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10° Lago Maggiore Half Marathon - foto Danilo DonadioEd è di nuovo tempo di pettorale. E se fino a qualche anno fa alla prima domenica di marzo corrispondeva l'ultimo test prima della quarantadue capitolina ora, con il nuovo calendario, è semplicemente un altro tassello di quel puzzle chiamato preparazione. Tassello che però ha un sapore particolare: un paio di palloncini blu appuntati alla maglietta e il compito di provare ad aiutare gli altri a raggiungere il loro obiettivo.
Perchè dopo la bella esperienza del 2015 ho deciso di riprovarci ricandidandomi come pacer dei 95 minuti. Un tempo che, considerato l'attuale stato di forma e il risultato di Vittuone, mi potesse permettere di svolgere il compito in assoluta tranquillità.

Sveglia ad un orario che non punto nemmeno in settimana e alle 6.30, ripeto SEIETRENTA, in macchina direzione Stresa dove una decina di minuti prima delle otto è prevista la partenza del "vaporetto" messo a disposizione dell'organizzazione per il trasporto dei runners alla partenza posta a Verbania Pallanza.

Solita trafila tipica di ogni gara e, una volta ricevuti anche i palloncini colorati, in strada la consegna della sacca e un riscaldamento degno di tale nome.
10° Lago Maggiore Half Marathon - percorsoLa giornata è perfetta per correre. Il meteo ci ha graziati e il sole che si è ormai fatto largo tra i nuvoloni grigi permette di mantenere la tradizione che mi vuole nella prima domenica di marzo con le gambette a vista.

Dieci03 e si parte. Siamo in tre a guidare le danze e il gruppo che ci segue è bello nutrito. Il percorso non è dei più facili ma nonostante tutto la LMHM è una gara velocissima. Ma un conto è correre per il crono un altro e farlo per chi vuole provare a raccogliere quanto seminato  portando a casa il risultato.

E non è semplice. Si cerca di limitare i danni (in termine di secondi persi rispetto al 4e29) quando la strada sale e si prova a spingere in po' sull'acceleratore quando invece la pendenza diventa a nostro favore perché, e questa è una certezza, con quello che si perde ai ristori ma soprattutto con quello che si potrebbe perdere nelle due vere "asperita" nell'ultimo quarto di percorso, il tesoretto di secondi che si può accumulare nella prima parte potrebbe essere come manna dal cielo per centrare l'obiettivo.

Il paesaggio aiuta e la prima metà di gara letteralmente vola senza particolari difficoltà con il gruppo che sembra ancora compatto. 10° Lago Maggiore Half Marathon

Siamo a Fondatoce dove è posto il tappeto di Sdam e dove iniziano i quattro km meno "interessanti" del percorso e dove si trovano un paio di salitine che sono solo l'antipasto di quello che ci attende e che, in quelli più "impiccati", lasciano il segno.

Ora quelli che ci seguono sono un po più sfilacciati e per limitare i danni è un continuo volgere lo sguardo al display del Garmin ma al 17 la prima vera salita si sente e tra quelli che sono con noi non si distingue chi abbiamo raccolto da chi non ci ha mai mollato.

Ma ormai ci siamo. Manca davvero poco e lo spettacolo del lago con la vista sulle Isole Borromee non può che distrarre rendendo forse meno duri gli ultimi chilometri. Diciotto, diciannove e l'ultima asperità che, affrontata dopo due anni, sembra effettivamente più dura di quanto la ricordassi. Ma a questo punto non ci si può piu fermare. Tocca raschiare il fondo del barile e trovare le ultime energie nascoste da qualche parte.  Noi lo sappiamo, chi ci segue anche.  Possiamo solo incoraggiarli a non mollare.

