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Parco di Monza
Finita. E questa volta per davvero. Domani, dopo due settimane, si riprende a lavorare e visti i tempi che corrono non ho certo di che lamentarmi.
Intanto oggi, come accade ormai da qualche anno, prima uscita di gruppo al parco di Monza. Anche se, in questo caso, "gruppo" è un termine un po' azzardato, visto che, con la maggior parte degli amici ancora in vacanza, a condividere la fatica ci siamo ritrovati solo in tre.
Appuntamento al parcheggio per le nove e via per una ventina di chilometri. Giornata stupenda ma, per i miei gusti, un po' troppo calda e umida. Correre però, lungo i viali alberati del parco, facilita di sicuro il compito.
Di gente in giro davvero tanta e tutti con lo stesso obiettivo: passare del tempo facendo qualcosa di piacevole in una slendida cornice.
Davvero fortunati gli abitanti della zona. E' bello poter avere a disposizione uno dei più grandi polmoni verdi d'Europa dopo poter praticare, al riparo dal traffico e in tutta sicurezza, un po' di sano sport.
ciclopedonabile della valle olona
Cercando in rete informazioni sulla "Coppa Bernocchi" e sul suo percorso mi sono imbattito su diversi link relativi alla Valle Olona scoprendo, con grande sorpresa, di abitare ad un tiro di scoppio dalla ciclopedonabile realizzata dalla provincia di Varese.
Da Marnate a Castiglione Olona. Una ventina di chilometri immersi nel verde.
Un percorso che è come un viaggio nel tempo per rivivere la storia economica della Valle Olona con quel che resta dei mulini e delle fabbriche, immaginando, ogni qualvolta si incrocia la sede della strada ferrata, come poteva essere l’epoca in cui sbuffava il treno della Valmorea.
E allora quale occasione migliore del lungo nel fine settimana per togliermi lo sfizio di vedere com'è ?
Sveglia alle 6.30. Il tempo di capire chi sono e subito in strada direzione Castellanza. La temperatura è decisamente bassa e forse non arriva neanche a 20°. Perfetta per correre. In giro poche macchine e l'unico semaforo che devo attraversare lampeggia ancora. Superato poi il vecchio passaggio a livello mi dirigo verso Marnate da dove, a ridosso del campo sportivo e in fondo ad una bella discesa, comincia la "ciclopedonabile" vera e propria.
Un lungo serpentone che "corre" lungo la sponda dell'Olona, pianeggiante e non particolarmente impegnativo, interrotto, ogni tanto, dall'attraversamento di qualche provinciale a cui bisogna prestare attenzione.
Non avendo idea di dove porre il giro di boa, l'obiettivo minimo è di arrivare a correre almeno un'ora prima di riprendere la strada di casa. I chilometri si susseguono tranquilli e, almeno per la prima mezz'ora, di runners o di ciclisti nemmeno l'ombra. Solo con i miei pensieri e la musica nelle orecchie.
Il ritmo non è dei più brillanti ma le gambe, nonostante i lavori fatti in settimana, vanno tanto che, arrivato ai fatidici sessanta minuti, decido, prima di invertire la marcia, di prolungare ancora per un paio di chilometri raggiungendo la birreria Kapuziner . Un'ora e dieci per poco più di quattordici chilometri. E se poi, nonostante la stanchezza che con il passare dei chilometri comincia a farsi sentire, il ritmo sulla strada del ritorno è anche migliore di quello dell'andata non posso che ritenermi soddisfatto dell'esito del primo lungo della stagione.
parco di legnano
Nata qualche anno fa per ricordare uno sfortunato runner, venuto improvvisamente a mancare nel Gennaio del 2004, quella che è andata in scena ieri, tra i sentieri del parco di Legnano e le campagne circostanti, è la classica tapasciata senza nè vinti e nè vincitori e con un ristoro finale a base di anguria che, nonostante le valide alternative in calendario, ha comunque richiamato più di duecento runners, pronti a "sfidarsi" su un percorso che per molti è il campo di allenamento di tutti i giorni.
Giro da 6 chilometri, molto elastici, da ripetersi due volte. Questo almeno nelle intenzioni. In realtà il secondo viene privato di un ulteriore passaggio nel parco, riducendo così la distanza totale a soli nove chilometri e mezzo. Ma forse avere corso, nonostante la partenza saggiamente posta alle 8.30, sotto una cappa d'afa davvero opprimente ha fatto sì che, alla fine, nessuno avesse il coraggio di lamentarsi per i chilometri mancanti. Anzi.
