eh già, perchè Milano a quest'ora è bellissima, deserta come nemmeno ad Agosto si vede più e tutta nostra.
Ritrovo, partenza e arrivo in Via Palestro nei Giardini di Porta Venezia.
5.30
Impossibile sbagliarsi, una volta parcheggiato basta seguire il fiume di maglie arancione. Cinque e trenta e si parte. Il percorso è nuovo ma, come le formiche, basta seguire chi ci precede. Corso Venezia, il Duomo, la Galleria, via Montenapoleone, Via Manzoni e di nuovo in Via Palestro prima di rientrare nel parco per gli ultimi tre, quattrocento metri. I semafori ancora lampeggiano, il traffico è pari a zero  e pochi vigili sono sufficienti a presidiare gli incroci dove si comincia a vedere qualche auto. Cielo coperto, umido da paura ma almeno, quest'anno, non piove. Visto i risultati dell'ultima uscita non sono troppo convinto sul da farsi e parto piano, ma bastano poche centinaia di metri per capire che è "giornata". E allora si va. In spinta dal primo all'ultimo metro chiudendo qualche secondo sopra i diciotto minuti. Un tempo da "fenomeno" che neanche se miracolato potrei ottenere. 
Ed è un attimo realizzare che ci siamo fatti uno sconto.
E anche bello sostanzioso.
5.30
Riuscire a spiegare agli altri cosa può spingere una persona a puntare la sveglia alle 4.00 di una normale giornata lavorativa per andare a correre risulta spesso difficile. Spiegare poi di farlo sapendo che, con tutta probabilità, toccherà pure correre con la pioggia è praticamente "mission impossible". Quindi inutile provarci soprattutto se la pioggia è accompaganta dal vento e la temperatura si aggira intorno ai 6° nonostante manchino meno di trenta giorni.alla prossima estate. Sveglia, caffè, vestizione e in macchina direzione Milano con Giove Pluvio che continua a scaricare sulla strada il suo carico di pioggia. 
Meno di mezz'ora e sono già parcheggiato davanti al Castello Sforzesco ad ascoltare la radio in attesa di trovare il coraggio di abbandonare il tepore della macchina. Cinque e un quarto in Via Dante a prendere freddo e dopo quindici minuti lo start, puntualissimo, dato dall'onnipresente Silvio Omodeo, speaker storico della Stramilano. 
L'idea di partenza sarebbe stata anche quella di prendersela comoda visto lo spirito della "competizione" ma considerato il clima e la temperatura decido di optare per un più pratico "primafiniscomeglioè". Via Montenapoleone, via della Spiga, via Sant'Andrea. 5.30E poi Piazza San Babile, Corso Vittorio Emanuele e il Duomo, prima di imboccare via Dante dove ci attende il ristoro finale a base di fragole e ciligie. Fantastica la città a quest'ora. Più o meno come anni fa veniva descritta dai telegiornali ad Agosto: un deserto. Semafori ancora lampeggianti, qualche vigile a presidiare gli incroci per garantire la nostra incolumità e macchine e pedoni che si possono contare sulle dita di due mani.
E poi noi. Padroni della città.
Cinque chilometri e trecento metri alle cinque e trenta di un normale giorno lavorativo.
5.30
"Le solite promesse da marinaio!". Questo è quanto mi sono beccato dalla moglie quando allegramente le ho annunciato che, dopo aver ricevuto la "convocazione" dagli amichetti, avrei corso la seconda edizione della 5.30. Dopo essermi perso quella dello scorso settembre, mi pareva brutto dire di no un'altra volta.

5.30Sveglia ore 3.50, doccia, vestizione e via sulla A8 praticamente deserta. Neanche "venticinqueminuti" di strada (e chi abitualmente frequenta la milano-laghi sa di cosa parlo) ed ero già parcheggiato in corso Sempione. Addirittura in anticipo per l'appuntamento con gli amici in zona partenza.
Il tempo di fare quattro chiacchere e tocca già correre: via Dante, piazza Duomo, corso Vittorio Emanuele, piazza della Scala, galleria Vittorio Emanuele e di nuovo in via Dante per gli ultimi metri. Il centro a nostra completa disposizione.

5.30 Una sensazione davvero strana. Cinque chilometri e trecento metri alle cinque e trenta di un normale giorno lavorativo. Sicuramente un'esperienza da ripetere.
Dopo questa però, tocca davvero fermarsi.