Nona deejay ten milano
Tocca ammetterlo mi è rimasto un po' di amaro in bocca. Nona edizione della DeejayTen e come sempre al nastri di partenza. Preparazione pro-laguna praticamente conclusa e ultimo impegno di "categoria" prima del meritato scarico. Pratica pettorale già assolta al sabato e una volta giunti a Milano un'unica preoccupazione: il parcheggio. Assolta pure questa incombenza non mi è restato che approfittare del tempo a disposizione e della distanza per raggiungere piazza Castello per abbozzare il riscaldamento consepevole che, visti i numeri, per poter fare una gara tirata toccava "ingabbiarsi" per tempo.
Detto fatto e con discreto anticipo pronto in zona gonfiabile. Nove e cinquattasette e si parte. La posizione conquistata è buona e trovare il ritmo è questione di attimi. Peccato avere però esagerato. Tre e quarantatre il primo, tre e quarantadue il secondo, tre e quarantacinque il terzo. E senza neanche attendere il responso del Garmin capisco che difficilmente potrò tenere lo stesso ritmo ancora per molto. I chilometri, distratto anche dal panorama offerto dalle vie che difficilmente ho occasione di attraversare, passano veloci e metabolizzata la delusione per l'impossiblità di realizzare quanto auspicato alla vigilia (avvicinarmi al muro dei 38') non resta che provare almeno ad abbattere almeno quello dei 39'. Il passo tra alti e bassi c'è. Tocca solo stringere i denti considerato che sono già in Corso Sempione per gli ultimi tremila metri che oramai conosco come le mie tasche.
Viale Byron, l'Arena Civica, viale Gadio e finalmente la sagoma del Castello Sforzesco con la voce di Silvio Omodeo, diffusa dagli altoparlanti, a scandire il nome e il tempo degli arrivati. È una lotta contro il cronomatro. Angelo, il primo dei Koala, in trentasette e spiccioli, il socio appena sotto i trentotto e io ancora lontano. Sessanta secondi. Un'infinità. Ci provo ma, una volta messo a fuoco il grosso display SDAM, è chiaro che anche il secondo obiettivo non può che sfumare.
Cinquattotto, cinquantanove, sessanta. Niente da fare.
Cinquattotto, cinquantanove, sessanta. Niente da fare.
Ma se proprio devo scegliere.........