nei luoghi di Guareschi
E alla fine l'ho fatto. E non perchè la "tabella" consigliava una gara di test nella settimana di scarico. Ho giusto colto l'occasione per tornare a Brescello e visitare nuovamente i luoghi, o meglio il set, di una serie di film che letteralmente adoro e che rivedo tutte le volte che passano in tv.
La chiesa e il crocifisso, la campana di cartapesta del film ‘Don Camillo Monsignore… ma non troppo’, la "Casa del Popolo", oggi sede del museo dedicata ai personaggi di Guareschi, il carro armato del film ‘Don Camillo e l’On. Peppone’, la stazione ferroviaria. Luoghi che, oramai, appartengono all'immaginario collettivo di tutti quelli che hanno amato e continuano ad amare i personaggi narrati nei racconti del Mondo Piccolo portati poi magistralmente sul grande schermo dalla Cineriz a partire dai primi anni cinquanta.
La chiesa e il crocifisso, la campana di cartapesta del film ‘Don Camillo Monsignore… ma non troppo’, la "Casa del Popolo", oggi sede del museo dedicata ai personaggi di Guareschi, il carro armato del film ‘Don Camillo e l’On. Peppone’, la stazione ferroviaria. Luoghi che, oramai, appartengono all'immaginario collettivo di tutti quelli che hanno amato e continuano ad amare i personaggi narrati nei racconti del Mondo Piccolo portati poi magistralmente sul grande schermo dalla Cineriz a partire dai primi anni cinquanta.
Tornando invece alla gara, giunta ormai alla sedicesima edizione, posso dire che meriterebbe un maggior seguito. Logistica, partenza e arrivo presso il centro sportivo del paese. Spogliatoi e docce a disposizione, iscrizioni last-minute, ristoro finale a base di anguria, prodotti tipici come premi di categoria e un salame da mezzo chilo come "pacco gara" per tutti gli arrivati.
(Quasi) Nove chilometri da fare senza troppi calcoli su un percorso veloce con una sola "asperità" costituita da un cavalcavia. Una decina di minuti di riscaldamento e, una volta terminate le gare riservate ai più piccoli, sotto il gonfiabile in attesa dello start previsto, salvo passaggio treno, per le 18.15. Meno di duecento iscritti alla gara competitiva ma, anche a naso, quelli che già al primo chilometro mi stanno davanti sembrano parecchi. Provo a ridurre le distanze da un gruppetto che mi precede ma, nonostante gli sforzi, la distanza non accenna a diminuire, anzi. E non ho bisogno del Garmin per capire che qualche secondo viene perso per strada. Oramai abbiamo lasciato l'abitato e siamo in piena campagna emiliana con un paio di chilometri di sterrato e il cavalcavia che soffro particolarmente.
(Quasi) Nove chilometri da fare senza troppi calcoli su un percorso veloce con una sola "asperità" costituita da un cavalcavia. Una decina di minuti di riscaldamento e, una volta terminate le gare riservate ai più piccoli, sotto il gonfiabile in attesa dello start previsto, salvo passaggio treno, per le 18.15. Meno di duecento iscritti alla gara competitiva ma, anche a naso, quelli che già al primo chilometro mi stanno davanti sembrano parecchi. Provo a ridurre le distanze da un gruppetto che mi precede ma, nonostante gli sforzi, la distanza non accenna a diminuire, anzi. E non ho bisogno del Garmin per capire che qualche secondo viene perso per strada. Oramai abbiamo lasciato l'abitato e siamo in piena campagna emiliana con un paio di chilometri di sterrato e il cavalcavia che soffro particolarmente.
Sono stanco ma quelli che prima non riuscivo a raggiungere forse lo sono ancor di più e una volta "scavallato" comincio a recuperare diverse posizioni. Il più è fatto e una volta tornati su asfalto non resta che stringere i denti. Altro paio di "vittime" a tiro e una volta rientrati nello stadio tentativo di volata (persa) con chi mi sta davanti andando a chiudere appena sopra i trentaquattro.
Doccia, anguria e poi in piazza per la cena a base di tortelli di zucca, culatello e gnocco fritto.
E, se mi posso permettere, aggiungerei anche meritata.
E, se mi posso permettere, aggiungerei anche meritata.