Deejay Ten: ed ecco il salotto buono
Undicesima edizione, nuovo percorso e nuovo record di presenze per la corsa "inventata" nel 2005 da Linus. Dalle
poche migliaia pronte, in una soleggiata ultima domenica di ottobre , a calpestare l'asfalto attorno a S.Siro all'interminabile
fiume giallo nel salotto buono di Milano. E l'attesa dello start sotto la Madonnina non può che farmi tornare indietro nel tempo.
Duemiladue.
Ultima Stramilano dei 50000, quando ancora la corsa era l'unico modo per non sembrare, sui campi di calcetto,
come l'omino del subbuteo piantato sul proprio metro quadro di verde.
La Deejay Ten, ormai da qualche anno, ha
assunto dimensioni tali per cui, se non parti davanti, ti devi rassegnare e te la devi prendere comoda. Non è questa la "gara" della
vita dove riporre le speranze di personale. E forse trasformarla, come a Firenze e a Bari, in una "non competitiva"
le fa assumere agli occhi di tutti il contesto che le spetta, quello della festa.
Giusto il tempo di vedere Valentino Rossi tagliare il traguardo del gran premio del Giappone alla spalle di Pedrosa e sono in macchina direzione
Milano. Parcheggio comodo, RunBase, e via al piccolo trotto con direzione Duomo. Prima wave, posizione sotto il gonfiabile
soddisfacente e quindi si va. Nessuna ambizione particolare (e dopo il lungo del venerdi sarebbe anche assurdo provarci) ma un
realistico underquaranta potrebbe essere alla mia portata. O almeno ci voglio provare.
Ore dieci e al conto alla rovescia scandito
all'unisino si parte. Corso Vittorio Emanuele, San Babila, Corso Venezia. Non sono molte le occasioni di correre in
centro e a "piedi" si riescono ad apprezzare scorci che difficilmente in macchina si ha la possibilità di cogliere. Ci sono i pacer e ne
approfitto lasciando a loro il compito di guidarmi. O almeno ci provo per i primi quattro chiometri. Ma è un ritmo che non penso di poter mantenere ancora a per molto.
Stanchezza da lungo, pavè tanto sconnesso da far rimpiangere i più famosi sanpietrini della
capitale e tocca allentare la "presa" con un quinto chilometro a RM. Ma non dura molto, aiutato dal ristoro di metà gara o più
semplicemente dal poter correre di nuovo su asfalto ricomincio a spingere con una lenta progressione. Di chilometri ne mancano
pochi e anche senza fare troppi calcoli è evidente che l'obiettivo dei trentanove e spiccioli ce lo siamo giocati. Via Massena,
Viale Elvezia, Via Legnano e il traguardo ad un tiro di schioppo. Ormai è fatta, un ultimo sforzo e anche questa dieci finisce
in archivio.
Under quarantuno. Per oggi può bastare.