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4x2000, #roadTo
Devo confessarlo, me le ricordavo meno impegnative. Alla fine il compitino l'ho anche portato a casa ma quanta fatica!!


Non amo correre la mattina appena sveglio e non lo ho mai amato, ma me lo devo far piacere. Con lo smart working posso evitare di  puntare la sveglia alle 5 e mi posso permettere un paio di ore di sonno in più ma la sostanza non cambia: non mi piace.


In strada che è ancora buio, una leggera nebbiolina ad ovattare il tutto e una voglia pari alla temperatura registrata: zero. Eppure una volta trovato il coraggio di abbandonare il caldo tepore del letto e fatto agganciare i satelliti al Garmin difficilmente mi tiro indietro. Può capitare che i risultati non siano quelli auspicati ma di sicuro l'impegno non viene mai meno. 


Giusto il solito paio di chilometri per portare le gambe in temperatura e si parte con la prima delle quattro serie. Più lento delle ripetute da mille, più veloce del medio corso nel fine settimana per quattro volte. Almeno nelle intenzioni. Perchè alla fine, davanti al pc, tocca prendere atto che non è andata proprio come auspicato.Buone la prima e l'ultima, meno le altre due. 


Però le ho fatte. Tutte.

cinque su seiLo confesso, l'assenza di gare toglie stimoli. E non mi riferisco alla corsa in quanto tale. La voglia di uscire, macinare chilometri e tornare a casa stanco ma soddisfatto non è mai venuta meno. Mi riferisco alla voglia di alzarsi quando, ahimè, e ancora buio, indossare gli abiti "da lavoro" e uscire in stada con le temperature che, da qualche giorno, sono diventate piuttosto frizzantine. 

Sempre più difficile sconfiggere la voglia di uccidere la sveglia e abbandonare il caldo tepore del letto. Ma fortunatamente lavorare da casa in smartworking ha i suoi innegabili vantaggi tra cui quello di poter decidere di rinunciare alla pausa pranzo e sfruttare queste calde e soleggiate giornate di inizio Ottobre per recuperare quanto si è deciso di non fare al mattino.

Quattro uscite consecutive (5 in 6 giorni) per una sessantina di chilometri con un paio di sessioni di ripetute come non capitava da maggio.

Niente di trascendentale, per carità, ma da qualche parte bisogna pure incominciare.
E domani il meritato riposo.   
 

Dove eravamo rimasti?Dopo un Maggio incoraggiante con diciannove uscite e 220 chilometri i successivi tre mesi sono stati all'insegna del vorrei ma non posso

Temperatura, lavoro e impegni vari non mi hanno permesso di continuare la striscia positiva del primo mese post lock-down. Poche corse, pochi chilometri e soprattutto poca voglia di fare fatica. Ma a tutto c'è un limite. 

Anche senza gare in programma (la venicemarathon per me è già archiviata) tocca darsi una regolata introducendo una parvenza di qualità che mi permetta di tornare ad un livello di forma accettabile per poter affrontare, nei mesi a venire una preparazione alla maratona di primavera che si possa definie tale. 

Il caldo opprimente sembra già un lontano ricordo e pensare di correre dopo il lavoro non è più un'idea da escludere a priori. Giusto il tempo di spegne il portatile, un rapido cambio d'abito e poco dopo le 18 sono già in strada per provare a riprendere il filo del discorso con le ripetute interrotto agli inizi di giugno: dieci per 400, con pari recupero, dopo un paio di mille di riscaldamento. 
Facile a dirsi, un po' meno all'atto pratico. 

Perchè il 3e52 visualizzato dal Garmin all'inizio della prima ripetizione non può far presagire niente di buono. Rallento, mi controllo ma evidentemente devo riprenderci la mano. Stessa cosa nella seconda serie. Buona la terza, un po meno la quarta, alla quinta alzo bandiera bianca. quattrocento metri che sembrano infiniti. 

Inutile insistere Navigatore sui 5e20 elastici e si finisce il giro. dieciK in 50e15. 
Guardiamo il bicchiere mezzo pieno
ripetute 5x1000Ancora due giorni e sarà passato il primo mese dalla fine delle limitazioni per quanto concerne la corsa. Tante le uscite fatte (dovrei chiudere a 20 per circa 230km) ma dal chilometraggio limitato tanto da considerare come "lunghissimo" i 17 chilometri della domenica. 
 
Non ne ho voglia e probabilmente, vista la mancanza di competizioni, non credo ne valga nemmeno la pena. Meglio concentrarsi su pochi lavori di qualità, ripetute da 400 e da 1000 con pari recupero, alternate alle classiche uscite a sensazione o più comunemente dette "ad minchiam". 

