21° edizione
Vado o non vado? A voler guardare l'esito delle cinque o sei uscite post-maratona, la decisione più logica sarebbe stata quella di passare l'intera mattinata steso sul divano davanti al televisore. Ma come al solito logica e buon senso non sono termini che mi appartengono.
Sfruttando il termine ultimo per le iscrizioni e incurante delle previsioni meteo (se non piove non mi diverto più) mi ritrovo, in pratica, con il pettorale della Maratonina di Busto Arsizio già appuntato sulla maglietta appena prima del sold-out.
Sveglia, colazione, box, strada, parcheggio, ritiro pettorale: in pratica la solita trafila, impiegando parte del restante tempo a cercare, una volta "posizionato" sul gradino più alto della tribunetta, facce amiche tra i presenti. Fallita la "missione" si passa al piano "B": cambio d'abito, deposito borse e riscaldamento abortito appena un secondo dopo averlo cominciato. Senza particolari ambizioni, se non quello di continuare la striscia positiva degli under 90', mi posiziono sotto il gonfiabile quando al mio fianco si materializzano i palloncini dell'ora e venticinque. È un attimo decidere per un cambio di tattica. A costo di passare la seconda parte di gara a rimpiangere di non aver optato per una più saggia condotta di gara. Troppo ghiotta l'occasione di poter correre, almeno per quanto riguarda una mezza, senza doversi preoccupare di tempi, passaggi o medie demandando il compito ad altri. Tattica che riesce alla perfezione almeno per i primi nove chilometri. Dopo tocca ammainare bandiera. Della leggerezza e della facilità di corsa dei primi minuti non rimane traccia e tocca alzare il piede dall'acceleratore continuando però, ben al di sotto del ritmo maratona. Pausa di riflessione al 17° (4' e 20") e poi di nuovo a spingere con una progressione che mi porta a correre l'ultimo chilometro sotto i 4'/km archiviando con un bel "Under 87" quella che, probabilmente, è l'ultima 21 del duemiladodici.
Per quanto mi riguarda, #tantaroba.