Visualizzazione post con etichetta cityrunners. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cityrunners. Mostra tutti i post
#cityrunnersinsideLa MilanoMarathon è ormai un lontano ricordo, il progetto #cityrunners, per come lo conoscevamo noi, si è di fatto concluso con la fine del 2015 e il nuovo progetto, pur mantenendo lo stesso spirito, non si è limitato a cambiare nome ma è diventato un'altra cosa.

La community è cresciuta e gli appuntamenti settimanali con Sara, Gianluca e Paolo sono intensi e sempre molto frequentati ma, per quel che mi riguarda, quello che, grazie ad adidas, si è creato negli ultimi due anni ancora non si è palesato.

Tempo. Probabilmente è solo una questione di tempo. Ne sono convinto, o almeno ci spero.
Però pensare di ritrovare la stessa alchimia che si è creata all'interno del nostro gruppo, in questo momento, e difficile da credere. E' come se adidas ci avesse cercato (e soprattutto trovato) con il lanternino. Ognuno con la propria storia e con la propria esperienza ma tutti con la medesima voglia: quella di fare gruppo.

E se, per i motivi più disparati, non è possibile ritrovarsi presso runbase non ci vuole molto ad organizzare una decina di chilometri in puro stile "kezzenger" al parco di Monza. E una volta espletata la pratica "run" niente di meglio che concludere la serata a casa di Andrea dove tra una risata, una birra ed un hambuger cotto alla griglia tirare mezzanotte è un attimo. 

Mi sa tanto che, a breve, tocca riprovarci. 
#cosidiversicosivicini
relay milano marathonE finalmente, anche per me, è giunto il momento di appuntarsi un numero sul petto. 

Metabolizzata la delusione per l'ennesima preparazione terminata anzitempo trovare una squadra con cui dividere i quarantadue chilometri della relay, con un gruppo come quello degli adidas runners, è stato un gioco da ragazzi; è bastato chiedere e in men che non si dica avevamo già deciso anche l'ordine di partenza.

Un fine settimana piuttosto intenso quello appena trascorso iniziato con la "festa" organizzata da adidas presso RunBase. Sessione speciale di Yoga nel vicino Parco Sempione con Chiara Travisi, socia fondatrice dello Yoga Studio Milano, aperitivo con pieno di carboidrati, dj set con The KingSizeBed e possibilità di foto e autografi con la madrina della MilanoMarathon al ritiro dei pettorali.

Un paio di ore a ridere e scherzare cercando di stemperare la tensione di quanti si apprestavano ad esordire nella distanza regina. Eh già, perchè in questo gruppo, la quarantadue sembra essere diventata una "malattia" contagiosa. Una sfida che spesso, chi corre, prima o poi finisce per affrontare e vincere. 

relay milano marathonSolita sveglia da giorno lavorativo e in macchina direzione Milano. parcheggio, metro e per le nove a Porta Venezia per salutare Cristina, a lei il compito di aprire le danze, e attendere lo spettacolo della partenza prima di riprendere, una volta sfilato il lungo serpentone, la metro con destinazione Pagano dove è prevista la prima zona cambio e, in attesa di ricevere il testimone (leggi chip), applaudire tutti quelli della quarantadue.


Passano i primi, passa Baldini (primo frazionista della "Enervit DeeJay Training Center Team"), passa la prima donna e via via tutti gli altri che ricevono dai frazionisti, in attesa del proprio turno, il medesimo incoraggiamento. 

Distratti dalla gara, il tempo scorre veloce e ora anche la corsia dedicata a quelli della Relay comincia a popolarsi con il passaggio dei più veloci. Pochi minuti alle undici e, una volta preso il testimone da Cristina, si torna  protagonisti. Tre settimane di sosta, poco più di una quarantina di chilometri nelle gambe e una tenuta che è tutta da verificare. Ma sinceramente, come spesso accede, non me ne può fregare di meno.  Ho voglia di correre e me ne rendo conto sin dalle prime battute, ops falcate.
Velocità di crociera impostata su quello che sarebbe dovuto essere il ritmo-maratona e si va finchè ce n'è.


Avevo dimenticato quanto potesse essere bello correre in mezzo agli altri ma soprattutto che, a volte, con un numero appuntato sulla maglia certi "miracoli" non sono impossibili..


relay milano marathonQuattro e tredici di media, quanto riporta il Garmin una volta scaricati i dati, con i chilometri più lenti nelle due uniche "asperità" (un sottopasso e il cavalcavia sotto la Montagnetta) ed un finale in progressione che mi permette di chiudere sotto i quarantanove.


Troppo breve e troppo bello per non pensare di approfittarne accompagnando Manlio nella terza frazione. Troppo rischioso e soprattutto inutile pretendere dal proprio fisico un ulteriore sforzo, con così pochi chilometri nelle gambe, difficilmente sostenibile. 


E allora cambio d'abito e di nuovo in metro direzione Palestro dove, una volta approfittato dell'ospitalità di adidas, attendere sui bastioni di Porta Venezia l'arrivo di Raffaella e di quanti, tra quelli del nostro gruppo, si sono cimentati nella quarantadue. 

Non sarà stata la gara immaginata ad inizio anno, ma per come ci sono arrivato, non posso che essere
soddisfatto. Qui non si butta via niente e contrariamente a quanto dice il proverbio in questo caso è tutto oro quello che luccica.

adidas runners
#cityrunners 3.0. O forse sarebbe più corretto dire #adidasrunners, la key-cities europea del brand a tre strisce.

