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19° Mezza del Castello

E a quattro settimane dell'appuntamento di primavera eccomi con un pettorale appuntato sulla maglietta pronto per affrontare,  come è accaduto spesso in questi anni,  la prima competizione della stagione in quel di Vittuone. 

Percorso velocissimo (e non troppo distante da casa), dal costo onesto e con i pacer per raggiungere i propri obiettivi, ingredienti che da anni permettono alla Mezza del Castello di riscuotere un meritato consenso tra i runner della provincia (e non solo).

E arrivati a questo punto della preparazione questa mezza diventa anche un'occasione per ottenere riposte su quanto fatto nei precedenti mesi. E mai come in questo caso ho la necessità di avere  risposte perché dopo un inizio titubante  e un Gennaio sopra le righe (superati I 300 km dopo non so quanti anni) una brutta influenza ai primi di questo mese ha smorzato i miei sogni di gloria (si fa per dire).

Ore nove-zero-due si torna protagonisti.
Solito imbuto che obbliga a prestare un po' di attenzione e dopo qualche centinaio di metri ognuno con i propri ritmi. L'esperienza ma soprattutto l'esito delle ultime uscite dovrebbe permettermi di scegliere la condotta di gara più consona ma come spesso accade, una volta indossato un numero, spengo il cervello e ignorando le avvisaglie vado per la mia strada.

19° Mezza del Castello percorso
Il passo è sotto i 4e40 e non faccio fatica a tenerlo. C'è il sole e la temperatura è perfetta per correre. Qualche chilometro in solitaira e una volta raggiunto dal gruppo dei 100 minuti, che in leggero ritardo ha dovuto recuperare il gap, decido di accodarmi lasciando a loro il compito di fare i calcoli.
I chilometri passano e la facilità di corsa mi illude di poter replicare quanto di buono fatto nella passata edizione quando al giro di boa ho salutato l'allegra compagnia e me ne sono andato.

Al ristoro del decimo il gruppo si attarda a bere e io li stacco arrivando nel giro di un migliaio di metri ad accumulare un discreto margine.

Ma è il classico fuoco di paglia. Ho preteso troppo e ora  a nove chilometri dall'arrivo ecco il conto da pagare. Da lì a poco vengo ripreso e, nonostante il tentativo di rimanere agganciato, dopo qualche centinaio di metri devo desistere e abbandonare il gruppo con cui ho condiviso la prima parte di gara. Inutile insistere anche se di camminare non se ne parla proprio.

19° Mezza del Castello
Navigatore impostato su ritmi più consoni e solita collaudata tecnica del "ancora uno e poi vedo". 
Sono stanco e molto e i secondi aggiunti ad ogni chilometro lo certificano. Ma io insisto cercando, nel frattempo,  di ipotizzare in quanto tempo poter terminare la fatica. Calcoli che ad ogni cambio (in negativo) di ritmo tocca rifare.

Non manca poi molto, tre chilometri, ancora tre chilometri e la sensazione, certificata anche dalla leggera progressione visualizzata dal garmin, che forse il peggio sia passato. Comincio a crederci e con un ultimo mille da manuale riesco a chiudere incredibilmente sotto i 103 minuti.

Vabbè stavolta teniamo buono solo il crono.

 

18° Mezza del Castello
Foto di Giuseppe Fierro
Cinque anni dopo eccomi di nuovo ai nastri di partenza della Mezza del Castello a Vittuone, una gara ben organizzata con un percorso molto veloce tra le campagne del Parco Agricolo Sud. 

Solita trafila pregara, qualche chiacchera con amici che non vedevo da tempo e, una volta cambiato e consegnato la borsa al deposito, in strada ad abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale.

Novezerozero e si parte. I numeri prepandamia sono ancora lontani e i 638 arrivati (su 650 iscritti) lo testimoniano, facile quindi riuscire ad impostare il ritmo già dai primissimi metri. 

L'idea è quella di ripetere la bella prestazione (almeno per me) di Busto ma, in piena preparazione per la 42 di primavera,non so sinceramente cosa aspettarmi. Decido quindi di provarci: limare qualche secondo al chilometro e scendere sotto i cento minuti, obiettivo che nella gara di Novembre mi è sfuggito per meno di un giro di orologio. 

18° Mezza del Castello
Ho davanti i pacer dell'ora e quaranta ma ho l'impressione che siano un po' troppo veloci e quindi vado per la mia strada. Vengo passato a destra e a manca ma sinceramente non me ne curo. La preparazione non sta andando male ma la mancanza di medi (non mi riescono, non mi piacciono proprio) mina le mie certezze. Il passo c'è, le gambe pure ma ripetere quanto successe l'ultima volta sulle stesse strade è più facile di quanto si possa immaginare. Niente di meglio allora che pensare in piccolo puntando a traguardi intermedi. Sono abbastanza costante, il Garmin me lo conferma e al primo ristoro sono in perfetta media.

