prima gara dell'anno
E a cinque mesi dall'ultima gara è arrivato anche per me il momento di tornare alle competizioni con l'undicesima edizione della Mezza del Castello.
Ventun chilometri per capire come sono messo e cercare di immaginare dove posso arrivare nelle prossime settimane. Clima da "machitelofafare" e senza troppa convinzione in strada ad abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale prima di infilarsi nel gruppo in attesa dello start previsto per le nove. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo. Inutile negarlo, e sarei falso come Giuda a dire il contrario, l'idea di provare a tenere i quattro e quindici l'ho covata fin da subito e, nonostante un solo ventuno nelle gambe, le ripetute in pista del giorno prima, mi hanno dato la consapevolezza che forse 'sto passo non doveva essere cosi proibitivo. Indubbiamnte questione di gambe ma, nel mio caso, anche di testa. Solita caotica partenza e qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo. Il passo è buono e non serve nemmeno cercare conforto nel Garmin per capire che sto andando bene. Il trenino a cui mi sono agganciato ha un buon ritmo e procede addirittura in leggera progressione. Progressione che, poco prima di arrivare a Cusago, comincia a non bastarmi più. Sto bene e ci voglio provare. Del resto il buon senso, almeno nella corsa, non è mai stato il mio forte. Sei, sette chilometri sotto i 4'e10" e, ovviamente, al sedicesimo mi viene presentato il conto. Remi in barca e il ritmo a valori più consoni con l'obiettivo dei 90' ancora alla mia portata. Oramai manca poco e il margine accumulato difficilmente può essere dissipato in così pochi chilometri. Diciannove, venti, il sovrapasso pedonale che porta alla finish-line sempre più vicino e la consapevolezza di poter terminare la fatica al di là di ogni più rosea aspettativa.
Vedere poi, il display mySDAM, indicare "under 89", in questo momento, non ha prezzo.
Ventun chilometri per capire come sono messo e cercare di immaginare dove posso arrivare nelle prossime settimane. Clima da "machitelofafare" e senza troppa convinzione in strada ad abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale prima di infilarsi nel gruppo in attesa dello start previsto per le nove. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo. Inutile negarlo, e sarei falso come Giuda a dire il contrario, l'idea di provare a tenere i quattro e quindici l'ho covata fin da subito e, nonostante un solo ventuno nelle gambe, le ripetute in pista del giorno prima, mi hanno dato la consapevolezza che forse 'sto passo non doveva essere cosi proibitivo. Indubbiamnte questione di gambe ma, nel mio caso, anche di testa. Solita caotica partenza e qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo. Il passo è buono e non serve nemmeno cercare conforto nel Garmin per capire che sto andando bene. Il trenino a cui mi sono agganciato ha un buon ritmo e procede addirittura in leggera progressione. Progressione che, poco prima di arrivare a Cusago, comincia a non bastarmi più. Sto bene e ci voglio provare. Del resto il buon senso, almeno nella corsa, non è mai stato il mio forte. Sei, sette chilometri sotto i 4'e10" e, ovviamente, al sedicesimo mi viene presentato il conto. Remi in barca e il ritmo a valori più consoni con l'obiettivo dei 90' ancora alla mia portata. Oramai manca poco e il margine accumulato difficilmente può essere dissipato in così pochi chilometri. Diciannove, venti, il sovrapasso pedonale che porta alla finish-line sempre più vicino e la consapevolezza di poter terminare la fatica al di là di ogni più rosea aspettativa.
Vedere poi, il display mySDAM, indicare "under 89", in questo momento, non ha prezzo.