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48° Stramilano
Ci voleva proprio.  La competizione e il correre assieme agli altri mi mancava ornai da  troppo tempo.

Influenza prima, infortunio poi e il mio già misero calendario in questo 2019 non è nemmeno partito.

Il meteo promette da giorni una giornata fantastica da aprile inoltrato e consapevole dei limiti dovuti ad una preparazione ancora piuttosto approssimativa decido di approfittare della proroga della chiusura delle iscrizioni e "striscio" la carta.

Treno, metro e in largo anticipo sono in Cairoli dove, da un paio d'anni, è posizionata tutta la logistica della manifestazione. Le previsioni sono rispettate alla lettera e non ci vuole molto a decidere cosa indossare: canotta. L'attesa è sempre troppo lunga ma è la scusa per incontrare  amici che non vedevo da tempo.

Ultima sosta idraulica e con calma mi porto in zona partenza riuscendo pure a sbagliare settore di appartenenza. Soliti minuti di ritardo e  al colpo di cannone del Reggimento Artiglieria a cavallo si torna protagonisti.

C'è traffico (e se non so nemmeno distinguere il colore del mio settore....) e serve molta attenzione per districarsi tra la gente ma non ci vuole poi molto a raggiungere la velocità di crociera.

48° stramilano
Velocità di  crociera che dura giusto il tempo di arrivare all'Arena. Come sempre un pettorale appuntato al petto fa miracoli e come un esordiente mi faccio trasportare dall'entusiasmo pur sapendo che, nelle migliori delle ipotesi, ai due terzi toccherà pagare pegno.

Provo a darmi una controllata, cerco riferimenti (leggi runner) che possono aiutarmi ma il passo di chi mi circonda mi porta comunque ad esagerare.  Non sono impiccato e le gambe rispondono alla grande ma è la tenuta che sicuramente mi manca. La giornata è davvero fantastica, fa caldo ma grazie alla azzeccata scelta dell'abbigliamento e sfruttando le ampie porzioni di ombra regalata dai palazzi lungo i viali non lo soffro più di tanto. Decimo, undicesimo  chilometri e ancora tengo.

Non so ancora per quanto ma  non me ne preoccupo perché ornai è troppo tardi per porvi rimedio. Dodici, tredici, quattordici e la luce inizia a spegnersi. Il conto da pagare arriva puntuale come una cambiale.

Tocca fare di necessità virtu e riprogrammare il navigatore su ritmi più consoni. Ora sono stanco. Davvero stanco ma resisto perché di camminare, oggi, non se ne parla. La distanza ce l'ho. Ancora sei chilometri: un po meno di casa, parco e ritorno.  Poco più di una trentina di minuti e avrò una nuova medaglia da aggiungere alla, ormai, nutrita collezione. City Life, il Vigorelli e finalmente Corso Sempione noioso come sempre. Poco più di tre chilometri che arrivati a questo punto non possono essere un ostacolo. Nessuna accelerazione, non ne ho la forza ne le energie per poterci provare, solo un passo dietro l'altro, fino alla fine.

Di nuovo l'Arena  e gli ultimi interminabili mille metri. Chi mi sta intorno prova lo scatto finale mentre io mi limito solo a contare i secondi  che mi separano dalla finish-line.

Oggi non ne valeva proprio la pena.  

14° deejay ten
Quattordici edizioni e  numeri che sanciscono il successo di una manifestazione che, se ancora non lo si fosse capito, assume sempre di più i connotati di una festa e a cui è difficile dire di no.

Inutile girarci attorno, mi piace e cerco di fare il possibile per esserci consapevole che si può correre sin dai primi metri solo se alla partenza si conquista un posto di categoria.

Sole, temperatura gradevole e dopo la foto di gruppo al piccolo trotto direzione Piazza Duomo.dove il via della prima wave e previsto per le dieci.

Il gonfiabile non è  troppo distante e la possibilità di prendersela comoda viene scartata a priori: tocca fare sul serio provando a mettere a frutto quanto di buono fatto in queste settimane.