Secondo step: si punta al giro di boa. Sto bene, i sorpassi subiti stanno diminuendo e sono io, ora, a passare quelli (pochi a dire il vero) che cominciano a perdere colpi. Il nutrito gruppo che insegue il mio stesso obiettivo ha rallentato la sua corsa e ora l'idea di agganciarlo non è poi così insensata. Aggancio che si concretizza al secondo ristoro a ridosso del Castello di Cusago.

18° Mezza del Castello
Sono al giro di boa, tengo botta e provo a scrollarmi di dosso il gruppo appena raggiunto. Ne ho ancora e la voce del pacer che sento sempre più distante lo certifica. Ai due terzi di gara comincia il conto alla rovescia. Sette chilometri, solo sette chilometri e io, confortato da quanto visualizzato dal mio gps, comincio davvero a crederci. Altri sorpassi effettuati, qualcuno subito e raggiunto il quindicesimo senza particolari scossoni non ci sono più scuse: tocca crederci davvero. 

Sono sempre in spinta, o almeno credo di farlo e ad ogni cartello ho come unica preoccupazione quella di fare calcoli sull'eventuale margine. Non manca più molto e devo solo stringere i denti cercando di non strafare conservando le ultime energie per l'unica asperità del percorso consistente nel lungo sovrappasso pedonale sulla via Novara. Sovrappasso che, una volta raggiunto non può più impensierire.

Under 100, missione compiuta. 
14° mezza del castello
Non è la prima volta e probabilmente  non sarà nemmeno l'ultima. Ma mi girano. Dopo tutti questi anni dovrei avere acquisito sufficiente  esperienza per non cadere in questi errori e invece....

Come da tradizione ormai consolidata tocca a Vittuone e la sua mezza aprire il mio personale calendario. Ben oltre i mille gli iscritti (1156 al traguardo) per una gara ben organizzata, con un percorso molto  veloce (200 sotto i 90 minuti) e con un prezzo tutto sommato equo che è  riuscita, in questi anni, a raccogliere un meritato consenso.

Sole, freddo quanto basta e la voglia di abbandonare il tepore del bar ancora non pervenuta. Ma tocca trovarla. E allora cambio d'abito, riscaldamento e appena qualche minuto prima dello start in griglia in attesa dello "sparo".

Ore nove.00 e si parte.  Giusto due, trecento metri per sgranare il gruppo e poi via ad inseguire l'obiettivo di giornata. Sto bene. I giorni di riposo hanno sortito l'effetto sperato e il passo impostato, alla luce di quanto fatto in questi mesi, sembra alla mia portata. O almeno così credo.  

Il trenino agganciato dopo i prini chilonetri sembra quello giusto e a me rimane solo il compito di guardare con un occhio dove mettere i piedi e con l'altro controllare che il ritmo non sia troppo al di sotto di quanto preventivato. I chilometri passano veloci e con il sole, non ancora in grado di riscaldare la fredda mattinata, anche il percorso in mezzo alla  tipica campagna padana sembra  addirittura più bello e io, senza apparente fatica, riesco pure a divertirmi. 

Il ritmo è  sempre bello allegro e il numero di  sorpassi lo testimonia.  Ma poi, del resto, tre, quattro secondi in meno che vuoi che siano ? Niente di piu sbagliato.
14° mezza del castello
Perfetto per i primi due terzi e costretto, mio malgrado, a rivedere i piani appena  dopo il quindicesimo.  Quattromila metri in totale sofferenza dove, ovviamente, vengo sfilato a destra e a manca. 

Due chilometi, solo due chilometri e la voce o meglio le urla  di Roberto, pacer dei novanta, sempre più vicina. Tocca provarci. Meno di nove minuti per  chiudere dignitosamente la gara è arrivare prima del gruppo. Ventesino, ultimo chilometro e l'unica asperità del percorso. Quel sovrapasso pedonale da affrontare senza più calcoli che, nonostante la fatica, non può piu spaventare.
Volata finale e crono stoppato una manciata di secondi sopra gli 89' che, considerate le aspettative, può  solo parzialmente soddisfare.
Stavolta tocca farsene una ragione.
13° mezza del castello
Tempo di pettorale. Finalmente è arrivato anche per me il momento di appuntare un numero alla maglietta e, come ormai capita da alcuni anni, tocca a Vittuone e la sua mezza il compito di tenere a battesimo la stagione 2017.

Ritiro pettorale, cambio d'abito e, senza troppa convinzione, alle otto e trenta in strada per abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale prima di "conquistare" un posto di categoria non troppo distante dal gonfiabile posto sulla linea di partenza.

Nove e zero-uno e iniziano le danze. Tocca provarci. E se a Busto l'obiettivo dei novanta minuti era forse un azzardo a quarantatre giorni dalla maratona è il minimo che mi possa aspettare da questa gara. Almeno sulla carta. 

