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18° Deejay Ten
Bello essere parte di una festa, perchè quella organizzata da Radio Deejay più che una gara è diventata, nel corso degli anni, una gran bella festa dove, per molti, quanto impiegare per percorrere i 5 o i 10 chilometri dei due percorsi è l'ultimo dei pensieri. E, dopo aver corso quella di Firenze, difficile pensare di rinunciare alla "gara" di casa. 

Mi piace correre a Milano, l'adoro e, non cosiderando l'edizione di due anni fa a numero chiuso interamente dentro il Parco Sempione, tocca tornare al 2019 per trovare il mio nominativo nel file dei risultati di una gara nel capoluogo lombardo.
Sveglia come in un normale giorno lavorativo, colazione vewstizione e in macchina in una trentina di minuti sono già parcheggiato in Corso Sempione pronto all'appuntamento con gli amici all'Arco della Pace.

Una sgambata di tre chilometri come riscaldamento per raggiungere Piazza Duomo dove da anni è posta la partenza e poi, una volta ingabbiati, non resta che attendere lo start previsto per le nove. 

18° Deejay Ten
Il percorso, a parte la partenza posta alla destra della Cattedrale, non differisce molto da quello che ricordavo (ho controllato su connect 🙂): prima parte nel salotto buono della città, una volta scavallato nella zona che ha preso il posto della vecchia fiera per concludere sullo stesso asfalto comune alla parte finale di molte delle gare corse in città.

Piatto e veloce lo si potrebbe considerare anche da tempo (.....sempre che si riesca a partire in buona posizione) ma, visto lo spirito della giornata, gli acciacchi e soprattutto l'età un più consono 5e20 elastico mette d'accordo un po' tutti.

Sole, cielo terso e temperatura perfetta per correre ingredienti perfetti per godersi una città ancora "dormiente". 

18° Deejay Ten
Nove e zero zero e si parte. Il "traffico" condiziona e ci vogliono diverse centinaia di metri prima di riuscire a districarsi.  San Babila, Corso Venezia, Via Senato prima di imboccare via Manzoni con l'inconfondibile pavè, croce e delizia di tutto ciò che gira su ruota, che ci accompagna fino a Cadorna dove si torna a correre su asfalto. Triennale, giro di boa poco dopo aver superato l'unica asperità e inizio del conto alla rovescia. 

Continuiamo a venire sorpassati a destra e a manca ma a noi non ce ne può fregar de meno ligi a quanto desiderato. 

Buonarroti, City Life e una volta superato Domodossola ecco Corso Sempione il lungo viale da fare, arrivati a questo punto, senza troppi calcoli. Viale Elvezia, Viale Legnano e finalmente, una volta imboccato Viale Gadio, la "Finish Line".

Immancabile sprint finale e chiusura sotto i 53: missione compiuta

12° Deejay Ten Firenze
foto Giuseppe Cabras/New Press Photo
A distanza di due mesi eccomi pronto ad indossare nuovamente un pettorale. Lo confesso, questa volta me la sono prese comoda: ventotto giorni senza le mie A3 ma soprattutto senza sensi di colpa.

Ma le cose belle non durano e quindi, una volta rinsavito ho cercato di fare del mio meglio per arrivare in condizioni dignitose all'appuntamento su Lungarno della Zecca Vecchia dove da diversi anni è posizionato il gonfiabile della partenza.

8e50 il via dei maratonabili e alle nove è il nostro turno. Si torna protagonisti. Nuvolo,  umido quanto basta ma le previsioni promettono sole a breve. Niente a che vedere con il diluvio della mia ultima partecipazione pre-covid.

La posizione non è delle migliori ma non ci vuole molto ad impostare il passo. Nessuna vena agonistica. Stavolta ce la vogliamo prendere comoda lasciando decidere il ritmo da seguire a quello che nel gruppo potrebbe avere problemi di tenuta. Decide lui e noi ci adeguiamo stando attenti, come spesso accade,  a non farci prendere la mano costringendolo a correre impiccato.

12° Deejay Ten Firenze
Attraversiamo  l'Arno e iniziamo la salita che conduce al piazzale da cui godere uno dei panorami che da solo vale il prezzo del biglietto. Niente di veramente impegnativo ma che, considerato il clima, potrebbe lasciare il segno.

Si ride e si scherza e tra una battuta e l'altra non sembra nemmeno di faticare troppo. Il primo, complice il traffico,  a sei, il secondo un po' più lento  e, dopo aver goduto della vista della città dalla terrazza che la domina si comincia ad invertire il trend nonostante manchino ancora più di mille metri prima di poter scavallare e iniziare la altrettanto lunga discesa che ci riporta in città attraverso Porta Romana. Come diceva sempre la mia mamma "a scinniri tutti i santi aiutano" e anche il ritmo non può che trarne beneficio confermando una lenta ma costante progressione. 

Il più è fatto, ancora una ventina di minuti e,, con la dovuta attenzione al fondo
12° Deejay Ten Firenze - percorso
piuttosto sconnesso, possiamo archiviare la pratica. Pratica che con un po'' di ingiustificato ottimismo consideriamo già chiusa una volta  riattraversato il fiume su Ponte Santa Trinità poco prima del cartello degli 8. Perché è evidente che la si finisce, resta solo da capire in quanto. 

