E' di nuovo tempo di pettorale
Non è la prima volta e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima. Ma mi girano. Dopo tutti questi anni dovrei avere acquisito sufficiente esperienza per non cadere in questi errori e invece....
Come da tradizione ormai consolidata tocca a Vittuone e la sua mezza aprire il mio personale calendario. Ben oltre i mille gli iscritti (1156 al traguardo) per una gara ben organizzata, con un percorso molto veloce (200 sotto i 90 minuti) e con un prezzo tutto sommato equo che è riuscita, in questi anni, a raccogliere un meritato consenso.
Sole, freddo quanto basta e la voglia di abbandonare il tepore del bar ancora non pervenuta. Ma tocca trovarla. E allora cambio d'abito, riscaldamento e appena qualche minuto prima dello start in griglia in attesa dello "sparo".
Ore nove.00 e si parte. Giusto due, trecento metri per sgranare il gruppo e poi via ad inseguire l'obiettivo di giornata. Sto bene. I giorni di riposo hanno sortito l'effetto sperato e il passo impostato, alla luce di quanto fatto in questi mesi, sembra alla mia portata. O almeno così credo.
Il trenino agganciato dopo i prini chilonetri sembra quello giusto e a me rimane solo il compito di guardare con un occhio dove mettere i piedi e con l'altro controllare che il ritmo non sia troppo al di sotto di quanto preventivato. I chilometri passano veloci e con il sole, non ancora in grado di riscaldare la fredda mattinata, anche il percorso in mezzo alla tipica campagna padana sembra addirittura più bello e io, senza apparente fatica, riesco pure a divertirmi.
Il ritmo è sempre bello allegro e il numero di sorpassi lo testimonia. Ma poi, del resto, tre, quattro secondi in meno che vuoi che siano ? Niente di piu sbagliato.
Perfetto per i primi due terzi e costretto, mio malgrado, a rivedere i piani appena dopo il quindicesimo. Quattromila metri in totale sofferenza dove, ovviamente, vengo sfilato a destra e a manca.
Due chilometi, solo due chilometri e la voce o meglio le urla di Roberto, pacer dei novanta, sempre più vicina. Tocca provarci. Meno di nove minuti per chiudere dignitosamente la gara è arrivare prima del gruppo. Ventesino, ultimo chilometro e l'unica asperità del percorso. Quel sovrapasso pedonale da affrontare senza più calcoli che, nonostante la fatica, non può piu spaventare.
Volata finale e crono stoppato una manciata di secondi sopra gli 89' che, considerate le aspettative, può solo parzialmente soddisfare.
Stavolta tocca farsene una ragione.
Campione
RispondiEliminaGrazie. Ma non esageriamo
Eliminaed io che vorrei essere una manciata di secondi sotto i 100'... grande!
RispondiEliminaGrazie mille
EliminaIl cavalcavia finale è proprio uno scherzo di pessimo gusto.
RispondiEliminaTutto molto bello, ma il cavalcavia finale è uno scherzo di pessimo gusto.
RispondiEliminaLa prima volta che la fai si.
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