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Depeche Mode - Memento Mori Tour
Per i Depeche Mode, sei anni dopo l'ultima volta, Ã¨ di nuovo tempo di fare tappa a San Siro per la seconda delle date italiane del Memento Morì Tour e io, anche stavolta, (quasi) sotto il palco a godermi lo spettacolo. Nove è zero sei e sulle note di "Speak to Me" si comincia. 

Il concerto è sold out da mesi nonostante i prezzi (prato gold +50% rispetto al 2017) e il colpo d'occhio offerto dagli spalti è impressionante come sempre.

Sul palco tre sole postazioni e alle spalle una grande M a ricordare le iniziali dell'ultimo lavoro in studio del gruppo di Basildon. Dave Gahan è in forma smagliante e si vede: domina il palco e, nonostante il caldo, non si risparmia mandando in visibilio gli oltre 60000 presenti allo stadio.

Depeche Mode - Memento Mori Tour
E se per Dave è normale amministrazione vedere anche l'altra metà del duo scatenarsi come non ricordo di aver mai visto è, per quel che mi riguarda, una piacevole novità.

La scaletta, ben studiata,  comprende cinque brani dell'ultimo lavoro in studio (tutte e cinque concentrati nella prima metà dello show) e il resto pescato tra le hit pubblicate negli oltre quarant'anni di carriera.

Depeche Mode - Memento Mori Tour
Lo spettacolo offerto è anche questa volta di quelli che non si dimenticano; luci ed immagini sapientemente dosate a fare da contorno a quanto suonato sul palco. Toccante poi il ricordo di Andrew Fetcher nel momento dell'esecuzione di "World In My Eyes" con il volto di un giovane Andy proiettato sugli schermi che lentamente cambia fino a diventare l'immagine immortalata anni fa da Anton Corbijn. 

I brani si susseguono senza sosta. Nove brani per Dave, un paio cantati da Martin Gore che concede una meritata pausa al frontman titolare che riprende il microfono con "Ghosts Again" forse, per come la vedo io, la miglior canzone prodotta dai tempi di "Enjoy The Silence" brano che chiude la setlist prima degli immancabili bis.

"Nothing For The Night" cantata da entrambi sulla passarella che conduce quasi al
Depeche Mode - Memento Mori Tour
centro del campo, "Just Can't Get Enough" che riporta il pubblico negli anni ottanta e a chiudere, e questa volta per davvero, con "Never Let Me Down Again" e "Personal Jesus". 

Saluti, baci e abbracci e dopo 135 minuti di puro spettacolo tutti soddisfatti a casa.
Avercene di serate come questa.

La scaletta:
Speak to Me (Outro)
My Cosmos Is Mine
Wagging Tongue
Walking in My Shoes
It's No Good
Sister of Night
In Your Room
Everything Counts
Precious
My Favourite Stranger
A Question of Lust
Soul With Me (Acoustic)
Ghosts Again
I Feel You
A Pain That I'm Used To
World in My Eyes (Dedicated to Andrew Fletcher)
Wrong
Stripped
John the Revelator
Enjoy the Silence
Encore:
Waiting for the Night
Just Can't Get Enough
Never Let Me Down Again
Personal Jesus
Vasco Rossi - Non Stop Live 019
Ormai San Siro non basta più, sei date sold-out nel giro di pochi giorni dalla messa in vendita dei preziosi tagliandi per un'artista che, piaccia o meno, è l'unico che si può permettere questi numeri. 

Ne è passato di tempo dal mio primo concerto datato '85: due date da 5, 6000 persone nello storico Teatro Tenda di Lampugnano. Altri tempi quelli in cui, se decidevi di andarlo a sentire, ti potevi permettere di comperare il biglietto anche solo pochi giorni prima. 

Ventinove volte nella scala del calcio, nessuno come lui. E ogni volta è uno spettacolo vedere e sentire 3, 4 generazioni di fan cantare le sue canzoni. Ormai è diventato un rito. Disco o non disco (l'ultimo lavoro in studio è del 2015) se Vasco Rossi annuncia un tour, si va e una volta sbrigata la pratica biglietto, la cosa più difficile, resta solo attendere la data.

