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Straplacentia halfmarathon
Prima domenica di Marzo e tradizionale "gita" in terra emiliana  per disputare la dodicesima edizione della mezza di Piacenza. Ventun chilometri da correre senza troppi calcoli e ultima occasione per testare la condizione raggiunta in vista dell'appuntamento del diciassette.

Sveglia, colazione e, poco dopo le sette, in macchina per il centinaio di chilometri che mi separano dal centro polisportivo nei pressi dello stadio comunale con la consapevolezza, corroborata da anni di esperienza, di arrivare appena in tempo per la partenza.

Straplacentia halfmarathonRitiro pettorale, cambio d'abito e dopo la solita pantomima del (finto) riscaldamento sotto il gonfiabile in attesa dello start che preceduta dalla partenza delle handbike arriva una manciata di secondi prima delle nove e trenta. 

Sole, temperatura finalmente piacevole e ottima occasione per tornare a correre, dopo oltre tre mesi, in pantaloncini corti. Solita partenza a cannone e primo chilometro chiuso abbondantemente sotto i 4'/km. I tre giorni di riposo sembrano dare buoni frutti e il "simpatico" trenino con cui comincio a condividere la strada sembra davvero un'occasione da non farsi sfuggire. 

Assodato che l'under90 si porta a casa, l'obiettivo minimo della giornata diventa migliorare il risultato della mezza del castello e visti i precedenti in riva al Po, inutile nascondersi, tocca mettere in conto anche la possibilità di tentare il nuovo personale. 

Secondo, terzo e quarto in meno di 12' e una volta abbandonata l'abitato, per sei chilometri lungo l'argine del grande fiume prima di rientrare in città all'altezza del casello di "Piacenza Ovest" con il passaggio al decimo abbondantemente sotto i 40'. 

Un altro paio di chilometri da ritmo "personale" e poi, come prevedibile, qualche secondo comincia a perdersi per strada, senza però compromettere le possibilità di un ottimo riscontro cronometrico. Tredici, quattordici, quindici e dopo aver "salutato" alcuni dei Straplacentia halfmarathon compagni di viaggio impegnati in una delle altre due distanze in programma (30k e maratona), gli ultimi sei chilometri che ci riportano in Piazza Cavalli, il salotto buono della città.

Sedicesimo chilometro in linea con i precedenti, diciassettesimo da bradipo (5'27") e successivo da corridore degli altopiani (2'37") frutto evidentemente di cartelli posizionati apparentemente a caso. 

 Un po' di stanchezza e (forse) mancanza di convinzione dopo un rapido (e sbagliato) calcolo nelle reali possibilità e in due chilometri mi gioco il personale. Una trentina di secondi regalati (4'11" e 4'21") tra il diciannovesimo e il ventesimo e la frittata è fatta nonostante gli ultimi 1100 metri corsi in 4'02" che mi portano a concludere, comunque, abbondantemente sotto gli ottantacinque minuti.

Contento ? Ni. Ma tocca farsene una ragione.
StraPlacentia half marathon
Prima domenica di marzo e immancabile appuntamento in terra emiliana per la mezza di Piacenza giunta ormai alla sua undicesima edizione.

La sveglia puntata come in una normale mattina infrasettimanale, abbondante colazione e poi in macchina per il centinaio di chilometri che mi separano dal centro polisportivo comunale presso lo stadio con la certezza che, nonostante i buoni propositi, anche questa volta avrò giusto il tempo di ritirare il pettorale, cambiarmi d'abito e qualche minuto per un qualcosa che nessuna persona sana di mente avrebbe il coraggio di definire riscaldamento, prima di cercare una posizione quanto più vicino possibile alla linea di start. 

Alle nove e venticinque viene dato il via alla gara delle handbike e un paio di minuti dopo le nove e trenta è di nuovo competizione. Mezza, ultra (30k) e maratona. Tre gare. Stessa partenza, stesso arrivo e tutti assieme a condividere i primi quindici chilometri del nuovo percorso.

La giornata, come previsto, non è delle migliori ma almeno non piove e la temperatura intorno ai 10° rende il clima perfetto per correre. E quale occasione migliore per testare la condizione in vista dell'appuntamento con la città eterna ?

Partenza, grazie alla posizione "conquistata" in griglia, veloce con un primo chilometro addirittura esagerato che, se mantenuto a lungo, avrebbe potuto garantire solo una cocente delusione. Secondo, terzo, quarto ancora sotto i 4' e una volta abbandonata la città, per sei chilometri lungo l'argine del grande fiume prima di rientrare nell'abitato all'altezza del casello autostradale. Come da copione dopo l'undicesimo comincio a perdere qualche secondo ma, contrariamente al solito, mi rendo conto che forse questa volta non si tratta di un calo fisico.
StraPlacentia half marathon
La paura di rovinare 4 mesi di preparazione è davvero tanta. 

Le posizioni sembrano cristallizzate e quelli che mi passano sono davvero pochi. In più il Garmin non aiuta complice l'errato posizionamento di alcuni cartelli chilometrici. Arrivato al quindicesimo e superato l'ultima "asperità" (leggi cavalcavia) nella mia testa si materializza l'idea che il più è fatto e come per magia anche il ritmo ne trae beneficio.
Un occhio al display del fedele compagno e dopo un rapido conto prende corpo anche la possibilità di poter centrare il personale. 

Doveroso quindi provarci. Diciotto, diciannove, venti e una volta in Viale Risorgimento è una battaglia contro il tempo. Piazza  Cavalli e il crono TDS a scandire i secondi. Ultimi metri in apnea e una volta  messo a fuoco il display posto sotto il gonfiabile, la consapevolezza di non potercela più fare.

