è giunto il momento di una pausa
Dopo aver smaltito le "tossine" accumulate in laguna niente di meglio che tornare ad indossare un pettorale cercando di ottenere una risposta all'annoso dilemma: firenzemarathon si, firenzemarathon no. Perchè cimentarsi nuovamente nella distanza regina e ritrovarsi poi, su "lungarno del tempio", senza più energie o peggio, senza più alcuna voglia di "faticare" non rientra, a breve, nei miei progetti.
Quindi iscrizione last-minute e poco dopo le otto e trenta di una classica domenica autunnale, in giro per le strade di Busto Arsizio ad abbozzare un riscaldamento che si possa definire tale. Venticinque minuti al piccolo trotto e senza troppe preoccupazioni in mezzo al gruppo in attesa dello start che arriva puntuale alle nove e trenta. Un unico obiettivo: quattroequindici. Se poi, l'organizzazione, ti fornisce anche dei validi angeli custodi ancor meglio. Ci si dimentica del Garmin e si segue il gruppo.
Venti e tredici al quinto, quarantadue e spiccioli al decimo, un'ora e due al quindicesimo. In perfetta media e poi il "buio". Di nuovo. Il passo sui quattro e trenta elastici e il desiderio di portare a casa il risultato nonostante tutto. Di pascolare anche in mezza maratona non se ne parla proprio. Diciotto, diciannove, la "passerella" in via Milano e finalmente il gonfiabile a sancire la fine di questa, almeno per me, "interminabile" mezza chiusa un paio di minuti sopra i novanta.
Che dire ? Stagione agonistica duemilatredici archiviata, una o due di settimane di "ferie" e dal 25 si riparte con l'obiettivo di primavera: la XX edizione della maratona della Città Eterna