2° Ekirun - foto Ansa - Matteo Bazzi
Mille e trecento runners al via di questa seconda edizione della maratona in versione giapponese dove la distanza classica viene suddivisa in sei frazioni (7.195, 5, 10, 5 ,10 ,5) e dove al posto del classico testimone ci si scambia il tasuki, una fascia tipo "miss" da  indossare a tracolla.

Logistica, partenza e arrivo dentro l'Arena Civica e percorso che si snoda tra parco e ciclabile del Castello Sforzesco per la gioia degli automobilisti che, per una volta, non si trovano chiuse le strade del centro.
2° Ekirun
Soliti riti pregara e dopo un riscaldamento degno di tale nome sotto il gonfiabile in attesa della partenza prevista per le dieci. 

Sette chilometri e spicci da correre con le gambe ma soprattutto con la testa perchè il  3e46 visualizzato dal Garmin un attimo prima di abbandonare il tartan di sicuro non può, in questo momento, portare da nessuna parte. La voglia c'è, la condizione un po' meno e quindi di necessità virtù. 


Il cielo è coperto ed è umido quanto basta ma la temperatura intorno ai venti gradi è l'ideale per correre. Il percorso, per niente monotono, mi piace e primi cinquemila metri letteralmente volano. Il più è fatto ma, non abituato a certi ritmi, faccio fatica a capire quanto ancora possa riuscire a spingere. La tentazione di abbassare il ritmo, inutile negarlo, è più che una remota possibilità, però ci provo, insisto,2° Ekirun del resto, a conti fatti, sono  poco più di otto minuti. Otto interminabili minuti.
E che ci vuole? 

Seimilametri. Ancora un chilometro. Mille (e centonovantacinque) metri prima di passare il tasuki a Chiara.

Stanco. Ora si che sono davvero stanco. Ma una volta varcata la Porta Trionfale non resta che raschiare il fondo del barile e percorrere gli ultimi cento metri di pista prima di affidare il testimone a chi ha il compito di correre la seconda frazione.

Bello ritrovare, a distanza di tre settimane, il gusto di un pettorale appuntato alla maglietta e ancor più bello realizzare di aver fatto meglio che a Legnano con il Garmin a visualizzare un insperato ma graditissimo "under trenta".

GRAN FINALE A ROVERETO PER L’ULTIMO APPUNTAMENTO DELLA FISHERMAN’S FRIEND STRONGMANRUN DEL 2016

Un percorso sfidante e intenso ha caratterizzato la 5^edizione della corsa a ostacoli più famosa in Italia. Ambassador d’eccezione Irma Testa, prima pugile della storia italiana alle Olimpiadi


Fisherman’S Friend Strongmanrun 2016
Photo ANSA
Rovereto, 24.09.16 – Più strong di così…Un’edizione per strongmanrunner veri, quella di Rovereto, che non ha concesso un attimo di tregua ai partecipanti. D’altronde, gli ingredienti per una special edition c’erano tutti: ostacoli spettacolari come non mai (per esempio, c’era il più alto mai realizzato), una nuova staffetta, travestimenti originali, visi sorridenti, mani che si aiutavano nel superare i 32 ostacoli presenti sul percorso lungo 20km. Tutto ha contribuito al successo a Rovereto della quinta edizione della Fisherman’s Friend StrongmanRun con l’ultima tappa del 2016, disputata oggi. La corsa più forte di tutti i tempi, organizzata in Italia dal 2012 da RCS Sport e RCS Active Team, ha richiamato nella località trentina 3623 strongmanrunner, portando il tetto totale di partecipanti italiani alla stratosferica cifra di 27.654.

