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Firenze (half) Marathon
Che fare quando hai già il treno, hai l'hotel e poiché hai già spostato l'iscrizione dell'anno precedente (pagando altri 20 euro) non puoi ne spostarlo di nuovo ne venderlo? Bella domanda. 

Provare l'impresa (o la follia che dir si voglia) non rientra nei miei piani ma non approfittare del meteo sarebbe un peccato e allora si opta per la mezza anche se fermarsi su Lungarno equivale ad un ritiro ma che, in questo caso, non ha niente a che vedere con quello di cinque anni fa causato da una bandelletta desiderosa di un protagonismo non richiesto.

Sabato dedicato al viaggio, al ritiro del pettorale e, dovendo correre solo metà gara, una cena a base di fiorentina prima di un meritato riposo.

Firenze (half) MarathonSveglia al solito orario improponibile e, dopo aver fatto colazione, in strada destinazione Piazza Santa Maria Novella dove è posizionato il deposito borse. Il cielo è terso ma la temperatura, annunciata da giorni, è sotto lo zero con un percepito che fa rimpiangere la decisione presa e che nemmeno l'effetto stalla, una volta entrati in griglia, riesce a mitigare.

Ma ormai il danno è fatto e tocca farsene una ragione.

Lo start , alle otto e trenta viene dato puntuale ma servono almeno in paio di minutiper arrivare al tappeto che traccia il passeggio di tutti. Il vialone è largo e permetterebbe anche di impostare subito il ritmo ma diversi lavori sulla sede stradale causano più di uno spiacevole imbuto. 

Navigatore impostato sui cinque e si va. O almeno nelle intenzioni perché complice l'effetto pettorale, una volta sgranato il gruppo sono almeno una decina di secondi sotto al desiderato.

Firenze (half) Marathon - percorso
Sto bene e, apparentemente, sto correndo ad un ritmo che mi posso permettere. Capire poi per quanto possa durare è un altro discorso. 

Il sole prova a scaldare la fredda mattinata ma tocca arrivare negli spazi aperti del Parco delle Cascine per trarne davvero beneficio.

Firenze (half) Marathon
I chilometri passano e, grazie alla bella giornata, risultano anche meno noiosi di quanto potessi ricordare. Continuo ad andare in spinta e i parziali dicono che sto limando
ulteriori secondi alla media tenuta prima dell'ingresso nel parco. Comincio a crederci  Davanti, ancora distanti, ho i palloncini dei duecentodieci minuti ma raggiungerli non sembra poi una missione impossibile. E allora tocca provarci.

Aggancio che si concretizza poco prima di Lungarno di Santa Rosa dove il gruppo al seguito dei pacer diventa, complice la larghezza della sede stradale, un ostacolo per chi, avendo solo altri 4 chilometri da correre, si può permettere di sparare le ultime cartucce.

Palazzo Pitti, il Ponte Vecchio tra due ali di gente che incita parenti e amici e un nuovo passaggio sull'Arno dove è posizionato il ristoro dei Venti. Ormai è fatta, solo mille metri. Nessun cedimento, anzi. Venezia sembra distante anni luce. Ultima curva a sinistra, nuovo passaggio sul fiume e alla fine del ponte il tappeto che sancisce, finalmente, la fine della mia gara.

Stanco, davvero stanco ma che soddisfazione vedere poi su Connect 21 parziali.
12° Deejay Ten Firenze
foto Giuseppe Cabras/New Press Photo
A distanza di due mesi eccomi pronto ad indossare nuovamente un pettorale. Lo confesso, questa volta me la sono prese comoda: ventotto giorni senza le mie A3 ma soprattutto senza sensi di colpa.

Ma le cose belle non durano e quindi, una volta rinsavito ho cercato di fare del mio meglio per arrivare in condizioni dignitose all'appuntamento su Lungarno della Zecca Vecchia dove da diversi anni è posizionato il gonfiabile della partenza.

8e50 il via dei maratonabili e alle nove è il nostro turno. Si torna protagonisti. Nuvolo,  umido quanto basta ma le previsioni promettono sole a breve. Niente a che vedere con il diluvio della mia ultima partecipazione pre-covid.

La posizione non è delle migliori ma non ci vuole molto ad impostare il passo. Nessuna vena agonistica. Stavolta ce la vogliamo prendere comoda lasciando decidere il ritmo da seguire a quello che nel gruppo potrebbe avere problemi di tenuta. Decide lui e noi ci adeguiamo stando attenti, come spesso accade,  a non farci prendere la mano costringendolo a correre impiccato.

12° Deejay Ten Firenze
Attraversiamo  l'Arno e iniziamo la salita che conduce al piazzale da cui godere uno dei panorami che da solo vale il prezzo del biglietto. Niente di veramente impegnativo ma che, considerato il clima, potrebbe lasciare il segno.

