Decima edizione in versione viola della gara di radio Deejay
Stavolta mi è toccata, prevista da giorni è arrivata puntuale come una cambiale: pioggia prima, durante e dopo.
Solita sveglia puntata ad un orario improponibile, colazione e in meno di mezz'ora sono già parcheggiato ad un centiniaio di metri dalla Centrale per la trasferta in terra Toscana. Ormai è un rito, un'occasione per correre con gli amici e gustarsi la vista e le bellezze della città senza l'assillo di dover cercare il tempo a tutti i costi.
Ritiro pettorale, cambio d'abito e, sfruttando la distanza, al piccolo trotto sino alla partenza passando dal deposito borse ubicato già da un paio d'anni sulla sponda opposta a quella della partenza.
Il cielo non promette niente di buono ma dopo una prima abbondante lavata ci illude con una breve pausa che dura giusto il tempo di un battito d'ali.
Nove e venticinque il via dei Maratonabili e 5 minuti piu tardi si torna protagonisti. Ovviamenta la piogga non allenta la presa ma almeno la temperatura è quella ideale per correre. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo e impostare la velocità di crociera ed è gia tempo di imboccare la lunga salita che porta a Piazzale Michelangelo e la sua terrazza sulla città con vista da cartolina.
Cinque, cinque e dieci, cinque e sette i parziali dei primi chilometri nonostante la salita che porta al Piazzale. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e una volta scollinato i buoni propositi, come spesso mi accade, vanno a farsi benedire. In discesa poi, come dice il detto, tutti santi aiutano e quindi chi sono io per impedirgli di farlo?
Una lunga e bella progressione che non si limita ai chilometri con pendenza favorevole ma, sorprendentemente. prosegue anche dopo aver superato Porta Romana come non mi capitava da mesi.
La pioggia non allenta la presa e con un occhio al fondo sconnesso cerco comunque di non perdermi il "panorama" offerto dal capoluogo toscano.
Ci siamo, siamo nel salotto buono della città sotto gli occhi di passanti e turisti per la verità abbastanti incuranti della marea blu che ha preso possesso della città già da una quarantina di minuti. Il cronometro scorre ma quello che visualizza il Polar non può che compiacermi con una proezione finale sotto i quarantotto. Non sono stanco, o meglio non più di tanto, ma qualcuno della compagnia, anche se siamo all'epilogo, sembra non averne più e allora tocca adeguare l'andatura perchè non è certo questa l'occasione per cercare la prestazione.
Lungarno, di nuovo, e il cartello dei nove. Un ultimo sforzo e anche questa Ten finisce in archivio: Piazza della Repubblia, Via Roma e dopo un'ultima curva a destra, Piazza San Giovanni con il Battistero e il Duomo a fare da cornice al gonfiabile dell'arrivo con il Polar ad indicare una manciata di secondi sopra i quarantotto.
Che dire ? Bagnato come un pulcino ma ne è valsa la pena.
Solita sveglia puntata ad un orario improponibile, colazione e in meno di mezz'ora sono già parcheggiato ad un centiniaio di metri dalla Centrale per la trasferta in terra Toscana. Ormai è un rito, un'occasione per correre con gli amici e gustarsi la vista e le bellezze della città senza l'assillo di dover cercare il tempo a tutti i costi.
Ritiro pettorale, cambio d'abito e, sfruttando la distanza, al piccolo trotto sino alla partenza passando dal deposito borse ubicato già da un paio d'anni sulla sponda opposta a quella della partenza.
Il cielo non promette niente di buono ma dopo una prima abbondante lavata ci illude con una breve pausa che dura giusto il tempo di un battito d'ali.
Nove e venticinque il via dei Maratonabili e 5 minuti piu tardi si torna protagonisti. Ovviamenta la piogga non allenta la presa ma almeno la temperatura è quella ideale per correre. Giusto qualche centinaio di metri per sgranare il gruppo e impostare la velocità di crociera ed è gia tempo di imboccare la lunga salita che porta a Piazzale Michelangelo e la sua terrazza sulla città con vista da cartolina.
Cinque, cinque e dieci, cinque e sette i parziali dei primi chilometri nonostante la salita che porta al Piazzale. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e una volta scollinato i buoni propositi, come spesso mi accade, vanno a farsi benedire. In discesa poi, come dice il detto, tutti santi aiutano e quindi chi sono io per impedirgli di farlo?
Una lunga e bella progressione che non si limita ai chilometri con pendenza favorevole ma, sorprendentemente. prosegue anche dopo aver superato Porta Romana come non mi capitava da mesi.
La pioggia non allenta la presa e con un occhio al fondo sconnesso cerco comunque di non perdermi il "panorama" offerto dal capoluogo toscano.
Ci siamo, siamo nel salotto buono della città sotto gli occhi di passanti e turisti per la verità abbastanti incuranti della marea blu che ha preso possesso della città già da una quarantina di minuti. Il cronometro scorre ma quello che visualizza il Polar non può che compiacermi con una proezione finale sotto i quarantotto. Non sono stanco, o meglio non più di tanto, ma qualcuno della compagnia, anche se siamo all'epilogo, sembra non averne più e allora tocca adeguare l'andatura perchè non è certo questa l'occasione per cercare la prestazione.
Lungarno, di nuovo, e il cartello dei nove. Un ultimo sforzo e anche questa Ten finisce in archivio: Piazza della Repubblia, Via Roma e dopo un'ultima curva a destra, Piazza San Giovanni con il Battistero e il Duomo a fare da cornice al gonfiabile dell'arrivo con il Polar ad indicare una manciata di secondi sopra i quarantotto.
Che dire ? Bagnato come un pulcino ma ne è valsa la pena.