Nove e cinquantatre (??) e si parte. Il gruppo si sgrana in fretta e trovare il ritmo giusto e solo questione di qualche decina di secondi.

Correre in mezzo agli altri aiuta anche troppo e quanto visualizzato dal Garmin può solo significare una sicura debacle nella seconda parte di gara.  Tocca darsi una regolata.

I primi chilometri, quelli nel salotto buono, sono i più belli ma anche i più duri con il fondo quasi tutto su pave sconnesso che mi obbliga spesso a guardare dove mettere i piedi per non rischiare di finire lungo e disteso.

14° Deejay Ten
Castello ,Triennale, City Life, Vigorelli, punti fermi di quasi tutte le gare milanesi e riferimenti che quasi rendono superfluo i cartelli che sanciscono il passare dei chilometri.

Il passo, dopo la fiammata iniziale, è su ritmi più consoni e anche se sostenuto non mi porta a correre impiccato.

Arrivati in Corso Sempione il più e fatto e anche se noioso e interminabile come sempre a questo punto della gara  lo si affronta con un altro spirito anche grazie alla testa che ci mette del suo con un 3e58 stampato nell'ultimo mille che mi permette di chiudere sotto i quarantuno.

E per come la vedo io a me sembra sempre #tantaroba.
18° EA7 MilanoMarathon
Decima volta a Milano e un totale di trentuno volte come finisher per arrivare a dire, se ancora ce ne fosse bisogno, che la maratona , la regina delle lunghe distanze, è una scienza esatta , non regala niente. Raccogli per quello che hai seminato  perché se decidi di puntare ad un determinato risultato ti devi impegnare per ottenerlo.

Impegno che potrebbe anche non bastare se, come ieri, ti tocca anche correre con il primo vero caldo della stagione

Sveglia all'alba, macchina, treno come un normale giorno lavorativo e alle 7e30 a Repubblica, in coda all'ingresso dei Giardini per superare i controlli richiesti dalle nuove disposizioni in fatto di manifestazioni sportive che ci fanno ormai compagnia da diversi mesi. Quarantacinque minuti e sono dentro. Cambio d'abito, deposito borsa, sosta idraulica e appena una quindicina di minuti prima dello start nella gabbia di appartenenza a pochi metri dalla linea di partenza. Ore nove, tocca a noi. Sette secondi per superare il tappeto tds ed è di nuovo competizione. 

18° milanomarathon - percorso La sede stradale è ampia e in un attimo, grazie anche alla posizione in griglia, sono già a ritmo: 4e26 elastici che, considerata le difficoltà nel preparare la gara delle ultime settimane, dovrebbe permettermi una gara tranquilla con l'obiettivo di ripetere la prestazione ottenuta a Roma dodici mesi fa. 

Il percorso, secondo me, merita e con gli aggiustamenti dello scorso anno , quando è stata rimossa la parte più  noiosa del gallaratese, è ancora più bello di quello che ricordavo. Il centro nel primo quarto  quando l'ossigeno ancora presente in abbondanza permette di apprezzare quello che una città come Milano può offrire, la zona tra la fiera e la montagnetta nella seconda, San Siro e la zona tra Trenno e il gallaratese nel terzo per rientrare verso il centro nella parte finale.

Il clima all'inizio è perfetto tanto da optare per canotta e manicotti che abbasso ancora prima di partire. Un po più caldo al sole, un po meno nelle zone d'ombra. 

Quarantaquattro e spicciolo ai dieci, novantaquattro sotto la montagnetta,  costante come nelle ultime gare. Le gambe vanno da sole e io cerco di non forzare consapevole che tenuta e temperatura potrebbero regalare amare sorprese nell'ultimo quarto.  

Ora fa davvero caldo e io, che anche nell'ultima uscita ero ancora in lungo, comincio a soffrire. La brillantezza  della prima metà sembra già un lontano ricordo e la sete invece comincia prepotentemente a farsi largo costringendomi a bere più del solito ad ogni ristoro.  Tocca farsene una ragione, navigatore riprogrammare su ritmi molto più lenti putando  l'unico obiettivo sensato che mi rimane: finirla. 