Un luogo dove ritrovarsi, RunBaseMilano, un allenatore, Giorgio Rondelli (e le sue perle del tipo "Io nella mia carriera ho allenato atleti di alto livello" e poi siamo arrivati noi....), un obiettivo da raggiungere e infine un gruppo di amici (perchè è quello che siamo diventati), che, lavoro permettendo, si ritrovano per ascoltare i suggerimenti del mister e macinare chilometri al Parco Sempione.

Per molti si tratterà di correre nuovamente una o due frazioni della relay ma per altri, già in pista da un paio di mesi, si tratterà di affrontare (e per qualcuno sarà il debutto) la regina delle corse, quella con la M maiuscola. Una sfida che, una volta vinta, difficilmente verrà dimenticata.

Diciannove e trenta il ritrovo e poi, dopo una breve introduzione da parte di Elisa sulle novità di questa nuova "avventura", tutti fuori per una paio di chilometri di riscaldamento prima di ritrovarsi di fronte all'Arena per svolgere il compito assegnato.
Si comincia con un cinqueXmille. Giusto per riprendere confidenza con il cronometro.
#cityrunners E con sabato anche il secondo anno da #cityrunner è giunto al termine. Ritrovo fissato presso RunBase, cambio d'abito, foto di rito e dopo un paio di chilometri di riscaldamento, divisi in due gruppi, pronti per affrontare un 8x500 sotto gli occhi di Mister Rondelli. Non siamo tantissimi ma, come sempre, ci facciamo notare.

La nebbia, dopo giorni, ha finalmente lasciato spazio ad un fantastico sole e, per essere a metà dicembre, fa persino "caldo". E in compagnia, lavori di questo genere, tra una chiacchera e una risata passano in un niente. Nel mio caso poi, abituato a correre sempre in solitaria, condividere la fatica con un bel gruppo di amici non può che fare piacere.

E non posso fare a meno di ringraziare adidas per avermi dato la possibilità di far parte di questo gruppo. Un guppo che è cresciuto in termini di numeri (anche se tocca confessare che più di uno si è perso "per strada"), nell'affiatamento e, per molti, anche negli obiettivi raggiunti o da raggiungere a breve (leggi ventuno o quarantadue K). Eh già, perchè ormai il guanto di sfida verso la distanza regina è stato lanciato.
L'asticella è stata posta un "tantino" più in alto e, sono pronto a scommetterci, il numero di finisher del duemilasedici non si limiterà ai dieci che, la "finish-line", l'hanno varcata nel corso di questi dodici mesi.

To be continued (si spera).
#cityrunners
Anticipato da Mister Rondelli nel primo incontro post-maratona è arrivato il momento del temutissimo test del miglio. (Quasi) Milleeseicento metri, o più semplicemente due volte il periplo dell'Arena Civica, da correre come se non ci fosse un domani. Ritrovo presso #RunBaseMilano e una volta pronti, trasferimento nel vicino parco Sempione per il riscaldamento. Tre, quattro chilometri al piccolo trotto per portare le gambe in temperatura prima di essere divisi in gruppi (più o meno omogenei) e "lanciati" nella prova sotto l'occhio vigile del coach intento ad annotare tempi e passaggi di tutti i "malcapitati".
Mille e seicentometri, eccheccivuole ? Facile a dirsi, ma in questo periodo, dove è il famoso metodo "kazzenger" a dettare legge nelle mie poche uscite, tenere certi ritmi non è cosa da poco. Ancora più difficile poi, non farsi prendere la mano arrivando al giro di boa con la spia della riserva già accesa. Obiettivo minimo dichiarato dal coach sei minuti, chiusura in cinque e venticinque.
Vedere poi, l'ultimo split da duecentocinquantametri, chiuso a tre e diciassette (a me) fa sempre un certo effetto.
Per come la vedo io: promosso.
#cityrunners
Archiviata maratona e mezza del Lago, mi sono regalato nove giorni di meritato "dolce far niente" (opzione A: per ricaricare le pile, opzione B: per riprendermi dall'ennesima influenza) prima di tornare a macinaare asfalto in modalità "chilometri a caso". Eh già, perchè libero da "impegni" per un paio di mesi si viaggia a vista. Poche uscite (sarà vero ?), poche gare (mah) e nessuna tabella da seguire. O almeno così credevo fino a stasera.
Diciannove e trenta e i #cityrunners di nuovo in pista con ritrovo presso #RunBaseMilano  dove Coach Rondelli (con agenda "al seguito") è  pronto a rincuorare la truppa con le nuove tabelle (che arriveranno puntuali come le tasse) e il calendario degli appuntamenti previsti da qui a Dicembre anticipandoci, per la gioia dei più, un test sul miglio e uno sui tremila ("e chi non lo dovesse superare dovrà riconsegnare il materiale per vilipendio al brand", giusto per motivare i presenti) già programmato per il prossimo incontro. E dopo le anticipazioni, tutti fuori  con destinazione Parco Sempione per una tranquillissima sgambata in compagnia. Riscaldamento, otto giri attorno all'Arena Civica e, una volta arrivati tutti (ultimo, colpa di Rossana !!) qualche allungo per chiudere in bellezza prima della doccia e dell'immancabile recovery-meal a "casa" adidas. 
Proprio #tantaroba !!

15° milano marathon
Cinque appuntamenti con Mister Rondelli, una gara di test e, dopo quasi tre mesi, i #cityrunners "tirati a lucido" sono di nuovo ai nastri di partenza della Milanomarathon

Qualcuno nella maratona, il resto della della truppa alla relay (giunta ormai alla sua quinta edizione), ma tutti con il medesimo obiettivo: portare a termine una nuova sfida.