Passata la fase di odio assoluto da diversi anni ho imparato ad apprezzare questo tipo di allenamento. Dimenticando per un attimo che costano comunque fatica riesco persino a trovare una sorta di divertimento nella loro esecuzione. Se poi, nonostante l'orario improbabile, riesco pure a farle bene la soddisfazione è doppia.



E non tanto nella velocita della fase attiva quanto nella capacità di mantenere in un certo range anche il ritmo del recupero. Come non .mi succedeva da anni. 



Vedere poi, anche se per pochi secondi sul cambio di ritmo, un 3e46 sul display del gps non ha prezzo. 
Ripetute brevi Dieci per quattrocento con pari recupero 80 giorni dopo. Ad un mese dalla ripresa provo a tornare alla normalità di una preparazione consapevole che comunque è solo per il piacere, si fa per dire, di farlo. 

Alla mia età ogni sosta significa un allungamento nei tempi di recupero della forma perduta e limitarsi ad uscite composte da un numero casuale di chilometri non può che posticipare ulteriormente il traguardo. 

L'iscrizione alla 42k di fine ottobre attualmente è ancora in corso di validità ma non bisogna essere dei geni per immaginare che senza un vaccino, nonostante gli auspici e gli sforzi degli organizzatori, è solo questione di tempo prima della pubblicazione del comunicato che sposta la gara al 2021. 

E non avere obiettivi potrebbe essere l'occasione giusta per seguire comunque una tabella di preparazione: più leggera, con uscite dal chilometraggio ridotto e senza gli immancabili (e non invitati) sensi di colpa nel caso di una seduta saltata.

Ovviamente, caldo permettendo.


lucifero
E alla fine l'ennesimo anticlone africano che già dal nome non promette nulla di buono ha raggiunto la nostra penisola.
E in queste condizioni decidere andare a correre non è proprio la prima cosa che possa venire in mente. Ma il countdown non si ferma e, li in bella mostra, fa il suo mestiere.

Abbandonata l'idea di uscire prima di cena ho provato ad ipotizzare un 21.00/21.30 ma a parte il sole sotto l'orizzonte non mi è parso di cogliere grossi benefici da questa opzione e allora controvoglia, e sottolineo controvoglia, ennesima sveglia puntata alle 5 per provare a portare a casa il compitino assegnato.

E ancora buio, l'umidità si taglia ancora con il contello ma almeno la temperatura, anche se abbondantemente sopra i venti gradi e almeno accettabile. Un paio di chilometri al piccolo trotto con le gambe sorprendentemente "sveglie" e una volta arrivati alla stazione inversione di marcia e inizio della serie di ripetute: setteXmille con pari recupero con la parte attiva da fare a RM-5%.

Pensare che, solo qualche anno fa, un "lavoro" del genere mi sarebbe pesato come un macigno e invece ora, anche se ancora non rientra nella categoria divertimento, di sicuro non rientra nemmeno in quella della noia mortale.

Bello poi vedere, verso la fine dei miei chilometri, la faccia attonita di quelli in strada per andare al lavoro o in giro con il cane. Un'espressione che vale più di mille parole.
adidasrunners - 7x800Quando posso cerco di non perdermi l'uscita di gruppo con i ragazzi di runbase. Un appuntamento settimanale che mi permette di uscire dalla monotonia degli allenamenti in solitaria e in questo periodo di dolce far niente (leggi nessuna tabella da seguire) diventa anche  l'occasione buona per fare qualche lavoro "di categoria". 

La temperatura consiglierebbe ben altro modo per impegnare il tempo ma questo passa il convento e tocca adattarsi.

Riscaldamento degno di tale nome, una decina di minuti di stretching e una volta divisi in gruppi per ritmo da tenere pronti per 7 giri dell'Arena con recupero 400.

Scartato a priori il gruppo dei più veloci mi accaso con il secondo da un più tranquillo 4e30/km con la certezza che, molto probabilemte, non terremo il ritmo prefissato nemmeno per la prima delle sette ripetute. 

E sempre la stessa storia. Buoni i propositi, pessimi i risultati. 

Il gruppo più veloce finirà sicuramente per correre le serie assestandosi sui 3e30 e il nostro, nella migliore delle ipotesi, sui 4'/km. 

Niente di più sbagliato perchè, nonostante il caldo, sembra la classica serata di grazia con il garmin a visualizzare ritmi che avevo dimenticato di poter tenere. 

Dove si firma per uscite del genere ?