Si ride e si scherza e tra una battuta e l'altra non sembra nemmeno di faticare troppo. Il primo, complice il traffico,  a sei, il secondo un po' più lento  e, dopo aver goduto della vista della città dalla terrazza che la domina si comincia ad invertire il trend nonostante manchino ancora più di mille metri prima di poter scavallare e iniziare la altrettanto lunga discesa che ci riporta in città attraverso Porta Romana. Come diceva sempre la mia mamma "a scinniri tutti i santi aiutano" e anche il ritmo non può che trarne beneficio confermando una lenta ma costante progressione. 

Il più è fatto, ancora una ventina di minuti e,, con la dovuta attenzione al fondo
12° Deejay Ten Firenze - percorso
piuttosto sconnesso, possiamo archiviare la pratica. Pratica che con un po'' di ingiustificato ottimismo consideriamo già chiusa una volta  riattraversato il fiume su Ponte Santa Trinità poco prima del cartello degli 8. Perché è evidente che la si finisce, resta solo da capire in quanto. 

Tocca provare a spingere un po' sull'acceleratore. Ultimi mille metri. Il gonfiabile è lì, sempre più vicino ma, questa volta, niente volata della vita, vogliamo arrivare tutti assieme in parata. Bello poi scoprire di essere riusciti a farlo sotto i 55.

Ci voleva proprio una domenica mattina come questa..

10° Deejay Ten Firenze
Stavolta mi è toccata, prevista da giorni è arrivata puntuale come una cambiale: pioggia prima, durante e dopo.
Solita sveglia puntata ad  un orario improponibile, colazione e in meno di mezz'ora sono già parcheggiato ad un centiniaio di metri dalla Centrale per la trasferta in terra Toscana. Ormai è un rito, un'occasione per correre con gli amici e gustarsi la vista e le bellezze della città senza l'assillo di dover cercare il tempo a tutti i costi.

Ritiro pettorale, cambio d'abito e, sfruttando la distanza, al piccolo trotto sino alla partenza passando dal deposito borse ubicato già da un paio d'anni sulla sponda opposta a quella della partenza.

Il cielo non promette niente di buono ma dopo una prima abbondante lavata ci illude con una breve pausa che dura giusto il tempo di un battito d'ali.

Nove e venticinque il via dei Maratonabili e 5 minuti piu tardi si torna protagonisti. Ovviamenta la piogga non allenta la presa ma almeno la temperatura è quella ideale per correre. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo e impostare la velocità di crociera  ed è  gia tempo di imboccare la lunga salita che porta a Piazzale Michelangelo e la sua terrazza sulla città con vista da cartolina.

Cinque, cinque e dieci, cinque e sette i parziali dei primi chilometri nonostante la salita che porta al Piazzale. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e una volta scollinato i buoni propositi, come spesso mi accade, vanno a farsi benedire. In discesa poi, come dice il detto, tutti santi aiutano e quindi chi sono io per impedirgli di farlo?

Una lunga e bella progressione che non si limita ai chilometri con pendenza favorevole ma, sorprendentemente. prosegue anche dopo aver superato Porta Romana come non mi capitava da mesi.
10° Deejay Ten FirenzeLa pioggia non allenta la presa e con un occhio al fondo sconnesso cerco comunque di non perdermi il "panorama" offerto dal capoluogo toscano.

Ci siamo, siamo nel salotto buono della città sotto gli occhi di passanti e turisti per la verità abbastanti incuranti della marea blu che ha preso possesso della città già da una quarantina di minuti. Il cronometro scorre ma quello che visualizza il Polar non può che compiacermi con una proezione finale sotto i quarantotto. Non sono stanco, o meglio non più di tanto, ma qualcuno della compagnia, anche se siamo all'epilogo, sembra non averne più e allora tocca adeguare l'andatura perchè non è certo questa l'occasione per cercare la prestazione.

Lungarno, di nuovo, e il cartello dei nove. Un ultimo sforzo e anche questa Ten finisce in archivio: Piazza della Repubblia, Via Roma e dopo un'ultima curva a destra,  Piazza San Giovanni con il Battistero e il Duomo a fare da cornice al gonfiabile dell'arrivo con il Polar ad indicare una manciata di secondi sopra i quarantotto.

Che dire ? Bagnato come un pulcino ma ne è valsa la pena.

35° FirenzemarathonTrentesimo o poco più e la mia Firenzemarathon  va a in archivio nel peggiore dei modi: ritirato. 

Il ginocchio,   sempre lo stesso, ha deciso di tornare protagonista. Improvviso (e soprattutto non invitato) un fastidio che credevo di aver dimenticato e che, nel volgere di un centinaio di metri, è  diventato sempre più invadente. inutile insistere e soprattutto a che pro?

Una dozzina di chilometri al pascolo con condizioni meteo favorevoli si possono anche mettere in conto, soprattutto in una città bella come Firenze che, nella parte finale del percorso,  regala bellezze come poche altre città al mondo ma non oggi.