Stavolta niente personale e nemmeno il piacere di veder abbattere il muro degli 84' per una misera manciata di secondi.
L'appuntamento però, è solo rimandato.
10° placentia half marathon
Prima domenica di Marzo ed ennesimo appuntamento con Piacenza e la sua mezza. Giunta ormai alla sua decima edizione, sedici invece quelle della maratona, i 21 chilometri della città emiliana richiamano ogni anno un buon numero di runners (1701 i finisher di questa edizione). Ottima la logistica presso il centro polisportivo comunale con i suoi ampi parcheggi, gli spogliatoi, il pasta-party finale e le navette in numero più che sufficiente per riportare gli atleti allo stadio una volta terminata la loro fatica.

Sveglia alla solita ora, colazione e via in macchina destinazione Piacenza con la certezza, nonostante i buoni propositi, di arrivare, anche stavolta, appena in tempo per ritirare il pettorale, cambiarsi e, senza neanche scaldarsi, cercare di conquistare un posto non troppo lontano dalla linea di partenza visto che, e con questi numeri comincia a diventare un problema, le gabbie non sono previste.
10° placentia half marathon
Nonostante il percorso molto veloce, negli anni passati, ho sempre considerato questa mezza semplicemente come un ultimo test prima della trasferta romana. Sfruttare il "clima" della competizione per spingere senza massacrarsi.

E poichè, nonostante gli sforzi, nella città eterna i risultati continuano a latitare per questa edizione mi sono imposto un cambio di registro: si prova il personale.
E dovendo cambiare non potevo scegliere edizione migliore di questa, vista la decisione del comitato organizzatore di un radicale cambio di percorso accogliendo i suggerimenti forniti dagli stessi runners che, evidentemente, devono avere un non so che di masochismo viste le novità dei due sottopassi e di un ulteriore cavalcavia.

La partenza è veloce e nonostante il traffico, solita italica abitudine di piazzarsi davanti a prescindere dei propri mezzi, riesco ad impostare il mio ritmo già dopo poche centinaia di metri.

10° placentia half marathonLa giornata è perfetta per correre, sole e temperatura intorno ai dieci gradi, le gambe girano e il ginocchio non si fa sentire. I primi quattro chilometri sono abbondantemente sotto i 4' ma stavolta viene difficile seguire le indicazioni del garmin che sembra continuamente litigare con i cartelli delle distanze lungo il percorso.
La città lascia il posto alla campagna e per sei chilometri si corre in mezzo al niente. Al decimo sotto i 40' e rientro in città all'altezza del casello autostradale. 

Dodici, tredici, quindici, i chilometri passano e il ritmo è ancora da personale. Dal diciassettesimo anche i cartelli dell'organizzazione cominciano ad essere posizionati male e tocca andare a sensazione. Ora la stanchezza comincia a farsi sentire e a quel punto la tentazione di mollare, sempre in ottica Roma, fa capolino. Ma se non oggi quando ??. Diciotto, diciannove, venti e finalmente Viale Risorgimento da fare praticamente in apnea. In fondo piazza Cavalli e il gonfiabile che ancora non si vede con il display TDS a scandire l'inesorabile passare dei secondi. Niente più calcoli. C'è solo da spingere per un nuovo personale da portare a casa.

Fantastico poi, negli ultimi metri, rendersi conto che anche il muro degli ottantaquattro minuti sta per essere infranto.
9° Placentia Half MarathonMentre i miei "compagni di merenda" hanno deciso in blocco di correre la "Mezza del Lago Maggiore", io sono tornato per la sesta volta a Piacenza, dove era di scena la 15° edizione della "Placentia Half Marathon". 

Il percorso non sarà bello come quella del lago, ma a me nel complesso questa manifestazione piace parecchio. Da casa mia basta poco più di un'ora di macchina per arrivarci; la logistica è buona, parcheggi, spogliatoi e docce calde non mancano; il percorso, a parte un cavalcavia, è interamente piatto; la gara cade, quasi sempre, giusto due settimane prima di Roma ed è quindi, un ottimo test per la maratona; con il ricavato ogni anno viene sostenuto un diverso progetto dell'Unicef, e per ultimo, alla fine, ci scappa pure il giro all'outlet di Fidenza giusto per far contenta anche la moglie.

Come ogni anno, pur armato di buoni propositi, arrivo allo stadio di Piacenza in ritardo, ho giusto il tempo di ritirare il pettorale e cambiarmi. Tappa "idraulica" e via verso la partenza senza nemmeno provare a scaldarmi. Le previsioni non sbagliano e il clima sembra proprio da neve e, visto che non vogliamo farci mancare proprio niente, c'è pure il vento a tenerci compagnia. L'idea è di non forzare cercando il personale ma limitarmi a tenere un passo un po' più veloce di quello che dovrei tenere a Roma. Le gambe girano bene e, con il garmin sempre sott'occhio, cerco di mantenere, senza però riuscirci troppo, quanto prefissato.

I chilometri passano e il tempo tiene. Addirittura, intorno a metà percorso, un pallido sole fa capolino tra le nuvole. Arrivato poi al 15°, quando si imbocca la "strada Agazzana" che ci riporta in città, io e gli altri runners abbiamo la sgradita sorpresa, anche se consci che prima o poi ci sarebbe toccato, di dover correre, sino al traguardo, contro vento. Il più comunque è fatto e, nonostante tutto, mi accorgo che non solo tengo il passo, ma riesco, se pur di poco, ad incrementarlo. Al ventesimo poi, tutti i buoni propositi vengono riposti e l'ultimo chilometro sembra quasi quello di una 10k con il garmin che indica 3' e 48" e con un tempo finale decisamente al di sotto dei 90 minuti.

Se solo riuscissi a correre così tra 15 giorni......