Il gruppo è cresciuto nel numero ma soprattutto, ed è quello che più conta, è cresciuto nell'affiatamento. E la consegna dei pettorali ne è ulteriore prova. Un paio d'ore a ridere e scherzare presso runBase (il nuovo tempio del running milanase fresco di inaugurazione) in attesa di un ospite d'eccezione. Eh già, perchè adidas ha deciso di farci un ulteriore regalo: il pettorale consegnato dal grandissimo Haile Gebrselassie, testimonial del brand a tre strisce.

Saluti, baci e abbracci e lasciata l'allegra combricola si torna a casa per il classico rito pre-gara: la meticolosa preparazione della borsa e il carico di carboidrati (leggi amatriciana).

15° milano marathon
Ennesima sveglia pre-alba, trenord e alle otto già in Corso Venezia dove è posta partenza, arrivo e tutta la logistica di questa edizione. Sole, cielo terso e temperatura che, come ampiamente previsto, semplifica di molto la scelta dell'abbigliamento che non può che essere "canotta".
Quattro chiacchere con gli amici, cambio d'abito e poco dopo le nove in griglia ad attendere la partenza. E una volta in "gabbia" una sola domanda: che fare ?. Eppure con venticinque 42k alle spalle non dovrei avere dubbi. La maratona è la Gara. Non regala niente e ne sono consapevole. Poca quantità ma soprattutto poca qualità con l'ultimo "lavoro" degno di questo nome datato fine dicembre. 

Niente da fare. Il buon senso, in queste occasioni, non mi appartiene. Ore nove e trenta e al colpo di cannone si parte sotto una pioggia di coriandoli colorati. Velocità di crociera impostata sui quattro e quindici e il compito di controllare il ritmo lasciato al gruppo dei pacer con il palloncino giallo. Si va finchè ne ho e una volta in riserva mollo tutto e, a passeggio come un turista, mi godo il panorama approfittando della giornata per prendere anche un po' di colore. Bello il nuovo percorso; larghi viali permettono di sgranare il gruppo già da subito e il salotto buono della città da percorrere quando ancora l'abbondanza d'ossigeno permette al cervello di apprezzare le bellezze che anche una città di Milano può offrire. Ma duro. Almeno nei primi chilometri dove, una buona metà del primo quarto è su pavè tanto da far pensare di stare a correre da un'altra parte (Roma, tanto per intenderci). 

15° milano marathon
I pacer sono bravi a fare quello che tutti si aspettano ma con il passare dei chilometri mi rendo conto che, continuando con i lori ritmi, la spia della riserva potrebbe accendersi ancor prima di quanto sperato e una volta arrivati a Cadorna, colto da improvviso colpo di saggezza, decido di abbandonare la compagnia. Solo una manciata di secondi in più ma sufficienti a non correre "impiccato".
Pagano e la prima zona cambio ancora poco popolata. È ancora presto (la relay è partita mezz'ora dopo) ma non posso fare a meno di provare a cercare qualche faccia amica trovando Greta e Francesca in attesa di ricevere il testimone dai primi frazionisti. Via Washington, la vecchia Fiera, il Vigorelli, viale Scarampo e le prime due "asperità" del percorso costituite da un sottopasso e il cavalcavia sotto la Montagnetta. Siamo in zona S.Siro e nel giro di qualche minuto, arrivati in Via Sant'Elena, finalmente si "scollina" con il display Tds ad indicare un'ottantina di secondi sopra i novanta. 

Ventuno, ancora ventun chilometri. Si comincia a fare sul serio. Viale Caprilli, S.Siro, il Parco di Trenno e i chilometri meno "turistici" del nuovo percorso. Il caldo ma soprattutto la stanchezza comincia a farsi sentire e il passo non può che risentirne. Tocca adeguarsi adottando la collaudata tattica del "ancora uno poi vedo". I chilometri passano sempre più lentamente ma, nonostante tutto, reggo. Ventinove, trenta e la vocina che ti dice "basta" sempre più insistente. Eppure non mollo. Rallento (viaggio a 4' e 40") ma continuo. Ancora uno e poi vedo. Trentuno, trentadue e una terza zona cambio affollatissima con quelli della lettera "D" ad incoraggiare tutti quelli che passano. E io che faccio mi fermo proprio ora ? Non se ne parla. Ancora uno e poi vedo. Di nuovo in Via Gallarate e al cartello dei trentatre tocca però sventolare bandiera bianca. Giusto qualche passo per rifiatare e poi riparto. Nove, ancora nove, solo nove chilometri. Tocca stringere i denti. Riparto, un altro chilometro e di nuovo qualche decina di secondi a passo spedito prima di ripartire nuovamente.


15° milano marathon
Il metodo sembra funzionare e la finish line comincia finalmente a materializzarsi. Nessun calcolo, nessuna previsione. Solo un passo dietro l'altro. Il Portello e il sovrapasso di Casa Milan a scavalcare Viale Serra nemmeno troppo "duro" con il rifornimento Enervit del trentacinquesimo che sembra manna dal cielo. Corso Sempione infinito come sempre e la sensazione di poter portare a casa un risultato insperato. 
Comincio davvero a crederci. Via Canova e l'attraversamento del parco del Castello prima di sbucare in via Legnano direzione Porta Nuova e (finalmente) il quarantaduesimo posto sui Bastioni di Porta Venezia. Una curva, ancora una curva e gli ultimi centonovantacinque metri da fare senza più calcoli prima della agognata finish-line da attraversare a braccia alzate e con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso. 
Finisher.
Di nuovo. 
27° Trofeo Sempione
O 38° Passo del Ciovasso come dir si voglia, è una delle storiche gare del panorama podistico milanese (Di Napoli, Goffi e Ornella Ferrara giusto per citare qualche nome tra quelli presenti nell'albo d'oro). Buona l'organizzazione, ottima la logistica con l'Arena tutta per noi e divertente il percorso sviluppato su cinque chilometri da percorrere due volte tra i viali del parco Sempione e la ciclabile del Castello con passaggio, al giro di boa, sul tartan dell'impianto intitolato a Gianni Brera.