Pioggia incessante e temperatura intorno ai nove, dieci gradi sono ingredienti che, per come la vedo io, possono solo regalarmi più di qualche giorno a spese dell'INPS.
 
Eppure c'erano tutti i presupposti (pioggia a parte) per fare bene. Nonostante i soliti dubbi della vigilia mi stavo anche divertendo. velocità di crociera programmata per non strafare. abbastanza costante e mai in affanno.

35° FirenzemarathonPartenza un po' sopra le righe condizionata dal ritmo degli altri ma regolata nel giro di pochi chilometri tra i 4e45 e i 4e50 con il passaggio alla mezza in 1 quaranta e spiccioli che mi lasciava sperare in un risultato in linea con quello di primavera nella gara di casa.

E invece niente. Primo ritiro e addio ai sogni di gloria, Perché finire una quarantadue è sempre una gran bella soddisfazione.

Vabbè, ora un po' di divaning e tra una decina di giorni, ginocchio permettendo, si ricomincia.
In primavera  c'è una medaglia da portare a casa.

Deejay Ten Firenze - foto La Repubblica
Sole, cielo terso e temperatura da primi di giugno per i dieci chilometri nella città, come recita il promo alla radio, più bella del mondo. 

Giù con il primo treno, di ritorno con quello delle 13 e in mezzo cinque piacevolissime ore nel capoluogo toscano.

Solita trafila comune a tutte le gare e dopo aver lasciato la borsa oltre Arno lemme, lemme mi avvio in zona partenza dove spero di trovare quelli che, in teoria, dovrebbero condividere con me la stessa fatica.

Nove e venticinque la partenza dei maratonabili, nove e trenta la nostra. Il colpo d'occhio, come in tutte le ten,  è spettacolare: un serpentone  (stavolta tocca al rosso) che tinge la lunga striscia d'asfalto che corre parallela al fiume prima e una volta partiti il resto delle strade attraversate dalla gara.

Giusto il tempo di sgranare il gruppo e inizia la lunga salita che porta a piazzale Michelangelo e da dove la vista della città, come non mi stanco di ripetere, vale da sola il prezzo del biglietto. 

Nente di proibitivo ma lunga, infinitamente lunga. Si prova a ridere e scherzare ma a giudicare dai silenzi e le risposte a monosillabi  è facile intuire che, per tornare ad avere conversazioni che si possano definire tali, tocca prima scavallare. 

Obiettivo (non dichiarato) cinquanta minuti ma senza troppi patemi d'animo perché non è questa la giornata per inseguire il Garmin. Non ne ho voglia io, non ne hanno voglia i compagni di viaggio  ma probabilmente, ad essere sinceri,  non me lo posso nemmeno permettere. Il ritmo è buono, andiamo addirittura in progressione e una volta superato il "gran premio" della montagna  ci stabilizziamo una decina di secondi sotto i 5'/km. 

Deejay Ten Firenze
Il tempo passa, i chilometri pure e tra una chiacchiera e una risata non ci si accorge nemmeno di essere quasi ai titoli di coda.

Ancora poco e anche questa Ten finisce nell'album dei ricordi. Non prima però di scoprire in tempo reale le novità  del percorso che, nella parte finale,  ci privano del caratteristico passaggio da Palazzo Pitti e su Ponte Vecchio  (lavori stradali ?)  e con l'arrivo sotto il Duomo. Dettagli che comunque nulla tolgono alla bellezza del percorso.  

Ripassiamo il fiume su Ponte Santa Trinita  per gli ultimi chilometri su un fondo che, tra buche e pavè sconnesso, richiede piu di una semplice occhiata. Ora manca davvero poco e una volta attraversato Piazza della Repubblica  non restano che gli ultimi duecento metri prima del gonfiabile posto tra Battistero e Basilica.  Nemmeno un'accenno di volata e il Garmin stoppato una manciata di secondi sopra i cinquanta.
Ma per una volta chissenefrega.
8° Deejay Ten Firenze
Non so quanto normale possa essere puntare la sveglia ad un orario improponibile, uscire di casa quando per molti è il momento di rientrare e arrivare giusto in tempo per il primo AV, essere alle otto in "scusa, come se cahiama 'sta piazza ?" (Santa Croce per il resto dell'umanità), correre dieci chilometri e alle tredici già sulla via del ritorno. 

8° Deejay Ten FirenzeA volte ci penso e mi chiedo se non sia il caso  di cercare uno davvero bravo. Poi però quando alle dieci si torna ad essere protagonisti in una delle città piu belle del mondo la risposta (a patto di trovare i biglietti del treno a prezzi ragionevoli) non può che essere "si, ne vale la pena".  

Dieci chilometri su un  percorso che, dopo qualche aggiustamento, ha finalmente raggiunto la quadra senza, per una volta, l'assillo del cronometro. 