E una volta "scavallato" finalmente la lunga discesa che porta al rettilineo finale. Meno di mille metri per centrare l'obiettivo della giornata. E dietro, noi tre in parata, a chiudere una manciata di secondi sotto i 95'.
8° lago maggiore half marathon
Mi ero ripromesso di chiudere la prima parte della stagione con la maratona di casa e, dopo qualche giorno di meritato riposo, limitare uscite e chilometri in attesa di ripartire con la preparazione della 42 autunnale ma poi quando, sul sito della Mezza del Lago Maggiore, ho visto che era ancora disponibile un posto tra i pacer per i novanta minuti mi sono rimangiato quanto spergiurato per giorni e ho inviato la candidatura. Troppo ghiotta l'occasione per tornare a correre per la seconda volta una mezza che mi ha piacevolmente sorpreso per l'organizzazione impeccabile, per lo stupendo panorama offerto dal golfo Borromeo ma soprattutto per il ricordo di un fantastico personale "stampato" nell'edizione passata. E preso dall'euforia ho trascurato solo un piccolo, insignificante particolare: dover correre a passo costante per 21 chilometri a soli sette giorni dalla distanza regina.
Ritiro pettorale, cambio d'abito, consegna palloncini colorati e, dopo il riscaldamento, dietro il gonfiabile in attesa dello start previsto per le dieci.
8° lago maggiore half marathonCielo coperto, temperatura da primi di Marzo e il sole, previsto per nove, che invece non ne vuole sapere di farsi vedere. Ci siamo, si parte e per una volta sono dall'altra parte della barricata. Questa volta sono gli altri che, inseguendo il loro obiettivo, hanno bisogno del mio aiuto. Solita partenza caotica ma non ci vuole molto a prendere il ritmo. Le gambe rispondono bene e la maratona sembra ormai un lontano ricordo. Un occhio alla strada e l'altro al display del mio Forerunner in cerca di conferme che sembrano arrivare con un quattro e 21 stampato su cartello del primo chilometro. Ma non è facile. Per niente facile. E un continuo susseguirsi di aggiustamenti ogni qualvolta il garmin visualizza ritmi non consoni a quanto preventivato. E nonostante l'impegno sono comunque sempre due, tre secondi secondi sotto i quattro e 15. Intra, FondoToce, Feriolo, Pradera. I chilometri si susseguono veloci e senza nemmeno rendermene conto siamo già sul tappeto dei diecimila una manciata di secondi oltre i quarantadue.
8° lago maggiore half marathon
Forse un po' troppo veloce ma, in previsione delle due "asperità" che ci attendono prima dell'ingresso a Stresa, con un "tesoretto" di secondi che alla fine potrebbe rivelarsi assai prezioso. Baveno e la prima salita che sinceramente ricordavo un po' meno "salita" e poi, al quattordicesimo, la seconda asperità degna di nota da affrontare senza troppa preoccupazione conscio di recuperare quanto perso una volta scollinato. Ormai il più è fatto e quella che secondo me è la parte più dura del percorso ce la siamo lasciati alle spalle. Ancora sei chilometri. Tre chilometri in un senso e, dopo il giro di boa, tre in senso inverso per concludere la fatica sul lungo lago davanti all'imbarcadero. Poco più di venticinque minuti e per qualcuno sarà personale.
Alcuni compagni di viaggio hanno allungato, altri me li sono persi ma quelli che ancora mi seguono si preoccupano solo di sapere se abbiamo margine. Diciassette, diciotto, e il secondo tappeto tds sul giro di boa. Ci siamo. Quattro e 15, quattro e 14. Da quando ho scollinato non mi discosto da questi valori e con i secondi accumulati nella prima parte sono tranquillo.
Ultimi chilometri e in lontananza il gonfiabile che si comincia ad intravvedere. Venti, ventuno e finalmente il display ad indicare un tempo abbondantemente sotto i novanta.
Cosa aggungere ? Missione compiuta.

7° lago maggiore half marathon
Con lo spostamento della Mezza di Piacenza alla prima domenica di Maggio tocca alla Lago Maggiore Half Marathon diventare il banco di prova dove testare la condizione raggiunta prima dell'appuntamento con la distanza regina.
Arrivata ormai alla settima edizione questa mezza, che alterna partenza e arrivo ogni anno, viene definita, come recita lo slogan sull'home page, la 21K con il percorso più panoramico d'Italia.
Sole, temperatura (decisamente) primaverile e, dopo cinque mesi, l'occasione buona per tornare a correre con le "gambette" a vista. Ritiro pettorale, cambio d'abito e dopo un breve riscaldamento sotto il gonfiabile in compagnia di Kikko in attesa dello start che arriva puntuale alle undici.
7° lago maggiore half marathon
Le gambe girano già da subito e l'ultimo lavoro in tabella (3x5000) archiviato a metà settimana sembra non aver lasciato strascichi. Il primo chilometro è addirittura troppo veloce e tocca stare attento a non farsi prendere dall'entusiasmo perchè il percorso, per quel che mi riguarda, è ancora un'incognita e quello che so è frutto del resoconto di chi, a questa corsa, ha già partecipato: tre salite con l'ultima, in ingresso a Stresa, davvero tosta. Ritmo prossimo ai quattro e primi chilometri che, letteralmente, volano distratto dal panorama offerto dal Golfo Borromeo.
Intra, FondoToce, Feriolo, Pradera e il passaggio al decimo appena cinque secondi sotto i quaranta minuti (in gara mai fidarsi del Garmin). Inutile nascondersi tocca provarci. E se alla partenza, nonostante l'incitamento di Kikko, non ne ero del tutto convinto, le sensazioni a metà gara non lasciano dubbi: c'è un personale da ritoccare. I chilometri si susseguono e, come a Vittuone, la "compagnia" piano piano comincia ad abbandonarmi. Non resta che incominciare a pensare in grande. Dodici, tredici, quattordici e la temuta salita in ingresso a Stresa da affrontare senza strafare consapevole di potere recuperare i secondi persi (magari con gli interessi) una volta "scollinato".
7° lago maggiore half marathon
Qualche centinaio di metri ed ecco, a sinistra, il gonfiabile posto all'arrivo giusto in tempo per vedere il vincitore tagliare il traguardo una cinquantina di secondi sopra i sessanta minuti. Meno di sei chilometri. Poco più di venti minuti e la domenica potrebbe assumere un aspetto ancora migliore. Diciassette, diciotto e il giro di boa dove è posizionato il secondo "tappeto" tds. Ancora tre chilometri. Anzi meno. Inutile fare calcoli. Tocca solo spingere. Tre e cinquantatre, tre e cinquantadue, tre e quarantotto e il display sempre più vicino ad indicare un tempo abbodantemente sotto gli ottantaquattro. O come direbbe Guido Meda ottantatre (quasi) basso.