Deejay Ten Milano

L'occasione per rivedere gli amichetti della corsa dopo dodici mesi
deejay ten milano - foto Carlo Mogiani
foto Carlo Mogiani
E a distanza di un anno eccomi di nuovo sotto lo stadio con un pettorale appuntato alla maglia pronto a correre la ventunesima edizione (diciassettesima per me) della deejay ten. Pettorale che, in un anno piuttosto complicato,  non indossavo dall'ultima edizione.
Sveglia ad orario da lavoro, colazione e dopo una ventina di minuti sono già parcheggiato in zona Lotto pronto per raggiungere, sul piazzale dello stadio, gli amici della corsa con cui, per anni, ho condiviso chilometri e fatica proprio sulle strade che da li a pochi minuti ci vedrà protagonisti.
Cambio di lavoro (il mio) ma soprattutto passaggio alla bici (per molti di loro) e l'appuntamento con le gare, con il passare del tempo, è venuto meno e quindi questa dieci chilometri di inizio ottobre diventa la perfetta occasione per ritrovarsi e correre di nuovo insieme.
Ore nove e si parte. Solito traffico della partenza, un fotografo che rischia la vita per immortalare il fiume di gente e sfruttando la larghezza di viale caprilli in breve si riesce ad impostare la velocita di crociera  ad un ritmo che permetta, senza essere impiccati, di ridere e scherzare.
La città non si è ancora del tutto svegliata e per una volta le poche macchine in giro non sono "possedute" da gente pronte ad inveire contro di noi (a Milano siamo cintura nera) per il disagio provocato dal nostro passaggio.
Il percorso, anche se non ci corro da diverso tempo, non ha segreti: piatto come tavola tranne una impercettibile salita nel tratto che costeggia il parco di Trenno e che porta nel quartiere che gli da il nome sarebbe da personale ma considerando lo spirito della manifestazione (da anni è una non competitiva) se non si ha la possibilità di partire nelle prime posizioni anche essere in grado di impostare il proprio ritmo potrebbe diventare una impresa titanica.
I chilometri, tra una una chiacchera e una risata, sembrano susseguirsi veloci e una volta superato Trenno si può cominciare il conto alla rovescia che porta all'arrivo. Il ritmo, da metronomo fino al cartello dei menodue, subisce una "accelerazione". Gli anni passano ma certe "cattive" abitudini sono difficili da cambiare. Qualcuno decide che è ora di spingere un po' e agli altri non resta che adeguarsi. Ma ormai siamo agli sgoccioli. ancora una manciata di minuti e anche questa diecikappa la si può mettere in archivio.
Sprint finale (si fa per dire) e Garmin stoppato sotto i cinquantatre. Missione compiuta e appuntamento alla prossima.