Di tutta la preparazione per una maratona il lungo, apparentemente, è quello che meno desta preoccupazioni soppiantato dal medio che, dopo l'avvenuta riappacificazione con le ripetute, è il "lavoro" che attualmente non riesco proprio a digerire.
Ma meno preoccupazioni non significa non averne del tutto perchè è un attimo, e non sarebbe nemmeno la prima volta, decidere a chilometri da casa di abortire anzitempo la fatica. Cena sbagliata, un po' di stanchezza, qualche grado di temperatura in più, tutta una serie di variabili da tenere in considerazione. Se poi ci si mette anche il pensiero di una caviglia tornata a destare preoccupazioni il quadro che si prospetta alla vigilia dell'ultimo lungo non è poi così rassicurante.
Primi chilometri in zona per "sentire" se i tendini hanno qualcosa da obiettare e il resto, come da programma, sulla lunga striscia di verde che costeggia il fiume Olona.
Sono stanco, o forse più semplicemente, non è giornata. Le gambe girano ma non ne vogliono sapere di spingere come dovrebbero.
E allora di necessità virtù.
Lenti ma tutti e trentadue, quello che davvero conta è averlo portarlo a casa.
Brooks
Levitate: la calzatura con l’innovativa tecnologia DNA AMP che regala energia infinita
La rivoluzionaria
tecnologia per l’intersuola DNA AMP, frutto di 7 anni di ricerche, fornisce un
ritorno di energia mai offerto prima da nessuna scarpa tecnica da running
Milano, settembre 2017. Sette anni di ricerche per realizzare la più rivoluzionaria scarpa da corsa di sempre. Brooks presenta le nuove Levitate, dotate della tecnologia DNA AMP: una scarpa progettata per garantire il più grande ritorno di energia nel mondo delle scarpe tecniche da corsa. Frutto degli studi che Brooks realizza da anni seguendo l’approccio olistico Run Signature per migliorare l’esperienza di corsa in base alla postura e alla conformazione del corpo di ogni runner, l’elastica e reattiva Levitate sarà disponibile in Italia presso rivenditori specializzati dal 30 settembre.
“Con le nuove Brooks Levitate stiamo superando i limiti del rendimento energetico, e siamo entusiasti di presentare una scarpa che è stata progettata sin dal principio con l’idea di garantire ai corridori una sensazione di energia infinita”, ha dichiarato Giovanni Maruzzi, General Manager Italia, Spagna, Portogallo di Brooks Running. “Brooks Levitate presenta la nostra nuova e rivoluzionaria intersuola con tecnologia DNA AMP, che garantisce ai runner un’esperienza di corsa super ammortizzata e un ritorno di energia senza pari”.
Brooks Levitate è infatti la prima scarpa a disporre dell’esclusiva intersuola con tecnologia DNA AMP. Creata da Brooks in collaborazione con BASF, questa rivoluzionaria tecnologia consiste in un nuovissimo sistema di ammortizzazione con base in poliuretano (PU), espressamente studiato per garantire un ritorno di energia mai provato prima. La base del DNA AMP è una schiuma in poliuretano che si espande in modo naturale, restituendo l’energia nel momento stesso in cui viene applicata la forza. Per garantire un’esperienza amplificata, Brooks ha inserito la schiuma in una pellicola in poliuretano termoplastico (TPU), che resiste all’espansione orizzontale per restituire l’energia direttamente al corridore. Il risultato è un composto tecnico che garantisce un eccezionale ritorno di energia, impreziosito da un’affascinante finitura cromata.
Oltre all’esperienza energizzante della scarpa, Brooks Levitate è dotata di una tomaia integrata in Fit Knit che avvolge delicatamente il piede, assecondandone i movimenti e adattandosi costantemente alla sua forma. Il Fit Knit di Brooks utilizza un processo di cucitura a maglia circolare per dare vita a una tomaia tecnica progettata per garantire la traspirabilità dove ce n’è più bisogno e la struttura dove è necessario. La suola della scarpa è flessibile, grazie al design a forma di freccia, e aiuta i corridori a passare rapidamente dal tallone alla punta, senza disperdere energia.
Brooks Levitate con tecnologia DNA AMP sarà disponibile al prezzo di 170 euro presso rivenditori tecnici specializzati.
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Come da tradizione, sette giorni dopo il GP di Formula Uno, il tempio della velocità apre i suoi cancelli ad un altro genere di manifestazione sportiva ugualmente colorata ma decisamente meno rumorosa.
Le previsioni, da giorni, parlano chiaro, inutile aggrapparsi a false speranze, tocca farsene una ragione perchè sarà , nuovamente, gara bagnata.