Perchè una volta partiti e agganciato il trenino giusto le cose diventano un
13° mezza del castellotantino più complicate: sgranato il gruppo e imboccato il canalone faccio fatica, troppa fatica, a rimanere a contatto con quelli che dovrebbero farmi da "guida". Eppure non sto andando male, anzi e, quanto visualizzato dal Garmin, non può che confermare le buone sensazioni. Sto bene e mi sto anche divertendo come non succedeva da tempo ma la mancanza di competizioni non mi permette di capire fino a che punto si possa osare. 

Le gambe vanno ma il simpatico trenino, almeno in questa parte di gara, ha decisamente un'altra marcia. Marcia che anche io provo a cambiare una volta imboccato la provinciale che porta a Cornaredo. Tanto non ho nulla da perdere. E allora si prova ad allungare: sette chilometri sotto i quattro e dieci con un passaggio al decimo in quarantadue e al quindicesimo appena sopra i sessantadue. 

13° mezza del castelloI due terzi di questa mezza me li sono lasciati alle spalle e anche se non riesco ad essere brillante come nella seconda parte di gara mi rendo conto di poter puntare ad un crono di tutto rispetto.

Tocca resistere. Qualche posizione persa, qualche posizione guadagnata e la finish-line sempre più vicina. Il ritmo è ancora buono e la vista in lontananza del sovrapasso pedonale ha il merito di sortire insperate energie per la volata finale.
Volata che non posso non fare. Ci devo provare. Ci voglio provare. 

E che soddisfazione vedere poi, sul display del Garmin, il "7" come seconda cifra dei minuti.
11° mezza del castello
E a cinque mesi dall'ultima gara è arrivato anche per me il momento di tornare alle competizioni con l'undicesima edizione della Mezza del Castello.
Ventun chilometri per capire come sono messo e cercare di immaginare dove posso arrivare nelle prossime settimane. Clima da "machitelofafare" e senza troppa convinzione in strada ad abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale prima di infilarsi nel gruppo in attesa dello start previsto per le nove. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo. Inutile negarlo, e sarei falso come Giuda a dire il contrario, l'idea di provare a tenere i quattro e quindici l'ho covata fin da subito e, nonostante un solo ventuno nelle gambe, le ripetute in pista del giorno prima, mi hanno dato la consapevolezza che forse 'sto passo non doveva essere cosi proibitivo. Indubbiamnte questione di gambe ma, nel mio caso, anche di testa. Solita caotica partenza e qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo. Il passo è buono e non serve nemmeno cercare conforto nel Garmin per capire che sto andando bene. Il trenino a cui mi sono agganciato ha un buon ritmo e procede addirittura in leggera progressione. Progressione che, poco prima di arrivare a Cusago, comincia a non bastarmi più. Sto bene e ci voglio provare. Del resto il buon senso, almeno nella corsa, non è mai stato il mio forte. Sei, sette chilometri sotto i 4'e10" e, ovviamente, al sedicesimo mi viene presentato il conto. Remi in barca e il ritmo a valori più consoni con l'obiettivo dei 90' ancora alla mia portata. Oramai manca poco e il margine accumulato difficilmente può essere dissipato in così pochi chilometri. Diciannove, venti, il sovrapasso pedonale che porta alla finish-line sempre più vicino e la consapevolezza di poter terminare la fatica al di là di ogni più rosea aspettativa.
Vedere poi, il display mySDAM, indicare "under 89", in questo momento, non ha prezzo.
Mezza del Castello
Saltato per il secondo anno consecutivo l'esordio stagionale in quel di Novara, tocca alla Mezza del Castello tenere a battesimo questo mio duemilaquattordici. Ventun chilometri per testare la condizione raggiunta a due terzi delle sedici settimane previste dalla tabella che sto seguendo. E soprattutto ventun chilometri per cancellare definitivamente la debacle di Busto.  Nove e ventisette e si parte.
Mezza del Castello
Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo. Senza asperità, se non si considera il cavalcavia pedonale posto all'arrivo, è la classica gara per tentare il personale. Idea che, anche stavolta, non prendo nemmeno in considerazione. Quattro e cinque, quattro e sette e se va bene magari qualche secondo in meno. Un occhio al Garmin e uno alla strada e ci si fa largo per guadagnare posizioni ma soprattutto per impostare la velocità di crociera. Quattro e cinque, quatro e tre, quattro e cinque. Un metronomo. Faccio fatica a ricordare un'altra mezza con questi parziali. Evidentemente tutti i lavori svolti in queste settimane sono serviti. Mi rendo conto che nonostante il ritmo sostenuto non mi sento affatto "impiccato", anzi mi sembra di averne per spingere ancora. Il gruppo lungo il canalone si è ormai sgranato e mi aggancio ad un simpatico trenino con cui condovido la strada sino al castello di Cusago dove, rompendo gli indugi, decido di abbandonare la compagnia. O meglio, e questo lo vedo solo dopo analizzando i dati al pc, sono gli altri che mi abbanodonano lasciandomi solo. Strana sensazione. Per la prima volta tengo il passo, non subisco sorpassi e, anzi, mi permetto di farne a decine. Quattordici, quindici, sedici, Busto è ormai un lontano ricordo.
Mezza del Castello
Diciassette e gli ultimi chilometri da affrontare in progressione seguendo i consigli di Kikko. Altre posizioni recuperate e il gonfiabile sempre più vicino. Venti, venutno e il sovrapasso pedonale da fare in apnea con il display sdam che indica ottantacinque e spiccioli. Se il buon giorno si vede dal mattino.......