E io ? 42' e 06". Primo giro a 4' e 26" e secondo a 4' e 25".
Ci si accontenta.
naviglio pavese
Approfittando di una giornata di ferie passata dai miei è stato bello tornare a correre, dopo qualche anno, sull'alzaia del naviglio pavese. Un lungo rettilineo che costeggia il canale e che, partendo dalla darsena di Milano, raggiunge Pavia dopo trentina di chilometri, quello che ormai da più di vent'anni è il percorso della gara che collega le due città lombarde.
Una lunga striscia d'asfalto, che per molti tratti è riservata ai soli mezzi agricoli diventata, ovviamente, "terra di conquista" per runners e ciclisti.
Con il solo obiettivo di incrementare autonomia e ritmo sono partito senza avere un'idea precisa di dove porre il giro di boa ma con una sola certezza: direzione Milano.
La giornata non è caldissima ma la temperatura è comunque intorno ai 28° e, ad essere sinceri, partire alle quattro e mezza del pomeriggio non è la cosa più intelligente da fare.
Eppure nostante il clima, il passo che riesco a tenere è decisamente "allegro", almeno per i primi 40 minuti. Poi, ovviamente, la stanchezza comincia a farsi sentire e il ritmo cala di conseguenza. Ma forse neanche troppo.
Poco più di 16 chilometri in un'ora, 12 minuti e spiccioli. Secondo me, niente male.
prontoNuovamente pronto. Quattro giorni e correrò la mia dodicesima maratona. Ieri ultima uscita e ora un po' di meritato riposo. Dubbi tanti, certezze veramente poche. Proverò di nuovo a fare il tempo, ma, questa volta, senza troppa convinzione. In queste settimane mi sono reso conto di essere veramente stanco e forse, l'idea di correre due maratone in 21 giorni, non è stata una delle migliori. Di sicuro con Domenica si chiude la prima parte di questa mia stagione. Stavolta mi prendo una bella pausa per cercare di risolvere un problema all'adduttore che mi porto dietro, ormai, da troppo tempo. Peccato dover perdere il piacere di correre in quello che, secondo me, è forse il periodo migliore dell'anno. Sole, giornate che si allungano e temperature piacevoli. E poi il parco che, grazie anche all'orario "primaverile", si popola e torna ad essere un luogo di ritrovo e di svago per tutti e non solo, come accade per i mesi più freddi, per quei pochi intimi che, ormai parte "dell'arredamento", neanche le intemperie riescono a fermare.
A cinque giorni dalla maratona gli arti inferiori hanno ripreso una più che discreta funzionalità e salire o, soprattutto, scendere dalle scale è tornato ad essere un normale esercizio di deambulazione e non il più grande dei supplizi. Dopo la "sgambata" di martedi, una decina di chilometri a passo turistico per il parco di Trenno, si ricomincia a fare sul serio, o almeno queste dovrebbero essere le intenzioni, in vista del prossimo e ormai imminente appuntamento. Quello che manca, e la cosa non mi meraviglia, è la voglia di ricominciare a "soffrire" per altre due settimane. Due maratone in 21 gg non mi era ancora capitato. E così ieri dopo le classiche 8 ore di lavoro e un rapido giro in Duomo con la consorte, il tempo di arrivare a casa e, nonostante una leggera pioggia, alle otto e mezza in strada per quasi 13 chilometri in poco più di 55 minuti. Responso più che positivo: (quasi) come nuovo.
Dopo aver provato l'ebrezza di misurare l'asfalto in bici, ho deciso che forse era arrivato il momento di ripetere l'esperienza anche correndo. E dopo 7 anni di onorata carriera ci sono riuscito.
Solita uscita di gruppo del martedi con destinazione montagnetta di s.siro, neanche dieci minuti e mentre scambio quattro chiacchere con chi mi sta accanto calpesto una di quelle fascette di plastica che, generalmente, avvolgono i piccoli elettrodomestici nei grandi magazzini oppure, come molto probabilmente nel mio caso, avvolgono i pacchi di volantini pubblicitari che giornalmente intasano le nostre cassette della posta.