18° EA7 MilanoMarathonDodici chilometri solo, si fa per dire, 12k; in queste condizioni un'ora o poco più.  Ancora sessanta minuti sulle gambe. Un chilometro alla volta, senza calcoli e senza guardare il garmin che a questo punto è diventato un accessorio inutile.

Sono stanco e non faccio niente per mascherarlo. Voglio solo finirla e bel più breve tempo possibile. I chilometri scorrono lenti e al 39° non posso evitare di buttare un occhio al gps che impietosamente mi mostra che anche i centonovantacinque sono oramai diventati una missione impossibile. Tocca farsi coraggio e trovare le forze per  puntare almeno  allo step successivo.  

Manca poco, davvero poco e i bastioni pieni di pubblico pronto ad incitarti sono un toccasana. Sentirsi chiamare per nome ancora di più. È la mia amica  Rossana che mi scorge nel gruppo e mi affianca accompagnandomi per qualche decina di metri. Ultima "salita" e, una volta percorsi i Bastioni per intero, curva a gomito per i 200 metri finali da fare lottando con lo scorrere impietoso dei secondi. 
Under200. 
Anche questa è fatta. 
47° Stramilano
E a due settimane dell'appuntamento con la distanza regina niente di meglio che testare la condizione con la gara di casa.  Quella che corro da quando ero bambino, l'unica gara che viene tollerata anche dagli automobilisti milanesi perché in questi quarantasei anni non c'è  famiglia senza un componente o un parente che almeno una volta non l'abbia corsa  (o camminata). 

Otto e trenta in runbase, cambio d'abito e, senza troppa convinzione, poco dopo le nove in strada per abbozzare una parvenza di riscaldamento abortito nel giro di una decina di minuti. È presto, molto presto ma le istruzioni (e l'esperienza della milano21) consigliano di presentarsi ai varchi per tempo. 

L'aria è frizzante ma il sole non fa rimpiangere la scelta di correre in "corto" e una volta entrato in gabbia l'effetto stalla fa il resto. Soliti cinque minuti di ritardo per far defluire la coda dei 50000 e alle 10 35 si parte. 
47° Stramilano

La posizione buona e con un po' di attenzione è un attimo districarsi nel traffico arrivando al primo chilometro, come spesso capita, al di sotto di quanto ipotizzato alla vigilia. Il percorso è veloce e con due sole " asperità" (con pendenza dell'ordine di un paio di punti percentuali) ma con un fondo (pave e lastroni per lunghi tratti) che alla lunga si fa sentire. 

A Roma è andata bene e l'idea di ripetermi e magari fare anche meglio e più di un semplice desiderio. Ci devo provare. Il clima è perfetto e non posso non approfittarne.   Come sempre un occhio alla  strada e l'altro al Garmin e si va. Il treno giusto non l'ho ancora trovato e a costo di correre scoperto vado per la mia strada. I ristori ovviamente ci sono ma considerata la temperatura non ne approfitto per non correre rischi.   

Ventuno al quinto, quarantadue al decimo, una manciata di secondi sopra i sessantatre al quindicesimo. Un orologio svizzero come difficilmente mi è mai capitato.  Il più è fatto ma è ora che arriva il difficile e il ricordo di Vittuone non è ancora stato  rimosso. Ultimi sei chilometri: un  niente in condizioni normali, un'eternità quando si è preteso troppo nella prima parte. 

47° stramilano
Il gruppo con cui condivido la strada da qualche chilometro sembra quello più adatto x l'obiettivo di giornata e cerco di non farmelo scappare. Qualche posizione persa, diverse guadagnate e dopo il Velodromo Vigorelli di nuovo in Corso Sempione per i soliti ed interminabili tremila metri. Diciannove, venti e alla fine di Viale Byron, per la prima volta, non è il parco con l'Arena  Civica la destinazione finale del nostro viaggio. 

