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Lo confesso, sono di nuovo  fermo ai box. 

Dopo la sosta per l'influenza e il tentativo di ripresa ho deciso di fermarmi di nuovo. Un accenno, o forse anche qualcosa in più, di tendinite e non me la sono sentita di rischiare. 

L'esperienza insegna e, a costo di sacrificare le due gare in programma, prevenire credo  sia sempre meglio che curare.  Gita dall'ortopedico di fiducia per un controllo, una ritoccatina ai plantari che indosso da qualche mese e tra una o due settimane si può pensare di ricominciare a correre.  

Niente Roma-Ostia, niente MilanoMarathon, decisione sofferta non lo nego, ma piuttosto che trascinarmi il problema trasformandolo in cronico ho preferito il male minore. 

Nel frattempo tanta (si fa per dire) piscina, (forse) Stramilano in compagnia e, cosa assai piu probabile, volontario ad uno dei ristori alla maratona di casa. 

Passerà anche questo.
bandelletta
Assieme alla fascite plantare, la bandelletta, a quanto si puo leggere in rete, è l'incubo di ogni runner, un tunnel di cui, spesso, si fa fatica a vederne l'uscita.  

Un paio di giorni di riposo dopo le fatiche della quarantadue di casa chiusa senza nessun problema e alla prima uscita è il mio turno: un fastidio all'altezza del ginocchio che nel giro di un paio di chilometri si trasforma in dolore. talmente forte che l'unica cosa sensata da fare è fermarsi e tornare mestamente a casa. 

Visita ortopedica d'obbligo che conferma quanto già immaginavo dovuta probabilmente ad una postura peggiorata negli anni. Tre opzioni: basta corsa (esclusa a priori), operazione  (troppo vecchio) o un bel paio di plantari da indossare tutti i giorni. 

Ma plantari e una ventina di giorni di pausa non sono ancora sufficienti: sette, otto chilometri e LEI torna prepotentemente a farsi sentire. Inutile  insistere: gita a Firenze per la Ten  prima di porre la parola fine al mio personale calendario. 

Venezia attende e una quarantadue non si improvvisa. La piscina è una valida alternativa ma da bradipo conclamato non ne apprezzo i benefici. Serve tempo, quello che, per preparare una maratona comincia a mancarmi.  

E il tempo quando ne hai bisogno passa sempre più in fretta di quanto uno possa immaginare: metà luglio, nove settimane dall'ultimo 10k e provo a ripartire senza forzare: 4, 5 chilometri che, con queste temperature, sembrano infiniti.  chilometri che poco alla volta aumentano arrivando  a superare il limite dove iniziavano i miei problemi. 

E ora alla terza uscita consecutiva  sopra i 10000 posso davvero  pensare (incrociando le dita) che forse il tunnel me lo sono lasciato alle spalle. 

E se per Venezia credo non ci siano piu speranze giusto tra sedici settimane una quarantadue da fare credo proprio di poterla trovare
16x400
Ci risiamo. Settembre 2014 gamba sinistra, Agosto 2015 gamba destra. Cambia l'articolazione ma non il risultato.
Qualche giorno di sosta non sono stati sufficienti a risolvere il problema. Ci ho provato ma dopo una dozzina di chilometri il fastidio (o forse sarebbe meglio chiamarlo con il suo nome: dolore) ha (ri)fatto capolino. Fine della corsa e "piacevole" passeggiata fino a casa. E ora ? Riposo forzato, un po' di aiuto dalla tecnologia (leggi tecar) e, se tutto va bene, se ne riparla settimana prossima.
Scoraggiato e anche tanto ma, nonostante tutto, confidente che forse, questa volta, me la posso cavare con poco.
Ne sono uscito l'anno scorso, ne uscirò anche questa volta.

Tre settimane di stop, una certa quantità di euro (leggi un botto di soldi) "investiti" in terapie e alla fine posso finalmente dire di appartenere nuovamente alla categoria "runner". 
Quattro uscite, da domenica a domenica, partento da sei e arrivando a tredici chilometri portati a casa in poco meno di un'ora intramezzati da due "puntatine" in piscina per le mie solite 60 vasche. Fatica ? Tanta. 
E i quadricipiti che, a poche ore dalla corsa, si lamentano come se li avessi obbligati a correre una quarantadue. Ancora un po' di pazienza e, senza strafare, nel giro di un paio di settimane potrò nuovamente buttarmi a capofitto nella preparazione del prossimo obiettivo. Eh già, perchè in primavera, c'è una nuova quarantadue che è li ad attendermi. E stavolta non vorrei mancare all'appuntamento. 
Non sarebbe educato.
Game over
E alla fine mi sono dovuto arrendere all'evidenza dei fatti. Nonostante tecar e sette giorni di stop non sono riuscito a venirne a capo. Se corro il bicipide femorale mi fa male. Inutile insistere. E soprattutto speriamo di non aver fatto ulteriori danni. Con il senno di poi sarebbe stato più intelligente fermarsi al primo sentore, invece, ad un mese dalla quarantadue ho pensato bene di non interrompere la preparazione e continuare convinto che, come sempre, il dolore sarebbe passato nel giro di qualche giorno. Ed invece sono qui a leccarmi le "ferite". Non resta che prendersi un "meritato" periodo di riposo e voltare pagina guardando al prossimo obiettivo. 
In primavera, ad attendermi, c'è un'altra quarantadue.