In strada prima delle sette e in meno di un'ora sono già parcheggiato sotto la tribuna fronte rettilineo e, come da copione, giusto il tempo di scendere dalla macchina e Giove Pluvio si scatena. Eh già , perchè nella breve storia di questa gara quando piove (questa è la terza volta da quando logistica, partenza e arrivo sono dentro l'autodromo) non si bada a spese.
Fa anche freddo e l'idea di abbandonare una calda e comoda tuta per sostituirla con un paio di braghini e una maglietta estiva non è che che mi vada proprio a genio ma tant'è tocca fare buon viso a cattivo gioco. Ho preso un impegno e intendo rispettarlo. Perchè in fondo ci ho preso gusto: aiutare gli altri a raggiungere il proprio obiettivo.
Partito con l'idea di vedermi assegnato al gruppo dei 95 sono stato invece dirottato sul gruppo più veloce ridotto altrimenti a soli due runners. Un tempo che, considerato quanto fatto in questi mesi dovrebbe essere tranquillamente alla mia portata ma dopo aver fatto incautamente il "brillante" venerdi sera
la possibilità di mollare l'allegra compagnia a due terzi di gara non sarebbe da escludere a priori riuscendo nell'impresa di rimediare contemporaneamente una figuraccia galattica e una brillante "carriera" stroncata sul nascere.
Consegna palloncini, borsa al deposito e controvoglia sotto l'acqua per un riscaldamento alla fine vanificato dal solito posticipo della partenza per i noti problemi di traffico che a Monza, davanti alla Villa Reale, il giorno della gara sono ormai una tradizione. Ci siamo. Semaforo (come per i bolidi) acceso e qualche minuto prima delle dieci si parte.
Cauti nelle prime battute nel giro di qualche centinaio di metri siamo a ritmo gara. Ad Alberto tocca il compito di menar le danze ed è lui che si occupa di imporre il ritmo cercando di essere il più preciso possibile. Piove forte, sai che novità , e come se non bastasse c'è pure un po' di vento (ovviamente contrario) a completare il simpatico quadretto.
Prima Variante, curva di Biassono, Variane della Roggia. Curve che ho imparato a conoscere davanti alla televisione. Prima e seconda di Lesmo, Variante Ascari e a metà della Parabolica si entra nel parco imbucando il sottopasso del Rettifilo delle Tribune per i sette, otto chilometri di percorso modificati nella passata edizione che corrono al limite del parco. Chilometri che, per quel che mi rigurda, risultano piuttosto anonimi almeno per il tratto esterno alla cinta del parco.
Al decimo si passa appena sopra i quarantadue e il gruppo, ancora nutrito, ci fa notare che stiamo tenendo un ritmo un tantino allegro forse ignorando che, a partire dal quattordicesimo quando si torna sul vecchio percorso, sarà difficile per quanti sono al limite mantenere, per la difficoltà del tracciato, gli stessi ritmi e, con la teoria di mettere più fieno possibile in cascina, si continua sulla stessa falsariga dei chilometri appena lasciati alle spalle.
Viale Cavriga e il suo lungo rettilinea dove per molti comincia la vera gara. Come previsto il passo non è più lo stesso. si rallenta quando il fondo sale si prova a recuperare secondi quando invece è a nostro favore. Viale Mirabello e in fondo il sottopasso (allagato) della sopraelevata sud ad aprirci le "porte" dell'autodromo per il chilometro scarso neccessario a completare il giro.
Manca davvero poco e a parte la sorpresa (e gli accidenti) di dover affrontare le scale in metallo rese viscide dalla pioggia del ponte che scavalca la pista (sottopasso impraticabile) c'è solo da scovare le ultime energie per affrontare l'interminabile rettifilo delle tribune. Ora tocca a loro e a noi il compito di incitarli a proseguire. I secondi che mancano allo scoccare dei novanta minuti sono sempre meno ma il margine accumulato dovrebbe essere sufficinete per centrare l'obiettivo di giornata.
E noi ? In parata e sorridenti per la foto di rito a chiudere una manciata di secondi sopra gli ottantanove.
E finalmente si ricomincia ad assaporare il profumo della competizione e come da tradizione tocca a Legnano e la sua "serale" il compito di aprire le danze. Giunta alla sua tredicesima edizione questa non competitiva (almeno a parole) di sette chilometri e mezzo è riuscita nel giro di pochi anni a raggiungere, almeno a livello di iscrizioni, numeri importanti diventando per quelli della zona (e non solo) un appuntamento irrinunciabile.
Logistica al Castello, partenza e arrivo sulle 4 corsie del Viale Toselli per una sera completamente a disposizione dei podisti.Venti e trenta la gara dedicata ai più piccoli, ventuno e trenta la nostra.