Tocca provare a spingere un po' sull'acceleratore. Ultimi mille metri. Il gonfiabile è lì, sempre più vicino ma, questa volta, niente volata della vita, vogliamo arrivare tutti assieme in parata. Bello poi scoprire di essere riusciti a farlo sotto i 55.

Ci voleva proprio una domenica mattina come questa..

16° deejay ten
Abituati ai numeri importanti delle recenti edizioni è stato un po' come tornare agli albori di questa dieci chilometri quando era una gara solo per "pochi" ma dopo l'edizione virtuale del 2020 essere parte del fiume blu che ha colorato i sentieri di Parco Sempione e la ciclabile che corre intorno al Castello Sforzesco è stato 
davvero piacevole. Nessun calcolo, nessuna voglia di strafare ma solo tanta voglia di divertirmi.

Il numero esiguo di partecipanti e l'orario di partenza fissato per le dieci mi permette, per una volta, di prendermela comoda: oggi il parcheggio in zona Sempione non sarà un problema.

La giornata è coperta, sei o sette gradi di temperatura in meno rispetto al sabato e i manicotti (la più grande invenzione dell'uomo dopo la ruota) non danno fastidio. 

16° Deejayten
Nove e cinquantotto e si parte. Giusto qualche decina di metri e si va a passo gara. Vabbè passo gara si fa per dire. Cinque e venti, cinque e venticinque, cinque e venti i primi tre. Ma correre in mezzo agli altri aiuta e quanto visualizzato dal Garmin al quarto mille (5e04) lo certifica. 

Niente di trascendentale, ne sono consapevole, ma considerate le mie abituali medie mi sembra di volare. Il lungo del giorno prima non sembra aver lasciato strascichi e senza particolare affanno riesco a mantenere la stessa media per il resto dei chilometri che mi porta a chiudere appena sopra i cinquantadue la mia tredicesima partecipazione all'edizione milanese della gara di Radio Deejay.

Quanto è bello passare la domenica mattina in questo modo.

Deejay Ten
È come una tradizione da rispettare. Almeno per me. Quindici edizioni, tredici per il sottoscritto. Dai 2/3000 della prima edizione ai quarantamila (dichiarati) di quest'anno. Si ama o si odia. Senza via di mezzo. 

E in questo anno avaro di pettorali ogni occasione per provare a mettersi in gioco bisogna coglierla al volo. Soliti riti comuni a tutte le gare e dopo aver trovato parcheggio in posizione strategica per non rimanere bloccato dal fiume colorato di verde ritrovo con gli amici con cui condividere questi dieci chilometri: Venezia è saltata e quindi tutti i motivi per correre in solitaria vengono meno consapevole che, l'esperienza insegna, al passo dichiarato toccherà, nel caso migliore, togliere almeno quindici secondi.

Deejay ten - mappa
La giornata è grigia, umida quanto basta ma con la temperatura giusta per correre. 

Nove e trenta e si parte. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo (posizione in griglia di "categoria") ed è subito chiaro che anche stavolta si è trattato di pretattica. Il ritmo è bello sostenuto e come volevasi dimostrare e di una ventina di secondi più basso.

Io ci provo consapevole che i chilometri del giorno prima (17, in questo periodo come un lunghissimo) potrebbero chiedere il conto nella seconda parte di gara. 

La compagnia è come sempre piacevole e tra una battuta e l'altra i chilometri scorrono piuttosto veloci nonostante la prima parte sia quasi completamente sul tipico (e sconnesso) pave milanese. Il percorso, identico ormai da qualche anno, è probabilmente il migliore tra quelli di tutte le 10k che si svolgono in città e se non fosse che tocca prestare parecchia attenzione per non rischiare di stendersi si potrebbe godere appieno del panorama offerto. 

Deejay ten - mappa
La Scala, San Babila, Via Manzoni di nuovo la Scala Castello Triennale e finalmente solo asfalto. Il ritmo è inchiodato sui 4e32 secondo più secondo meno sembra essere ancora alla mia portata. Comincio ad essere stanco ma tengo. Tre Torri, il vigorelli con gli altoparlanti che diffondono le note di apertura di tutti gli starwars e i cosplay dei personaggi più iconici della saga (esce un nuovo film??). E finalmente C o r s o S e m p i o n e lungo ed interminabile come sempre. 

Solo due chilometri. Il più è fatto, niente più calcoli. Nove minuti forse meno. Via Melzi d'Eril, viale Byron e il gonfiabile dell'arrivo con l'arrivo in parata e il crono stoppato sotto i 44. 

Viste le premesse è tutto grasso che cola
10° Deejay Ten Firenze
Stavolta mi è toccata, prevista da giorni è arrivata puntuale come una cambiale: pioggia prima, durante e dopo.
Solita sveglia puntata ad  un orario improponibile, colazione e in meno di mezz'ora sono già parcheggiato ad un centiniaio di metri dalla Centrale per la trasferta in terra Toscana. Ormai è un rito, un'occasione per correre con gli amici e gustarsi la vista e le bellezze della città senza l'assillo di dover cercare il tempo a tutti i costi.

Ritiro pettorale, cambio d'abito e, sfruttando la distanza, al piccolo trotto sino alla partenza passando dal deposito borse ubicato già da un paio d'anni sulla sponda opposta a quella della partenza.

Il cielo non promette niente di buono ma dopo una prima abbondante lavata ci illude con una breve pausa che dura giusto il tempo di un battito d'ali.

