Come dice il promo: la corsa nella città più bella del mondo
Sole, cielo terso e temperatura da primi di giugno per i dieci chilometri nella città, come recita il promo alla radio, più bella del mondo.
Giù con il primo treno, di ritorno con quello delle 13 e in mezzo cinque piacevolissime ore nel capoluogo toscano.
Solita trafila comune a tutte le gare e dopo aver lasciato la borsa oltre Arno lemme, lemme mi avvio in zona partenza dove spero di trovare quelli che, in teoria, dovrebbero condividere con me la stessa fatica.
Solita trafila comune a tutte le gare e dopo aver lasciato la borsa oltre Arno lemme, lemme mi avvio in zona partenza dove spero di trovare quelli che, in teoria, dovrebbero condividere con me la stessa fatica.
Nove e venticinque la partenza dei maratonabili, nove e trenta la nostra. Il colpo d'occhio, come in tutte le ten, è spettacolare: un serpentone (stavolta tocca al rosso) che tinge la lunga striscia d'asfalto che corre parallela al fiume prima e una volta partiti il resto delle strade attraversate dalla gara.
Giusto il tempo di sgranare il gruppo e inizia la lunga salita che porta a piazzale Michelangelo e da dove la vista della città, come non mi stanco di ripetere, vale da sola il prezzo del biglietto.
Nente di proibitivo ma lunga, infinitamente lunga. Si prova a ridere e scherzare ma a giudicare dai silenzi e le risposte a monosillabi è facile intuire che, per tornare ad avere conversazioni che si possano definire tali, tocca prima scavallare.
Obiettivo (non dichiarato) cinquanta minuti ma senza troppi patemi d'animo perché non è questa la giornata per inseguire il Garmin. Non ne ho voglia io, non ne hanno voglia i compagni di viaggio ma probabilmente, ad essere sinceri, non me lo posso nemmeno permettere. Il ritmo è buono, andiamo addirittura in progressione e una volta superato il "gran premio" della montagna ci stabilizziamo una decina di secondi sotto i 5'/km.
Il tempo passa, i chilometri pure e tra una chiacchiera e una risata non ci si accorge nemmeno di essere quasi ai titoli di coda.
Ancora poco e anche questa Ten finisce nell'album dei ricordi. Non prima però di scoprire in tempo reale le novità del percorso che, nella parte finale, ci privano del caratteristico passaggio da Palazzo Pitti e su Ponte Vecchio (lavori stradali ?) e con l'arrivo sotto il Duomo. Dettagli che comunque nulla tolgono alla bellezza del percorso.
Ancora poco e anche questa Ten finisce nell'album dei ricordi. Non prima però di scoprire in tempo reale le novità del percorso che, nella parte finale, ci privano del caratteristico passaggio da Palazzo Pitti e su Ponte Vecchio (lavori stradali ?) e con l'arrivo sotto il Duomo. Dettagli che comunque nulla tolgono alla bellezza del percorso.
Ripassiamo il fiume su Ponte Santa Trinita per gli ultimi chilometri su un fondo che, tra buche e pavè sconnesso, richiede piu di una semplice occhiata. Ora manca davvero poco e una volta attraversato Piazza della Repubblica non restano che gli ultimi duecento metri prima del gonfiabile posto tra Battistero e Basilica. Nemmeno un'accenno di volata e il Garmin stoppato una manciata di secondi sopra i cinquanta.
Ma per una volta chissenefrega.