recensione Hoka Clifton 4
Arrivata alla versione numero 4, la Clifton è una scarpa neutra che rientra nella categoria "protettive ammortizzate" (leggi A3) con un peso di 265gr nella numerazione di riferimento (292 nel 10US) e un drop di 5mm (29mm tallone, 24mm avampiede).

E grazie ad Hoka, che me ne ha dato la possibilità, anche io ho avuto il piacere di correre per un odio di settimane con la nuova versione della scarpa di categoria "massima ammortizzazione".

La recensione:

La tomaia è realizzata in Open mesh ingegnerizzato con applicazioni termosaldate 3D Puff Print Frame e protezione sulla punta, ha il plantare Ortholite modellato ed estraibile, l'intersuola in EVA con un volume fino a due volte maggiore di quello della media delle scarpe da running sul mercato per un assorbimento dell'impatto di livello maggiore. Una geometria Meta-Rocker nella parte esterna che crea un effetto fulcro unico simile al movimento di una sedia a dondolo che facilita la rullata e geometria Active Footframe nella parte interna che consente al piede di alloggiare profondamente all'interno della stessa. Tecnologia PRO2LiteTM che unisce PROpulsione e PROtezione  per garantire una corsa confortevole e veloce con un tallone più morbido a vantaggio dell'amortizzazione ed un avampiede più reattivo per una maggiore spinta e una suola con inserti in gomma nei punti di maggior usura.

Incuriosito dall'estetica, o meglio dalla forma particolare che da sempre le contraddistingue e soprattutto dai giudizi positivi di chi, questa scarpa, l'ha già provata ho avuto modo, grazie a Hoka One One Italia che me ne ha dato la possibilità, di verificare sul campo quanto di buono si dice di questa scarpa.


Prezzo

recensione HokaClifton 4La scarpa ha un prezzo di listino di €140,00 ma, come spesso accade, nei negozi specializzati e sui siti di e-commerce la si può trovare a meno.

Opinioni

Ai miei piedi da una quindicina di giorni le sto utilizzando, a dir la verità, senza spingermi su particolari obiettivi concentrandomi più sulla quantità piuttosto che sulla qualità delle uscite essendo nella tipica fase di "km a caso" che intercorre tra una maratona appena portata a termine e l'inizio della preparazione della successiva.

Una volta indossate non posso fare a meno di notare la calzata avvolgente che rende quasi superfluo regolare le stringhe e che sarebbe anche molto comoda se, per come sono fatti i miei piedi, non avessi fastidio all'altezza della curvatura dell'intersuola che segue il profilo dell'arco plantare mediale; uno, forse due millimetri di troppo che evidentemente fanno la differenza e che, come già provato in un'altra occasione con un altro brand, portano in dote una piccola vescica alla fine della seconda uscita.
recensione Hoka Clifton 4
Morbida, come descritto nella bruchure, nella parte posteriore e un po' più secca (come piace a me) all'altezza dell'avampiede che lascia presagire una buona reattività per chi è abituato a correre con la parte anteriore del piede, postura che in realtà è comunque facilitata dalla particolare conformazione della scarpa.

Sei uscite per poco meno di ottanta chilometri con una sola sessione di ripetute giusto per saggiare le qualità della scarpa in fase di spinta, con una risposta che non delude le aspettative. Leggerissime (non sembra nemmeno di averle ai piedi) eppure anche a ritmi lenti, quando il tempo di contatto con il terreno è maggiore, la sensazione di ammortizzazione tipica di una scarpa di questa categoria è palese.

La scarpa è indubbiamente un buon prodotto ed è evidente il perchè del successo crescente che riscuote tra runners e triathleti, purtroppo i miei piedi non gradiscono del tutto la geometria Active Footframe della parte interna ma questo non può inficiare il giudizio sul prodotto che, per come la vedo io, non può che essere positivo.


