run tuneup: ogni scusa per mangiare i tortellini è buona
Com'è possibile che, nonostante sia alla mia quinta partecipazione, della Run tuneup, al momento dell'iscrizione, riesco a ricordare una sola e lunga salita che porta in Piazza Maggiore passato il 15°?
Eppure i 21 chilometri di questa mezza non sono per niente facili e lo rammento solo nel momento in cui li percorro. Poco asfalto e tanti sanpietrini tutti sconnessi, curve secche e un'infinità di leggeri cambi di pendenza. Ovviamente poca, pochissima cosa, ma alle gambe questo sembra non importare affatto.
Eppure i 21 chilometri di questa mezza non sono per niente facili e lo rammento solo nel momento in cui li percorro. Poco asfalto e tanti sanpietrini tutti sconnessi, curve secche e un'infinità di leggeri cambi di pendenza. Ovviamente poca, pochissima cosa, ma alle gambe questo sembra non importare affatto.
Se poi ci si mette anche il clima, con un tasso d'umidità per niente differente da quello che abitualmente si trova dalle mie parti, il quadro che descrive questa giornata bolognese mi sembra perfetto. Eppure questa corsa riesce comunque a darmi delle belle soddisfazioni.
Anche se, a dire il vero, avrei di che mordermi le mani, visto che, per la seconda volta consecutiva, sono riuscito a fermare il cronometro a pochi secondi da un personale che resiste ormai da più di due anni.
E sentirsi dire poi, da atleti più esperti di me, che su un percorso meno ostico, avrei potuto, con tutta probabilità, ottenere una prestazione migliore, consola ma non cancella del tutto l'amarezza provata sulla linea del traguardo. Anche se poi, in realtà, non ho niente di cui rimproverarmi. Alla fine con i miei 86 minuti e rotti ho comunque realizzato la mia migliore prestazione in terra emiliana e quindi questa trasferta non posso non considerarla positiva. A livello sportivo ma soprattutto a livello culinario.
Anche se, a dire il vero, avrei di che mordermi le mani, visto che, per la seconda volta consecutiva, sono riuscito a fermare il cronometro a pochi secondi da un personale che resiste ormai da più di due anni.
E sentirsi dire poi, da atleti più esperti di me, che su un percorso meno ostico, avrei potuto, con tutta probabilità, ottenere una prestazione migliore, consola ma non cancella del tutto l'amarezza provata sulla linea del traguardo. Anche se poi, in realtà, non ho niente di cui rimproverarmi. Alla fine con i miei 86 minuti e rotti ho comunque realizzato la mia migliore prestazione in terra emiliana e quindi questa trasferta non posso non considerarla positiva. A livello sportivo ma soprattutto a livello culinario.
Del resto con tutto l'impegno profuso per portare a casa il risultato sarebbe stato un delitto rinunciare ai piatti tipici della cucina locale.
Niente di meglio quindi, prima di riprendere la A1, di una sosta al "Meloncello", con i suoi primi rigorosamente fatti a mano, ai piedi della salita per S.Luca.