8° Deejay Ten Firenze - foto QN - La NazioneQuesto almeno in teoria perché, una volta incontrato il "gommista" di fiducia in trasferta per il medesimo motivo, è un attimo decidere di correrla assieme.

È un rischio e sono consapevole che me ne pentirò amaramente ma almeno, se tengo, ho la scusa per provare ritmi che credo di aver dimenticato di avere.

Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci il nostro. La posizione è buona e fin da subito siamo a ritmo gara. Giusto un migliaio di metri e comincia la lunga salita che  porta a Piazzale Michelangelo con la vista sulla città che da sola ripaga della fatica per raggiungerlo. 

Tre chilometri non troppo impegnativi ma che alla fine, per chi non ci è abituato, si fanno sentire.  Il passo, ovviamente, ne risente ma, una volta scollinato, si recupera con gli interessi quanto perso nella prima parte. 

8° Deejay Ten FirenzeIl più è fatto e non resta che attraversare il salotto buono della città. Porta Romana, Palazzo Pitti e il passaggio su Ponte Vecchio sotto lo sguardo curioso dei turisti che timidamente ci incoraggiano.

I soci continuano a spingere e io tengo botta. Il ritmo è  sotto i 4e10 ed è piacevole rendersi conto di non fare nemmeno troppa fatica a tenerlo.
Un ultimo sforzo e anche questa Ten va in archivio: Battistero, periplo del Duomo, Via dei Calzaiuoli e la volata finale con un crono finale  abbondantenente sotto i quarantatre.

E per una domenica che doveva essere all'insegna del "godiamoci la festa" questo, per quel che mi riguarda, è un crono di tutto rispetto.


33° firenze marathon - foto Giancarlo Colombo
Firenze è una città che adoro e ogni occasione è buona per farci una scappata. Diverso invece è il rapporto, almeno sino a domenica, con la sua maratona: due sole partecipazioni e altrettanti fallimenti. Perchè quando, a poco più di due terzi di gara, decidi che non è giornata e la parola ritiro non fa ancora parte del tuo vocabolario, i restanti chilometri possono trasformarsi in un piccolo "calvario". Un'onta che prima o poi andava lavata.
Logico quindi approfittare ad inizio anno della tariffa promozionale senza immaginare che questo 2016 sarebbe stato, da quando corro, l'anno con il maggior numero di problemi fisici e il minore numero di gare disputate.

Il sabato dedicato a raggiungere il capoluogo toscano, expo per sbrigare la pratica pettorale e conoscere (finalmente) il duo Berti&Borbone (in rigoroso ordine alfabetico) e poi con Gianluca e Massimo per il doveroso carico di carboidrati e proteine (chianina patrimonio dell'umanità) in un tipico locale toscano.

Ci siamo. È di nuovo "una domenica da maratoneta". Qualche centinaio di metri per raggiungere Piazza Santa Maria Novella dove sono posizionati i TIR per la consegna delle borse, cambio d'abito e con calma destinazione Piazza Duomo dove ho appuntamento con Kikko e Lino.
E se con Kikko ho solo intenzione di condividere la mezz'ora che ci separa dalla partenza con Lino invece ho deciso di condivire una buona fetta di gara.
33° firenze marathon  - percorso

Non ho ambizioni cronometriche. Ho solo voglia di finirla e possibilmente bene.

Vai tu a spiegare a tutti quelli che conosci che a tua non è la solita pretattica tipica di noi runner: "non sto bene", "non è giornata", "mi fa male qui" e poi salta fuori il personale.

I lunghi sono andati bene, la mezza addirittura alla grande, ma qui si tratta della distanza doppia.
In maratona non si può improvvisare niente perchè Lei non regala niente e oggi, senza un apparente motivo, la linea di demarcazione tra "successo" e l'ennesimo "failed" mi sembra più sottile del solito.

Il percorso è fresco di modifica con partenza e arrivo in uno degli scenari piu belli al mondo ma di fatto è semplicemente assemblato in maniera differente. Gli stessi due sottopassi, le "cascine" nel primo terzo, Palazzo Pitti, lo Stadio Franchi, l'unico cavalcavia che al 34imo pare il Pordoi e gli ultimi chilometri nel salotto buono della città.

Otto e trenta e si parte. La posizione in gabbia è buona e riuscire ad impostare il ritmo è solo questione di poche centinaia di metri. L'obiettivo sarebbe un passo da 4e58 ma anche questa volta il pettorale fa miracoli e nonostante l'impegno a non strafare i primi chilometri sono troppo veloci. Io e Lino ne siamo consapevoli ma "trascinati" da chi ci circonda facciamo "fatica" a darci una regolata.
33° firenze marathon
Eppure tocca provarci. O forse no, perchè dopo un paio di chilometri come da ruolino di marcia, siamo punto e a capo: sempre troppo veloci.
A questo punto inutile nascondersi o fingere di volerlo fare. Sino alla mezza a fare da pacer al mio socio come da programma e poi, come da consolidata "abitudine" si va finchè ce n'è. I chilometri passano e delle chiacchere iniziali è rimasto ben poco segno inequivocabile che la compagnia verrà sciolta prima di quanto preventivato. Io ne ho ancora, Lino no e al ristoro del ventesimo lo "perdo".