26° Maratonina di Busto Arsizio
Alla fine un (quasi) disastro annunciato perché a voler guardare dopo Venezia la cosa più intelligente da fare sarebbe stata quella di prendersi una bella sosta per ricaricare le pile. 

Facile dirsi col senno di poi ma quando su Facebook ho visto il post della San Marco dove si  chiedeva la disponibilità per fare i pacer, mi sono candidato immediatamente. 

Correre a Busto mi piace. Il percorso non è di quelli che lasciano il segno ma sono 21k piatti e velocissimi e, considerate le condizioni climatiche del periodo, pensare di ritoccare il proprio PB  non è cosa da escludere a priori. E poi quelli che organizzano lo fanno bene. Buona la logistica, il ristoro finale e bella la maglia invernale che, ogni anno, riescono a regalare ai partecipanti.
26° Maratonina di Busto Arsizio - percorso 
Stanco oltre ogni ragionevole dubbio è consapevole della pessima condizione ho avvisato  chiedendo senza successo di poter spostare obiettivo ricevendo però rassicurazioni dall'organizzazione con un tranquillizzante (!?!?!): "fai quel che puoi".

Riscaldamento, quattro chiacchere con i due soci dei 90' e alle 9.30 pronti a guidare il nutrito gruppo cercando di aiutarli a raggiungere il loro obiettivo.
La sede stradale e ampia e in attimo siamo già a ritmo gara. La temperatura è perfetta,  il cielo è coperto  ma fortunatamente non minaccia pioggia. Sto bene e non faccio fatica, anzi a voler guardare sono quello che mena le danze controllando il garmin e i vari parziali ad ogni i cartello chilometrico  cercando, così,  di togliere dalla testa la vocina che da giorni ripete la stessa domanda "a che km la resa ?".

I minuti passano, i mille pure e anche senza girarmi il rumore dei passi di chi segue ci fa capire che il gruppo è  bello nutrito.  Tra una chiacchera e una risata siamo già al passaggio  sulla pista di atletica dove è posto il tappeto sdam del decimo con una quindicina di secondi di margine.

Tengo botta e i timori di una totale disfatta  coninciano almeno ad attenuarsi. Ne ho ancora e l'obiettivo dei due terzi considerato all'inizio come minimo sindacale e sicuramente alla mia portata. Si prosegue senza tentennamenti e soprattutto mantenendo lo stesso ritmo dei due miei soci. 

26° Maratonina di Busto ArsizioTredici, quattordici, quindici. Ora i chilometri mi sembrano persino più lunghi e mantenere lo stesso ritmo comincia a costare fatica. Uno ancora uno e poi vedo. Sedici. Ancora uno. Diciassette. E qui tocca arrendersi all'evidenza. Devo rifiatare. Saluto la compagnia e alzo  il piede dell'acceleratore. 

Mille metri 40 secondi sopra prima di trovare la forza per spingere di nuovo. Non ho perso molto e i miei soci, o meglio uno dei due, è ancora a portata di tiro. Ci devo provare e ci provo. 

Ancora tre chilometri e il margine che si assottiglia sempre di più.  Mille metri forse meno e una volta imboccato il centro della città la rincorsa è completa. Manca poco. Un rapido  sguardo al garmin indica quello che il display sdam sotto il gonfiabile  da li a poco certificherà. Under 90 per una manciata di secondi che solo in parte attenua la delusione per non essere riuscito a portare completamente a termine il compito assegnato.

Capita, purchè non si ripeta.
TRAIN FREE The North Face® a Milano 
Stabio, 31 ottobre 2017 – Dopo 4 appuntamenti settimanali, si chiude il 9 novembre il ciclo di allenamenti promossi da The North Face in collaborazione con lo store Cisalfa Sport di Via Beccaria 2 a Milano.

Dopo tanto faticare, i partecipanti avranno un premio speciale: l’ultima sessione di training sarà infatti guidata da una coach straordinaria: l’ultrarunner brasiliana Fernanda Maciel!