Nove e venticinque il via dei Maratonabili e 5 minuti piu tardi si torna protagonisti. Ovviamenta la piogga non allenta la presa ma almeno la temperatura è quella ideale per correre. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo e impostare la velocità di crociera  ed è  gia tempo di imboccare la lunga salita che porta a Piazzale Michelangelo e la sua terrazza sulla città con vista da cartolina.

Cinque, cinque e dieci, cinque e sette i parziali dei primi chilometri nonostante la salita che porta al Piazzale. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e una volta scollinato i buoni propositi, come spesso mi accade, vanno a farsi benedire. In discesa poi, come dice il detto, tutti santi aiutano e quindi chi sono io per impedirgli di farlo?

Una lunga e bella progressione che non si limita ai chilometri con pendenza favorevole ma, sorprendentemente. prosegue anche dopo aver superato Porta Romana come non mi capitava da mesi.
10° Deejay Ten FirenzeLa pioggia non allenta la presa e con un occhio al fondo sconnesso cerco comunque di non perdermi il "panorama" offerto dal capoluogo toscano.

Ci siamo, siamo nel salotto buono della città sotto gli occhi di passanti e turisti per la verità abbastanti incuranti della marea blu che ha preso possesso della città già da una quarantina di minuti. Il cronometro scorre ma quello che visualizza il Polar non può che compiacermi con una proezione finale sotto i quarantotto. Non sono stanco, o meglio non più di tanto, ma qualcuno della compagnia, anche se siamo all'epilogo, sembra non averne più e allora tocca adeguare l'andatura perchè non è certo questa l'occasione per cercare la prestazione.

Lungarno, di nuovo, e il cartello dei nove. Un ultimo sforzo e anche questa Ten finisce in archivio: Piazza della Repubblia, Via Roma e dopo un'ultima curva a destra,  Piazza San Giovanni con il Battistero e il Duomo a fare da cornice al gonfiabile dell'arrivo con il Polar ad indicare una manciata di secondi sopra i quarantotto.

Che dire ? Bagnato come un pulcino ma ne è valsa la pena.

14° deejay ten
Quattordici edizioni e  numeri che sanciscono il successo di una manifestazione che, se ancora non lo si fosse capito, assume sempre di più i connotati di una festa e a cui è difficile dire di no.

Inutile girarci attorno, mi piace e cerco di fare il possibile per esserci consapevole che si può correre sin dai primi metri solo se alla partenza si conquista un posto di categoria.

Sole, temperatura gradevole e dopo la foto di gruppo al piccolo trotto direzione Piazza Duomo.dove il via della prima wave e previsto per le dieci.

Il gonfiabile non è  troppo distante e la possibilità di prendersela comoda viene scartata a priori: tocca fare sul serio provando a mettere a frutto quanto di buono fatto in queste settimane.

Nove e cinquantatre (??) e si parte. Il gruppo si sgrana in fretta e trovare il ritmo giusto e solo questione di qualche decina di secondi.

Correre in mezzo agli altri aiuta anche troppo e quanto visualizzato dal Garmin può solo significare una sicura debacle nella seconda parte di gara.  Tocca darsi una regolata.

I primi chilometri, quelli nel salotto buono, sono i più belli ma anche i più duri con il fondo quasi tutto su pave sconnesso che mi obbliga spesso a guardare dove mettere i piedi per non rischiare di finire lungo e disteso.

14° Deejay Ten
Castello ,Triennale, City Life, Vigorelli, punti fermi di quasi tutte le gare milanesi e riferimenti che quasi rendono superfluo i cartelli che sanciscono il passare dei chilometri.

Il passo, dopo la fiammata iniziale, è su ritmi più consoni e anche se sostenuto non mi porta a correre impiccato.

Arrivati in Corso Sempione il più e fatto e anche se noioso e interminabile come sempre a questo punto della gara  lo si affronta con un altro spirito anche grazie alla testa che ci mette del suo con un 3e58 stampato nell'ultimo mille che mi permette di chiudere sotto i quarantuno.

E per come la vedo io a me sembra sempre #tantaroba.
Deejay Ten Firenze - foto La Repubblica
Sole, cielo terso e temperatura da primi di giugno per i dieci chilometri nella città, come recita il promo alla radio, più bella del mondo. 

Giù con il primo treno, di ritorno con quello delle 13 e in mezzo cinque piacevolissime ore nel capoluogo toscano.

Solita trafila comune a tutte le gare e dopo aver lasciato la borsa oltre Arno lemme, lemme mi avvio in zona partenza dove spero di trovare quelli che, in teoria, dovrebbero condividere con me la stessa fatica.

Nove e venticinque la partenza dei maratonabili, nove e trenta la nostra. Il colpo d'occhio, come in tutte le ten,  è spettacolare: un serpentone  (stavolta tocca al rosso) che tinge la lunga striscia d'asfalto che corre parallela al fiume prima e una volta partiti il resto delle strade attraversate dalla gara.

Giusto il tempo di sgranare il gruppo e inizia la lunga salita che porta a piazzale Michelangelo e da dove la vista della città, come non mi stanco di ripetere, vale da sola il prezzo del biglietto. 

Nente di proibitivo ma lunga, infinitamente lunga. Si prova a ridere e scherzare ma a giudicare dai silenzi e le risposte a monosillabi  è facile intuire che, per tornare ad avere conversazioni che si possano definire tali, tocca prima scavallare. 