Forse è un azzardo ma ci voglio provare. Del resto, come dice il proverbio, chi non risica non rosica. Tanto peggio delle due precedenti occasioni non può di certo andare. Un passo dopo l'altro. Ancora una volta un passo dopo l'altro. La gara sta prendendo una piega che va ben oltre le più rosee aspettative e io mi sto divertendo da morire. Nonostante il passo sia piuttosto allegro non sono affatto "impiccato" e anche la zona meno attraente (per intenderci quella dello stadio Artemio Franchi) sembra addirittura meno noiosa di quanto ricordassi.

Un ultimo sforzo per superare il cavalcavia ferroviario e poi gli otto chilomtri che da soli valgono il prezzo del biglietto: Piazza Duomo, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria prima dell'arrivo posto davanti al Battistero. Un epilogo da togliere il fiato.
33° firenze marathonE di colpo, una volta superata l'ultima asperità, la netta sensazione, peraltro del tutto immotivata, di avercela già fatta e il Garmin diventato, a questo punto, un accessorio inutile.

Adesso addirittura sorrido (o almeno credo di farlo) e se, per evitare guai, con un occhio presto attenzione al fondo sconnesso con l'altro cerco di godermi il panorama baciato da un fantastico sole. Quaranta, quarantuno e una volta lasciata la piazza dove il David fa bella mostra di se, gli ultimi 600 metri da per-correre senza più remore tra due ali di folla.

Provo anche a cercare il volto di mia moglie ma non la riesco a scorgere. Lei è lì davanti, sulla curva. Mi chiama ma io, nel pieno della trance agonistica, nemmeno me ne accorgo.

Ultima curva, il tappeto blu e a braccia alzate a varcare per la ventottesima volta una finish line con il display TDS ad indicare una manciata di secondi sopra i duecentotre minuti.
E ora chiedetemi se sono felice.


Deejay Ten Firenze
Sveglia puntata ad un orario che per molti è quello del rientro a casa e alle 4.30 su una A8 che nemmeno ad Agosto la si può trovare così deserta. Trenta, dico trenta minuti e sono già parcheggiato a due passi da una Stazione Centrale che comincia lentamente a prendere "vita". 
Partenza con il primo Frecciarossa, rientro con quello delle 12.30 e in mezzo 10K in una delle città più belle al mondo. 
In Santa Maria Novella già in abiti da "lavoro" e prima delle nove con il pettorale già appuntato alla maglietta su un Lungarno baciato da un fantastico sole per un riscaldamento che si possa definire tale. 
Nove e cinquanta lo start per i MaratonAbili, e alle dieci si torna ad essere protagonisti trasformando Lungarno della Zecca Vecchia in una enorme macchia gialla. E se nella edizione di casa la voglia di provarci non manca mai, nel granducato è vero il contrario: se si tratta di gita, che gita sia. 
Il percorso, dopo la modifica dello scorso anno, è ancora più bello. Giusto un migliaio di metri per sgranare il gruppo e si comincia a salire su per Viale Michelangelo e a metà della salita lo splendore dell'omonimo Piazzale con una vista sulla città che da sola vale il prezzo del biglietto. Partiti cauti piano piano si comincia, nonostante l'ascesa ad incrementare il ritmo. Al quarto in ventuno e una volta scollinato non può che andar meglio, perchè a voler fare il figo "Facilis descensus Averni" o più semplicemente, come dice sempre la mia mamma, "Nella discesa, tutti i Santi aiutano". 
Deejay Ten Firenze
Metà fatica archiviata in ventisei e la "strana" sensazione di portare a casa un risultato, considerato lo spirito della gara, davvero insperato. Porta Romana in trentatre e un discreto magine in termini di secondi da gestire negli ultimi (quasi) quattro chilometri nel cuore della città gigliata. Palazzo Pitti, Ponte Vecchio, Lungarno degli Acciaiuli, Guicciardini, via della Vigna Nuova e il periplo della piazza simbolo di Firenze prima dei trecento metri che ci separano da Piazza della Signoria. 
Il più è fatto e dopo una rapida occhiata a quanto visualizzato dal Garmin è facile intuire che, anche senza tirarsi i collo, il crono dovrebbe fermarsi su un quarantanove alto. 
Ri-cambio d'abito, sosta da "i due fratellini" per un paio di panini e di nuovo in Santa Maria Novella per riprendere la strada di casa. 
Stanco. Molto stanco. Ma anche questa volta ne è valsa la pena.
6° Deejay Ten Firenze
Quattro. E con questa edizione sono quattro le trasferte mordi e fuggi nel granducato.
Sveglia alle quattro e mezza, colazione, A8 come la sognerebbe chiunque alle sette di un normale giorno lavorativo, e in meno di quaranta minuti (al netto di un rischio-frontale con 5, lasciatemi passare il termine, rimbambite in contromano in piazza Lega Lombarda) già parcheggiato a Garibaldi con la stazione popolata da varia umanità (di ritorno dalla notte milanese) in attesa di un caffè e della riapertura della metro. Un paio d'ore di alta velocità e puntualissimo alle otto e trenta sono già in "braghini" e maglietta a Santa Maria Novella destinazione Santa Croce per il ritiro pettorale e la consegna della borsa.