Inserita come "gara test" nel progetto #cityrunners questa 10k diventa battesimo sul campo per quelli della "versione 2.0" e occasione per indossare nuovamente un pettorale per tutti gli altri.
Solita trafila pre-gara e, dopo qualche chilometro al piccolo trotto per un riscaldamento degno di questo nome, senza troppa convinzione "ingabbiato" in attesa dello start previsto per le nove e trenta. Nessuna voglia di strafare e per una volta, visto il numero dei partecipanti (poco meno di mille all'arrivo), senza l'assillo di dover, a tutti costi, guadagnare una posizione da "prima fila" visto che ancora brucia il lungo del sabato abortito anzitempo al ventiquattresimo.
27° Trofeo Sempione

Partenza tranquilla ma, come spesso accade, avere un pettorale appuntato sulla maglietta cambia le cose. Le gambe contrariamente a ventiquattr'ore prima girano a dovere e senza forzare più di tanto comincio lentamente a risalire la china riuscendo anche a divertirmi. Ne ho, o almeno questa è la sensazione, e poco prima del giro di boa comincio a spingere un po' sull'acceleratore.

Perchè non farlo ? Diverse posizioni recuperate e, ogni tanto succede anche a me, nessun sorpasso subito.

Ritmo abbondantemente sotto i 4'10" e la certezza di poterlo tenere sino alla fine. Ormai manca poco e la sagoma dell'Arena ad un tiro di schioppo può solo significare una cosa: ultimi mille metri. Nessun calcolo e, una volta varcata la "porta Trionfale", la solita interminabie volata epilogo di molte gare meneghine.
#UnderQuarantuno. What else ? 

41° Roma Ostia
Sole, temperatura primaverile e una piacevole compagnia. Questi i semplici ingredienti della prima edizione de "#cityrunners in gita". Obiettivo: varcare la "finish-line" sul lungomare di Ostia dopo una cavalcata di ventun chilometri nella mezza più partecipata d'Italia.

Il sabato mattina dedicato a raggiungere la capitale, il pomeriggio per il disbrigo pratica pettorale e la visita allo stand adidas per una foto di gruppo con Goffi e Annalisa Minetti e la sera dedicata al carico di carbroidrati in un ristorante tipico in zona Cavour prima dei saluti e di un meritato sonno ristoratore.

Domenica ore 7, metro B direzione "Laurentina" e, per una volta, non è "Circo Massimo" la destinazione finale. Giusto una quindicina di minuti per giungere al quartiere EUR e, una volta lasciata la metro, come tante formiche in processione verso il PalaLottomatica dove è posta la partenza prevista per le nove e quindici.
Il cielo è terso, il sole comincia a far capolino e le previsioni parlano chiaro da giorni: primavera. Non resta che cambiarsi, consegnare la borsa ai volontari e portarsi sotto la statua di Pomodoro in attesa di incontrare Anna, Giancarlo e il gruppo di "twitter" per un veloce saluto e una foto da affidare ai "social".

Non sono al meglio e ne sono consapevole. Inutile tentare l'impossibile su un percorso che, anche se ne sento parlare da sempre, è comunque, per quel che mi riguarda, un'incognita.
A Vittuone è andata alla grande e, a distanza di quindici giorni, sicuramente riuscirei anche a fare di meglio. Ma ne vale la pena ? No, se l'alternativa e aiutare un amico (ma si può considerare amico un interista?) nella difficile impresa di chiudere per l'ennesima volta sotto i novanta.
41° Roma Ostia

Seconda griglia, prima wave e nonostante il "traffico" (ancora un po' che aspettiamo ad entrare...) io e Giancarlo riusciamo ad non essere troppo distanti dal gruppo dei Top Runners.
Ore 9.15 e si torna ad essere protagonisti. Partenza a cannone e grazie all'iniziale discesa e all'ampiezza della  Cristoforo Colombo in un attimo ci ritroviamo a correre abbondantemente sotto i quattro. Ma non può e non deve durare e infatti, una volta sgranato il gruppo, ci si assesta a ritmi più consoni.

Quattro chilometri all'interno del Municipio XII prima di riprendere la lunga striscia d'asfalto a tre corsie con destinazione mare. Dovrei fare da pacer ma in realtà è Giancarlo a menare le danze. Conscio di giocarsela sul filo dei secondi si rende conto che, per quanto costante io possa essere, anche solo un paio di secondi al chilometro di differenza potrebbero significare mancare l'obiettivo. E io mi adeguo. Libero dalle responsabilità mi limito a godermi lo spettacolo. Tre corsie invase da oltre tredicimila matti in maglietta e, come li chiama Anna, "braghini" corti.

Il percorso, abbandonato l'EUR, è caratterizzato sostanzialmente da tre salite e altrettante discese. Ma quella temuta da tutti è la salita del campeggio. Pendenza poco sensibile ma lunga, infinitamente lunga e quando, pensando che sia finita, cominci a rifiatare ecco che la strada riprende a salire per il colpo di grazia.
41° Roma Ostia
Il passo, compatibilmente con il tracciato, non è costante ma in linea con le aspettative. Ed è un piacere correre con Giancarlo (forse qui sto esagerando). Conosce il percorso a menadito ed è abile a non percorrere un metro in più del necessario evitando di zigzagare inutilmente e impostando traettorie perfette nelle poche "curve" che tocca affrontare. Al quinto in ventuno, al decimo in quarantadue e quaranta e un parziale che risulta essere di una decina di secondi oltre il preventivato.