Obiettivo (non dichiarato) cinquanta minuti ma senza troppi patemi d'animo perché non è questa la giornata per inseguire il Garmin. Non ne ho voglia io, non ne hanno voglia i compagni di viaggio  ma probabilmente, ad essere sinceri,  non me lo posso nemmeno permettere. Il ritmo è buono, andiamo addirittura in progressione e una volta superato il "gran premio" della montagna  ci stabilizziamo una decina di secondi sotto i 5'/km. 

Deejay Ten Firenze
Il tempo passa, i chilometri pure e tra una chiacchiera e una risata non ci si accorge nemmeno di essere quasi ai titoli di coda.

Ancora poco e anche questa Ten finisce nell'album dei ricordi. Non prima però di scoprire in tempo reale le novità  del percorso che, nella parte finale,  ci privano del caratteristico passaggio da Palazzo Pitti e su Ponte Vecchio  (lavori stradali ?)  e con l'arrivo sotto il Duomo. Dettagli che comunque nulla tolgono alla bellezza del percorso.  

Ripassiamo il fiume su Ponte Santa Trinita  per gli ultimi chilometri su un fondo che, tra buche e pavè sconnesso, richiede piu di una semplice occhiata. Ora manca davvero poco e una volta attraversato Piazza della Repubblica  non restano che gli ultimi duecento metri prima del gonfiabile posto tra Battistero e Basilica.  Nemmeno un'accenno di volata e il Garmin stoppato una manciata di secondi sopra i cinquanta.
Ma per una volta chissenefrega.
13° Deejay Ten - credit linciano
Da dove comincio ? Dal risultato ovviamente con il display sdam ad indicare un fantastico trentanove e spiccioli.

Era davvero da tanto, troppo che non portavo a casa un crono del genere. Appena sopra in occasione della Polimirun, poco più di quarantuno nella scorsa edizione mentre per ritrovare un under in questa gara tocca riportare il calendario indietro di quattro anni.

Correre a Milano, per quel che mi riguarda, è fantastico e ogni occasione è buona per farlo. Ma con i numeri che la deejayten riesce a muovere la posizione conquistata in griglia risulta fondamentale. Bisogna esserne consapevoli. Se si parte davanti si va per il tempo altrimenti ci si gode il percorso, gli incroci presidiati e come spesso accade nella edizione di Milano un fantastico sole.

Soliti riti di tutte le gare e dopo un riscaldamento degno di tale nome (di necessità virtu) in griglia per un posto di categoria in attesa dello start previsto per le dieci. Sono pronto e ne sono consapevole, forse un po' troppo stanco ma, a quindici giorni dalla distanza regina, credo sia una cosa normale.

13° Deejay TenCi siamo, ore dieci tocca a noi. Poche centinaia di metri e siamo già sgranati. L'esperienza non dovrebbe mancarmi ma anche stavolta ricasco nello stesso errore: troppo forte con un 3e46 che se mantenuto per qualche altro chilometro potrebbe, anzi togliamo pure il potrebbe, compromettere la seconda parte di gara. Secondo e terzo chilometro ancora troppo veloce e una volta abbandonato il trenino a cui mi ero agganciato (un passo che non mi posso permettere)  mi stabilizzo su ritmi piu consoni.

Il clima è perfetto per correre e il percorso, leggermente modificato nella prima parte, rimane comunque molto veloce nonostante il pavè che ora ci accompagna per i primi quattro chilometri.
Arrivati al Castello si torna su asfalto e una volta scavallata anche la ferrovia davanti alla Triennale dovrebbe andare meglio invece sono inchiodato qualche secondo sopra a quanto preventivato con il medesimo film che continua per troppi minuti.


13° Deejay TenNon siamo in tanti e più che una dieciK sembra di essere al trentacinquesimo di una maratona quando spesso si procede in fila indiana. Ormai siamo all'epilogo e una volta passato il nuovo quartiere CityLife al settimo tocca provarci.
L'occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire e allora provo a spingere sull'acceleratore abbandonando la compagnia di chi mi stava alle calcagna.

Finalmente in Corso Sempione, lungo e infinito come sempre, tappa (quasi) obbligata di tutte le gare disputate in città. Ora manca davvero poco e in Via Francesco Melzi d'Eril parte la volata finale confortato dal display del Garmin che indica un passo simile a quello del primo chilometro.

Bello poi realizzare, una volta varcata la finish-line, di essere riuscito a realizzare un crono migliore di quanto auspicato alla vigilia nonostante la pessima condotta di gara.

Anche stavolta, #tantaroba.

8° Deejay Ten Firenze
Non so quanto normale possa essere puntare la sveglia ad un orario improponibile, uscire di casa quando per molti è il momento di rientrare e arrivare giusto in tempo per il primo AV, essere alle otto in "scusa, come se cahiama 'sta piazza ?" (Santa Croce per il resto dell'umanità), correre dieci chilometri e alle tredici già sulla via del ritorno. 

8° Deejay Ten FirenzeA volte ci penso e mi chiedo se non sia il caso  di cercare uno davvero bravo. Poi però quando alle dieci si torna ad essere protagonisti in una delle città piu belle del mondo la risposta (a patto di trovare i biglietti del treno a prezzi ragionevoli) non può che essere "si, ne vale la pena".  