Venti e 45 si spengono lè luci e sulle note di "Qui di fa la storia" inizia lo spettacolo. Lo stadio è una
Vasco Rossi - Non Stop Live 019
bolgia e un boato accoglie l'ingresso di Vasco sull'immenso palco ancora più imponente del solito che oltre a svilupparsi in altezza con i suoi 5 enormi schermi copre, in lunghezza, l'intero prato.

Lui canta e 60000 voci lo seguono accompagnandolo all'unisono. Ma è con "buoni o cattivi" che viene "giù" lo stadio. Difficile rimanere indifferenti. Si canta. Si balla. Si salta. Nessuno che riesca a rimanere seduto al proprio posto. Una festa, un rito che va avanti da anni e a cui, almeno per le date di Milano, non voglio rinunciare. 

I musicisti che lo accompagnano sono, come sempre,  una sicurezza e luci e immagini proiettate sui 700mila metri quadrati dei mega display alle spalle della band completano il quadro rendendo il concerto uno spettacolo anche per gli occhi.


Vasco è in forma e si vede e, a giudicare dall'espressione del viso sembra divertirsi come non mai adVasco Rossi - Non Stop Live 019 essere li sul palco davanti allo spettacolo del prato e dei 3 anelli pieni in ogni ordine di posto. E se si diverte lui, figuriamoci noi.

Bella la scaletta scelta assieme a Vince Pastano e gli arrangianenti pensati per dare nuova linfa a canzoni che non riproponeva dal vivo ormai da diversi anni per un totale di una trentina di canzoni e centoquaranta minuti di grande spettacolo. Una sola pausa dove il palco viene lasciato alla band e alla voce di Beatrice Antolini prima di riprendere il filo del discorso e continuare in un crescendo che, come sempre, non può che terminare con i brani che hanno fatto la storia del rocker di Zocca e che  ad un concerto di Vasco non possono assolutamente mancare.

E quando pensi che il top sia ormai stato raggiunto (leggi Modena Park), lui ti stupisce spostando l'asticella ancora un po' più su e ti tira fuori 'sto #nonstoplive019. 
Soldi spesi bene.

La scaletta: 
Qui si fa la Storia, Mi si Escludeva, Buoni o Cattivi, La Verità, Quante Volte, Cosa Succede in Città, Cosa Vuoi da Me, Vivere o Niente, Fegato Fegato Spappolato, Asilo “Republic”, La Fine del Millenio, Interludio 2019, Portatemi Dio, Gli Spari Sopra, C’è chi Dice No, Se è Vero o No, Io No…,  Domenica Lunatica, Ti Taglio la Gola, Rewind, Vivere, La Nostra Relazione, Tango… Della Gelosia, Senza Parole, Sally, Siamo Solo Noi, Vita Spericolata, Canzone, Albachiara




 


Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San Siro
Otto mesi con il biglietto in tasca. Ormai è diventata la (brutta) consuetudine di tutti i live più importanti e quello dei Depeche Mode  rientra ormai di diritto in questa categoria. 

Ai primi di ottobre conferenza stampa per annunciare il ritorno sulle scene (questa volta alla Triennale di Milano) e dopo qualche giorno apertura della prevendita dei biglietti per le date italiane del tour in calendario ad inizio estate.  

60000 biglietti venduti in pochi giorni ed un sold-out che, per il trio di Basildon, non è certo una novità.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroGli spalti sono gremiti e dal prato il colpo d'occhio è impressionante. Centoventimila mani pronte a muoversi all'unisono  sulle note di "Going Backwards", il brano tratto da Spirit che, pochi minuti dopo le nove, apre il concerto.

Il palco, piuttosto spoglio, ha come scenografia, oltre alle luci,  solo tre enormi schermi dove vengonio proiettate, in una sorta di enorme videoclip, le immagini create da Anton Corbijn, marchio di fabbrica dei tour del gruppo.


Dave Gahan, giudicato da molti come uno dei migliori frontman di sempre, è  assoluto padrone del palco. È in forma (e si vede) e la sua inconfondibile voce non ci mette molto a scaldare gli astanti .


Si continua con "So Much Love", sempre dall'ultimo lavoro in studio prima di iniziare a pescare a piene mani dal passato più o meno recente chiudendo la prima parte della performance di Dave con "Cover Me" tratto anch'esso da Spirit.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroOra è la volta di Martin Gore che esegue, accompagnato al piano da  Peter Gordeno, "A Question Of Lust" e "Home" in versione acustica  prima di cedere nuovamente il microfono alla voce "titolare".   