Ed è ora che viene il bello. La “Heart break Hill” da affrontare senza timori reverenziali con i paces dell'ora e trenta avanti di un centinaio di metri. Si sale, gradatamente, ma si sale e il ritmo non può che risentirne confermando quanto ascoltato da chi, questa corsa, l'ha già fatta. Poco meno di una decina di minuti e quando finalmente si scollina lo sguardo non può che portarsi alla fine del lungo rettilineo a cercare vanamente la vista del mare oscurata, in realtà, dall'ultima asperità pronta ad attenderci prima dell'ultimo chilometro.

"Facilis descensus Averni" a voler fare il figo o, come ricorda sempre mia mamma, "in discesa, tutti i Santi aiutano" e non è nemmeno necessario avere conferme da quanto visualizzato dal display del Garmin per capire che stiamo "volando" transitando al quindicesimo in sessantaquattro con i pacer molto più vicini e l'obiettivo del giorno a portata di mano.

41° Roma Ostia
Ora anche il mio compagno di viaggio comincia davvero a crederci e, proseguendo la lenta rimonta sugli angeli dai palloncini azzurri, ci si avvicina all'epilogo di questa gara. Diciassette, diciotto, diciannove e al ventesimo l'ultima salita da superare senza troppi calcoli prima di raschiare il fondo del barile nel tentativo di recuperare insperate riserve di energia e lanciarsi sul lungomare di Ostia in una lotta impari contro il cronometro.

Ultimi duecentocinquanta metri e un margine di una settantina di secondi che potrebbero non bastare. Ma, come spesso accade, la vista, o meglio, la "visione" della finish-line può fare miracoli e un parziale da 3'30"/km lo testimonia.  Ancora poche decine di metri in totale apnea e la mano a stoppare il 305 che sentenzia "unoventinoveecinquantanove".

Saluti, baci e abbracci e  assolto brillantemente il compito niente di meglio, una volta ritrovato il resto della comitiva, di un meritato "recovery-meal" sul litorale romano prima di riprendere la strada che riporta a casa.

Per quel che mi riguarda, un fine settimana di ricordare.

palabadminton Secondo appuntamento al campo XXV Aprile preceduto, nell'attiguo palabadminton, da una simpatica chiaccherata con Annalisa Minetti, cantante e soprattutto atleta con la A maiuscola (suoi il record del mondo di categoria e la medaglia di bronzo alle paralimpiadi di Londra nei 1500) dove, nell'arco di una quarantina di minuti, ci ha raccontato del suo ingresso in questo mondo, di quanto lo sport sia diventato parte integrante della sua vita e delle sue aspirazioni (Rio 2016) dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, di possedere una determinazione fuori dal comune. 
#cityrunners: annalisa minetti
Rapido cambio d'abito e, sotto lo sguardo attento del coach, una ventina di minuti di riscaldamento prima di dedicarci al "lavoro" in programma da svolgere in pista: dodiciXduecento con recupero di duecento metri. 
Freddo, cielo plumbeo e Giove Pluvio intento a scaricare secchiate acqua e noi, con la pista a nostra totale disposizione, diligenti ad eseguire quanto richiesto. Davvero bello ritrovare ritmi che avevo dimenticato di potermi permettere. E correre senza provare nessun tipo di fastidio? Avevo dimenticato quanto potesse essere bello.
E se fosse davvero la volta buona ?

#cityrunner
Nove e trenta, sole, cielo terso e una temperatura di tre gradi. Ingredienti di un sabato mattina al campo XXV Aprile in compagnia dei ragazzi di adidas, dei #cityrunners e del coach Rondelli pronto a dispensare consigli e frasi di incoraggiamento del tipo "a Sparta avrebbero già risolto i problemi...".
Un paio di giri di riscaldamento su un tartan completamente ghiacciato e poi spazio agli esercizi agli ostacoli e sul posto. Skip, saltelli, stretching e una dozzina di anni di "onorata carriera" bruciata in un attimo: impacciato, scoordinato e con la grazia di un elefante in un negozio di cristallerie.
Giusto una ventina di minuti sotto lo sguardo attento del Mister e poi, terminato il "supplizio", spazio alla pista. Si comincia con un quattromilametri o più semplicemente dieci giri da fare con ritmo a piacere. Il buon senso suggerirebbe un'andatura tranquilla ma una volta appurata l'assenza di particolari fastidi provo a spingere un po' sull'acceleratore.
#cityrunner
Troppo ghiotta l'occasione per non provarci e troppo la voglia per ritrovare certi ritmi anche se, considerata la sosta, sono consapevole di non avere ancora una sufficiente "autonomia".
Qualche minuto per rifiatare e poi, divisi in tre gruppi, sotto con un duemila piuttosto allegro.
Cinque giri tirati che alla fine riesco sorprendentemente a portare a casa in otto e venti. Per chiudere la misurazione della massa grassa tramite impedenziometro (orrore!!!!), qualche altro giro defaticante e poi sotto la doccia prima di un meritatissimo recovery meal.
Come inizio non sembra affatto male.