Dieci chilometri su un  percorso che, dopo qualche aggiustamento, ha finalmente raggiunto la quadra senza, per una volta, l'assillo del cronometro. 

8° Deejay Ten Firenze - foto QN - La NazioneQuesto almeno in teoria perché, una volta incontrato il "gommista" di fiducia in trasferta per il medesimo motivo, è un attimo decidere di correrla assieme.

È un rischio e sono consapevole che me ne pentirò amaramente ma almeno, se tengo, ho la scusa per provare ritmi che credo di aver dimenticato di avere.

Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci il nostro. La posizione è buona e fin da subito siamo a ritmo gara. Giusto un migliaio di metri e comincia la lunga salita che  porta a Piazzale Michelangelo con la vista sulla città che da sola ripaga della fatica per raggiungerlo. 

Tre chilometri non troppo impegnativi ma che alla fine, per chi non ci è abituato, si fanno sentire.  Il passo, ovviamente, ne risente ma, una volta scollinato, si recupera con gli interessi quanto perso nella prima parte. 

8° Deejay Ten FirenzeIl più è fatto e non resta che attraversare il salotto buono della città. Porta Romana, Palazzo Pitti e il passaggio su Ponte Vecchio sotto lo sguardo curioso dei turisti che timidamente ci incoraggiano.

I soci continuano a spingere e io tengo botta. Il ritmo è  sotto i 4e10 ed è piacevole rendersi conto di non fare nemmeno troppa fatica a tenerlo.
Un ultimo sforzo e anche questa Ten va in archivio: Battistero, periplo del Duomo, Via dei Calzaiuoli e la volata finale con un crono finale  abbondantenente sotto i quarantatre.

E per una domenica che doveva essere all'insegna del "godiamoci la festa" questo, per quel che mi riguarda, è un crono di tutto rispetto.


12° deejayTen
Come la pubblicità del panettone, la deejayten quando arriva, arriva. 

È inutile negarlo, mi piace e voglio esserci. Voglio fare parte del fiume colorato che per una mattinata prende possesso della città come solo la Stramilano in questi anni è stata capace di fare. Trentamila facce sorridenti con un unico obiettivo: divertirsi. 

E poi da un paio d'anni è anche diventata l'occasione per rivedere gli amici del martedi. Quelli con cui condividevo la sgambata di gruppo che, da quando hanno scoperto le due ruote, da marzo a fine settembre diventano "uccel di bosco", o quelli che, per adesso, delle due ruote ancora non ne vogliono sapere ma hanno orari di lavoro non compatibili. 

Saluti, baci, abbracci, foto di rito e poi, una volta in Piazza Duomo, a cercare di "conquistare" in griglia un posto di categoria non troppo distante dal gonfiabile perchè, con questi numeri, se si riesce a stare davanti si va per il tempo (o perlomeno per una prestazione degna di nota) altrimenti si gode della città come raramente si ha la possibilità di fare. 

La voglia c'è, la posizione in griglia pure ma è la condizione o meglio la freschezza che, dopo il lungo del giovedi, temo di non avere. Logico, quindi, accettare la proposta di due amici di correre in compagnia questa edizione della Ten, soprattutto perchè il ritmo annunciato (e spergiurato) e il classico "allegro ma non troppo" che permette di scambiare quattro chiacchere per tutta la durata della gara.

12° deejayTenDieci e zero uno e si torna protagonisti. Neanche il tempo di far partire il Garmin e il primo dei due, nonostante le promesse, è gia lanciato e, nella confusione della partenza, fuori della nostra portata e l'altro, nonostante il "traffico", per non essere da meno ha già il navigatore sui 4e30. Senza gps va a sensazione e, con la teoria di mettere più fieno possibile in cascina, guida le danze e il secondo chilometro poi, sui 4e10, la dice lunga sul tipo di gara che mi toccherà affrontare.

Provo a fare presente che non è quanto ipotizzato alla partenza ma niente, tocca mettere fieno in cascina, e nonostante "l'amico" mi conceda qualche secondo si continua sulla stessa falsariga. Il lungo, però,  non sembra aver lasciato strascichi e, ad essere sincero, non faccio troppa fatica a tenere il passo di chi tra i tre doveva essere quello meno in forma. 

I chilometri passano e il gonfiabile dell'arrivo è sempre più vicino e, una volta arrivati nei pressi del Vigorelli, ad un centinaio di metri, riconosco l'inconfondibile andatura di quell'altro. Quello partito a razzo. E allora mi tocca. non posso fargliela passare liscia. 

12° deejayTenPoco piu di due chilometri. Una distanza più che sufficiente per ricucire lo strappo. Corso Sempione, noioso e interminabile come sempre, Via Francesco Melzi  d'Eril e "l'altro" sempre più vicino. Manca poco, solo qualche centinaio di metri e, una volta in Via Legnano, il sorpasso con una progressione finale che mi porta a chiudere poco sopra i 41' con un ultimo chilometro ad un ritmo che, sinceramente, non ricordo nemmeno più da quanto tempo non mi capitava di tenere. 

