forse l'ultimo crono di tutto rispetto
Undicesima edizione per una della mezze a cui partecipo più volentieri: ventun chilometri tra
parco e pista ad una settimana esatta dal Gran Premio di FormulaUno. Perfetta la logistica con ampi parcheggi interni all'autodromo, spogliatoi e deposito borse ricavati nei box, un buon ristoro finale ma soprattutto fantastica la "location". Tutti ingredienti che contribuiscono al successo di questa manifestazione che vede, anno dopo anno, un crescente numero di partecipanti. Una ventina di minuti di riscaldamento e una volta aperta la "pit-line" in gabbia ad attendere il via fissato per le 9.30 e dato, come da tradizione, dallo spegnimento del semaforo rosso. La pista è larga e impostare da subito il ritmo non è un problema, anzi. Il rischio è proprio quello di "farsi prendere" dal passo degli altri e
impostare una velocià di crociera troppo alta pagando inevitabilmente
dazio nella seconda parte di gara. Prima variante, curva di Biassono,
variante della Roggia. Metri di asfalto che oramai conosco a memoria,
visti non so più quante volte in televisione. Prima e seconda di Lesmo,
Variante Ascari, e a metà della Parabolica, una volta superati due sottopassi ci si immette nel parco cintato da mura più grande d'Europa. Una quindicina di chilometri immersi nel verde da fare dosando opportunamente le forze.
Comincia a fare caldo e l'afa ci mette del suo, eppure riesco ancora a "tener botta" passando al decimo appena sopra i quaranta.
Inutilmente ottimista è un attimo pensare che il più è fatto dimenticando che da li ad una ventina di minuti toccherà fare i conti con la parte più dura del percorso. Giusto un paio di chilometri in leggera salita dove, nel mio caso, è impossibile non lasciare per strada manciate di secondi prima di, una volta arrivati al ristoro del quindicesimo, ricominciare a spingere per i restanti seimila metri. Sottopasso della sopraelevata sud, sottopasso del rettilineo dietro al paddock e di nuovo in pista a metà della parabolica prima dell'interminabile rettilineo che sembra non aver mai fine con il display TDS ad indicare un ottimo under '86.
Comincia a fare caldo e l'afa ci mette del suo, eppure riesco ancora a "tener botta" passando al decimo appena sopra i quaranta.
Inutilmente ottimista è un attimo pensare che il più è fatto dimenticando che da li ad una ventina di minuti toccherà fare i conti con la parte più dura del percorso. Giusto un paio di chilometri in leggera salita dove, nel mio caso, è impossibile non lasciare per strada manciate di secondi prima di, una volta arrivati al ristoro del quindicesimo, ricominciare a spingere per i restanti seimila metri. Sottopasso della sopraelevata sud, sottopasso del rettilineo dietro al paddock e di nuovo in pista a metà della parabolica prima dell'interminabile rettilineo che sembra non aver mai fine con il display TDS ad indicare un ottimo under '86.