A caratterizzare questa tappa sono stati gli ostacoli, decisamente spettacolari e molto più duri rispetto agli anni precedenti, che hanno affascinato ed entusiasmato non solo gli strongmanrunner ma lo stesso pubblico che, per tutto il pomeriggio, ha tifato per loro incoraggiandoli e sostenendoli durante tutta la corsa. Degno di nota l’ostacolo posizionato in corso Bettini, il più alto mai visto prima nella storia della Fisherman’s Friend StrongmanRun con 23 balle di fieno, 2500 pneumatici, 2 container scoperti pieni d’acqua, 9 container da 20 piedi, 1 rete da carico per un’altezza di quasi 7 metri. Così come i due nuovi ostacoli sopraelevati in piazza del Podestà (passaggio sopraelevato) e in via Benacense (attraversamento sopraelevato), che hanno permesso di non chiudere la viabilità in quei tratti e regalare un affascinante colpo d’occhio. Non sono mancati, inoltre, gli “intramontabili” come la vasca di schiuma, le corde elastiche, i muri di paglia anche a scacchiera, i cavalletti in legno, passaggi nel fango e nel "mondo acquatico" lungo il fiume Leno e nella storica piscina.



Fisherman’S Friend Strongmanrun 2016


Un’edizione tutta ecologica, certificata da Dolomiti Energia (100% energia pulita), che ha visto la nuova partecipazione in coppia nella modalità staffetta con il punto di cambio al 10° chilometro e l’amministrazione comunale particolarmente impegnata con le associazioni locali nel celebrare uno degli appuntamenti ormai più attesi del calendario con l’organizzazione di tanti piccoli eventi, musica live lungo il percorso con i percussionisti posizionati in ogni ostacolo, nonché una raccolta fondi per le popolazioni colpite dal terremoto ai Giardini Perlasca con la preparazione di una pasta all’ amatriciana per la città a cura del Coro Sant’Ilario. Insomma, un percorso tutto urbano che ha dato vista a feste in tutti i quartieri.
“Un grande successo, oggi, proprio nel luogo, Rovereto, dove la Fisherman’s Friend StrongmanRun è stata organizzata per la prima volta da noi nel 2012”, afferma Andrea Trabuio, responsabile area Mass Events di RCS Sport e RCS Active Team. “Un’avventura straordinaria a coronamento di un intenso lavoro di squadra e con impegno entusiasmante nella realizzazione di una fantastica edizione per lo spirito dei partecipanti e per la bellezza di ostacoli unici nel panorama europeo. Una corsa che è diventata un appuntamento irrinunciabile per chi ama fare sport, non solo come sfida con se stesso, ma per vivere un giorno con grande divertimento e un momento di condivisione”.

Spiega Roberto Salamini, Responsabile Marketing&Communication di RCS Sport: “Una obstacle race in continua evoluzione e innovativa anche dal punto di vista della comunicazione, che ci ha permesso di mantenere viva e costante la promozione rafforzandone la notorietà. Molto bene anche i dati dei social network ufficiali con numeri cresciuti notevolmente. Il profilo ufficiale Facebook ha registrato in particolare rispetto allo scorso anno un incremento del 35% e gli utenti unici (raggiunti negli ultimi 6 mesi) sono cresciuti del 78%”.

L’edizione del 2016 ha puntato sul coinvolgimento e la partecipazione delle Strongwoman con la  presenza oggi di Irma Testa ambassador d’eccezione, diciottenne di Torre Annunziata, prima pugile italiana a partecipare ai Giochi Olimpici (Rio de Janeiro, 2016).

“E’ stato splendido per me poter partecipare a questo meraviglioso evento e godere della particolare atmosfera di festa che si respira a Rovereto grazie alla Fisherman’s Friend StrongmanRun”, ha affermato la giovane campionessa, Irma Testa, “Mi sono divertita tantissimo e nelle maschere strampalate e nei gesti di grande sportività dei partecipanti, ho ritrovato gli stessi valori della nobile arte del pugilato e dello sport: il rispetto assoluto prima di tutto”.

La Testa è stata preceduta dalla campionessa mondiale di karate, Sara Cardin a Bibione e dalle azzurre della Federazione Italiana Rugby, Melissa Bettoni e Ilaria Arrighetti a San Vittore Olona, nelle due tappe “Sprint” da 10km.