Mai e dico mai fidarsi degli amici che ti chiedono di correre una gara assieme promettendo di non tirare perchè spesso (per non dire sempre) sono falsi come una banconota da trenta euro.
Deejay Ten Firenze
Sveglia puntata ad un orario che per molti è quello del rientro a casa e alle 4.30 su una A8 che nemmeno ad Agosto la si può trovare così deserta. Trenta, dico trenta minuti e sono già parcheggiato a due passi da una Stazione Centrale che comincia lentamente a prendere "vita". 
Partenza con il primo Frecciarossa, rientro con quello delle 12.30 e in mezzo 10K in una delle città più belle al mondo. 
In Santa Maria Novella già in abiti da "lavoro" e prima delle nove con il pettorale già appuntato alla maglietta su un Lungarno baciato da un fantastico sole per un riscaldamento che si possa definire tale. 
Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci si torna ad essere protagonisti trasformando Lungarno della Zecca Vecchia in una enorme macchia gialla. E se nella edizione di casa la voglia di provarci non manca mai, nel granducato è vero il contrario: se si tratta di gita, che gita sia. 
Il percorso, dopo la modifica dello scorso anno, è ancora più bello. Giusto un migliaio di metri per sgranare il gruppo e si comincia a salire su per Viale Michelangelo e a metà della salita lo splendore dell'omonimo Piazzale con una vista sulla città che da sola vale il prezzo del biglietto. Partiti cauti piano piano si comincia, nonostante l'ascesa ad incrementare il ritmo. Al quarto in ventuno e una volta scollinato non può che andar meglio, perchè a voler fare il figo "Facilis descensus Averni" o più semplicemente, come dice sempre la mia mamma, "Nella discesa, tutti i Santi aiutano". 
Deejay Ten Firenze
Metà fatica archiviata in ventisei e la "strana" sensazione di portare a casa un risultato, considerato lo spirito della gara, davvero insperato. Porta Romana in trentatre e un discreto magine in termini di secondi da gestire negli ultimi (quasi) quattro chilometri nel cuore della città gigliata. Palazzo Pitti, Ponte Vecchio, Lungarno degli Acciaiuli, Guicciardini, via della Vigna Nuova e il periplo della piazza simbolo di Firenze prima dei trecento metri che ci separano da Piazza della Signoria. 
Il più è fatto e dopo una rapida occhiata a quanto visualizzato dal Garmin è facile intuire che, anche senza tirarsi i collo, il crono dovrebbe fermarsi su un quarantanove alto. 
Ri-cambio d'abito, sosta da "i due fratellini" per un paio di panini e di nuovo in Santa Maria Novella per riprendere la strada di casa. 
Stanco. Molto stanco. Ma anche questa volta ne è valsa la pena.
11° deejayten
Undicesima edizione, nuovo percorso e nuovo record di presenze per la corsa "inventata" nel 2005 da Linus. Dalle poche migliaia pronte, in una soleggiata ultima domenica di ottobre , a calpestare l'asfalto attorno a S.Siro all'interminabile fiume giallo nel salotto buono di Milano. E l'attesa dello start sotto la Madonnina non può che farmi tornare indietro nel tempo. Duemiladue. 
Ultima Stramilano dei 50000, quando ancora la corsa era l'unico modo per non sembrare, sui campi di calcetto, come l'omino del subbuteo piantato sul proprio metro quadro di verde. 
La Deejay Ten, ormai da qualche anno, ha assunto dimensioni tali per cui, se non parti davanti, ti devi rassegnare e te la devi prendere comoda. Non è questa la "gara" della vita dove riporre le speranze di personale. E forse trasformarla, come a Firenze e a Bari, in una "non competitiva" le fa assumere agli occhi di tutti il contesto che le spetta, quello della festa. 
Giusto il tempo di vedere Valentino Rossi tagliare il traguardo del gran premio del Giappone alla spalle di Pedrosa e sono in macchina direzione Milano. Parcheggio comodo, RunBase, e via al piccolo trotto con direzione Duomo. Prima wave, posizione sotto il gonfiabile soddisfacente e quindi si va. Nessuna ambizione particolare (e dopo il lungo del venerdi sarebbe anche assurdo provarci) ma un realistico underquaranta potrebbe essere alla mia portata. O almeno ci voglio provare. 
Ore dieci e al conto alla rovescia scandito all'unisino si parte. Corso Vittorio Emanuele, San Babila, Corso Venezia. Non sono molte le occasioni di correre in centro e a "piedi" si riescono ad apprezzare scorci che difficilmente in macchina si ha la possibilità di cogliere. Ci sono i pacer e ne approfitto lasciando a loro il compito di guidarmi. O almeno ci provo per i primi quattro chiometri. Ma è un ritmo che non penso di poter mantenere ancora a per molto.
11° DeejayTen
Stanchezza da lungo, pavè tanto sconnesso da far rimpiangere i più famosi sanpietrini della capitale e tocca allentare la "presa" con un quinto chilometro a RM. Ma non dura molto, aiutato dal ristoro di metà gara o più semplicemente dal poter correre di nuovo su asfalto ricomincio a spingere con una lenta progressione. Di chilometri ne mancano pochi e anche senza fare troppi calcoli è evidente che l'obiettivo dei trentanove e spiccioli ce lo siamo giocati. Via Massena, Viale Elvezia, Via Legnano e il traguardo ad un tiro di schioppo. Ormai è fatta, un ultimo sforzo e anche questa dieci finisce in archivio. 
Under quarantuno. Per oggi può bastare.
6° Deejay Ten Firenze
Quattro. E con questa edizione sono quattro le trasferte mordi e fuggi nel granducato.
Sveglia alle quattro e mezza, colazione, A8 come la sognerebbe chiunque alle sette di un normale giorno lavorativo, e in meno di quaranta minuti (al netto di un rischio-frontale con 5, lasciatemi passare il termine, rimbambite in contromano in piazza Lega Lombarda) già parcheggiato a Garibaldi con la stazione popolata da varia umanità (di ritorno dalla notte milanese) in attesa di un caffè e della riapertura della metro. Un paio d'ore di alta velocità e puntualissimo alle otto e trenta sono già in "braghini" e maglietta a Santa Maria Novella destinazione Santa Croce per il ritiro pettorale e la consegna della borsa.