Atleta del team The North Face, Fernanda vanta un prestigioso palmares arricchito di recente da due record davvero straordinari: poche settimane fa, Fernanda ha infranto il record femminile di salita e discesa dal Kilimangiaro. Fernanda ha corso dall’Umbwe Gate fino alla cima ed è in seguito ridiscesa fino Mweka Gate in sole 10 ore e 6 minuti, stabilendo così un nuovo record e migliorando di quasi 3 ore il tempo precedente, pari a 12 ore e 58 minuti, stabilito da Anne-Marie Flammersfeld.

Lo scorso anno invece Fernanda ha compiuto un’incredibile impresa sull’Aconcagua, mai riuscita a nessuna donna prima di lei. L’Aconcagua è una montagna di 6.691 metri e Fernanda ha corso i 45 chilometri dall'ingresso del Parque Provincial Aconcagua fino alla vetta e ritorno, in 22 ore e 52 minuti stabilendo il nuovo record.

Il 9 novembre i partecipanti ai training potranno dunque vivere un’esperienza indimenticabile semplicemente iscrivendosi sul sito a questo indirizzo (evento gratuito, posti limitati, iscrizione obbligatoria)

Programma:

Ore 18.30 - 19.30 - Ritrovo c/o il punto vendita Cisalfa Sport, Via Beccaria 2, Milano

Ore 19.30 - Trasferimento del gruppo a CityLife

Ore 19.45 - Training Session

Ore 21.15 - Fine Training

Per condividere l’esperienza sui social: #neverstopmilano #itrainfree

Per informazioni relative a The North Face® Sound PR
Giulia Serazzi – Elisa Pantaleo
Executive Account ufficio stampa Say What?



#RUNFOREMMA & Friends + Famiglie SMA Onlus 
insieme alla Milano Marathon 2018

#RUNFOREMMA & friends + Famiglie SMA Onlus

#RUNFOREMMA & Friends parteciperà alla Milano Marathon, domenica 8 aprile 2018 aderendo nuovamente al Charity Program, ma questa volta insieme agli amici di Famiglie Sma Onlus

Anche quest’anno abbiamo a disposizione per voi tanti pettorali per correre la staffetta o la maratona intera vincere insieme un’altra sfida!
Cerchiamo runner solidali che, oltre a correre, ci aiutino a sostenere il progetto #SIPUOFARE raccogliendo fondi per "Mio Figlio ha una 4 Ruote ed. 2018” un'esperienza intensa ed emozionante di terapia ricreativa per bambini affetti da SMA costretti sulla carrozzina, e un’occasione di formazione e supporto psicologico-pratico per i loro genitori. 
Se non correte potete comunque sostenerci: cliccate #SIPUOFARE e fate una donazione, lasciando un messaggio! Poi condividete questo  gesto di solidarietà con i vostri amici e invitateli a fare lo stesso: abbiamo bisogno di tutti voi per tagliare il traguardo di questa Maratona.
Già molti amici hanno già cominciato, fatelo anche voi. 


Contattateci e vi spiegheremo come correre per #RUNFOREMMA & friends.


Per informazioni:
 info@runforemma.it

APRONO LE ISCRIZIONI: SI PARTE CON UN’OFFERTA DA… PAURA    

Domani, martedì 31 ottobre, inizia il lungo conto alla rovescia verso l’edizione 2018 della mezza maratona dei Dogi: 200 pettorali a disposizione, per ventiquatt’ore, al costo di appena 15 euro. Appuntamento all’8 aprile      


    
Dogi’S Half Marathon 2017 - la partenza
la partenza a Fiesso d’Artico dell’edizione 2017 della Dogi’s Half Marathon


Stra (Venezia), 30 ottobre 2017 – La data c’è: domenica 8 aprile 2018. Il percorso anche: lo straordinario anello che, come ogni anno, si svilupperà nel cuore della Riviera della Brenta, questa volta partendo da Stra.

