2° Venice Half Marathon

Viste le premesse, come si fa a non essere soddisfatti ?
2° Venice Half Marathon
A soli 7 giorni dalla 10k di casa eccomi di nuovo con un pettorale appuntato sulla maglietta per la seconda edizione della Venice Half Marathon con partenza posta al centro di Mestre. 

Il sabato dedicato a raggiungere Venezia, dove, senza la preoccupazione di dover risparmiare le forze in vista della quarantadue, ho potuto dedicare parte del pomeriggio a girare per le calli prima della tappa obbligata a Parco San Giuliano dove espletare le operazioni di rito (leggi pettorale, sacca gara e maglietta) concludendo poi la giornata con il tradizionale carico di carboidrati e il rientro in albergo per un meritato riposo. 

Solita sveglia ad orario improponibile e alle 6 in strada direzione piazzale Roma dove prendere il bus per raggiungere Mestre. 

La partenza fissata per le nove (posticipata poi di quindici minuti) permetterebbe anche di prendersela comoda ma i camion devono partire prima di noi è quindi diventa tassativo cambiarsi e consegnare la sacca con il cambio entro le otto. E con il sole basso sull'orizzonte, per decidere cosa indossare, tocca fidarsi delle previsioni meteo: canotta. 

Nove e diciassette e si torna protagonisti. Qualche centinaio di metri di traffico intenso e una volta sgranato il gruppo, grazie anche alla sede stradale, si può impostare il navigatore su quanto ipotizzato. Non sono nelle condizioni migliori e ne sono consapevole, pensare quindi, di ripetere la gara di metà febbraio sarebbe folle. 

La giornata è fantastica, sole, cielo terso e una temperatura che conferma la bontà della scelta di correre a braccia scoperte. Il percorso, una volta lasciato il centro si immette su quello familiare della quarantadue fin dentro il parco dove, per ovvie ragioni, deve prendere un’altra direzione e recuperare il gap che ci separa dal cartello dei meno dieci posto poco prima del Ponte della Libertà.  

Non ci sono, o non vedo, i cartelli che scandiscono i chilometri e devo, per adesso, fare affidamento a quanto visualizzato sul display del Garmin: 5'/km come da tabella.

2° Venice Half Marathon - pettorale e medaglia
Il pettorale come sempre fa miracoli ma la tentazione di accelerare lascia il posto, ogni tanto capita anche a me, ad una più saggia condotta. Mi sento bene, le gambe nonostante il sabato da turista rispondono e "girovagare" per i viali del parco risulta meno faticoso di quanto potessi immaginare.

I pacer dei 105' non sono troppo lontani ma una volta persi in partenza tentare di raggiungerli non avrebbe senso.

Lasciato Parco San Giuliano, appena prima del decimo, comincia la parte più "interessante" quella che, nella distanza regina è stata in più di un'occasione, lo spartiacque tra il successo o la disfatta  con  il cavalcavia della ferrovia che assesta il primo colpo e gli interminabili tremilaottocentocinquanta metri di "freedom bridge" che danno il colpo di grazia. 

Ma doverli affrontare a metà di una mezza non è come farlo quando di chilometri ne hai già corso più di trenta. Una sostanziale differenza che fa sembrare la salita del sovrappasso addirittura meno ripida di quanto potessi ricordare ed il lungo ponte, spauracchio per molti di quelli che transiteranno da qui a un paio d'ore, che torna ad essere semplicemente quello che è: un limitato numero di chilometri in mezzo ai 21 di gara.

Treni che attivano gli avvisatori acustici in segno di saluto da una parte, veicoli su ruote dall'altra e noi in mezzo a formare un lungo e colorato serpentone. Venezia è li davanti, sempre più vicina e io, abbandonando quel briciolo di buon senso rimasto, provo ad aumentare leggermente il ritmo. Ne ho ancora, o meglio credo di averne, e quindi pensare di limare un po di secondi di secondi non sembra un azzardo.

2° Venice Half Marathon - percorso
Tentativo che riesce solo parzialmente perché una volta arrivati alle Zattere e affrontato i primi due ponti la brillantezza degli ultimi chilometri comincia a scemare e con essa svanisce il sogno di stare almeno sotto l'ora e quarantacinque minuti.

Tocca prenderne atto e godersi senza troppi pensieri gli ultimi 3 chilometri in un contesto unico al mondo.

Altri quattro ponti prima di Punta Dogana, il ponte provvisorio di barche ad attraversare Canal Grande e il giro in Piazza San Marco che, da solo, vale il prezzo del biglietto. 

Mille metri, ancora mille metri e gli ultimi 8 ponti da attraversare, arrivati a questo punto, senza più calcoli.

Un ultimo sguardo al Garmin  un accenno di volata a limare posizioni e secondi preziosi e il display TDS sul traguardo di
 Riva dei Sette Martiri ad indicare un tempo di una manciata di secondi sotto i 106 minuti.

Viste le premesse, come si fa a non essere soddisfatti ?





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