6° Deejay Ten Firenze
Sole, temperatura sopra le medie e del vento annunciato da tutti i siti dedicati nemmeno un accenno. E per ingannare il tempo in attesa della partenza prevista per le dieci e divisa in wave per l'alto numero di partecipanti,  niente di meglio di una blanda corsetta che tra chiacchere e risate non sembra nemmeno di fare.
Solito divertente teatrino tra il Trio Medusa e un sempre più complice Linus e, dopo la partenza dei MaratonAbili, al colpo di pistola si torna protagonisti. Niente calcoli, niente preoccupazioni ma solo tanta voglia di divertirmi lasciando al garmin il solo compito di memorizzare la traccia gps.

Navigatore impostato su "turista-in-gita" e via in mezzo al gruppo cercando di godermi, e ogni tanto me lo posso anche permettere, il panorama offerto da una delle città più belle al mondo.  
Lungarno Della Zecca Vecchia, dove nella passata edizione era posto l'arrivo, Ponte San Niccolò e subito i tre chilometri di viale Michelangelo con la spettacolare vista della città dal piazzale omonimo a metà della salita.
6° Deejay Ten Firenze
Viale Galilei, Viale Machiavelli e alla fine della lunga discesa Porta Romana e la parte del nuovo percorso che da solo vale il prezzo del biglietto: Palazzo Pitti, Ponte Vecchio, Lungarno degli Acciaiuli, Lungarno Guicciardini, il Battistero e il Duomo "circumnavigato" per intero prima di infilare via dei Calzaiuoli per i trecento metri che portano all'arrivo posto in Piazza della Signoria chiudendo la fatica appena sotto i cinquantun minuti.
Ri-cambio d'abito, un paio di panini in uno street food e di nuovo in Santa Maria Novella per riprendere la strada di casa.

(Stra)Cotto ma, per una giornata così, val bene qualche sacrificio.
deejayten
E siamo a tre. Anche la DeejayTen versione gigliata sta diventando una piacevole abitudine. Partenza con il primo Frecciarossa e rientro a casa prima delle quindici. Toccata e fuga.
Arrivo in Santa Maria Novella già in abiti da "lavoro", corsetta sino a Santa Croce. ritiro pettorale, cambio maglia, consegna borsa e alle 8.45 già pronto per un breve riscaldamento in Lungarno delle Grazie. Giusto una decina di minuti prima di entrare in Piazza dell Signoria dove è posta la partenza alla "conquista" di un posto di categoria. E con il Trio ad intrattenere la piazza in un attimo arrivano le nove e trenta quando, con un colpo di pistola, un infortunato Linus da il via a questa quinta edizione dell'edizione in viola della DeejayTen.
deejayten
Via Calzaiuoli a cannone per districarsi dal traffico e una volta circumnavigato il Battistero ricollego il cervello adeguando l'andatura ad un ritmo più sostenibile. Piazza della Repubblica, via Della Vigna Nuova e, una volta attraversato il fiume passando sul Ponte alla Carraia, il lungo rettilineo che conduce a Porta Romana prima di imboccare la lunga salita del Viale Machiavelli dove ovviamente tocca pagare dazio portando il passo abbondantemente sopra i 4' al chilometro. deejayten
Scollinamento al quinto e, aiutato dalla pendenza, di nuovo in spinta. Al sesto Piazzale Michelangelo e la sua spettacolare vista sulla città. E qui servirebbe una sosta. Giusto un paio di minuti, ma non per riprendere fiato, semplicemente per godersi il panorama. Manca poco. Il percorso è stato modificato e una volta terminata la discesa a naso, di chilometri da correre, ne rimangono un paio. Sto bene e continuo a spingere. E il garmin me lo conferma. Di nuovo oltre l'Arno su Ponte San Niccolò e ultimi settecento metri senza troppi calcoli chiudendo i (quasi) nove chilometri in Lungarno delle Grazie sotto i trentacinque.
Anche stavolta (finchè dura) #tantaroba.
Deejay Ten
Tocca ammetterlo mi è rimasto un po' di amaro in bocca. Nona edizione della DeejayTen e come sempre al nastri di partenza. Preparazione pro-laguna praticamente conclusa e ultimo impegno di "categoria" prima del meritato scarico. Pratica pettorale già assolta al sabato e una volta giunti a Milano un'unica preoccupazione: il parcheggio. Assolta pure questa incombenza non mi è restato che approfittare del tempo a disposizione e della distanza per raggiungere piazza Castello per abbozzare il riscaldamento consepevole che, visti i numeri, per poter fare una gara tirata toccava "ingabbiarsi" per tempo. Deejay Ten
Detto fatto e con discreto anticipo pronto in zona gonfiabile. Nove e cinquattasette e si parte. La posizione conquistata è buona e trovare il ritmo è questione di attimi. Peccato avere però esagerato. Tre e quarantatre il primo, tre e quarantadue il secondo, tre e quarantacinque il terzo. E senza neanche attendere il responso del Garmin capisco che difficilmente potrò tenere lo stesso ritmo ancora per molto. I chilometri, distratto anche dal panorama offerto dalle vie che difficilmente ho occasione di attraversare, passano veloci e metabolizzata la delusione per l'impossiblità di realizzare quanto auspicato alla vigilia (avvicinarmi al muro dei 38') non resta che provare almeno ad abbattere almeno quello dei 39'. Il passo tra alti e bassi c'è. Tocca solo stringere i denti considerato che sono già in Corso Sempione per gli ultimi tremila metri che oramai conosco come le mie tasche.
Deejay Ten
Viale Byron, l'Arena Civica, viale Gadio e finalmente la sagoma del Castello Sforzesco con la voce di Silvio Omodeo, diffusa dagli altoparlanti, a scandire il nome e il tempo degli arrivati. È una lotta contro il cronomatro. Angelo, il primo dei Koala, in trentasette e spiccioli, il socio appena sotto i trentotto e io ancora lontano. Sessanta secondi. Un'infinità. Ci provo ma, una volta messo a fuoco il grosso display SDAM, è chiaro che anche il secondo obiettivo non può che sfumare.
Cinquattotto, cinquantanove, sessanta. Niente da fare. 
Ma se proprio devo scegliere.........