mezza del castello
E alla fine è arrivato, anche per me, il tempo di indossare il primo pettorale di questo 2013.
Saltato l'esordio in quel di Novara tocca a Vittuone e alla sua bella mezza tenere a battesimo la nuova stagione agonistica.
Soliti riti pre-gara (ritiro pettorale, cambio d'abito e deposito borsa) e alle otto e mezza pronto, si fa per dire, a buttarmi nella mischia. E nonostante la voglia di primavera (per l'occasione rispolverati pinocchietti e maglia leggera) quello che manca è il coraggio di abbandonare il tepore degli spogliatoi per tentare di abbozzare almeno una parvenza di riscaldamento in attesa dello start previsto, fortunatamente, per le nove.
Sbrigata la pratica senza troppa convinzione non resta che posizionarsi sotto il gonfiabile e attendere pazientemente di tornare ad essere protagonisti giusto una manciata di secondi prima del previsto. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo.. Interamente piatta è l'ideale per tentare il personale, idea che non prendo nemmeno in considerazione visto il risultato dell'ultimo lungo portato a casa. Under novanta, giusto per continuare la striscia positiva, l'obiettivo minimo cercando però di tenere un passo intorno ai 4'/km per almeno metà gara. Posizionato a qualche metro dal gonfiabile la partenza non è delle migliori. Complice la stretta sede stradale i primi due-trecento metri sono un continuo cambio di traettoria alla ricerca di un po' di spazio per impostare quanto prima il ritmo desiderato.  Archiviato il primo un tantino troppo veloce (tre e cinquantacinque) il resto è un susseguirsi chilometri appena sopra i 4'. Cinque, sei, sette e sorprendetemente nessun segno di cedimento. mezza del castelloGiro di boa come da ruolino di marcia e gambe con ancora la forza di spingere. Undici, dodici, quattordici e la stanchezza che comincia a far capolino. Ma ormai il più è fatto e confortato anche da quanto visualizzato dal Garmin (solo pochi secondi persi al chilometro) comincia, nella mia mente malata, a farsi largo l'idea di portare a casa un risultato, almeno alla vigilia, del tutto insperato. Quindici, sedici, diciassette, posizioni cristallizate e soprattutto mai sopra i 4'08"/km. Diciannove, venti e finalmente il sovrappasso pedonale che conduce alla finish-line con il crono championchip ad indicare un fantastico, almeno in questo momento, #underottantasei.
Mezza del Castello
Con le temperature in risalita e le previsioni di una "gara asciutta" niente di meglio che approfittare della "Mezza del Castello" in calendario a Vittuone e organizzata in maniera perfetta dalla società sportiva Atletica '99".
Soliti riti pre-gara e dopo un breve riscaldamento, sotto al gonfiabile in attesa dello start che viene dato qualche secondo prima delle nove.
Scartata a priori la folle idea di tentare il personale opto per obiettivi, almeno in questo momento, più alla mia portata: fare meglio di Novara e tenere un ritmo prossimo ai 4'/km per un numero di chilometri maggiore di quanto fatto appena tre settimane fa. Il percorso, interamente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo.
Piatta e veloce è la classica gara dove tentare di realizzare il tempo. Solita partenza col botto e qualche centinaio di metri prima di impostare il ritmo corretto.
v Tre, quattro, cinque, i chilomentri si susseguono e la media tiene. Al decimo sotto i quaranta e stessa velocità sino al dodicesimo quando comincio a lasciare per strada qualche secondo. Quindici, sedici, diciassette e il passo, anche se qualche secondo sopra a quanto sperato tiene. Ancora quattro chilometri o meglio poco più di sedici minuti di fatica prima del meritatissimo the caldo. Un paio di posizioni perse, almeno altrettante recuperate e finalmente il cartello dell'ultimo chilometro da fare in apnea con la sorpresa di un cavalcavia pedonale da affrontare prima dell'agognata finish-line.
Under 86'. Che dire ? "Tanta roba".