Il lungo conto alla rovescia che condurrà alla 21^ edizione della Dogi’s Half Marathon scatterà domani, martedì 31 ottobre. E, nel giorno di Halloween, l’iniziativa non poteva che essere da… paura: 200 pettorali saranno infatti a disposizione, nell’arco delle ventiquatt’ore del 31 ottobre, al costo di appena 15 euro. Un’offerta da non perdere per garantirsi, ad un prezzo più che agevolato, la partecipazione ad uno degli eventi più attesi della primavera podistica.

Dopo il successo dell’edizione del ventennale, che il 9 aprile 2017 ha visto arrivare sul traguardo di Fiesso d’Artico quasi duemila concorrenti, la Dogi’s Half Marathon si prepara per un’edizione 2018 che promette emozioni.

Dogi’s Half Marathon è ormai sinonimo di qualità tecnica e organizzativa. Il resto lo farà, come sempre, lo splendore della terra dei Dogi: ben 19 ville venete sfileranno davanti agli occhi degli atleti, a partire dalla splendida Villa Loredan, a Stra, appena restaurata, nelle cui vicinanze si troveranno partenza e arrivo della Dogi’s Half Maarthon 2018. Poi, come sempre, lo scorrevolissimo tracciato della mezza maratona dei Dogi, omologato Aims/Iaaf nel 2016, toccherà anche gli altri tre Comuni della Riviera del Brenta - Fiesso d’Artico, Dolo e Mira - in un susseguirsi di emozioni che conquisteranno il cuore dei runners di tutta Italia.

L’edizione 2018 della Dogi’s Half Marathon si svolgerà sotto l’egida di un ente di promozione sportiva, la Libertas, perché il regolamento della Fidal prevede che non possano coesistere, nella stessa data, due maratone o mezze maratone, poste a meno di 300 chilometri di distanza, di cui una sia a livello Gold.

“La Dogi’s Half Marathon è il fiore all’occhiello dell’Atletica Riviera del Brenta, società affiliata alla Federazione – spiega Michele Stellon, presidente del club veneziano e responsabile organizzativo della mezza maratona -. La concomitanza riguarda noi e la maratona di Milano, due eventi diversissimi e anche sufficientemente lontani dal punto di vista geografico, che in passato hanno dimostrato di poter coesistere benissimo. I regolamenti sono regolamenti, ma forse la Fidal avrebbe potuto mostrare maggiore sensibilità nei nostri confronti”. Il conto alla rovescia può iniziare. 


MARATONINA RIVIERA DEI DOGI

Dogi’S Half Marathon
32° venicemarathon
Quando a novembre quelli della venicemarathon decisero si seguire la moda del black friday proponendo l'iscrizione a tutte le loro gare a metà prezzo è stato impossibile non approfittarne. Canoniche sedici settimane di preparazione, un lucifero di troppo, una caviglia malata di protagonismo e in un attimo (si fa per dire) mi sono ritrovato a preparare il trolley destinazione laguna.

Il sabato per raggiungere Mestre, ritirare il pettorale all'expo e una volta giunta la sera, fare il pieno di carboidrati in compagnia degli amici in una buona trattoria veneziana con il solito imbarazzo del cameriere di turno al momento dell'ordine del secondo piatto di pasta.

Sveglia, colazione e poco prima delle sette in marcia direzione stazione dove è prevista la partenza delle navette che hanno il compito di accompagnarci a Stra e dove ho appuntamento con Filippo che non vedo da parecchi anni e Piergiovanni che nella confusione non riesce a trovarci. Mezz'ora di strada e sono per la settima volta davanti a villa Pisani. Solita trafila E una volta consegnata la sacca agli addetti con Filippo partiamo alla ricerca di Alvin con cui abbiamo condiviso l'attesa della partenza diversi anni fa.

In gabbia tra una foto e una chiacchera il tempo vola e senza nemmeno rendercene conto arriva il
32° Venicemarathon
momento di tornare protagonisti. Saluti di rito e ognuno ad impostare la propria gara. Sono pronto nonostante tutto e l'obiettivo nemmeno troppo celato e quello di fare un po  meglio di Roma.

