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Piccolo Stelvio
Mia moglie non ci fa più caso e pare rassegnata. Ma del resto non è colpa mia se di salite a portata di "piedi" e di lunghezza pari a quanto richiesto dalla tabella nell'ultima settimana di crescita organica (???) non ce ne sono.

E allora sveglia presto, borsa, macchina e via direzione Castiglione Olona dove ad attendermi c'è il "Piccolo Stelvio"  storica salita della Coppa Bernocchi, che, con i suoi sei tornanti, ricorda in piccolo la parete di tornanti di Trafoi.

Il sole è già fin troppo alto per i miei gusti ma fortunatamente ci sono le nuvole a venirmi in aiuto. La temperatura, dopo una settimana con lucifero, è perfetta anche se, colpa dell'umidità, finito il riscaldamento sono già bagnato come un pulcino. 

Mille metri da ripetere 6 volte sotto lo sguardo attonito (o divertito) dei pochi, pochissimi automobilisti e ciclisti che transitano a quell'ora in zona. 

Lunghe, dannatamente lunghe con il cuore a mille e le gambe con ancora i chilometri del medio del giorno prima. Inutile pensare a quante ne mancano già alla fine della prima salita. Troppe, ancora troppe. 

E allora, come si fa in questi casi, niente calcoli. Una alla volta. 





Ready, steady, go
Ci risiamo. È arrivato il momento di ripartire con una nuova "avventura" lunga sedici settimane che, infortuni permettendo, mi dovrebbe portare ad essere tirato a lucido all'appuntamento con la quarantadue di primavera. La tabella ce l'ho e il tempo libero, compatibilmente con gli altri impegni, cercherò di ritagliarmelo.
Quattro uscite a settimana e quattro differenti lavori da portare a casa. Salite, ripetute, progressivi, medi e, un po' più avanti, i lunghi. In fondo gli ingredienti sono sempre gli stessi e non c'è nulla da inventare.
Sette settimane di crescita organica, una di scarico (facoltativa) e sette di rifinitura dove è previsto un aumento dei ritmi e del numero di chilometri, prima dello scarico finale.
Si comincia con le salite brevi. Non mi resta che correre.
Sette
E con il medio da diciotto chilometri del sabato la prima parte di questa lunga preparazione la si può considerare conclusa. Sette settimane rivolte, come recita l'introduzione alla tabella che sto seguendo, alla crescita organica con potenziamento cardiaco e muscolare. Ventotto uscite, quattrocentoventi chilometri e un solo "Failed", al penultimo lavoro, da riportare in agenda. Il piano proposto da Luca Speciani è impegnativo e, vista la precedente esperienza nel preparare la maratona della città eterna, da qui alla fine del programma non mi sento di escludere a priori qualche altra uscita terminata anzitempo, ma anche grazie a questa "non" estate conto, o meglio mi auguro, di continuare su questa strada consapevole che, nonostante l'impegno, sarà solo il tempo segnato sulla "finish line" ad essere la cartina di tornasole di questi quattro (interminabili) mesi.
E tre
E anche la terza settimana di preparazione è andata in archivio. E se nelle prime due il clima pazzo di questo luglio mi ha permesso di non soffrire più di tanto, in questi ultimi sette giorni ho pagato dazio e con interessi "da strozzino". Caldo, ma soprattutto l'afa che da sempre contraddistingue il (pessimo) clima estivo della pianura padana. Non ci sono molte alternative, mattina presto o sera tardi sempre con il medesimo risultato: distrutto. Quello che però riesce a sorprendermi e che, nonostante tutto, sto eseguendo tutti i lavori come da tabella. Quattro uscite a settimana, un numero di chilometri (per adesso) non particolarmente eccessivo e nessun "Failed" da riportare in agenda.
Finchè dura.........
Basta!....
..... Tocca riprendere il filo del discorso interrotto dopo la mezza di Busto. Dieci giorni di pausa, una trentina di chilometri per riassapore (si fa per dire) il gusto della fatica e da oggi si riprende a fare sul serio. C'è una maratona, la venticinquesima, da preparare. Sedici settimane per arrivare tirato a lucido all'appuntamento di primavera, ma soprattutto sedici settimane per poter tornare a dire: "questa gara me la sono proprio goduta".