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Accantonate momentaneamente le competitive per mancanza di offerta in zona si  passa alle classiche tapasciate con due altrettanto valide possibilità: tredici chilometri a Villanova di Nerviano o dieci chilometri immersi nel parco del Ticino. Tocca solo scegliere.
Borsa pronta davanti alla porta, sveglia puntata come in un normale giorno lavorativo e dopo la colazione in macchina verso la meta. Ah già, dimenticavo un piccolo particolare: tocca prima svegliarsi e alzarsi dal letto.
Sveglia "uccisa" al primo cenno di suono e occhi aperti con il sole già alto sull'orizzonte.Vedere poi una domenica mattina così soleggiata mi ha fatto ricordare che, da qualche parte, è riposto uno strano attrezzo dotato di ruote. E se normalmente la questione non si pone, almeno per un altro mese posso anche permettermi di scegliere. Una sessantina di chilometri destinazione Castiglione e ritorno senza strafare consapevole che forse, alla fine, potrei anche accontantarmi di riuscire a portarne a casa poco più della metà.
E in effetti, arrivato alla chiesetta di Torba, con il Garmin ad indicare quota "venti", è bastato un niente  decidere di invertire il senso di marcia e ritornare a casa.
Quaranta chilometri in un'ora e trentacinque e ancora tutte le forze per affrontare un intero pomeriggio di shopping con la dolce metà.
Ogni tanto ci tocca.

Praticamente record
Seconda uscita in bici in meno di un mese, senza cadere o essere investito. E se non è record questo, poco ci manca.
Con il lungo spostato alla domenica, giusto per unirmi alla compagnia, niente di meglio di una pedalata per le strade poco battute della Valle Olona rese ancora più deserte dall'accoppiata "sabato mattina" e "mese di agosto". Sveglia alle 7, guanti, occhiali, caschetto, beverone e giù, in sella, sulle due ruote. Il tempo di far aggianciare i satelliti al garmin e via in strada direzione Marnate. Ormai da quando ho scoperto questa zona mi si è aperto un mondo. Vivendo nella zona denominata "asse del Sempione", perennemente afflitta dal pm10, viene difficile immaginare di poter trovare una lunga striscia di verde a così pochi chilometri da casa. Trentacinque chilometri in quasi un'ora e mezza e le mie prime due "salite" del 13%. Ovviamente poca cosa, quattrocento metri la prima e un po' di più la seconda, ma per essere agli inizi a me è sembrata comunque un'impresa. Impresa forse è esagerato. Un'impresina.
valle olona
Poco più di 23 chilometri in 55 minuti ad una media di quasi 25 km/h. Non molto ma come "inizio" mi sembrano più che sufficienti.

Certo che il mio rapporto con le due ruote non è cominciato nel migliore dei modi. Dopo essere finito per terra in Gennaio già alla seconda uscita, grazie all'inesperienza e ad una rotonda probabilmente coperta da un velo di ghiaccio, decido, per non correre ulteriori rischi, di rimandare l'appuntamento con il nuovo "giocattolo" ad Aprile quando, dopo aver messo in archivio la maratona di Milano, ho in programma una lunga pausa per risolvere un problema all'adduttore.

Sette giorni di riposo assoluto e via per una trentina di chilometri, giusto per riassaporare il piacere di una pedalata.

Neanche il tempo di cominciare a scaldarmi e di nuovo in terra grazie ad una "gentil donzella" nel momento in cui, alla guida della sua bella macchina, decide che la precedenza è sua per diritto acquisito. Escoriazioni varie ma, a parte il grande spavento, niente di grave. E con una media chilometri-cadute così alta, decido che il ciclismo potrebbe non essere il mio sport. Almeno sino a ieri.

Un giro per le strade della Valle Olona, di nuovo. Strade poco trafficate e con alcune salite di qualche centinaio di metri, per me novità assoluta, da superare.

Il timore di misurare nuovamente l'asfalto però mi accompagna per tutti i 23 chilometri e, forse anche per questo motivo, cerco di non forzare troppo l'andatura. Persino le poche discese che mi trovo a percorrere vengono affrontate letteralmente con il freno tirato, tanto che il garmin registra una velocita massima che non arriva a superare i 40 km/h.

