Dopo un primo periodo dedicato unicamente al web, nel 2020 la decisione di aprire ai mercati tradizionali
Enda che in lingua Swahili significa “vai!”, nasce nel 2015, da un incontro fortuito ma non troppo tra una veloce ragazza keniana e un appassionato podista americano: Navalayo Osembo e Weldon Kennedy
Dopo un primo periodo dedicato unicamente al web, nel 2020 la decisione di aprire ai mercati tradizionali, purtroppo ciò che tutti ben conosciamo ha causato ritardo ma non cambiamenti di programma
Il marchio sarà presente perciò in Italia da settembre. A curarne la distribuzione sarà Marco Rocca, che già nel 2003 fu il fondatore della filiale italiana di Brooks e fino a metà del 2016 responsabile italiano del brand di Seattle con cui ha collaborato per ben 13 anni.
Enda è certificata B-Corp e Climate Neutral. Gli standard testimoniano l’impegno di questa realtà , fondamentale per avere il maggior impatto positivo possibile sull’ambiente e sulle persone.
Lapatet
Il modello di maggior successo di Enda è stato progettato per l’allenamento giornaliero, ampiamente ammortizzato e con una tomaia simile a un calzino, per fornire il comfort necessario durante le corse più lunghe.
In corrispondenza della parte centrale del piede, l’intersuola presenta una morbida schiuma fornendo rimbalzo e reattività . Una schiuma più rigida è presente invece sul tallone e sulla punta, premiando così l’appoggio naturale del mesopiede.
Con un drop di 6 mm e un’altezza totale dello stack di 24 mm sotto l’avampiede, questa scarpa, nonostante la sua ammortizzazione, è molto leggera con 260 g.
Lapatet è più di una semplice
scarpa da running, composta da piccoli pezzi della
cultura keniota.
In corrispondenza della
centro della suola viene reso omaggio alla
Great Valley, con il disegno della
mappa topografica.
Il disegno di due
tessuti swahili tradizionali è stato riportato sulla linguetta sull’etichetta.
Infine le
colorazioni si ispirano alla natura di questa terra:
Angani Grey per il cielo appena prima di una tempesta,
Watamu Blue per l’Oceano Indiano dalla cittadina di Watamu e
Mara Gold per il giallo intenso dell’erba nella savana.