deejay ten firenzeToccata e fuga nella città gigliata per chiudere in bellezza il mese di Maggio con la quarta edizione della DeejayTen (non) competitiva in versione viola: dieci chiometri per i più "bravi" e 5 per tutti quelli che ci vogliono provare.

Soliti riti comuni a tutte le gare e, una volta depositata la borsa, al piccolo trotto su Lungarno per una parvenza di riscaldamento sotto lo sguardo incuriosito degli immancabili turisti dagli occhi a mandorla.

Nove e venti in griglia e, qualche minuto dopo la mezza, il via con Manuel Pasqual, il
deejay ten firenzecapitano della Fiorentina, in veste di starter d’eccezione. Solita ressa iniziale ma per una volta, non avendo ambizioni cronometriche, me la posso anche prendere comoda pensando solo all'unico obiettivo sensato in una giornata del genere: godersi il panorama offerto da una delle città pià belle al mondo. Piazza del Duomo, Battistero e, una volta deejay ten firenzeattraversato il fiume passando sul Ponte alla Carraia, il lungo rettilineo che conduce a Porta Romana prima di imboccare la lunga salita del Viale Machiavelli.

Scollinamento intorno al quinto e una volta imboccato Viale Galilei la spettacolare vista della città da Piazzale Michelangelo.
Terminata la discesa di nuovo su Lungarno prima di riattraversare nuovamente il fiume sul Ponte alle Grazie per gli ultimi cinquecento metri che portano all'arrivo posto appena prima dell'ingresso in piazza Santa Croce con il Garmin ad indicare un tempo prossimo ai quarantacinque minuti.

Ma per una volta lo posso anche dire: "chissenefregadelgarmin"!!
8° Deejay Ten
Prima domenica di ottobre e immancabile appuntamento con la diecikappa "inventata" nel 2005 dal più noto dj d'Italia. Un diecimila che si ama o si odia, non ci sono mezze misure. Ma a giudicare dal numero di quelli che vi partecipano posso permettermi di azzardare che il numero che appartiene alla prima categoria supera di gran lunga quelli della seconda. Del resto, come sempre, sono i numeri ad essere più chiari di mille parole: iscrizioni chiuse il giorno prima e oltre dodicimila sacche distribuite tra i partecipanti delle tre gare. Sveglia come in un normale giorno lavorativo, colazione e via in macchina direzione Milano alla caccia di un parcheggio zona parco Sempione. Solite operazioni preliminari e via per un accenno di riscaldamento con un occhio fisso sull'orologio. Con questi numeri ci sono due possibilità: o si parte davanti e allora si "tira" o si parte nelle retrovie e ci si gode la città nuovamente "ostaggio" di migliaia di pazzi in pantaloncini e maglietta. Ma una volta "conquistata" una buona posizione che faccio? 8° Deejay TenTocca, a malincuore (falso come Giuda), scartare la seconda ipotesi. Nove e trentuno e via a cannone. Tre e cinquantuno al primo, tre e quarantasette alla Triennale, tre e cinquantatre in viale Papiniano. Tempi che, con il lungo del venerdì ancora nelle gambe, non mi posso di sicuro permettere ancora per molto. Più saggio allora alzare il ritmo cercando comunque di stare sotto i 4'/km. Giro di boa sotto i venti e ritmo che lascia presagire una bella prestazione. Piazza 8° Deejay TenGiulio Cesare e quello che rimane della vecchia Fiera, viale Cassiodoro,il Vigorelli e finalmente Corso Sempione con gli ultimi duemila e cinquecento metri da fare senza troppi calcoli. Metri che oramai conosco come le mie tasche e che ogni volta sembrano non avere mai fine. Viale Byron, l'Arena Civica, viale Gadio e finalmente il Castello Sforzesco con il goonfiabile ad indicare la fine della "sofferenza". Dura, davvero dura. 
Ma che soddisfazione leggere sul Garmin "under quaranta".