Alla fine ventun chilometri son meglio di niente, o no?
Provare l'impresa (o la follia che dir si voglia) non rientra nei miei piani ma non approfittare del meteo sarebbe un peccato e allora si opta per la mezza anche se fermarsi su Lungarno equivale ad un ritiro ma che, in questo caso, non ha niente a che vedere con quello di cinque anni fa causato da una bandelletta desiderosa di un protagonismo non richiesto.
Sabato dedicato al viaggio, al ritiro del pettorale e, dovendo correre solo metà gara, una cena a base di fiorentina prima di un meritato riposo.
Sveglia al solito orario improponibile e, dopo aver fatto colazione, in strada destinazione Piazza Santa Maria Novella dove è posizionato il deposito borse. Il cielo è terso ma la temperatura, annunciata da giorni, è sotto lo zero con un percepito che fa rimpiangere la decisione presa e che nemmeno l'effetto stalla, una volta entrati in griglia, riesce a mitigare.
Ma ormai il danno è fatto e tocca farsene una ragione.
Lo start , alle otto e trenta viene dato puntuale ma servono almeno in paio di minutiper arrivare al tappeto che traccia il passeggio di tutti. Il vialone è largo e permetterebbe anche di impostare subito il ritmo ma diversi lavori sulla sede stradale causano più di uno spiacevole imbuto.
Navigatore impostato sui cinque e si va. O almeno nelle intenzioni perché complice l'effetto pettorale, una volta sgranato il gruppo sono almeno una decina di secondi sotto al desiderato.
Sto bene e, apparentemente, sto correndo ad un ritmo che mi posso permettere. Capire poi per quanto possa durare è un altro discorso.
Il sole prova a scaldare la fredda mattinata ma tocca arrivare negli spazi aperti del Parco delle Cascine per trarne davvero beneficio.
I chilometri passano e, grazie alla bella giornata, risultano anche meno noiosi di quanto potessi ricordare. Continuo ad andare in spinta e i parziali dicono che sto limando ulteriori secondi alla media tenuta prima dell'ingresso nel parco. Comincio a crederci Davanti, ancora distanti, ho i palloncini dei duecentodieci minuti ma raggiungerli non sembra poi una missione impossibile. E allora tocca provarci.
Aggancio che si concretizza poco prima di Lungarno di Santa Rosa dove il gruppo al seguito dei pacer diventa, complice la larghezza della sede stradale, un ostacolo per chi, avendo solo altri 4 chilometri da correre, si può permettere di sparare le ultime cartucce.
Palazzo Pitti, il Ponte Vecchio tra due ali di gente che incita parenti e amici e un nuovo passaggio sull'Arno dove è posizionato il ristoro dei Venti. Ormai è fatta, solo mille metri. Nessun cedimento, anzi. Venezia sembra distante anni luce. Ultima curva a sinistra, nuovo passaggio sul fiume e alla fine del ponte il tappeto che sancisce, finalmente, la fine della mia gara.
Stanco, davvero stanco ma che soddisfazione vedere poi su Connect 21 parziali.