Fisherman’S Friend Strongmanrun 2016 - il gran finale
La campionessa di pugilato Irma Testa


Riguardo alle curiosità dei partecipanti: il più giovane è stato Sebastiano Spagnolli e la più giovane Lisa Mattè, entrambi diciottenni; Carlo Papa era il più anziano con i suoi 70 anni di età ma Maria Luisa Gonnet, strongwoman, fatto ancora meglio, dato che di anni ne ha 73. Riguardo alle nazioni, invece, oltre all’Italia, che ha naturalmente dominato, c’erano anche Svizzera, Germania, Slovenia, USA, Austria e Belgio.
Le regioni con il maggior numero di partecipanti sono state nell’ordine: Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna; Trento la provincia più numerosa, seguita da Padova.
A vincere la gara con il tempo di 1:25:43 è stato l’atleta del team Brooks, Gabriele Abate, campione mondiale  di corsa in montagna; secondo Paolo Gallo, campione di corsa su strada sempre del team Brooks con il tempo di 1:26:04 e terzo Nicola Fulvio Boffelli con 1:34:21.
Le prime tre Strongwomen classificate sono state: Alessia Scalet (1:53:43), Sarah Natali (1:57:55) e Cristiana Giongo (1:59:12). Nella nuova categoria staffetta: prima coppia classificata tra gli uomini, quella di Diego Bazzoli e Juri Bazzoli (1:45:30); prima coppia donne: Corinne Corbau e Serena Melchiorri (2:25:08); infine, prima coppia nella staffetta mista, Elga Sterni e Giordano Arnoldi (2:01:45).
Dopo le premiazioni, tutti nella mischia dello StrongParty finale con musica e animazione dei DJ allo StrongVillage in Piazza Achille, addobbata a festa per l’occasione e con la scenografica cornice di casette di legno.

Nata in Germania nel 2007, la Fisherman’s Friend StrongmanRun è una “obstacle race” che, oltre a muscoli allenati necessari per superare i difficili ostacoli, richiede agli strongman di presentarsi al via mascherati nei modi più fantasiosi, per una giornata all’insegna della condivisione e dell’entusiasmo.

L’appuntamento di Rovereto, della Fisherman’s Friend StrongmanRun ha chiuso le tre tappe del 2016 dopo le due tappe “Sprint” da 10 km, a Bibione (VE) e a Milano - San Vittore Olona preceduti da alcuni allenamenti funzionali con i trainer professionisti del Cross Fit Olona.

Gli organizzatori ringraziano il Comune di Rovereto, il sindaco Francesco Valduga e l’assessore Mario Bortot e tutti i loro partner locali // i volontari lungo il percorso di ACTION AID
BROOKS - sponsor tecnico ufficiale // TECHNOGYM // CONAD // NAMEDSPORT
Media Partner: Radio VivaFM, la radio in movimento // La Gazzetta dello Sport.

Fisherman’S Friend Strongmanrun 2016


venti.04
Piano piano, lemme lemme continua la lenta marcia verso la quarantadue. Venti chilometri, una distanza che non raggiungevo da tanto. 

Tanta la fatica ma altrettanta la soddisfazione di aver portato a casa quanto preventivato. Il passo non è certo quello della migliore condizione ma, sinceramente, in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri. 

Otto e trenta, sotto una leggera pioggerellina, in strada direzione Valle Olona con le gambe che, come sempre appena sveglie, non ne vogliono proprio sapere di fare il loro dovere ma, poichè non comandano loro, si fa come dico io. O almeno ci si prova.
Il percorso, una lunga ciclabile ad un paio di chilometri da casa,  mi piace parecchio perchè impegnativa quanto basta e per niente monotona tanto da rendere superfluo l'uso della musica anche nelle sessioni più lunghe. 
Gente poca, MTB (visto il clima) ancora meno, il passo che oscilla tra i 5e10 e i 5e20 e il piacere di correre solo per il gusto di farlo come raramente mi capita con l'unica preoccupazione legata alla tenuta della caviglia.
Dieci chilometri in un senso e dieci chilometri a ritroso per un totale di un'ora e quarantacinque minuti sulle gambe.
Dai che si comincia a vedere la luce.
12° Legnano Night Run - Foto di Luigi FrigoCominciamo dalla fine: under trentadue. Il che significa quattro e dodici di media. Un tempo che, sinceramente, non credevo ancora alla mia portata.