Riscaldamento degno di tale nome nell'adiacente parco e con largo anticipo sotoo il gonfiabile in attesa della partenza.
La voglia c'è, la condizione pure o almeno cosi credo. A due mesi e mezzo dall'inizio della preparazione della maratona questo fine settimana è il primo banco vero banco di prova. E con la mezza da disputare domenica questo dovrebbe essere solo un aperitivo. Forse.
21 e 27 e si torna protagonisti. Partenza velocissima e in un attimo al ritmo prefissato........ come no. I buoni propositi non arrivano nemmeno al primo chiometro. E inutile. Come sempre il pettorale appuntato
alla maglia fa miracoli e dopo un'intera estate a macinare chilometri in solitaria confrontarsi con gli altri non può che essere d'aiuto.
La temperatura è perfetta, l'umidità pare non pervenuta e senza essere "impiccato" riesco ad andare ma soprattutto mantenere un ritmo ben oltre a quanto ipotizzato alla vigilia.
I chilometri passano ed è piacevole vedere un bel po' di persone lungo il tracciato a fare il tifo. Non manca ormai molto e io continuo ad avercene segno che nonostante il caldo di questa estate la semina (leggi allenamenti) da dando i suoi risultati.
Cartello dei sette. Corso Magenta, ancora un paio di minuti e anche questa edizione la si porta a casa.
Tre, quattrocento metri senza più troppi calcoli. Ormai il "danno" è fatto.
Ennsesimo tentativo (perso) di sprint con chi mi precede e il Garmin ad indicare una manciata di secondi sotto i 30'.
Io intanto mi godo il risultato e poi Domenica, si vedrà .
Fisherman’s Friend StrongmanRun 2017
Ultimi
preparativi per la tappa “The Original” in programma il 16 settembre a
Rovereto. Presentati altri due ostacoli del percorso: “Dolomiti Energia
Power Farm” e “Fire Explosion”
Da sx: Andrea Trabuio, Francesco Valduga, Mario Bortot e Ruggero Pozzer (Ph.La Presse)
Rovereto, 6 settembre 2017 – Mancano ormai 10 giorni al secondo
e ultimo appuntamento del 2017 con la Fisherman’s Friend StrongmanRun,
la più importante obstacle race organizzata in Italia da RCS Sport – RCS
Active Team per il sesto anno consecutivo, in programma sabato 16
settembre nella località trentina.
Nel corso della conferenza stampa che si è
svolta oggi, a Palazzo Alberti Poja, sono stati presentati altri due
ostacoli non ancora svelati: il
numero 2 “Dolomiti Energia Power Farm” e il
numero 14 “Fire Explosion”. Si tratta nel dettaglio di:
Ostacolo N° 2 – “Dolomiti Energia Power Farm”.
Posizione: Manifattura Tabacchi.
Caratteristiche: ostacolo costituito da tanti cavetti elettrici legati a
una tettoia situata nel cortile della Manifattura, che trasmetteranno
una scossa. Superati i cavetti i partecipanti si troveranno di fronte un
“tunnel del vento”, che sarà generato da una gigantesca ventola
industriale con una potenza massima di 134 km/h.
Ostacolo N° 14 – “Fire explosion”
Posizione: tra via Ronchi e via delle
Maioliche. Caratteristiche: ostacolo formato da tante strutture ispirate
agli elementi tipici dell’attività svolta dal Corpo dei Vigili del
Fuoco (acqua, fumo, schiuma e fuoco). Una sorta di percorso all’interno
di quello di gara, con cui si renderà più avvincente la corsa con
diversi elementi di difficoltà :
uno snorkel che spruzza acqua sui partecipanti;
una collina di sabbia dalla quale
scendere per circa 6 metri, su uno scivolo, in una vasca piena di
schiuma da cui si risalirà poi in superficie partendo da un dislivello
di 2.5 metri;
un tunnel di fumo, uscendo dal quale si dovrà saltare su sassi giganteschi, prima di riprendere la corsa verso l’ostacolo successivo.
Il percorso 2017 della tappa The Original di Rovereto
Percorso Come già preannunciato nei mesi scorsi,
il percorso si è rinnovato completamente e
interesserà zone e angoli nuovi di Rovereto. Non cambia invece la
distanza, sempre di 20 km: un circuito di 9,8 km da ripetersi due volte
con 16 ostacoli, un dislivello massimo di 136 metri e una pendenza del
23%. La partenza, fissata come di consueto alle
ore 14, avverrà nella centralissima via Saibanti, dove sarà ubicato
anche il portale di arrivo. Fra i punti più suggestivi che
verranno attraversati dalla corsa ci sono la ex Manifattura Tabacchi,
splendido esempio di archeologia industriale riconvertita a polo di
innovazione nel campo dell’eco sostenibilità e il caratteristico Borgo
Sacco, il sobborgo in riva all'Adige di circa 5000 abitanti.