Altri due pezzi (gli ultimi) dal recente album e finalmente le hits che tutti si aspettano partendo dalla più recente "Wrong" passando per "Everything Counts" del '83, "Stripped" del '86 e arrivando alle immancabili (e ci mancherebbe altro) "Enjoy the Silence" e "Never Let Me Down Again".

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroSiamo all'epilogo. Ancora una breve pausa ed è la volta dei bis:  "Somebody" (anche questa in versione acustica) cantata da Gore, "Walking in My Shoes" e la cover di "Heroes" omaggio a Bowie scomparso all'inizio dello scorso anno prima del gran finale con "I Feel You" e "Personal Jesus". 

Luci (accese) a San Siro e, dopo due ore e un quarto, tutti a casa felici e contenti. 

Io quasi quasi per gennaio un pensierino ce lo faccio.


La scaletta:
Going Backwards
So Much Love
Barrel of a Gun / The Message
A Pain That I’m Used To
Corrupt
In Your Room
World in My Eyes
Cover Me
A Question of Lust (acustica)
Home
Poison Heart
Where’s the Revolution
Wrong
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again

Bis:
Somebody
Walking in My Shoes
Heroes (David Bowie cover)
I Feel You
Personal Jesus

s.siro - bruce springsteen - the river tour
Trent'anni, anzi trentuno, da quel giugno del '85. Tanto ce n'è voluto per decidermi ad andare a vedere il Boss. Quello con la B maiuscola. Non sono un fan nel vero senso della parola ma la musica di Bruce Springsteen mi è sempre piaciuta e per me che considero il "live" il massimo che ci possa essere era una lacuna da colmare assolutamente.

Colleghi e amici che lo seguono da anni me lo hanno sempre detto: il suo è un concerto a cui, almeno una volta nella vita, bisogna assistere.

Tre ore e quaranta nel catino dello stadio di S.Siro. Giù nel prato, in mezzo al "casino", come quando avevo vent'anni ed andare sotto il palco era (quasi) un obbligo. Ecco, proprio sotto il palco no, però ad una distanza tale da riuscire, volendo, a fare anche a meno delle immagini proiettate sui tre maxischermi posti a cornice dell'immensa struttura in metallo.
 
s.siro - bruce springsteen - the river tourUn tour dedicato (e da cui prende il nome) interamente alla riproposizione delle canzoni dell'album The River del 1980. Questo almeno nelle intenzioni. Perchè ogni concerto è diverso dal precedente e la scaletta è sempre una sorpresa. E Milano non fa eccezione con la seconda data (come riportato in questo articolo di rockol.it) con 17 nuove esecuzioni.

Venti e trenta, la luce del sole che ancora illumina la tribuna arancione e, dopo le note di Morricone che accompagna l'entrata l’entrata della E-Street Band, si parte con “Meet me in the city”, il primo dei trentatrè brani eseguiti nella "scala del calcio" tra il tripudio dei sessantamila spettatori parte attiva di questa, perchè di questo si tratta, fantastica festa.
Bello vedere come Springsteen interagisce con il suo pubblico. Saluta, scende dal palco, stringe un infinito numero di mani e raccoglie i bigliettini, bigliettini si fa per dire, con le richieste dei brani da eseguire come in una sorta di gigantesco piano-bar.

s.siro - bruce springsteen - the river tourE che dire poi di quando, al momento dei bis, invita sul palco tre ragazze e un ragazzino a cui permette di suonare una delle sue chitarre accompagnandolo durante l'esecuzione di "Dancing in the dark".

Manca poco a mezzanotte e sulle note di "Bobby Jean" si chiude lo show. La E Street Band saluta e lascia il palco a Springsteen per una versione acustica di “This hard land”.
Stavolta è davvero finita. Un ultimo saluto e poi anche il Boss di scompare dietro le quinte.

Uno spettacolo assolutamente da vedere.
Almeno una volta.