Sono dodici anni che la Legnano Night Run sancisce l'inizio della seconda parte della (mia) stagione agonistica. Dai trecento della prima edizione agli oltre tremila iscritti (oltre duemila e cinquecento gli arrivati) di quest'anno tanto da costringere l'organizzazione a spostare logistica, partenza e arrivo al Castello Visconteo perchè, visti i numeri, la sede stradale di Largo Tosi rischiava di provocare, alla partenza, pericolosi imbuti.

12° Legnano Night Run - percorso
Ritiro pettorale, cambio d'abito e una volta incontrato Kikko dentro al Parco Castello per un riscaldamento degno di tale nome.

Come da tradizione alle otto e trenta largo alla gara dei più piccoli e alle nove (molto elastiche) si torna ad essere protagonisti.

Dubbi tanti, certezze poche. Dopo 45 giorni di sosta forzata e solo un centinaio di chilometri nelle gambe è davvero dura capire quanto si possa osare, senza dimenticare poi, la spada di Damocle (leggi caviglia) che pende sul capo.

Nove e diciassette e finalmente si corre.

Non sono distante dallo striscione eppure, una volta partiti, quelli che mi precedeno sembrano già un'infinità. Le quattro corsie di Viale Toselli sono perfette e in un attimo sono già a ritmo gara. Nessuna partenza a cannone e per una volta il buon senso la fa da padrone.

Fa caldo, umido quanto basta ma non soffro particolarmente la cosa, anzi. Le gambe girano e la caviglia, che è la cosa che mi preoccupa di più. sembra starsene tranquilla.
Un occhio al Garmin e una al fondo stradale e lentamente comincio a recuperare posizioni. Quattro e venticinque al primo, quattro e ventidue al secondo e la sensazione di poter andare anche meglio.

12° Legnano Night Run
Come sempre correre in mezzo agli altri con un pettorale appuntato alla maglietta può fare miracoli e, anche in questa occasione, la regola sembra essere rispettata. E allora ci provo e si va finchè ce n'è. Passano i chilometri e l'arrivo in Viale Toselli è sempre più vicino. Qualche secondo tocca lasciarlo per strada ma il ritmo continua a mantenersi è al di la delle più rosee aspettative. Oramai ci siamo, pochi minuti e anche questa "fatica" si porta a casa.

Qualche posizione recuperata, qualche posizione persa, ma lo striscione è li davanti. Un ultimo sforzo ed è finita davvero con il crono ad indicare un centinaio di secondi in meno di quanto auspicato alla vigilia.

Non dovrei dirlo, perchè in questi due anni l'ho già detto troppe volte, ma mi piacerebbe che questa fosse la volta buona e allora mi limito a dirlo a bassa voce.
(forse) I'm back.
5x400
A poco più di un'ottantina di giorni dall'appuntamento con la maratona autunnale mi rendo conto che quanto fatto è davvero poca cosa ma considerando le nuove vicissitudini tocca (nuovamente) fare di necessittà virtù. 
Dopo i problemi muscolari anche la caviglia ha deciso di salire alla ribalta e agli inizi di luglio è arrivata una tendinite che mi ha costretto all'ennesimo stop. 
Ecografia, che fortunatamente ha escluso problemi più gravi, tecar e ghiaccio. Tanto che io e la borsa del ghiaccio possiamo, oramai, considerarci una coppia di fatto. Quarantacinque giorni di riposo forzato e ora, dopo due settimane, nessuna certezza sull'effettiva risoluzione del problema. Fatica, tanta fatica, troppa. Evidentemente il nuoto e quel po' di bici che durante questi due mesi hanno provato a prendere il posto della corsa non sono riusciti a limitare i danni.
Inutile nascondersi dietro ad un dito. A me piace correre. Il resto (per adesso) non conta. Ci provo, insisto, ma per adesso nessuna "scintilla".
E ora la vedo dura anche se, almeno per ora, io non mi arrendo. 
E se proprio dovesse andare male la strada la conosco (ho una certa esperienza): telefonata al comitato organizzatore e iscrizione portata al 2017. 
Ma per decidere c'è ancora tempo. Intanto pensiamo a macinare asfalto che tra tre giorni è gia ora del primo pettorale post-vacanze.
Una non competitiva di sette chilometri e mezzo. Giusto per riassaporare il gusto della competizione.