Navigatore sui 4e23 elastici e si va.

È nuvolo la temperatura è quella giusta e dell'acqua pronosticata alla vigilia nemmeno l'ombra. I pacer vanno per la loro strada e a naso sono un filo troppo  veloci tanto che io prima di lasciarmeli alle spalle ci metto sei o sette chilometri. Potrei stare con loro e farmi "guidare" ma dopo poche centinaio di metri saluto la compagnia e vado per la mia strada.

Passano i chilometri e come sempre lungo il Brenta il tifo del pubblico ci tiene compagnia con decine di mani dei bambini protese in cerca di un "cinque" che non esito a ricambiare. Cerco di tenere un ritmo costante ma con il passare dei minuti mi rendo conto che non è una delle giornate migliori. Comincio ad avere fastidio alle ginocchia e prima di arrivare alla mezza ho fastidio anche all'inguine tanto che devo ridurre l'ampiezza della falcata. Tocca prenderne atto. E con la preoccupazione di una lunga passeggiata su freedom bridge riprogrammo il navigatore su ritmi più consoni alla nuova situazione.

Ormai Mestre è in dirittura d'arrivo e una volta superata anche Marghera si entra nel vivo della gara. Tre, quattro chilometri in città e finalmente il parco dove in un paio di occasioni ho posto termine alle mie sofferenze. Ma non oggi. Problemi a parte (che a ritmi più lenti sembrano rientrati) sono consapevole di averne e per una volta freedom bridge non è quel mostro tanto temuto. Lungo noioso e interminabile dove spesso viene posta la parola fine ai sogni di gloria. Senza forzare, con il mio ritmo. Un passo dietro l'altro, un chilometro alla volta. Il ponte di piazzale Roma fortunatamente più dolce dei precedenti, il tronchetto sotto le navi o meglio le enormi "cattedrali" che ogni giorni riversano  migliaia di turisti tra le calli della Serenissima.

32° Venicemarathon
Manca poco tre, quattro chilometri eppure sembrano ancora un'enormità. Cerco di aiutarmi pensando che in fondo è l'equivalente  da casa al parco ma la cosa non sembra funzionare.

Le zattere dove hanno inizio i famosi 14 ponti e dove comincia il conto alla rovescia.

Tre chilometri. Ancora tre chilometri.

Il ponte delle barche dalla Salute a San Marco.

La piazza con il suggestivo e "bagnato" giro (l'acqua in piazza, poca per la verità, ancora mi mancava)  prima dell'ultimo mille da fare senza più calcoli.

Sette. Ora dei  ponti ne mancano solo sette.

Non ci si può più fermare.. E allora provo a spingere o almeno credo di farlo con il numero delle "asperità" che si assottiglia e il gonfiabile sempre più vicino.   

È fatta. Il cartello dei quarantadue e dopo l'ultimo di 14 non resta che provare la volata finale con il display TDS ad indicare una manciata di secondi sopra i centonovantadue minuti.
Maratona numero trenta. Anzi trenta e lode

preparazione VeniceMarathonE con i 10,17 di questa sera il lungo viaggio che dovrebbe portarmi  a terminare decentemente la 32° Venicemarathon è giunto, anche questa volta, al capolinea.
Lungo e faticoso con Lucifero che quest'anno ci ha messo del suo e una caviglia che, a fine agosto, ha provato a tornare protagonista.

Novecentosessantun chilometri per quasi 80 ore in strada con le prime undici settimane come da programma (leggi tabella) e le ultime dedicate solo a limitare i danni cercando di preservare nel migliore dei modi il tendine acciaccato. 
Ci ho creduto. Quantità e qualità tornati ai livelli pre-infortuni che lasciavano ben sperare. Alla fine invece, è toccato far di necessità virtù. 

Ora due giorni per ricaricare le pile (leggi divaning) e da sabato, finalmente, VeniceMarathon in modalità-ON