una gara, una festa per tutti
Come la pubblicità del panettone, la deejayten quando arriva, arriva.
È inutile negarlo, mi piace e voglio esserci.
Voglio fare parte del fiume colorato che per una mattinata prende possesso della città come solo
la Stramilano in questi anni è stata capace di fare. Trentamila facce sorridenti con un unico obiettivo: divertirsi.
E poi da un paio d'anni è anche diventata l'occasione per rivedere gli amici del martedi. Quelli con cui condividevo la
sgambata di gruppo che, da quando hanno scoperto le due ruote, da marzo a fine settembre diventano "uccel di bosco", o
quelli che, per adesso, delle due ruote ancora non ne vogliono sapere ma hanno orari di lavoro non compatibili.
Saluti, baci, abbracci, foto di rito e poi, una volta in Piazza Duomo, a cercare di "conquistare" in griglia un posto di categoria non
troppo distante dal
gonfiabile perchè, con questi numeri, se si riesce a stare davanti si va per il tempo (o perlomeno per una prestazione degna di
nota) altrimenti si gode della città come raramente si ha la possibilità di fare.
La voglia c'è, la posizione in griglia pure ma è la condizione o meglio la freschezza che, dopo il lungo del giovedi, temo
di non avere. Logico, quindi, accettare la proposta di due amici di correre in compagnia questa edizione della
Ten, soprattutto perchè il ritmo annunciato (e spergiurato) e il classico "allegro ma non troppo" che permette
di scambiare quattro chiacchere per tutta la durata della gara.
Dieci e zero uno e si torna protagonisti. Neanche il tempo di far partire il Garmin e il primo dei due, nonostante le promesse,
è gia lanciato e, nella confusione della partenza, fuori della nostra portata e l'altro, nonostante il "traffico", per non essere da meno
ha già il navigatore sui 4e30. Senza gps va a sensazione e, con la teoria di mettere più fieno possibile in cascina, guida le danze e il secondo chilometro poi, sui 4e10, la dice lunga sul tipo di gara che mi toccherà affrontare.
Provo a fare presente che non è quanto ipotizzato alla partenza ma niente, tocca mettere fieno in cascina, e nonostante "l'amico"
mi conceda qualche secondo si continua sulla stessa falsariga. Il lungo, però, non sembra aver lasciato strascichi e, ad essere sincero, non
faccio troppa fatica a tenere il passo di chi tra i tre doveva essere quello meno in forma.
I chilometri passano e il gonfiabile dell'arrivo
è sempre più vicino e, una volta arrivati nei pressi del Vigorelli, ad un centinaio di metri, riconosco l'inconfondibile
andatura di quell'altro. Quello partito a razzo. E allora mi tocca. non posso fargliela passare liscia.
Poco piu di due chilometri.
Una distanza più che sufficiente per ricucire lo strappo. Corso Sempione, noioso e interminabile come sempre, Via Francesco Melzi d'Eril
e "l'altro" sempre più vicino. Manca poco, solo qualche centinaio di metri e, una volta in Via Legnano, il sorpasso con
una progressione finale che mi porta a chiudere poco sopra i 41' con un ultimo chilometro ad un ritmo che, sinceramente, non ricordo
nemmeno più da quanto tempo non mi capitava di tenere.
Mai e dico mai fidarsi degli amici che ti chiedono di correre una gara assieme promettendo di non tirare perchè spesso (per non dire sempre) sono falsi come una banconota da trenta euro.