#cityrunners - Kick-Off
Ad un anno esatto il progetto #cityrunners, la running community di adidas, è di nuovo ai nastri di partenza. Dopo la breve parentesi estiva dedicata al lancio della nuova Energy Boost ESM e qualche appuntamento serale presso l'Arena Civica è giunta l'ora di fare sul serio.
Sabato, ore dieci e all'headquarter del brand a "tre strisce" si torna a parlare di "corsa".
#cityrunners - Kick-Off
Si comincia con le immagini raccolte in un video per descrivere (e far rivivere) in pochi minuti che cosa è stato il progetto #cityrunners realese 1.0 per proseguire con la presentazione di quella che, fresca di lancio mondiale al The Corner di New York, sarà la scarpa che ci accompagnerà nei prossimi mesi. Divisi in quattro categorie (neofiti, sportivi, runners e maratoneti) saremo "amorevolmente" guidati da Mister Giorgio Rondelli che avrà, nuovamente, l'arduo compito di portarci a correre, tra poco meno di tre mesi una, due o addirittura tutte le "quattro frazioni" della milanomarathon. Poco più di settanta giorni, due appuntamenti al mese, un paio di gare-test e i compiti, assegnati dal coach, da fare da soli o in compagnia sfruttando, magari, la disponibilità degli "ambassador" incaricati di organizzare appuntamenti informali "fuori-calendario".
#cityrunners - Kick-Off
Infine spazio all'ospite di adidas, il campione del mondo Beppe Bergomi che dopo averci raccontato del suo rapporto attuale con lo sport e con la corsa (due maratone all'attivo) ha prima risposto alle domande che gli abbiamo posto e poi si è pazientemente prestato per le foto di rito con tutti quelli che glielo hanno chiesto.
Anche questa volta noi ci mettiamo le gambe, adidas tutto il resto.
#cityrunner
In attesa del Kick-off della versione 2.0 del progetto #cityrunners continuano gli appuntamenti (semi) ufficiali al parco Sempione dove ritrovarsi per una "piacevole" sgambata sotto l'occhio vigile di Mister Rondelli pronto a dispensare "consigli". Una ventina di minuti per portare il motore in temperatura e dopo le ultime indicazioni tutti a provare un test sui cinquemila. Sei giri (e un tot) intorno all'Arena Civica per permettere al mister di valutare il "materiale umano" a disposizione e suddividerci in gruppi omogenei. 
Cinque chilometri ? E che ci vuole!! Partenza a cannone e cronometro che indica treetrentaquattro alla fine del primo giro. Troppo forte. Provo ad abbassare il ritmo ma il tre e quarantadue alla fine del secondo è ancora troppo alto.
Non posso continuare su questi ritmi, o almeno ancora non me lo posso permettere. E volente o nolente il ritmo si abbassa. Ma il più è fatto e, pur di non sfigurare, recupero energie sepolte chissà dove chiudendo la fatica sotto i 20' e in leggera progressione.
Non resta che aggiungere un bel #tantaroba.
#cityrunner: Boost your Run
Dopo il party al trentunesimo piano del grattacielo Pirelli per il lancio della rivoluzionaria Energy Boost, adidas, per la presentazione della nuova Energy Boost 2, ha organizzato un nuovo ed esclusivo evento nella fantastica cornice di Villa Necchi Campigli coinvolgendo personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e tutti i #cityrunners, la running community creata dal brand a tre strisce.
#cityrunner: Boost your Run
Appuntamento fissato per le 19.30 con il riscaldamento in compagnia di Federica Nargi e del personal trainer Saverio Ricciuti. Al termine foto di rito e poco dopo le venti e trenta tutti in strada per una sgambata collettiva. Poco più di sei chilometri a passo controllato attraverso il salotto buono della città: Corso di Porta Venezia, San Babila, Duomo, Castello, Corso Garibaldi, Giardini Indro Montanelli, prima di far ritorno a Villa Necchi dove ad attenderci c'era lo chef Davide Oldani pronto a preparare un piatto esclusivo dedicato al rosa, una delle colorazioni delle energy boost nella versione "women", e il dj set di Andrea Delogu e Ema Stokholma.
Che dire ? Un gran bel venerdì sera
adidas #cityrunners 2.0
Diciannove e trenta, Spazio Barra e il progetto #cityrunners  di adidas (ri)parte. Nuovi appuntamenti, nuovi obiettivi e tante facce nuove. Perchè la running community di adidas cresce e ai "reduci" della prima "release" si aggiungono altri #cityrunners (o aspiranti tali).
Introduzione di benvenuto con Elisa che presenta progetto e calendario con i nuovi appuntamenti prima di lasciare spazio a Giulia, Lucia e Mirko chiamati in causa per raccontare in due parole come sono arrivati a correre una frazione della Relay MilanoMarathon confessando poi che il tunnel in cui si sono infilati, alla fine, lo hanno pure arredato.
Eh già! Perche quelli di adidas ci hanno messo le locations, gli allenatori e l'abbigliamento o, come si dice adesso,  l'outfit . A noi toccava solo metterci le gambe e per quattro mesi un po' del nostro tempo libero. E invece, alla fine, non sono stati pochi quelli che hanno continuato a macinare chilometri rapiti da uno sport considerato (a torto) una sorta di  punizione per espiare peccati e, soprattutto, qualcosa di estremamente noioso.
Infine chiusura d'obbligo per il Mister (con la M maiuscola) Giorgio Rondelli che, prima di illustrare la tabella dei compiti (perchè, come a scuola, abbiamo i compiti per le vacanze), si è presentato ai pochi che ancora non lo conoscevano con una frase del tipo "Io nella mia carriera ho allenato atleti di alto livello" e lì abbiamo capito che i #cityrunners versione 1.0 devono averlo proprio "colpito" lasciando, probabilmente, un segno indelebile (o forse sarebbe più appropriato dire una macchia) nel suo lungo e ricco curriculum. Alla fine una piacevole serata dove ritrovare gli amici con cui si è condiviso un percorso e cominciare a conoscerne di nuovi. Una via di mezzo tra il "liberi tutti" prima delle vacanze estive e il rientro a scuola ma da "quelli più grandi", quelli che sanno già cosa li aspetta.
Perchè la montagnetta, con le ripetute da fare in salita, è li ad attenderti. Lei non ha fretta e sa che prima o poi, per i suoi viali, ci passano tutti.
Relay MilanoMarathon 2014
Tre mesi, sei appuntamenti e quarantadue sconosciuti che piano piano diventano gruppo. Qualcuno corre già ma per molti, prima di essere coinvolti in questa avventura, la corsa è un mondo che non gli appartiene. Eppure domenica, grazie ad adidas, tutti con un numero appuntato sulla maglietta personalizzata e una sfida da vincere: portare a terminare la propria frazione.
Sabato appuntamento al Marathon Village dove, dopo aver ritirato il pettorale e fatta la foto di gruppo davanti al grande murales, abbiamo ricevuto gli ultimi consigli dal mental coach Patrizio Pintus, da Davide Cassani e da un grande Aldo Rock giunto da Ivrea appositamente per noi. Dettagli finali per organizzare (a spanne) la "timeline" dei cambi e la #cityrunners è ufficialmente pronta.
Relay MilanoMarathon 2014