Ultimi mille metri, i più duri con la testa che vuole proseguire e le gambe che non ne vogliono più sapere di spingere. Niente più calcoli e il display TDS sempre più vicino con i secondi che improvvisamente scorrono più veloci del solito. Gratificante poi, alla fine dello sprint, mettere a fuoco il "28" come seconda cifra. 
Anche stavolta #tantaroba.
Milano21 Half Marathon - foto "La Repubblica"
Iscritto da maggio per approfittare della tariffa più bassa sono arrivato all'ultima gara del mio personale calendario con piu dubbi che certezze legate unicamente alla testa. Ne stato di forma, ne stanchezza, solo testa. Busto è andata bene, le uscite in questi quindici giorni pure. Niente che non vada bene eppure l'idea  di avere commesso un errore scegliendo di non fermarmi dopo Venezia è più di una semlice sensazione.

Sveglia alle solita ora, colazione degna di tale nome e, alle 7, in macchina direzione Milano. Il cielo è sereno come da previsioni ma un fastidiosissimo vento non promette niente di buono.
Ritrovo in Runbase, cambio d'abito e alle 8 e trenta al piccolo trotto verso la partenza prevista per le 9e15. Tanta gente, davvero tanta gente per una prima edizione che considerato la collocazione sul calendario e  il percorso potrebbe significare PB per molti. Numeri importanti che, con le nuove norme sulla sicurezza , si tramutano in code importanti. 

Milano21 Half Marathon
Pettorale bianco  (che significa prima griglia) e dove, una volta entrato, trovo i due Koala che hanno il compito di accompagnare Ambrosini nel tentativo di infrangere il muro dei novanta. Ed è un attimo decidere di correre con loro consapevole che, come successe alla DjTen di Firenze, con Angelo qualche secondo in meno sul dichiarato è da mettere in conto. 

Ci siamo. Nove e venticinque (in ritardo) e si parte. La giornata è stupenda, e con il sole, Milano sembra anche più bella. Poco pubblico e quelli che sono fermi ai semafori sembrano alquanto indifferenti. Il ritmo,  dopo poche centinaia di metri, è già quello previsto ma per sgranare il gruppo e correre senza preoccuparsi di inciampare  tocca arrivare al giro di boa in Vittor Pisani. Il percorso non è male ed, ovviamente, è un mosaico di tutte le più importanti gare svolte in città anche se, tocca riconoscerlo, certi punti a gruppo già sgranato sarebbero stati consigliabili. 

Il vento ha  diminuito la propria intensità ma quando ce lo si trova contro si fa sentire ma non complica più di tanto la nostra corsa. Le due personali lepri svolgono il loro lavoro egregiamente anche se, come prevedibile, siamo sotto al preventivato. Non faccio fatica e poter scambiare 4 chiacchere con un viso amico aiuta non poco. I chilometri passano e il tempo sembra volare e buttando un rapido occhio al garmin non ci vuol molto a realizzare che i novanta saranno frantumati e anche di molto. 

Milano21 Half Marathon
Al decimo sotto i 42, al quindicesimo sotto i 63. Se tengo potrebbe anche essere la miglior prestazione sulla distanza del 2017. Appunto, se tengo. Non manca ormai molto ma il passaggio dentro parco sempione lo soffro più del previsto e una volta tornati su asfalto perdo il contatto con i compagni di viaggio. Pochi metri, giusto una decina di secondi ma che di fatto non riesco più a recuperare. 

Mille metri forse meno e l'ultima asperità  da affrontare (forse esagero, ma al 20°, se hai tirato, anche un marciapiedi può sembrare il Pordoi)  prima della volata finale senza più calcoli con il display TDS ad indicare una manciata di secondi sopra gli 88.


Non sarà stato SB ma, per quel che mi riguarda, anche stavolta è tantissima roba.
13° Deejay Ten - credit linciano
Da dove comincio ? Dal risultato ovviamente con il display sdam ad indicare un fantastico trentanove e spiccioli.

