finalmente il piacere di riassapoare il gusto di macinare chilometri in strada
Quarantotto giorni. Tanto è durata l'astinenza da corsa. Ligio alle direttive e refrattario al "criceto-style" mi sono dedicato esclusivamente a lunghe sedute di divaning. Ma a tutto c'è un limite e alla fine ho ceduto. Livello "menouno" e davanti alla fila di box una ottantina di metri a disposizione per poter disegnare un numero crescente di improbabili traettorie cercando di non pensare alla monotonia del gesto.
Ma pur di farmi trovare pronto nel momento del (quasi) "liberi tutti" è toccato farmelo piacere, perchè per come la vedo io la corsa è tutt'altra cosa.
Venticinque giri alla prima uscita (fate voi i conti), una quarantina alla seconda, cinquanta alla terza per arrivare in breve all'obiettivo minimo dei 5 chilometri chiudendo tutte le sedute con una ventina di ripetizioni sulla breve ma ripida rampa d'accesso ai box.
E finalmente oggi l'asfalto. Sveglia puntata ad orario pre-lockdown e, una volta ripreso conoscenza, in strada come ai bei tempi direzione parco.
Poche le macchine in giro, pochi i pendolari in stazione, molte invece le persone che gravitano intorno al parco ancora chiuso. Chi in giro con il cane, chi con i bastoni da fitwalking e chi dedito alla corsa. Numeri che, vista l'ora, in tutti i miei anni di (dis)onorata carriera non mi era ancora capitato di vedere.
Le gambe non ci sono, il resto anche peggio ma, come preventivato, è una cambiale che tocca pagare.
Serve pazienza, tanta.
Serve pazienza, tanta.