ogni tour un'emozione
Quattro nuove date nel tempio del calcio per Vasco e la sua combricola e io ovviamente presente. Sembra ieri ma, dal mio primo concerto del più "maturo" tra i Rossi nazionali, sono già passati ventinove anni. Da un paio di date da cinque, seimila presenze al mitico "teatro tenda" di Lampugnano ai "sold-out" a ripetizione negli stadi (e a s.siro siamo già a quota 21) per due ore e mezza di spettacolo che, a parte la parentesi poco felice del LIVEKOM11, non sono in molti quelli che possono vantarsi di potere offrire ai propri fans da così tanto tempo.
Combricola del Blasco rinnovata per due ottavi con gli innesti di Will Hunt (degli Evanescence) alla batteria al posto di Matt Laug e di Vince Pastano alla chitarra ritmica a sostituire Maurizio Solieri per un suono, come definito dallo stesso Vasco, più "metal".
E senza un album da presentare (in uscita in autunno) la scaletta, tranne che per i due singoli pubblicati recentemente, non può che essere un susseguirsi di successi. Una sorta di colonna sonora di questi ultimi quarant'anni. Concerto che si apre puntualissimo alle otto e quarantacinque con "Gli spari sopra" seguita da "Muoviti", "Qui si fa la storia" e "La fine del millennio". Lo spettacolo non manca. Vasco appare in forma e si vede. Le sonorità sono potenti e i nuovi arrivati fanno davvero un gran bel lavoro e, almeno al primo anello, l'audio sembra perfetto. Si continua con "Vivere" e "Cambiamenti", il singolo pubblicato sul finire del duemilatredici, seguito da "La strega" dall'album "non siamo mica gli americani" del '79, da "Come mai" e "Manifesto futurista della nuova umanità ". A questo punto Vasco si prende una pausa e, come da tradizione, lascia la scena e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio".
Si riprende con "Dannate nuvole", l'altro singolo, "Vivere non è facile" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" sempre del '79. Un successo dietro l'altro cantato a squarciagola dall'intero stadio. Si prosegue con "C’è chi dice no", "...Stupendo" e "Un senso" prima del medley rock ("Cosa vuoi da me", "Gioca con me", "Delusa", "Mi si escludeva" e "Asilo republic") seguito da "Rewind", "Siamo soli" e "Liberi liberi" ultima canzone prima di una nuova pausa che non può che significare che il concerto sta per volgere al termine.
Qualche minuto di attesa e bastano due accordi di chitarra per capire che è la volta di "Senza parole", seguita da "Sally" e da "Siamo solo noi". Spazio a Diego Spagnoli per le presentazioni ufficiali e poi l'epilogo con "Vita spericolata" e "Albachiara".
Luci a S.Siro di nuovo accese e tutti a casa felici e contenti in attesa del prossimo tour.