Era davvero da tanto, troppo che non portavo a casa un crono del genere. Appena sopra in occasione della Polimirun, poco più di quarantuno nella scorsa edizione mentre per ritrovare un under in questa gara tocca riportare il calendario indietro di quattro anni.

Correre a Milano, per quel che mi riguarda, è fantastico e ogni occasione è buona per farlo. Ma con i numeri che la deejayten riesce a muovere la posizione conquistata in griglia risulta fondamentale. Bisogna esserne consapevoli. Se si parte davanti si va per il tempo altrimenti ci si gode il percorso, gli incroci presidiati e come spesso accade nella edizione di Milano un fantastico sole.

Soliti riti di tutte le gare e dopo un riscaldamento degno di tale nome (di necessità virtu) in griglia per un posto di categoria in attesa dello start previsto per le dieci. Sono pronto e ne sono consapevole, forse un po' troppo stanco ma, a quindici giorni dalla distanza regina, credo sia una cosa normale.

13° Deejay TenCi siamo, ore dieci tocca a noi. Poche centinaia di metri e siamo già sgranati. L'esperienza non dovrebbe mancarmi ma anche stavolta ricasco nello stesso errore: troppo forte con un 3e46 che se mantenuto per qualche altro chilometro potrebbe, anzi togliamo pure il potrebbe, compromettere la seconda parte di gara. Secondo e terzo chilometro ancora troppo veloce e una volta abbandonato il trenino a cui mi ero agganciato (un passo che non mi posso permettere)  mi stabilizzo su ritmi piu consoni.

Il clima è perfetto per correre e il percorso, leggermente modificato nella prima parte, rimane comunque molto veloce nonostante il pavè che ora ci accompagna per i primi quattro chilometri.
Arrivati al Castello si torna su asfalto e una volta scavallata anche la ferrovia davanti alla Triennale dovrebbe andare meglio invece sono inchiodato qualche secondo sopra a quanto preventivato con il medesimo film che continua per troppi minuti.


13° Deejay TenNon siamo in tanti e più che una dieciK sembra di essere al trentacinquesimo di una maratona quando spesso si procede in fila indiana. Ormai siamo all'epilogo e una volta passato il nuovo quartiere CityLife al settimo tocca provarci.
L'occasione è troppo ghiotta per farsela sfuggire e allora provo a spingere sull'acceleratore abbandonando la compagnia di chi mi stava alle calcagna.

Finalmente in Corso Sempione, lungo e infinito come sempre, tappa (quasi) obbligata di tutte le gare disputate in città. Ora manca davvero poco e in Via Francesco Melzi d'Eril parte la volata finale confortato dal display del Garmin che indica un passo simile a quello del primo chilometro.

Bello poi realizzare, una volta varcata la finish-line, di essere riuscito a realizzare un crono migliore di quanto auspicato alla vigilia nonostante la pessima condotta di gara.

Anche stavolta, #tantaroba.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San Siro
Otto mesi con il biglietto in tasca. Ormai è diventata la (brutta) consuetudine di tutti i live più importanti e quello dei Depeche Mode  rientra ormai di diritto in questa categoria. 

Ai primi di ottobre conferenza stampa per annunciare il ritorno sulle scene (questa volta alla Triennale di Milano) e dopo qualche giorno apertura della prevendita dei biglietti per le date italiane del tour in calendario ad inizio estate.  

60000 biglietti venduti in pochi giorni ed un sold-out che, per il trio di Basildon, non è certo una novità.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroGli spalti sono gremiti e dal prato il colpo d'occhio è impressionante. Centoventimila mani pronte a muoversi all'unisono  sulle note di "Going Backwards", il brano tratto da Spirit che, pochi minuti dopo le nove, apre il concerto.

Il palco, piuttosto spoglio, ha come scenografia, oltre alle luci,  solo tre enormi schermi dove vengonio proiettate, in una sorta di enorme videoclip, le immagini create da Anton Corbijn, marchio di fabbrica dei tour del gruppo.


Dave Gahan, giudicato da molti come uno dei migliori frontman di sempre, è  assoluto padrone del palco. È in forma (e si vede) e la sua inconfondibile voce non ci mette molto a scaldare gli astanti .


