Quando mettere la sveglia anche di domenica assume un senso
foto Emanuela Giurano |
Si torna all'antico, dopo tanti anni si torna dove tutto è cominciato: S.Siro.
Stessi luoghi (con qualche modifica al persorso), stessa voglia di divertirsi e numeri che raccontano di una manifestazione che, forse anche per lo spirito non agonistico, in questi 20 anni è diventata, per molti, un appuntamento a cui non si vuole rinunciare.
Sveglia da giorno lavorativo e, una volta pronto, in auto direzione Milano dove il problema maggiore rimane quello di arrivare in tempo per conquistare un parcheggio non troppo distante dal via.
Stavolta ci siamo tutti, tutti quelli con cui condividevo l'uscita del martedi alla montagnetta e con cui, prima che scoprissero la bicicletta, condividevo i lunghi della domenica mattina al parco
di Monza.
Saluti, baci, abbracci e dopo la foto di rito ci si avvia verso il piazzale dello stadio dove è posta la partenza.
Ore Nove e ZeroZero e si parte con il prevedibile "traffico" che porta ad impostare passo desiderato solo dopo aver imboccato via Achille dove è possibile sfruttare l'ampiezza della sede stradale.
Nessuna ansia da prestazione, nessun record da battere (quelli ormai sono lontani ricordi) ma solo voglia di passare una domenica in compagnia con un pettorale appuntato al petto dopo tutti questi mesi di astinenza.
Non c'è il sole previsto ma la temperatura è quella perfetta per correre, navigatore impostato sui 5e20 variabili e, come sempre, si va finchè ce n'è o meglio, in questo caso, si va finchè il più lento del gruppo ne ha.
Le gambe, nonostante l'uscita del sabato, non si lamentano più di tanto e grazie al ritmo impostato che permette di ridere e scherzare i cartelli dei chilometri sembrano susseguirsi piu velocemente di quello che è la realtà.
Sorpassati a destra e a manca continuamo, sorprendentemente, in leggera prograssione tanto da farci ipotizzare, arrivati al giro di boa in 26 e spicci, un tempo finale in linea, se non addirittura migliore, di quello della precedente edizione.
Ormai siamo in modalità conto alla rovescia e abbandonato il quartiere di Trenno si torna a puntare il piazzale dello Stadio dove è posto il gonfiabile dell'arrivo.
Sette, Otto, Nove, ci siamo. E una volta imboccata via Federico Tesio non restano che gli ultimi 400 metri da fare senza più calcoli con l'immancabile sprint finale e Garmin stoppato sotto i 53 minuti alla media di 5e12.
Di nuovo saluti, baci, abbracci e appuntamento alla prossima occasione... Possibilmente prima della 21 edizione.