6° Deejay Ten Firenze
Sole, temperatura sopra le medie e del vento annunciato da tutti i siti dedicati nemmeno un accenno. E per ingannare il tempo in attesa della partenza prevista per le dieci e divisa in wave per l'alto numero di partecipanti,  niente di meglio di una blanda corsetta che tra chiacchere e risate non sembra nemmeno di fare.
Solito divertente teatrino tra il Trio Medusa e un sempre più complice Linus e, dopo la partenza dei MaratonAbili, al colpo di pistola si torna protagonisti. Niente calcoli, niente preoccupazioni ma solo tanta voglia di divertirmi lasciando al garmin il solo compito di memorizzare la traccia gps.

Navigatore impostato su "turista-in-gita" e via in mezzo al gruppo cercando di godermi, e ogni tanto me lo posso anche permettere, il panorama offerto da una delle città più belle al mondo.  
Lungarno Della Zecca Vecchia, dove nella passata edizione era posto l'arrivo, Ponte San Niccolò e subito i tre chilometri di viale Michelangelo con la spettacolare vista della città dal piazzale omonimo a metà della salita.
6° Deejay Ten Firenze
Viale Galilei, Viale Machiavelli e alla fine della lunga discesa Porta Romana e la parte del nuovo percorso che da solo vale il prezzo del biglietto: Palazzo Pitti, Ponte Vecchio, Lungarno degli Acciaiuli, Lungarno Guicciardini, il Battistero e il Duomo "circumnavigato" per intero prima di infilare via dei Calzaiuoli per i trecento metri che portano all'arrivo posto in Piazza della Signoria chiudendo la fatica appena sotto i cinquantun minuti.
Ri-cambio d'abito, un paio di panini in uno street food e di nuovo in Santa Maria Novella per riprendere la strada di casa.

(Stra)Cotto ma, per una giornata così, val bene qualche sacrificio.
deejayten
E siamo a tre. Anche la DeejayTen versione gigliata sta diventando una piacevole abitudine. Partenza con il primo Frecciarossa e rientro a casa prima delle quindici. Toccata e fuga.
Arrivo in Santa Maria Novella già in abiti da "lavoro", corsetta sino a Santa Croce. ritiro pettorale, cambio maglia, consegna borsa e alle 8.45 già pronto per un breve riscaldamento in Lungarno delle Grazie. Giusto una decina di minuti prima di entrare in Piazza dell Signoria dove è posta la partenza alla "conquista" di un posto di categoria. E con il Trio ad intrattenere la piazza in un attimo arrivano le nove e trenta quando, con un colpo di pistola, un infortunato Linus da il via a questa quinta edizione dell'edizione in viola della DeejayTen.
deejayten
Via Calzaiuoli a cannone per districarsi dal traffico e una volta circumnavigato il Battistero ricollego il cervello adeguando l'andatura ad un ritmo più sostenibile. Piazza della Repubblica, via Della Vigna Nuova e, una volta attraversato il fiume passando sul Ponte alla Carraia, il lungo rettilineo che conduce a Porta Romana prima di imboccare la lunga salita del Viale Machiavelli dove ovviamente tocca pagare dazio portando il passo abbondantemente sopra i 4' al chilometro. deejayten
Scollinamento al quinto e, aiutato dalla pendenza, di nuovo in spinta. Al sesto Piazzale Michelangelo e la sua spettacolare vista sulla città. E qui servirebbe una sosta. Giusto un paio di minuti, ma non per riprendere fiato, semplicemente per godersi il panorama. Manca poco. Il percorso è stato modificato e una volta terminata la discesa a naso, di chilometri da correre, ne rimangono un paio. Sto bene e continuo a spingere. E il garmin me lo conferma. Di nuovo oltre l'Arno su Ponte San Niccolò e ultimi settecento metri senza troppi calcoli chiudendo i (quasi) nove chilometri in Lungarno delle Grazie sotto i trentacinque.
Anche stavolta (finchè dura) #tantaroba.
deejay ten firenzeToccata e fuga nella città gigliata per chiudere in bellezza il mese di Maggio con la quarta edizione della DeejayTen (non) competitiva in versione viola: dieci chiometri per i più "bravi" e 5 per tutti quelli che ci vogliono provare.