Si continua con "So Much Love", sempre dall'ultimo lavoro in studio prima di iniziare a pescare a piene mani dal passato più o meno recente chiudendo la prima parte della performance di Dave con "Cover Me" tratto anch'esso da Spirit.

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroOra è la volta di Martin Gore che esegue, accompagnato al piano da  Peter Gordeno, "A Question Of Lust" e "Home" in versione acustica  prima di cedere nuovamente il microfono alla voce "titolare".   

Altri due pezzi (gli ultimi) dal recente album e finalmente le hits che tutti si aspettano partendo dalla più recente "Wrong" passando per "Everything Counts" del '83, "Stripped" del '86 e arrivando alle immancabili (e ci mancherebbe altro) "Enjoy the Silence" e "Never Let Me Down Again".

Depeche Mode - Global Spirit Tour. Milano - Stadio di San SiroSiamo all'epilogo. Ancora una breve pausa ed è la volta dei bis:  "Somebody" (anche questa in versione acustica) cantata da Gore, "Walking in My Shoes" e la cover di "Heroes" omaggio a Bowie scomparso all'inizio dello scorso anno prima del gran finale con "I Feel You" e "Personal Jesus". 

Luci (accese) a San Siro e, dopo due ore e un quarto, tutti a casa felici e contenti. 

Io quasi quasi per gennaio un pensierino ce lo faccio.


La scaletta:
Going Backwards
So Much Love
Barrel of a Gun / The Message
A Pain That I’m Used To
Corrupt
In Your Room
World in My Eyes
Cover Me
A Question of Lust (acustica)
Home
Poison Heart
Where’s the Revolution
Wrong
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again

Bis:
Somebody
Walking in My Shoes
Heroes (David Bowie cover)
I Feel You
Personal Jesus

Lierac Beauty Run 2017 - credits LaPresseLa primavera ufficialmente non è ancora finita ma i 38° alle 18 non aiutano a ricordarcelo. Non c'è l'afa che ci ha fatto compagnia nell'ultima settimana e la partenza della seconda edizione della Lierac Beauty Run fissata alle 21 dovrebbe aiutare ma quasi sicuramente sarà difficile ottenere un tempo paragonabile a quello della 10k di quattro settimane fa. 

Con largo anticipo in Arena (solita botta di fortuna con il parcheggio), tante chiacchere con gli amici e senza nemmeno un metro di riscaldamento al richiamo dello speaker sotto il gonfiabile in attesa dello start. Il sole è ormai basso sull'orizzonte e la temperatura non sembra troppo diversa da quella delle ultime due ore ma l'idea che mi frulla nella testa, viste le buone prestazioni del mercoledì, è di provarci lo stesso. 

Due o tre chilometri tirati e poi si decide in base a come risponde il fisico. Il percorso leggermente modificato rispetto alla prima edizione è comunque molto bello con la prima parte disegnata nel salotto buono della città: il Castello, Brera, Via Manzoni, La Scala, San Babila e il suggestivo passaggio in Duomo che ha sempre il suo perchè e dove finiscono i miei "sogni di gloria". Inutile insistere. Il ritmo impostato nei primi chilometri è troppo impegnativo per essere mantenuto per i restanti chilometri e allora, con il barlume di lucidità che, nonostate il pettorale, mi resta decido di "riprogrammare" il navigatore su ritmi più consoni alla serata. 

Fa ancora tanto caldo e il ristoro al giro di boa davanti al Castello è come manna dal cielo. Senza guardare il gps e preoccupato più del fondo stradale mi perdo, nonostante le dimensioni, i cartelli che indicano la distanza percorsa. 

2° Lierac Beauty RunMa ormai siamo all'Arco della Pace, meta della movida Milanese, dovo ricordo di aver visto nel pomeriggio il cartello dei 7. L'Arena è a due passi ma prima di poterci entrare tocca girarci intorno ancora un po' ed evitanto di pensarci continuo sulla falsariga degli ultimi minuti. Dietro non ho nessuno e chi mi precede, invece, è sempre più vicino. 