Scaletta:
“Meet me in the city”,“Prove it all night”,“Roulette”,“The ties that bind”,“Sherry darling”,“Spirits in the night”,“Rosalita”,“Fire”,“Something in the night”,“Hungry heart”,“Out in the street”,“Mary’s place”,“Death to my home town”,“The river”,“Racing in the street”,“Cadillac ranch”,“The promised land”, “I’m a rocker”,“Lonesome day”,“Darlington country”,“The price you pay”,“Because the night”,“Streets of fire”,“The rising”,“Badlands”
Bis:
“Backstreets”,“Born to run”,“Seven nights to rock”,“Dancing in the dark”,“Tenth Avenue freeze-out”,“Shout”,“Bobby Jean”,“This hard land”
Vasco Rossi - LiveKOM015
Vasco, come diceva Pozzetto in una vecchia pubblicità del panettone, quando arriva, arriva.
E quando su ticketone vengono messi in vendita i biglietti è difficile resistere. Si comprano e basta. Otto città, quattordici serate e piu di un sold-out già a pochi giorni dall'apertura delle vendite.

E con un nuovo album uscito in autunno la certezza che quello di quest'anno, ovviamente, non si tratterà del solito tour celebrativo ma l'occasione per ascoltare anche in versione live le tracce del diciassettesimo album. 

Lo show è, come sempre, una produzione di altissimo livello. Il palco con la scenografia costellata da effetti speciali e sviluppato in altezza, è stato definito come una sorta di astronave metal. 
I musicisti che da anni lo accompagnano sono una sicurezza. E lui, il protagonista è in forma smagliante (e si vede) e il pubblico, che lo segue da anni e che abbraccia ormai tre generazioni, è ormai parte della coreografia con gli smartphone a sostituire gli accendini di un tempo.

Vasco Rossi - LiveKOM015La tracklist, anche questa volta, è una sapiente miscela di vecchi e nuovi successi che accompagnano gli spettatori in un viaggio lungo quarant'anni anche se a giudicare dall'intensità del boato del pubblico per i brani "datati" forse non sono l'unico a prediligere i concerti dove non c'è da presentare niente di nuovo. 

Otto e quarantacinque e sulle note de "La suite Zoya" di Dimitri Shostakovic lo spettacolo ha inizio. "Sono innocente ma.." e "Duro incontro" per scaldare il pubblico che però esplode con l'esecuzione di "Deviazioni" dell'83 cantata all'unisono dai 60.000 presenti.  

Si prosegue con "L’uomo più semplice" e "Dannate nuvole" prima di tornare indietro nel tempo con "Quanti anni hai" del '98, "Siamo soli" del 2001 e "Credi davvero" del '82.
A seguire "Guai", "Il blues della chitarra sola" e "Manifesto futurista della nuova umanità" a chiudere la prima parte del concerto con la tradizionale pausa dove Vasco lascia la scena ai suoi musicisti e alla brava Clara Moroni per "Interludio" e "Rockstar". 

E con il medley acustico ("Nessun pericolo… per te", "E…", "L’una per te" e "La noia") il "viaggio" riprende. "Quante volte","….Stupendo", "C’è chi dice no" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" dall'album "Non Siamo Mica Gli Americani" del '79.
Si continua con "Rewind", "Vivere" e "Come vorrei" il primo singolo estratto dal nuovo lavoro in studio. "Gli angeli" dedicata a Maurizio Lolli scomparso prematuramente.
 
Vasco Rossi - LiveKOM015
Nuova breve pausa prima dell'ultima parte del concerto aperta da un medley rock basato su"Delusa" e "farcito" con strofe di "Mi piaci perchè", "T’immagini" e "Gioca con me". 

Lo spettacolo volge al termine e come da collaudato copione è la volta dei pezzi che hanno fatto la storia del rocker di Zocca e che tutti attendono di poter cantare a scuarciagola: "Sally", "Siamo solo noi" (e la presentazione del gruppo da parte di Diego Spagnoli), "Vita spericolata", "Canzone" con la dedica a Massimo Riva e a chiudere, come sempre "Albachiara" sotto una pioggia di coriandoli sparati su sino al terzo anello.
Due ore e mezza di puro divertimento.
Soldi spesi bene.
Vasco Rossi - livekom14
Quattro nuove date nel tempio del calcio per Vasco e la sua combricola e io ovviamente presente. Sembra ieri ma, dal mio primo concerto del più "maturo" tra i Rossi nazionali, sono già passati ventinove anni. Da un paio di date da cinque, seimila presenze al mitico "teatro tenda" di Lampugnano ai "sold-out" a ripetizione negli stadi (e a s.siro siamo già a quota 21) per due ore e mezza di spettacolo che, a parte la parentesi poco felice del LIVEKOM11, non sono in molti quelli che possono vantarsi di potere offrire ai propri fans da così tanto tempo.
Vasco Rossi - livekom14