Sveglia prima delle sei (manco dovessi andare a lavorare), colazione, trenord e alle otto in processione verso la partenza dove incontrare Andrea, Gianmarco e Kikko pronti per la loro quarantadue. Nove e venti e con il classico colpo di cannone parte la gara agonistica. Cinque, sei minuti buoni e quando anche l'ultimo dei partecipanti passa sotto il gonfiabile posso avvicinarmi alla ricerca dei cityrunners della prima frazione. Un paio di rapidi saluti e poi con il terrore di non arrivare in tempo (esagerato) tocca riprendere la (lunga) strada per la metro. Sosta al Castello per la borsa, un occhio al passaggio delle prime donne al trentunesimo e di nuovo in metro direzione via Vittor Pisani dove è posto il mio cambio.
Intanto via twitter Federico mi comunica che è andato ben oltre a quanto preventivato: cinquantuno e spiccioli. Seconda frazione nelle mani di Guido che in un percorso praticamente piatto deve affrontare le uniche due "asperità" (un cavalcavia e un sottopasso) sotto la montagnetta. Sessanta minuti e anche lui termina la sua fatica passandomi il testimone. Quasi mezzogiorno e si torna ad essere protagonisti. Prima partecipazione ad una staffetta e solo una gran voglia di divertirmi. Ho il Garmin ma solo per le statistiche. Giusto un rapido sguardo in prossimità dei cartelli chilometrici. E per una volta me lo posso anche permettere. Nessun personale da inseguire e da percorrere meno di un quarto dei chilometri corsi nella città eterna.
Tre e quarantasette al primo, tre e cinquantacinque al secondo, ritmi che, vista la temperatura, difficilmente posso tenere a lungo. Eppure continuo a spingere o almeno ci provo. Corso Venezia, San Babila, il Duomo, la Scala, il Castello. In poche parole il salotto buono della città.
Relay MilanoMarathon 2014
Ancora un chilometro e poi tocca a Bruno che, a Pagano, attende il testimone. Trentanove e tre. Troppo poco, ma soprattutto troppo bello, per non approfittarne. E allora con Federico, che nel frattempo ha raggiunto la zona cambio, ci accodiamo a Bruno, alla sua seconda gara, che comincia l'ultima frazione. Partenza piuttosto allegra e almeno un paio di chilometri archiviati poco sopra i quattro e trenta prima di stabilizzare la velocità di crociera su ritmi più consoni. Un po' di secondi persi sino al sesto ma poi una volta imboccato Corso Sempione si ricomincia a spingere senza troppi calcoli. L'Arena, viale Gladio e, finalmente, la sagoma inconfondibile del Castello Sforzesco dove ritroviamo Guido in attesa di unirsi all'allegra combricola per un arrivo in gruppo poco sotto le tre ore e diciassette.
Io mi sono divertivo. E anche tanto.
#cityrunners: elena casiraghi
Terzo appuntamento di #cityrunners presso l'Aspria Harbour Club. Un'ora in compagnia della nutrizionista Elena Casiraghi responsabile dell’Enervit Nutrition Center for Sport and Wellness di Milano e, in veste di "Special Guest", della campionessa del mondo di fioretto e medaglia d'oro a squadre alle olimpiadi di Londra Arianna Errigo e un'altra ora a sgambettare per i viali del parco di Trenno svolgendo il programma preparato dal coach Rondelli. E se per quel che riguarda la preparazione fisica posso tranquillamente affermare di sapere quanto basta per evitare di commettere grossi errori per quel che concerne l'alimentazione, invece, ho scoperto di essere un totale disastro.
#cityrunners
Nella sua presentazione, Elena Casiraghi ha spaziato su vari argomenti: dalle false credenze indotte dalla pubblicità alle cinque regole per una corretta alimentazione (la colazione, mangiare poco ma spesso, bilanciare carboidrati e proteine, idratazione e recovery meal dopo l'attività fisica) concludendo la chiaccherata su vantaggi e svantaggi dell'assunzione di alcol e caffè (non è bello scoprire che la birra dopo un allenamento non va bene). Dopodichè, una volta archiviata la parte terorica, tocca diventare, come da programma, "protagonisti" in un fantastico anticipo di primavera. Foto di rito, un paio di chilometri di riscadamento, un po' di stretching e poi, divisi in tre gruppi, ripetute per tutti: 10x500. Faticoso come sempre, ma vuoi mettere farlo in compagnia ?
#cityrunners - davide cassani
Secondo appuntamento di #cityrunners con la prova sul campo. Ritrovo, come recita la email di convocazione, fissato per le 9.30 di Sabato presso l'Aspria Harbour Club in zona S.Siro di fronte al parco di Trenno. Prima parte in "aula" dove, dopo una breve introduzione da parte di Elisa di adidas, la parola è passata al mental coach Patrizio Pintus e all'ospite d'eccezione Davide Cassani. Ex-ciclista professionista, ex-commentatore Rai, fresco commissario tecnico della Nazionale di Ciclismo e, con un PB di 2 e 45 alla recente maratona di Pisa, anche runner di "categoria". Una piacevole ora dove Cassani, "intervistato" da Patrizio, ha raccontato, prima nel ciclismo e ora nella corsa, il "suo" affrontare preparazione e gara. Seconda parte, invece, tra i vialetti del parco di Trenno per la prima vera sgambata.
#cityrunners
Suddivisi in tre gruppi (runners, sportivi e neofiti) siamo stati affidati alle "cure" dei tre coach che avranno il compito di accompagnarci in questa avventura. Un po' di stretching, qualche scatto, qualche saltello e, accompagnati da Elisa Cova, via per un 2000 di riscaldamento a ritmo blando prima del lavoro in programma: 3x2000 con un paio di minuti di recupero da fermo. Divertente eseguire i lavori al ritmo proposto senza battere ciglio. Tutti a giocare a "quelli che non ce la fanno". Poco meno di 10 minuti per il primo duemila, nove per il secondo e per l'ultimo un'altra accelerata. 4' e 20" l'andata e un "liberi tutti" al ritorno dove abbiamo "scoperto le carte". Di jolly ne avevamo uno e ce lo siamo giocato. Ora ho come l'impressione che, dal prossimo appuntamento, toccherà davvero sudare.
#cityrunners
Sabato, con il "kick-off" avvenuto a Monza nella sede di adidas, ha preso il via #CityRunners, il progetto del brand a "tre strisce" per portare 42 runners a correre una frazione della Relay Milano Marathon.
Introduzione di benvenuto da parte dello staff adidas e poi spazio a chi avrà il compito di accompagnarci in questi 6 appuntamenti: Elisa Cova, Irene Petrolini, Stefano Pozzi, capitanati da Giorgio Rondelli per la parte tecnica, Elena Casiraghi per quanto riguarda i consigli sull'alimentazione e il "mental coach" Patrizio Pintus per i consigli su come allenare la mente. Breve presentazione e poi via in palestra.
E si, perchè all'adidas hanno la palestra. E, se mi posso permettere, che palestra!
#cityrunners
Cambio d'abito rigorosamente a "tre strisce", altezza (a voce), peso (sulla bilancia, sigh) prima del riscaldamento sotto lo sguardo vigile del coach Rondelli. Strana sensazione quella di correre in palestra. Faccio davvero fatica a ricordare a quando risale l'ultima volta. Ancora più strana quella di correre sul "tappeto". Qui si torna al secolo, o se vogliamo, al millennio scorso. Una decina di minuti, forse anche meno, necessari ai trainer per capire come poterci "inquadrare" formando gruppi il più possibile omogenei. Perchè il gruppo è davvero eterogeneo. E lo si capisce dai discorsi carpiti in palestra o all'open, la sera della presentazione del progetto. C'è chi parla di colazione si/no prima di un  lungo e chi non sa nemmeno quanto sia lunga una maratona.
Nel frattempo, in attesa del secondo appuntamento dove ci sarà la prova "sul campo", non rimane che correre.
Noi ci mettiamo le gambe, adidas tutto il resto.
Al via il progetto adidas City runners
Comunicato adidas

