mamma, quanta acqua
Riuscire a spiegare agli altri cosa può spingere una persona a puntare la sveglia alle 4.00 di una
normale giornata lavorativa per andare a correre risulta spesso difficile. Spiegare poi di farlo sapendo
che, con tutta probabilità , toccherà pure correre con la pioggia è praticamente "mission impossible".
Quindi inutile provarci soprattutto se la pioggia è accompaganta dal vento e la temperatura si aggira
intorno ai 6° nonostante manchino meno di trenta giorni.alla prossima estate. Sveglia, caffè, vestizione
e in macchina direzione Milano con Giove Pluvio che continua a scaricare sulla strada il suo carico di
pioggia.
Meno di mezz'ora e sono già parcheggiato davanti al Castello Sforzesco ad ascoltare la radio
in attesa di trovare il coraggio di abbandonare il tepore della macchina. Cinque e un quarto in Via
Dante a prendere freddo e dopo quindici minuti lo start, puntualissimo, dato dall'onnipresente Silvio
Omodeo, speaker storico della Stramilano.
L'idea di partenza sarebbe stata anche quella di prendersela
comoda visto lo spirito della "competizione" ma considerato il clima e la temperatura decido di optare
per un più pratico "primafiniscomeglioè". Via Montenapoleone, via della Spiga, via Sant'Andrea.
E poi Piazza San Babile, Corso Vittorio Emanuele e il Duomo, prima di imboccare via Dante dove ci
attende il ristoro finale a base di fragole e ciligie. Fantastica la città a quest'ora. Più o meno come
anni fa veniva descritta dai telegiornali ad Agosto: un deserto. Semafori ancora lampeggianti, qualche
vigile a presidiare gli incroci per garantire la nostra incolumità e macchine e pedoni che si possono
contare sulle dita di due mani.
E poi noi. Padroni della città .
Cinque chilometri e trecento metri alle cinque e trenta di un normale giorno lavorativo.
Cinque chilometri e trecento metri alle cinque e trenta di un normale giorno lavorativo.