Ultimo lungo, andato anche questo

ultimo lungo portato a casa
lungo - 32.2
Di tutta la preparazione per una maratona il lungo, apparentemente, è quello che meno desta preoccupazioni soppiantato dal medio che, dopo l'avvenuta riappacificazione con le ripetute, è il "lavoro" che attualmente non riesco proprio a digerire.

Ma meno preoccupazioni non significa non averne del tutto perchè è un attimo, e non sarebbe nemmeno la prima volta, decidere a chilometri da casa di abortire anzitempo la fatica. Cena sbagliata, un po' di stanchezza, qualche grado di temperatura in più, tutta una serie di variabili da tenere in considerazione. Se poi ci si mette anche il pensiero di una caviglia tornata a destare preoccupazioni il quadro che si prospetta alla vigilia dell'ultimo lungo non è poi così rassicurante.

Primi chilometri in zona per "sentire" se i tendini hanno qualcosa da obiettare e il resto, come da programma, sulla lunga striscia di verde che costeggia il fiume Olona.

Sono stanco, o forse più semplicemente, non è giornata. Le gambe girano ma non ne vogliono sapere di spingere come dovrebbero. 

E allora di necessità virtù. 
Lenti ma tutti e trentadue, quello che davvero conta è averlo portarlo a casa.

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