Maratona

Son troppo vecchio (o diversamente giovane) per capire
XIX maratona di roma - credit naratona di roma
Mi hanno sempre insegnato che la maratona è la Gara, quella con la G maiuscola, quella che (tranne in rare eccezioni) chiude i giochi olimpici.  La gara che non ti regala niente,  dove non esiste la fortuna o la botta di culo. Alla fine raccogli sempre per quello che hai seminato. 

Potrai essere anche portato e predisposto per le lunghe distanze ma se non ti sei impegnato adeguatamente nei mesi precedenti il giorno  della gara ti verrà, sicuramente, presentato il conto. 

La maratona si corre.  Non importa a quale velocità ma si corre dal primo all'ultimo metro. O almeno ci si prova perchè a volte, nonostante tutto l'impegno profuso nella preparazione, si è costretti ad alzare bandiera bianca: giornata storta o troppo calda, una partenza troppo sopra le righe o un obiettivo troppo ambizioso e ci si trova a fare i conti con il fatidico muro. 

Può capitare e bisogna metterlo in conto. Diverso il discorso se invece il muro uno se lo va a cercare: preparazione insufficiente o lunghe soste dovute agli infortuni non sembrano spaventare più: 42195 metri devono essere e 42195 metri saranno. 
A qualunque costo. 

E a leggere certi commenti sui social per molti sembra sia diventata (o semplicemente lo è sempre stata) la consuetudine. 

Che dire?  Non capisco ma mi adeguo.