due gare in tre giorni......
A tre giorni dalla gara di Legnano di nuovo con un pettorale appuntato sul petto per la decima edizione della Mezza di Monza.Ventun chilometri tra parco e pista ad una settimana esatta dal Gran Premio di FormulaUno. Sveglia come in un normale giorno lavorativo e poco dopo le sette in strada direzione Monza con la speranza di arrivare in tempo per evitare la coda in quello che sembra essere il semaforo, almeno per quelli che arrivano da viale Cesare Battisti, con il rosso più lungo del mondo. Sbrigata la pratica parcheggio non resta che ritirare il pettorale, cambiarsi e imbastire un minimo di riscaldamento necessario più che mai per non arrivare al via con
le gambe ancora "ingessate" dalla gara del venerdì. Nove e dieci apertura box e alle nove e trenta, con la stessa procedura di accensione e spegnimento dei semafori vista non so quante volte in televisione, il via. La sede stradale è larga e impostare da subito il ritmo non è difficile. Mantenerlo il più a lungo possibile invece è un'altra storia. Senza obiettivi particolari, il pb non lo prendo neanche in considerazione, decido per 4'/km convinto di poterli mantenere almeno sino a metà gara. Il cielo è coperto ma almeno non piove anche se il tasso di umidità, piuttosto alto, di certo non aiuta. Prima variante, curva di Biassono, variante della Roggia, prima e seconda di Lesmo. I chilometri passano e ad occhio sono in perfetta media. Curva del Serraglio, variante Ascari e a metà della parabolica si abbandona la pista per affrontare i due sottopassi che ci portano a correre per i viali di uno dei parchi recintati più grandi d'Europa.
Stavolta il display del mio 110 lo vedo senza problemi ma da qualche chilometro sono agganciato ad un simpatico trenino e preferisco andare a sensazione convinto che per questa volta il gps potrebbe solo certificare una perdita di brillantezza. Otto, nove, dieci, metà gara.
Da qui in avanti si passa alla collaudata tattica di ancora uno e poi vedo. La gara del venerdi comincia a chiedere il conto e il mio ritmo inevitabilmente si alza. Tredici, quattordici, quindici, quelli che, secondo me, sono i chilometri più duri (e che mi portano a correre l'ultimo a 4' e 19") prima di tornare di nuovo in spinta con i tempi che tornano ad abbassarsi. Sottopasso della sopraelevata sud, sottopasso del rettilineo dietro al paddock e di nuovo in pista a metà della parabolica prima dell'interminabile rettilineo da "spararsi" in completa apnea.
Under ottantasei. Soddisfatto e anche molto.