Soliti riti comuni a tutte le gare e, una volta depositata la borsa, al piccolo trotto su Lungarno per una parvenza di riscaldamento sotto lo sguardo incuriosito degli immancabili turisti dagli occhi a mandorla.

Nove e venti in griglia e, qualche minuto dopo la mezza, il via con Manuel Pasqual, il
deejay ten firenzecapitano della Fiorentina, in veste di starter d’eccezione. Solita ressa iniziale ma per una volta, non avendo ambizioni cronometriche, me la posso anche prendere comoda pensando solo all'unico obiettivo sensato in una giornata del genere: godersi il panorama offerto da una delle città pià belle al mondo. Piazza del Duomo, Battistero e, una volta deejay ten firenzeattraversato il fiume passando sul Ponte alla Carraia, il lungo rettilineo che conduce a Porta Romana prima di imboccare la lunga salita del Viale Machiavelli.

Scollinamento intorno al quinto e una volta imboccato Viale Galilei la spettacolare vista della città da Piazzale Michelangelo.
Terminata la discesa di nuovo su Lungarno prima di riattraversare nuovamente il fiume sul Ponte alle Grazie per gli ultimi cinquecento metri che portano all'arrivo posto appena prima dell'ingresso in piazza Santa Croce con il Garmin ad indicare un tempo prossimo ai quarantacinque minuti.

