Influenza prima, infortunio poi e il mio già misero calendario in questo 2019 non è nemmeno partito.
Il meteo promette da giorni una giornata fantastica da aprile inoltrato e consapevole dei limiti dovuti ad una preparazione ancora piuttosto approssimativa decido di approfittare della proroga della chiusura delle iscrizioni e "striscio" la carta.
Treno, metro e in largo anticipo sono in Cairoli dove, da un paio d'anni, è posizionata tutta la logistica della manifestazione. Le previsioni sono rispettate alla lettera e non ci vuole molto a decidere cosa indossare: canotta. L'attesa è sempre troppo lunga ma è la scusa per incontrare amici che non vedevo da tempo.
Ultima sosta idraulica e con calma mi porto in zona partenza riuscendo pure a sbagliare settore di appartenenza. Soliti minuti di ritardo e al colpo di cannone del Reggimento Artiglieria a cavallo si torna protagonisti.
C'è traffico (e se non so nemmeno distinguere il colore del mio settore....) e serve molta attenzione per districarsi tra la gente ma non ci vuole poi molto a raggiungere la velocità di crociera.
Velocità di crociera che dura giusto il tempo di arrivare all'Arena. Come sempre un pettorale appuntato al petto fa miracoli e come un esordiente mi faccio trasportare dall'entusiasmo pur sapendo che, nelle migliori delle ipotesi, ai due terzi toccherà pagare pegno.
Provo a darmi una controllata, cerco riferimenti (leggi runner) che possono aiutarmi ma il passo di chi mi circonda mi porta comunque ad esagerare. Non sono impiccato e le gambe rispondono alla grande ma è la tenuta che sicuramente mi manca. La giornata è davvero fantastica, fa caldo ma grazie alla azzeccata scelta dell'abbigliamento e sfruttando le ampie porzioni di ombra regalata dai palazzi lungo i viali non lo soffro più di tanto. Decimo, undicesimo chilometri e ancora tengo.
Non so ancora per quanto ma non me ne preoccupo perché ornai è troppo tardi per porvi rimedio. Dodici, tredici, quattordici e la luce inizia a spegnersi. Il conto da pagare arriva puntuale come una cambiale.
Tocca fare di necessità virtu e riprogrammare il navigatore su ritmi più consoni. Ora sono stanco. Davvero stanco ma resisto perché di camminare, oggi, non se ne parla. La distanza ce l'ho. Ancora sei chilometri: un po meno di casa, parco e ritorno. Poco più di una trentina di minuti e avrò una nuova medaglia da aggiungere alla, ormai, nutrita collezione. City Life, il Vigorelli e finalmente Corso Sempione noioso come sempre. Poco più di tre chilometri che arrivati a questo punto non possono essere un ostacolo. Nessuna accelerazione, non ne ho la forza ne le energie per poterci provare, solo un passo dietro l'altro, fino alla fine.
Di nuovo l'Arena e gli ultimi interminabili mille metri. Chi mi sta intorno prova lo scatto finale mentre io mi limito solo a contare i secondi che mi separano dalla finish-line.
Oggi non ne valeva proprio la pena.