12° milanocitymarathon: gara bagnata
Previsioni meteo rispettate alla lettera e al suono della sveglia posso tranquillamente risparmiarmi la fatica di buttare uno sguardo fuori dalla finestra. Il rumore delle gocce di pioggia sulle tapparelle spegne anche quell'ultima tenue speranza di poter continuare la striscia positiva. Stavolta mi tocca: gara bagnata.
Colazione, vestizione e, come al solito, di "corsa" in stazione per prendere al volo il treno che mi permetta di arrivare in tempo utile al nuovo padiglione della Fiera di Rho. Cambio d'abito, deposito borsa e, viste le condizioni meteo, di nuovo al coperto in attesa di trovare il coraggio per abbozzare un qualcosa che, tanto per cambiare, si possa avere la sfrontatezza di chiamare riscaldamento.
Ore nove in strada e dopo una decina di minuti, una volta entrato nel "corral" di appartenenza, passo il restante tempo, alla disperata ricerca di una posizione più vicina possibile alla linea di partenza.
Nove e ventidue si parte. La pioggia non molla la presa ma, grazie al cappellino, ancora non mi accorgo della sua ingombrante presenza, le gambe girano a mille e una volta impostata la velocità di crociera non faccio fatica a mantenere il ritmo.
Pero, Figino, via Novara e intorno all'ottavo chilometro si entra in città. Al decimo, prima di raggiungere S.Siro, in quarantadue e spiccioli, Piazzale Lotto, dove è previsto il primo cambio della staffetta, Lampugnano, la Montagnetta e, una volta imboccata via Gallarate, di "corsa" direzione centro.
Piazza Damiano Chiesa e l'incrocio con quelli che, da lì ad un'ora e mezza, saranno gli ultimi interminabili tremilametri. Corso Sempione, l'Arena e il gonfiabile della mezza varcato una cinquantina di secondi sotto i novanta. Bastioni di Porta Volta, Piazza della Repubblica e Porta Venezia, dove è previsto il secondo cambio della "relay", prima della svolta in Corso Venezia per i quattro chilometri nel salotto buono della città, quelli dove Milano può mostrare il meglio di se: Via Montenapoleone, Piazza della Scala, Corso Vittorio Emanuele, il Duomo, Piazza Fontana e di nuovo Corso Venezia. Davvero un peccato essere costretti a dedicare gran parte della propria attenzione al pavè bagnato rinunciando alla possibilità di godersi appieno il panorama offerto dal percoso. E una volta imboccato viale Maino, Piazza del Tricolore, Piazza Cinque Giornate, Porta Romana e il tentesimo in perfetta media. Non sembra nemmeno di avere corso un'altra maratona appena quattro settimane prima. Neanche il tempo di pensarlo e capisco che quello è un ritmo che difficilmente potrò tenere ancora a lungo. Scartata l'opzione "turista al pascolo", tocca stringere i denti cercando, ancora una volta, di limitare i danni. Porta Ticinese, la Darsena e diverse posizioni perse ma, a quanto pare, sono in buona compagnia.
Evidentemente non sono l'unico ad accusare la fatica. Al trentaquattresimo poi, appena superato il terzo cambio della "relay", vengo raggiunto e, naturalmente, superato anche dal gruppo al seguito dei palloncini gialli. Trentacinquesimo poco appena sopra le due ore e trenta e, ad occhio e croce, il "pb" relativo alla gara di casa, ancora possibile. Trentasette, trentotto, il Vigorelli e di nuovo Piazza Damiano Chiesa con il cartello numero "39" in bella vista. Corso Sempione, l'Arena e in fondo a Via Gadio l'inconfondibile sagoma del Castello Sforzesco. Ultimi millecentonovantacinque metri in "cinqueminutieundici" e un improbabile, almeno alla vigilia, under 183' finale.
Evidentemente non sono l'unico ad accusare la fatica. Al trentaquattresimo poi, appena superato il terzo cambio della "relay", vengo raggiunto e, naturalmente, superato anche dal gruppo al seguito dei palloncini gialli. Trentacinquesimo poco appena sopra le due ore e trenta e, ad occhio e croce, il "pb" relativo alla gara di casa, ancora possibile. Trentasette, trentotto, il Vigorelli e di nuovo Piazza Damiano Chiesa con il cartello numero "39" in bella vista. Corso Sempione, l'Arena e in fondo a Via Gadio l'inconfondibile sagoma del Castello Sforzesco. Ultimi millecentonovantacinque metri in "cinqueminutieundici" e un improbabile, almeno alla vigilia, under 183' finale.
Viste le premesse, io non ci avrei scommesso nemmeno una lira.