Ma per una volta lo posso anche dire: "chissenefregadelgarmin"!!
firenze marathon
Me lo sono chiesto spesso, anzi spessissimo, negli ultimi 10 chilometri. Perchè insistere in una sorta di supplizio quando è solo la testa a voler attraversare, in Santa Croce, la tanto agognata linea, quella che sancisce la fine dei quarantadue chilometri e centonovantacinque metri della FirenzeMarathon? Eppure le premesse per fare bene c'erano tutte. Una quindicina di gradi, coperto, pioggia e vento non pervenuti, e soprattutto  una mezza, quella di Busto, portata brillantemente a casa con un tempo di tutto rispetto. Senza l'assillo di cercare il personale a tutti i costi decido, comunque, di provare a tenere i 4e15 rimandando la decisone sul tipo di gara da interpretare solo al termine del parco delle Cascine. Sulle ali dell'entusiasmo la partenza, grazie anche al grande viale e soprattutto alla posizione conquistata in griglia, non potrebbe essere migliore con il ritmo gara già impostato dopo pochi metri. Ritmo addirittura un "tantino" troppo veloce. Giusto una rapida occhiata a chi mi segue ed è un attimo decidere di approfittare (nuovamente) del comodo servizio offerto dagli angeli dal palloncino giallo. E una volta demandato ad altri la preoccupazione di controllare il Garmin non resta che godersi la gara. Almeno finchè è durata. In perfetta media al quinto, già al decimo tocca pagare dazio per la solita sosta "idraulica". Altri secondi lasciati per strada all'uscita del parco e la consapevolezza che quella che sto correndo non sarà di sicuro una maratona da ricordare. Nuovo piano di "battaglia" e ritmo sui 4e20 con un passaggio alla mezza in linea con la maratona di Venezia. Ventidue, ventitre e la voglia di soffrire comincia a venir meno. Il ritmo si alza (o si abbassa, come dir si voglia) e di fatto la mia gara, dal punto di vista delle gambe, finisce lì, in via Aretina. firenze marathonE con la cupola del Brunelleschi che pare di poter toccare, la tentazione di tirar dritto, ponendo fine ad un'inutile sofferenza, debbo confessare
di averla avuta. Ventiquattro, venticinque e i chilometri che si susseguono ancora più "lenti" del solito. Campo di Marte, il centro sportivo con lo stadio Artemio Franchi e il campo da baseball dove tocca prendesi una pausa per lo "spirito". Viale De Amicis e il cavalcavia dell'Affrico unica "asperità" del percorso. Trentadue, trentatre, trentaquattro e finalmente si rientra nel salotto buono della città, quello che da solo vale il prezzo del biglietto. Il Batttistero, Via Calimana, firenze marathonPiazza della Repubblica, Borgo Ognissanti dove sono costretto nuovamente a rifiatare. Lungarno Vespucci, Lungarno Corsini, Ponte Santa Trinità, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e finalmente il Duomo dove un cartello, con il "40" in bella vista, ricorda che ormai il più è fatto. Via del Proconsolo, Via Ghibellina (che pare essere la via più lunga del mondo), Viale Della Giovine Italia, Lungarno Della Zecca Vecchia e finalmente il tanto sospirato tappeto blu a coprire gli ultimi metri che pongono la parola  "fine" a poco più di duecento minuti di (e questa volta è il caso di dirlo) vana fatica.
deejay ten firenze
A ventun giorni dall'ultima volta con ai piedi delle A3 è di nuovo tempo di pettorale. E quale posto migliore per riassaporare il gusto della competizione se non il capoluogo toscano ?. In calendario la DeejayTen in versione gigliata: dieciK (non) competitiva per i più "bravi" e la cinque per tutti quelli che ci vogliono provare. Toccata e fuga, partenza all'alba e ritorno giusto in tempo per vedere, almeno nelle intenzioni, spegnere i semafori del GP di Montecarlo. Sveglia poco prima della quattro, colazione, doccia e in macchina direzione Milano. Traffico pari a zero e in quindici minuti (inimmaginabile di giorno) sono già parcheggiato alla fermata della metropolitana in attesa della linea sostitutiva notturna della M1. Curioso viaggiare con l'ATM a quell'ora. Solo io e l'autista, almeno per un paio di fermate, poi gruppetti di ragazzi di ritorno dal loro "sabato sera".  Mezz'ora per le vie quasi deserte di Milano e
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con largo anticipo sono già al binario in attesa di salire sul Frecciarossa direzione Firenze. Puntuale come poche altre volte alle 8 e 35 sono sul piazzale della stazione di Santa Maria Novella. Corsetta di riscaldamento e dopo pochi minuti sono già a Santa Croce in coda per il ritiro del pettorale. Cambio d'abito, borsa al deposito e di nuovo corsa verso Piazza della Signoria, dove è posizionato il gonfiabile che indica la partenza. Nessun obiettivo. Per una volta voglio godermi il percorso. Un'unica preoccupazione: saranno stati sufficienti le cure e i ventun giorni di ulteriore stop a risolvere i problemi alla gamba? Nove e quaranta e si torna ad essere protagonisti. Lasciata la piazza si va verso Piazza del Duomo, "circumnavigazione" del Battistero direzione Ponte Vecchio, deviazione sul Lungarno e, una volta attraversato il fiume passando sul ponte della S.Trinità, il lungo rettilineo che conduce a deejay ten firenze Porta Romana prima della lungasalita del Viale Machiavelli.Scollinamento intorno al quinto e una volta imboccato Viale Galilei la spettacolare vista della città che solo Piazzale Michelangelo può offrire. Terminata la discesa di nuovo su Lungarno prima di attraversare nuovamente il.fiume sul Ponte alle Grazie per gli ultimi cinquecento metri che portano all'arrivo posto in Santa Croce. Poco meno di quarantasette minuti e nessun fastidio. Mai stato così contento per una 10k, almeno per quel che mi riguarda, così lenta.
FirenzeMarathon
E con questa siamo a quattro. Forse un po' troppe in soli dodici mesi ma con un ultimo lungo portato a casa senza troppa fatica e delle previsioni che promettevano bel tempo sarebbe stato davvero un peccato sprecare l'occasione di correre per la prima volta a Firenze.
Sbrigata poi la pratica treno-albergo-pettorale non mi è rimasto altro che partire. Pomeriggio del sabato dedicato all'expo e poi in centro ad incontrare vecchi amici prima della cena a base di carboidrati e proteine (leggi una fiorentina da otto etti).
Mattina sveglia ad un orario "umano" e dopo una ricca colazione a piedi sul Lungarno direzione Santa Croce.
Nove e diciannove e al colpo di pistola si parte. I larghi viali permettono, almeno per quel che miriguarda, di impostare fin da subito il ritmo desiderato e almeno per i primi chilometri riesco ad andare anche meglio di quanto potessi sperare. Fortezza da Basso, sottopasso della stazione e poco dopo il 5° si entra nel Parco delle Cascine. Una decina di chilometri avanti e indietro e al 15°, una volta usciti dal polmone verde, si passa l'Arno sul Ponte della Vittoria.FirenzeMarathon
La media c'è, la brillantezza meno. Da Lungarno deviazione sino a Porta Romana e di nuovo verso il fiume passando sotto "Palazzo Pitti". 
Cambio di riva e mezza maratona archiviata con una trentina di secondi di margine. Ma non è giornata. Meglio allora togliere il piede dall'acceleratore e godersi il resto della gara approfittando di una giornata di sole che ha ben poco da invidiare a quelle del mese di Marzo. Venticinque, trenta, trentacinque e finalmente l'ingresso nel centro storico. E come per quella di Roma gli ultimi chilometri valgono da soli il prezzo del "biglietto".
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Il Battistero, piazza della Repubblica, il Ponte Vecchio, Piazza della Signoria, il Duomo e dopo gli ultimi interminabili 2000 metri, finalmente Santa Croce con il crono che indica qualche secondo sopra le tre ore e sedici.
Bella. O forse no. A due giorni dalla trasferta nel capoluogo toscano ancora non ho deciso se questa maratona mi è piaciuta davvero. E non riesco a spiegarmelo.
L'organizzazione, i volontari, i ristori, i chilometri finali da brivido, tutto perfetto.Eppure non riesco a decidermi. 
Non sarà che voglio trovare una scusa per riprovarci l'anno prossimo ?