#cityrunners
Milano, 16 gennaio 2014 – prende il via #CityRunners, la prima running community di adidas. Saranno 42, come i km della maratona, i runners selezionati tra bloggers, giornalisti e influencer che verranno coinvolti in questa avventura e guidati fino a partecipare alla Milano marathon relay.

Elisa Cova, Stefano Pozzi e Irene Petrolini capitanati da Giorgio Rondelli saranno i trainer professionisti a cui verrà affidato il compito di curare il programma di allenamento personalizzato in preparazione alla Maratona di Milano del 6 aprile prossimo.

A loro verrà affidata la preparazione fisica necessaria per affrontare il proprio percorso all’interno della staffetta a partire da qualsiasi livello di preparazione dei partecipanti. #cityrunnersLa nutrizionista Elena Casiraghi e il Mental Coach Patrizio Pintus completeranno il team di professionisti a cui adidas si affiderà, per completareil percorso di ciascuno. 

Gli appuntamenti si svolgeranno di sabato a partire dal 25 gennaio prossimo e si terranno in location prestigiose sul territorio milanese come l’Aspria Harbour Club Milano e il Pala Badminton. Ultimo grande appuntamento il 6 aprile, giorno della gara.

#cityrunnersTutti i partecipanti al progetto potranno contare per i propri allenamenti anche sulle nuovissime Supernova Glide 6, la scarpa di adidas completamente rinnovata. Costruita con un sistema integrato di tecnologie che operano in modo combinato per offrire una corsa di altissimo livello, questa scarpa leggendaria ha fatto un ulteriore passo avanti con l’introduzione della rivoluzionaria tecnologia ammortizzante BOOST.  Con una a una silhouette giovane, pulita e dinamica, la supernova Glide è la scelta perfetta per tutti i tipi di runners, da quello più esigente che desidera una perfezione tecnica durante la corsa a quello che corre semplicemente per stare in forma.