Per raggiungere una certa confidenza con il mezzo mi ci vorrà del tempo.
Io non ho fretta.
rotondaSettimana intensa cominciata con il lungo di domenica seguito da altri 3 allenamenti intervallati da una "gitarella" in piscina e ieri, giusto per non farsi mancare niente avendo tra l'altro un altro pomeriggio libero, nuova uscita in bici.
Giornata grigia e decisamente fredda giusto per rimanere in linea con il resto della settimana ma almeno senza nebbia. Decido di ripetere lo stesso percorso della settimana scorsa e visto che ho intenzione di pedalare solamente per un'ora, il giro va più che bene.
Ed è dopo il giro di boa, sulla strada del ritorno, che misuro l'asfalto.
Sentendo i discorsi di amici e colleghi con più esperienza di me mi sono sempre chiesto come possa essere possibile cadere dalla bici in condizioni normali, pedalando senza strafare.
Non ho però preso in considerazione una cosa: le rotonde. Ormai le costruiscono dappertutto. Di tutte le dimensioni. Sia su strade trafficate che su quelle deserte. Come nel mio caso. Piccola e praticamente in mezzo al niente. Eppure sono sicuro che non stavo andando forte, anzi tutt'altro.
Alla vista la rotonda, contrariamente a tutte le altre che ho attraversato oggi, non appariva bagnata. Evidentemente, vista la temperatura, è probabile invece che fosse coperta da un leggero strato di ghiaccio. E in un attimo eccomi per terra. Neanche il tempo di rendermene conto e sono giù a darmi del cretino.
Mi rialzo, controllo i danni e mi rendo conto che fortunatamente non ne ho riportati. Solo un bruciore nella parte esterna della gamba che mi fa presagire che a casa, al momento della doccia, troverò una bella sbucciatura. Recupero la bici e a parte risistemare la catena sembra che anche qui niente danni.
Riparto verso casa e ripensando al volo, mi torna in mente che, da ragazzino con il mio Garelli, l'unica volta che sono finito in terra era in una rotonda. Imparata la lezione non mi è più ricapitato. Speriamo che la storia si ripeta.
bici, prima voltaFinalmente è arrivato il giorno. Approfittando del pomeriggio libero e della bella giornata, per la prima volta, sono uscito con la mia bicicletta da corsa. Caschetto in testa, coperto forse anche troppo e ovviamente con le scarpe da running ai piedi...... Intanto comincio a prendere confidenza con il "mezzo" e poi, fra un paio di settimane, affronterò il problema dello sgancio dai pedalini ai semafori......
Una strana sensazione. Se non ricordo male l'ultima volta che sono salito su una bici, una normalissima bici da uomo, dovrebbe risalire più o meno a tre, quattro anni fa quando, non avendo ancora il garmin, sono uscito per misurare l'ultimo dei percorsi creato per rendere un po' meno noiose le mie uscite di corsa. Completamente a digiuno sull'utilizzo dei rapporti, sono andato a sensazione, provando varie combinazioni. Come per la corsa, appena la
bici, prima volta
strada cambia pendenza, anche in maniera impercettibile, le gambe se ne accorgono subito. Poco meno di 29 chilometri in un'ora e 3 minuti. Ho cercato strade poco trafficate, ma in settimana è veramente dura. Una cosa mi ha colpito. Le nevicate delle settimane scorse hanno lasciato le strade in condizioni spesso pietose. E se a correndo a piedi non ci si fa caso più di tanto, in bici la parte del corpo che poggia sul sellino, nonostante il "fondello elastico", non perde occasione di ricordarti che hai preso l'ennesima buca. Per non parlare poi dell'innumerevole serie di tombini, mai allo stesso livello del fondo stradale e soprattutto mai allineati tra loro, di cui i nostri paesi sono pieni. Alla fine del giro stanco, ma non distrutto. E ora in attesa della prossima "pedalata" si ritorna al primo amore.
Domenica il primo lungo dell'anno. Si spera.
catlike sakanaRipresa graduale, lavoro integrato e variato. Questo, dopo la visita di giovedi, è il responso dell'ortopedico per risolvere il problema ad un adduttore. In poche parole mi tocca nuotare ed andare in bici. E se per il nuoto non ci sono problemi, una quarantina di vasche a stile libero una volta a settimana, la bici, per me, è un mondo interamente da scoprire. Ieri intanto, vagando tra mercatini e centri commerciali, ho cominciato a portarmi avanti. In attesa di Babbo Natale pensiamo alla sicurezza .......