 

salite brevi
E con dodici salite brevi da 150 metri é di nuovo tempo di "tabella". Sedici settimane per arrivare tirato a lucido all'appuntamento con la quarantadue di primavera. Roma o Milano. Stavolta tocca scegliere tra quella di casa e quella che amo, anche se probabilmente conosco già la risposta.

Sedici settimane che, senza interruzioni, non riesco a portare a termine da ormai troppo tempo. Perchè ora che ho imparato a "seguire" e non ad "interpretare" le tabelle la soddisfazione che si prova alla fine di questo lungo percorso è piacevolmente differente.

E io vorrei tanto tornare a provare la stessa soddisfazione.

Vediamo. A piccoli passi, una settimana alla volta.
5x400
A poco più di un'ottantina di giorni dall'appuntamento con la maratona autunnale mi rendo conto che quanto fatto è davvero poca cosa ma considerando le nuove vicissitudini tocca (nuovamente) fare di necessittà virtù. 
Dopo i problemi muscolari anche la caviglia ha deciso di salire alla ribalta e agli inizi di luglio è arrivata una tendinite che mi ha costretto all'ennesimo stop. 
Ecografia, che fortunatamente ha escluso problemi più gravi, tecar e ghiaccio. Tanto che io e la borsa del ghiaccio possiamo, oramai, considerarci una coppia di fatto. Quarantacinque giorni di riposo forzato e ora, dopo due settimane, nessuna certezza sull'effettiva risoluzione del problema. Fatica, tanta fatica, troppa. Evidentemente il nuoto e quel po' di bici che durante questi due mesi hanno provato a prendere il posto della corsa non sono riusciti a limitare i danni.
Inutile nascondersi dietro ad un dito. A me piace correre. Il resto (per adesso) non conta. Ci provo, insisto, ma per adesso nessuna "scintilla".
E ora la vedo dura anche se, almeno per ora, io non mi arrendo. 
E se proprio dovesse andare male la strada la conosco (ho una certa esperienza): telefonata al comitato organizzatore e iscrizione portata al 2017. 
Ma per decidere c'è ancora tempo. Intanto pensiamo a macinare asfalto che tra tre giorni è gia ora del primo pettorale post-vacanze.
Una non competitiva di sette chilometri e mezzo. Giusto per riassaporare il gusto della competizione.
garmin - 4x1000
Nessuna maratona da preparare (se ne riparla a fine luglio) e di conseguenza nessuna tabella da seguire, nessuna gara ancora in calendario ma solo una insensata voglia di riprovare ritmi che pensavo di non potermi più permettere. 
Seratona ripetute come non accadeva da almeno tre mesi. 
Messi da parte tutti i timori che in queste settimane mi hanno fatto compagnia mi sono "lanciato". Per una volta al diavolo la prudenza. Tanto se deve capitare, capita. E poi meglio adesso che tra qualche mese in piena preparazione della 42 autunnale. 
Quattro serie da mille con pari recupero giusto per ricordarmi che, anche se ora ci ho fatto pace, nella vita c'è di meglio per passare la serata. 
Ma una volta finito quant'è bello leggere certi numeri davanti al pc ?
piccolo stelvio
Settima settimana e fine della fase di "crescita organica" che, per la tabella che sto seguendo, significa salite lunghe: mille metri da ripetere sei volte. E come da "tradizione" in macchina per una ventina di chilometri con direzione "Piccolo Stelvio" a Castiglione Olona con i suoi sei tornanti che ricordano, nel loro piccolo ovviamente, la parete di tornanti di Trafoi. La salita non è per niente regolare e ha una parte centrale (circa duecento metri) decisamente facile ma abitando in pianura mi devo accontentare, a meno di passare parte della mattinata in macchina, di quello che offre il convento.
La temperatura è prossima allo zero, ma contrariamente alle altre due volte la strada è baciata da un fantastico e tiepido sole.
Mille metri, una distanza infinita. (Quasi) Sei minuti di totale apnea con le gambe che non ne vogliono sapere di andare e i battiti a mille cercando di portare a termine il compito assegnato.
E chissà poi cosa avranno pensato quelli che, in macchina, mi hanno incrociato. Perchè se è normale trovare chi affronta la salita inserita nel percorso della Coppa Bernocchi su due ruote lo è un po' meno trovare qualcuno che decida di affrontare questa aspirà sulle proprie gambe.
Quattordici chilometri per un'ora e ventisei. Non propriamente soddisfatto ma, anche questa volta, "missione compiuta".
16x400
Odiate per tanto tempo, da un paio d'anni il mio approccio con questo tipo di lavoro è radicalmente cambiato. Non dico di provare piacere a torturarmi per un tempo indefinito ma almeno, quando sono previste, sono consapevole che girare ripetutamente intorno all'isolato non mi farà pensare ad un criceto alle prese con la sua ruotina. 