Combricola del Blasco rinnovata per due ottavi con gli innesti di Will Hunt (degli Evanescence) alla batteria al posto di Matt Laug e di Vince Pastano alla chitarra ritmica a sostituire Maurizio Solieri per un suono, come definito dallo stesso Vasco, più "metal".

E senza un album da presentare (in uscita in autunno) la scaletta, tranne che per i due singoli pubblicati recentemente, non può che essere un susseguirsi di successi. Una sorta di colonna sonora di questi ultimi quarant'anni. Concerto che si apre puntualissimo alle otto e quarantacinque con "Gli spari sopra" seguita da "Muoviti", "Qui si fa la storia" e "La fine del millennio". Lo spettacolo non manca. Vasco appare in forma e si vede. Le sonorità sono potenti e i nuovi arrivati fanno davvero un gran bel lavoro e, almeno al primo anello, l'audio sembra perfetto. Si continua con "Vivere" e "Cambiamenti", il singolo pubblicato sul finire del duemilatredici, seguito da "La strega" dall'album "non siamo mica gli americani" del '79, da "Come mai" e "Manifesto futurista della nuova umanità". A questo punto Vasco si prende una pausa e, come da tradizione, lascia la scena e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio".
Vasco Rossi - livekom14
Si riprende con "Dannate nuvole", l'altro singolo, "Vivere non è facile" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" sempre del '79. Un successo dietro l'altro cantato a squarciagola dall'intero stadio.  Si prosegue con "C’è chi dice no", "...Stupendo" e "Un senso" prima del medley rock ("Cosa vuoi da me", "Gioca con me", "Delusa", "Mi si escludeva" e "Asilo republic") seguito da "Rewind", "Siamo soli" e "Liberi liberi" ultima canzone prima di una nuova pausa che non può che significare che il concerto sta per volgere al termine.