Elemento di continuità è la location dello
Strong Village:
Piazzale Achille Leoni.
L’inaugurazione del Villaggio è prevista già venerdì pomeriggio alle
16.00 e si potrà ritirare pettorale e pacco gara fino alle 22.
Il sabato riapre alle 9 e la consegna dei
pettorali è prevista fino alle 13. Sia venerdì che sabato sera, dopo la
gara, i partecipanti si ritroveranno in questa area per il tradizionale
Strong Party.
Iscrizioni I requisiti per partecipare alla corsa sono
l’aver compiuto 18 anni il giorno dell’evento e presentare il
certificato di idoneità alla pratica sportiva di tipo non agonistico (DM
24/04/2013, GU 20/07/2013).
Nel 2017 ci saranno tre modalità per iscriversi:
Naturalmente, sarà poi possibile
iscriversi sul posto, al Villaggio in Piazzale Achille Leoni, venerdì 15
settembre e il giorno stesso della gara. La quota d’iscrizione include: il pacco gara
con il pettorale e omaggi dei partner; servizio deposito borse indumenti
personali; assicurazione RCT e infortuni personali; ristori lungo il
percorso e all’arrivo. E, una volta superato il traguardo, la medaglia
di finisher e la t-shirt tecnica ufficiale della corsa più forte di
tutti i tempi!
ostacolo n° 3 "Jumbo Demolition"
n° 8 "aMAZEing"
n° 15 "Alpe Cimbra Ascending"
Nata in Germania dieci anni fa, la Fisherman’s Friend StrongmanRun
rappresenta oggi una delle “corse a ostacoli” più famose in Europa. Un
evento di grande richiamo per runner professionisti e amatoriali. Un
format esclusivo e originale che si basa su un percorso di 10km o di
20km– come in questa finale a Rovereto – lungo il quale saranno
posizionati ostacoli spettacolari e impegnativi che richiederanno ai
partecipanti una buona preparazione fisica e un sano spirito goliardico.
Il tutto all’insegna della condivisione e del divertimento, che
spingerà tantissimi strongmanrunner a travestirsi nei modi più
fantasiosi e a presentarsi allo start in abiti e costumi decisamente
stravaganti.
Partner 2017 DACIA // LA SPORTIVA // SANGEMINI // NAMED SPORT. La Gazzetta dello Sport con Sportweek i media partner.
Il
Comune di Rovereto con i Partner locali
e Dolomiti Energia, che anche per quest'anno ha confermato la certificazione
“100% energia pulita Dolomiti Energia” e il fatto che tutta l'energia utilizzata per l'evento proviene da fonti di energia rinnovabili.
Per il terzo anno consecutivo, ActionAid ha
confermato il suo impegno come Charity Partner ufficiale e sarà presente
con i suoi testimonial e attivisti per sensibilizzare i partecipanti
alla gara e gli spettatori sui temi della lotta alla povertà e
dell’ingiustizia sociale. In fase di iscrizione alla corsa, ogni
partecipante potrà volontariamente donare 1 euro per “Operazione Fame”:
la campagna di ActionAid per il diritto al cibo, che vuole contribuire a
cancellare le cause della fame nel mondo.
Non si può mai stare tranquilli. Archiviati dodici mesi e piu di duemila e cinquecento chilometri dallo stop che mi ha visto fermo ai box per 45 giorni pensavo di poter dare per scontato la definitiva risoluzione dei miei problemi e invece a metà della preparazione se non ci ricasco ci vado parecchio vicino.
Accenno di dolore alla solita caviglia e seratona ripetute abortita immediatamente. L'esperienza insegna. Seduta dall'osteopata, tavoletta propriocettiva, borsa del ghiaccio, riposo e dopo quattro giorni di nuovo in strada alla ricerca di risposte. Poche uscite, chilometraggio ridotto al minimo sindacale eppure le risposte che cerco tardano ad arrivare.
La mezza incombe e con una domenica dal clima perfetto non si può non uscire a correre. Senza false illusioni ma con la solita e collaudata tecnica di un chilometro alla volta e se proprio dovesse ripresentarsi il problema remi in barca e lemme lemme (cioè a piedi) si torna mestamente a casa.
TrentaK, due ore e trenta sulle gambe e, a parte qualche piccolo sussulto, caviglia non pervenuta.