D'estate non ci sono problemi ma in questo periodo, ove le giornate che non si sono ancora sufficientemente allungate, l'unico modo per controllare il ritmo non può che essere con la retroilluminazione del mio vecchio 305 accesa. 
Sempre che, appena iniziato con le serie, non viene visualizzato il più odioso dei messaggi: "batteria scarica". E a questo punto che fare ? Luce spenta e dita incrociate confidando in un'altra sessantina di minuti di autonomia per la registrazione dei dati.
E le sedici ripetute? Difficile andare a sensazione nonostante l'esperienza accumulata in tutti questi anni. Ritmo maratona -5% la fase attiva, +15% il recupero. Troppo veloce, troppo lento, non starò spingendo troppo? E i recuperi poi non saranno troppo lenti ? 
Domande le cui risposte si possono trovare solo dopo aver scaricato i dati sul computer.
E una volta acquisito il tracciato, surprise !!!
Per una volta mi piace pensare che non si sia trattato di sola fortuna.
4x3000
Mettiamola cosi, ho aggiunto un altro tassello di quel mosaico che è la preparazione di una maratona. Uno degli ultimi.
Soddisfatto ? Ni. Ho comunque portato a casa uno dei "lavori" più impegnativi tra quelli assegnati ma non ho rispettato i tempi della fase attiva (di poco) e soprattutto quelli della fase di recupero (di molto).
Sarebbe bello pensare che la all-day-expo del martedi, dieci ore in giro per i padiglioni di Rho, possa aver lasciato strascichi, ma non ne sono più sicuro.
E se invece stessi semplicemente tirando troppo la corda ? Del resto, per cercare di recuperare quanto perso nello stop di inizio mese, non mi sono di certo risparmiato portando a casa più di duecentosessanta km in soli 25 giorni e di questi più di duecento li ho corsi negli ultimi diciotto.
Ai posteri l'ardua sentenza.
16x400
Dura, davvero dura ma, alzando il ritmo nella fase dei recuperi, anche questo lavoro, in qualche maniera, l'ho portato a casa. Ed è sempre più difficile con il numero delle ripetizioni e dei chilometri che, con piccoli step, stanno andando a regime.
Solo colpa del caldo o anche per me, come è normale che sia, sta cominciando la fase discendente ? Scarico i dati del Garmin e con un pizzico di masochismo confronto i tempi dei "lavori" con quelli registrasti giusto dodici mesi fa e non posso che constatarne le notevoli differenze. 
Un paio di "Failed" di troppo e il tarlo del dubbio che ogni tanto fa capolino. Eppure è bastato un sabato "diverso" con il termometro inchiodato sui 20° per permettermi di portare a casa 14 chilometri di "medio" con un rassicurante 4'e17". 
Il conto alla rovescia è ormai stabile sulle due cifre. La meta sembra ancora lontanissima ma, come sempre, è più vicina di quanto si possa credere.
Vabbè, ora pensiamo al prossimo 7x1000
Novantatre
Abbandonate le tre cifre il conto alla rovescia ormai è ad un passo dai "meno tre mesi" e tra commissioni e cene natalizie, in questo periodo, anche riuscire a ritagliarsi un'oretta per "incastrare" i vari compiti assegnati può essere difficoltoso.
Ovviamente potrei ovviare il problema sbrigando la "pratica" prima del lavoro e se ho dovuto candidamente riconoscere che i "lavori" si riescono tranquillamente a fare anche appena svegli ho sempre, soprattutto d'inverno, una sorta di conflitto interiore con questa "sana" pratica. O meglio più di me ce l'hanno le mie gambe. Come stamani. Cena Natalizia con gli "amichetti" della corsa e ovviamente lavori anticipati all'alba.
Del resto, come direbbe Totò, sono uno studente che studia e che mi devo prendere la laura.
SeiXmille e una fatica che non provavo da settimane con le gambe pesanti come macigni. Non brillante come le altre volte, pessimo addirittura se paragonato ai ritmi di luglio, ma almeno in linea con le uscite dello scorso autunno.
Del resto non è a Febbraio che devo arrivare tirato a lucido.
Week 2
Archiviata una non brillantissima prima settimana che mi ha visto saltare due dei quattro lavori proposti in via precauzionale per uno strano fastidio (forse ho imparato la lezione), sotto con la seconda incominciando le fatiche con le salite medie. Quattro giorni di stop e mi è sembrato di ripartire da zero. Stanco, gambe pesanti e difficoltà nel riuscire a portare a casa il compitino previsto. 
In ogni caso niente in confronto a quanto in programma nel pomeriggio: "La fiera dell'artigianato" nei padiglioni di Rho. 
Altro che ripetute. 