La fascetta, una volta calpestata, si solleva e si trasforma in un sorta di cappio per l'altro piede.
Un attimo e, senza neanche rendermene conto, mi ritrovo per terra. Grande spavento e, apparentemente, niente di grave cavandomela, questa volta, con una piccola sbucciatura alla mano e una, decisamente più grossa, allo stesso ginocchio del volo della bicicletta.
Riprendo a correre e concludo la serata senza accusare particolari problemi.
Però a casa, per non correre rischi, borsa del ghiaccio.
Se di una cosa a Milano non ci possiamo lamentare è di sicuro la mancanza di cestini per le strade. Ce ne sono ad ogni angolo.
Sarebbe sufficiente utilizzarli.
Ripensandoci, potevo farmi veramente male e a quel punto ciao Roma.
lago di Varese
Dopo aver saltato "allegramente" il Venerdì e dedicato il Sabato alla Bit, la Domenica è diventato il giorno del lungo, il penultimo della mia preparazione a Roma 2010, in compagnia e per di più in trasferta. E fortunatamente anche questa volta capita in una stupenda giornata con sole, cielo terso, e le alpi innevate a far da cornice.
Il ritrovo è al parcheggio del supermercato Tigros sul lungolago del comune di Buguggiate, da dove comincia la pista ciclopedonale del lago di Varese.
La lunghezza del giro, come indicato nel depliant della Provincia di Varese, è di 28.1km, il mio garmin alla fine ne segnarà 27.75, e segue il circuito del bacino lacustre per quasi tutto il perimetro del lago tranne che per qualche chilometro, quando costeggia la statale. Il fondo è un susseguirsi di asfalto, calcestre e calcestruzzo colorato e la pendenza media è inferiore al 5%. Questo almeno, è quello che viene riportato nel piegevole che ho trovato presso lo stand della provincia alla Bit. Se poi si cercano informazioni in rete il percorso viene descritto come pianeggiante e che non presenta particolari difficoltà. In realtà il percorso, almeno per i podisti, è abbastanza impegnativo. Per tutti i 28 chilometri è un susseguirsi di salite e discese, ovviamente con pendenze di poco conto, ma sembra che questo, alle gambe, poco importi. La prima parte, se si percorre in senso orario, è forse quella meno bella. Il lago si intravvede appena e in alcuni punti non si vede affatto.
E questo per almeno 7 chilometri. Poi il paesaggio, secondo il mio punto di vista, ripaga della fatica.
Alla fine cotto e molto soddisfatto per essere riuscito, dopo aver concluso il giro in poco meno di 2h e 20' con una media di 5'/km, di correre per altri 4 chilometri a passo gara.
E le mie nuove Response ? Perfette anche da nuove.
Zero bolle.
parco di monzaEnnesimo tentativo di lungo da fare in compagnia. Decidiamo il posto, il giro del lago di Varese da 28km, il giorno, sabato e l'ora. Ovviamente venerdi neve su milano. E se a Milano la neve ha imbiancato tutto, figuriamoci a Varese. Tocca quindi una soluzione di ripiego. E quale posto migliore del parco di Monza con i suoi larghi viali asfaltati e soprattutto molto probabilmente già puliti ? E in effetti non ci siamo sbagliati. Ritrovo 8.45, temperatura 1°, nebbia. Non tanta ma quanto basta a nascondere il sole. Partiamo e scopriamo di non essere i soli ad avere avuto la stessa idea. Certo non c'è la solita "folla", ma di runners in giro se ne vedono. Alcuni viali però sono ancora coperti di neve e allora il giro diventa un po "alternativo" uscendo anche dal parco e facendo una deviazione per il centro di Villasanta per rientrare nuovamente nel parco dopo qualche chilometro da un altro dei suoi ingressi. La voglia non è però quella dei giorni migliori e una volta arrivati all'ingresso di Biassono, dopo aver percorso anche i viali paralleli alle tribune dell'autodromo e superata la prima variante, decidiamo di fare ritorno al parcheggio. Alla fine, viste anche le premesse, soddisfatto dell'uscita e nemmeno tanto stanco. Un po meno di 24km in poco più di due ore. E le mie supernova glide ? Due belle bolle. Una per mignolo. Con le response, anche da nuove, questo non mi era mai successo. Speriamo bene.