Perchè perdere tempo a girare intorno alle pozzanghere ?
Lo confesso, sto battendo la fiacca. Lavoro, impegni, stanchezza ma soprattutto la pioggia stanno inesorabilmente minando quello che in tutti questi anni di (dis)onorata carriera podistica non è mai mancata: la costanza.
Punto la sveglia, guardo fuori dalla finestra e se vedo bagnato torno a letto. Una scena che in questi ultimi due mesi si è ripetuta con una certa frequenza.
Perche io odio correre con la pioggia. Non ci vedo niente di poetico. Lo faccio solo perché ho un obiettivo da raggiungere e se in questo anno avaro di gare anche questo viene meno perche farsi del male ?
Eppure, a voler guardare bene, il mio album dei ricordi è pieno di eventi legati alla pioggia: piacevoli come il personale sulla distanza regina, la miglior prestazione nella maratona di casa, il quasi personale alla Stramilano, l'epica edizione del 2012 in laguna, i lunghi in compagnia o in solitaria di preparazione ad una 42 oppure quelli decisamente meno piacevoli come il primo (e unico) mesto ritiro.
Tutti eventi che, forse, con altre condizioni meteo avrebbero anche potuto prendere una diversa piega. Ma purtroppo (o per fortuna) sul meteo non abbiamo potere decisionale e quindi quello che arriva si prende.
E a poco più di 4 mesi dall'appuntamento di primavera tocca cominciare a fare sul serio o almeno riprovarci.
Dieci chilometri, acqua dal primo all'ultimo metro e nemmeno la fatica di girare intorno alle pozzanghere. Tempo sprecato.