Poi sul treno incontri un ragazzo con al collo la medaglia della maratona di rientro da Firenze, "attacchi" la rete e scopri quanto successo a Luigi e a quel punto tutto il resto diventa superfluo.
Quindici
Sempre meglio. Quattro uscite, 48 chilometri e oggi, dopo tanto, ho nuovamente infranto il muro dei sessanta minuti. La fatica è ancora tanta ma non posso fare a meno di notare che i progressi non mancano. Me ne accorgo in strada ma, soprattutto, davanti al pc quando scarico i dati. Ed è tanta la voglia di recuperare al più presto la forma perduta che tocca confessare che in settimana non ho saputo resistere al richiamo delle tanto (un tempo) odiate ripetute: 4x1000 a 3e50.
Se non è follia, poco ci manca.
Appena svegli
L'ho sempre saputo anche se non l'ho mai voluto ammettere: fare i "lavori" appena svegli è possibile. Due condizioni: trovare il coraggio (d'inverno) e soprattutto la forza per scendere dal letto quando, magari, un'altra mezzoretta di sonno non guasterebbe affatto e superare la fase in cui le gambe non ne vogliono proprio sapere di rispondere agli impulsi che arrivano dai quei pochi neuroni che sembrano già dare segni di vita perchè, una volta in strada, tornare indietro è un'ipotesi ormai difficilmente praticabile. Uno, due chilometri per completare la fase "risveglio" e, finalmente, si può iniziare con quanto previsto dalla tabella. E quando al lavoro (ringraziando il cielo per averne ancora uno) tocca fare tardi, non resta che applicare il detto "di necessità virtù". Sette uscite consecutive con il sole ancora basso sull'orizzonte e, a breve, nessuna prospettiva per un ritorno alla (mia) normalità. Bello però , una volta portato a casa il compitino, sapere che, la giornata, non può che assumere tutta un'altra "piega".
E tre
E anche la terza settimana di preparazione è andata in archivio. E se nelle prime due il clima pazzo di questo luglio mi ha permesso di non soffrire più di tanto, in questi ultimi sette giorni ho pagato dazio e con interessi "da strozzino". Caldo, ma soprattutto l'afa che da sempre contraddistingue il (pessimo) clima estivo della pianura padana. Non ci sono molte alternative, mattina presto o sera tardi sempre con il medesimo risultato: distrutto. Quello che però riesce a sorprendermi e che, nonostante tutto, sto eseguendo tutti i lavori come da tabella. Quattro uscite a settimana, un numero di chilometri (per adesso) non particolarmente eccessivo e nessun "Failed" da riportare in agenda.
Finchè dura.........
#cityrunners: elena casiraghi
Terzo appuntamento di #cityrunners presso l'Aspria Harbour Club. Un'ora in compagnia della nutrizionista Elena Casiraghi responsabile dell’Enervit Nutrition Center for Sport and Wellness di Milano e, in veste di "Special Guest", della campionessa del mondo di fioretto e medaglia d'oro a squadre alle olimpiadi di Londra Arianna Errigo e un'altra ora a sgambettare per i viali del parco di Trenno svolgendo il programma preparato dal coach Rondelli. E se per quel che riguarda la preparazione fisica posso tranquillamente affermare di sapere quanto basta per evitare di commettere grossi errori per quel che concerne l'alimentazione, invece, ho scoperto di essere un totale disastro.
#cityrunners
Nella sua presentazione, Elena Casiraghi ha spaziato su vari argomenti: dalle false credenze indotte dalla pubblicità alle cinque regole per una corretta alimentazione (la colazione, mangiare poco ma spesso, bilanciare carboidrati e proteine, idratazione e recovery meal dopo l'attività fisica) concludendo la chiaccherata su vantaggi e svantaggi dell'assunzione di alcol e caffè (non è bello scoprire che la birra dopo un allenamento non va bene). Dopodichè, una volta archiviata la parte terorica, tocca diventare, come da programma, "protagonisti" in un fantastico anticipo di primavera. Foto di rito, un paio di chilometri di riscadamento, un po' di stretching e poi, divisi in tre gruppi, ripetute per tutti: 10x500. Faticoso come sempre, ma vuoi mettere farlo in compagnia ?