Qualche minuto di attesa e bastano due accordi di chitarra per capire che è la volta di "Senza parole", seguita da "Sally" e da "Siamo solo noi". Spazio a Diego Spagnoli per le presentazioni ufficiali e poi l'epilogo con "Vita spericolata" e "Albachiara".
Luci a S.Siro di nuovo accese e tutti a casa felici e contenti in attesa del prossimo tour.
Nuovo singolo, magari nuovo disco ma di sicuro nuovo tour negli stadi.
LiveKOM14:
25 e 26 giugno ROMA, Stadio Olimpico
4 e 5 luglio MILANO, Stadio San Siro
Depeche Mode - delta machine tour
C'è poco da fare. Nuova produzione in studio del trio di Basildon? Si compra il CD. Nuovo tour? Si compra il biglietto. Anche a scatola chiusa. Come in questo caso. Nove mesi con il biglietto "in tasca" acquistato ancora prima di conoscere la data di pubblicazione del nuovo album. Con la musica dei Depeche Mode ci sono cresciuto, ho seguito tutta la loro carriera e l'evoluzione delle loro produzioni passate dal gelido synth-pop degli anni '80 al perfetto connubio di synth&blues di questi anni. Ancora ricordo il mio primo live datato '84 al teatro tenda di Lampugnano. Cinque, seimila spettatori al massimo, in stragrande maggioranza "dotati" di cresta e rigorosamente vestiti di nero. Difficile prevedere una carriera così lunga e soprattutto difficile immaginare, per la seconda volta, il sold-out a S.Siro.
Depeche Mode - delta machine tourPreceduti dai Motel Connection, il progetto elettronico di Samuel dei Subsonica, e dal trio scozzese Chvrches, i Depeche Mode salgono sul palco alle 21.10 con lo stadio che offre un gran bel colpo d'occhio. Due ore e un quarto di concerto, una scaletta di ventitrè brani miscelata  sapientemente tra vecchi e nuovi successi e con un Dave Gahan in forma Depeche Mode - delta machine tourstepitosa, assoluto padrone del palco. Si parte con "Welcome to My World" e "Angel" dall'ultimo album, per proseguire con "Walking in My Shoes", "Precious" e "Black Celebration", assente dai live da parecchio tempo. Si continua con "Policy of Truth", "Should Be Higher" e, a chiudere la prima parte della performance di Dave, "Barrel of Gun" che che a questo punto lascia palcoscenico e microfono a Martin Gore per "Should Be Higher" e una fantastica versione acustica di "Shake the Disease". A questo punto il microfono ritorna alla voce "titolare" del gruppo che esegue "Heaven" e la coinvolgente "Soothe My Soul" secondo singolo tratto dall'ultimo album e in radio da qualche settimana.
Depeche Mode - delta machine tourSi prosegue con "A Pain That I’m Used To", "A Question of Time" e "Secret to the End" prima del delirio dei sessantamila sulle note di "Enjoy the Silence" e "Personal Jesus" in una particolare versione che parte sorniona quasi a ricordare la cover di Johnny Cash pima di riprendere il ritmo che tutti conoscono. A "Goodbye" poi, il compito di chiudere lo show con le immagini del videoclip in bianco e nero con i tre di Basildon intenti a scambiarsi cappelli su una panchina. Giusto qualche minuto di attesa e tocca a Martin Gore, con la versione acustica di "Home", il compito di aprire l'ultimo atto dello spettacolo. "Halo", "Just Can’t Get Enough" cantata a squarciagola da tutto lo stadio, "I Feel You" e infine "Never Let Me Down Again" a chiudere 135 minuti di puro spettacolo. 
Serata memorabile. Quasi, quasi mi pento di non aver acquistato i biglietti anche per la data di febbraio.
Vasco Rossi - livekom11
Ad un anno di distanza dalla tournèe nei palazzetti Vasco, per presentare in versione live le canzoni del suo nuovo album, ha scelto di tornare negli stadi e dopo la data "zero" ad Ancona e la serata al parco San Giuliano di Mestre per l'Heineken Jammin' Festival, torna a S.Siro dopo un assenza di 3 anni con quattro date e il "sold-out" in tre concerti su quattro.
Questo almeno è quanto stampato a lettere cubitali sui cartelloni 6x3 che campeggiano per le vie di Milano.
Vedere invece che, a pochi minuti dall'inizio dello spettacolo di ieri sera, il terzo anello rimane praticamente deserto e il prato, normalmente stipato all'inverosimile, presenta ampi spazi vuoti è sicuramente una novità e, se devo essere sincero, fa anche un certo effetto.
Vasco Rossi - livekom11
Dopo una breve "intro" affidata alla chitarra di Stef Burns, il concerto inizia con "Sei pazza di me", "Non sei quella che eri", e "Starò meglio di così" tutte e tre tratte dal nuovo album, un breve tuffo nel passato con "Giocala" del 1983, "Rock'n' roll show", per poi continuare con "Dici che", "Vivere o niente", "Siamo soli" e terminare la prima parte dello show con la nuova "Manifesto futurista della nuova umanità".
A questo punto, come da tradizione, Vasco lascia il palco e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio 2011" prima di riprendere con "Alibi" del 1980 (assente dai concerti da diversi anni), "La fine del millennio", "Gli spari sopra", "Non l'hai mica capito" sempre del 1980, "L'aquilone" ed il primo singolo del nuovo lavoro "Eh... già",
Vasco Rossi - livekom11
canzone che, a giudicare dall'ovazione che accoglie le prime note, tutti aspettavano, Lo spettacolo continua con un medley "dance" ("Rewind", "Ti prendo e ti porto via", "Gioca con me" e "Delusa") prima di "Canzone", eccezionalmente eseguita per intero e "Vivere non è facile".
Nuova piccola interruzione e poi spazio ad "Ogni volta" e "Tango della gelosia" in versione acustica con il solo Vasco alla chitarra prima del gran finale con "Guarda dove vai", “Un senso”, "Vita spericolata" e come da copione "Albachiara" cantata a squarciagola da tutto lo stadio.

Tocca però confessare che, tra tutti quelli a cui ho assistico alla scala del calcio, non si è trattato di un concerto all'alteza dei precedenti ma, in ogni caso, sono stati, pur sempre, centosessantacinque minuti di musica live.