Non conta nulla e lo so ma io comincio ad accarezzare l'idea di andarlo a prendere con una rimonta che si contretizza all'imbocco della pista ma che non ho la forza di portare a termine con un tentativo di sprint fallito con il Garmin, però, ad indicare un time abbondantemente sotto i 42 minuti. 

Non sarà quanto auspicato alla vigilia ma visto e considerato, per quel che mi riguarda, è tutto grasso che cola.

La corsa alle prime luci dell’alba. 

Start alle ore 5,45 da Largo Beltrami in Cairoli.

Grazie a una partnership con la Social Media Week, testimonial della tappa sarà Federico Palmaroli autore su Facebook della pagina cult “Le più belle frasi di Osho”.
Giovedì 15 giugno sarà attivo il Promo Point per il ritiro della t-shirt e per iscrizioni last minute.



RDS Breakfast Run Levissima - Milano venerdì 16 giugno - percorso
Il percorso di Milano
Milano, 13 giugno 2017 – Tutto pronto per la tappa milanese di RDS Breakfast Run Levissima, la corsa di 5 km organizzata da RCS Active Team nelle vie del centro storico alle prime luci dell’alba, che si svolgerà venerdì 16 giugno.  Un evento aperto a tutti, con ritrovo di partenza fissato dalle ore 5.30, in Largo Beltrami, sede del “Breakfast Village”, nei pressi di Piazza Castello. Un nuovo percorso questo di Milano che servirà a mettere in evidenza gli angoli più belli del suo centro storico.
 
Dopo la partenza da p.zza Castello, i runner si immetteranno in via Cusani, per proseguire in via dell’Orso e via Verdi, costeggiando il Teatro alla Scala e Palazzo Marino. Poi, dopo aver attraversato la Galleria Vittorio Emanuele,  i partecipanti si indirizzeranno verso piazza del Duomo. Da qui, percorrendo via Orefici e via Dante, si procederà in direzione del Foro Buonaparte prima e dell’Arco della Pace poi, costeggiando il castello Sforzesco e la Triennale. Dopo essere passati davanti all’Arena Civica “Gianni Brera” si passerà all’interno del Parco Sempione per poi arrivare al traguardo posizionato proprio davanti al Castello Sforzesco. A intrattenere i partecipanti non mancherà RDS – media partner – con la sua musica. Barty Colucci  infatti, speaker ufficiale della radio e padrone di casa del Breakfast Show  “Tutti pazzi per... RDS” , si collegherà da Largo Beltrami coinvolgendo i runner  prima e dopo il loro arrivo. 
 
RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse
RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse
La RDS Breakfast Run Levissima è un format di corsa unico nel suo genere indicato per un risveglio muscolare molto speciale, che culmina al Breakfast Village con una colazione offerta a tutti i partecipanti dopo l’arrivo. Una colazione energetica composta da latte, acqua, caffè e yogurt, integratori al potassio, brioches, mix di frutta secca, biscotti e barrette. Prodotti esclusivi messi a disposizione dai diversi partner dell’evento: Levissima, Lavazza, Zymil, Meritene, Eurospin, Hero e GSK. Non mancheranno gli utili consigli per una sana alimentazione forniti da SANIS – Scuola di Nutrizione e Integrazione nello sport - coordinata dalla biologa nutrizionista Felicina Biorci.

Per la tappa di Milano è stata stretta una partnership interessante con la Social Media Week che si svilupperà su due aspetti principali: il coinvolgimento, come testimonial, di Federico Palmaroli, autore su Facebook della pagina cult “Le più belle frasi di Osho”, che ha oltre 600.000 like; la presenza di uno spazio dedicato alla corsa presso il TAG (Talent Garden Calabiana – Via Arcivescovo Calabiana 6 a Milano) dove sarà possibile iscriversi fino al 15 giugno, dalle 9 alle 18.30.
RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse
RDS Breakfast Run Levissima - credit photo LaPresse RDS Breakfast Run Levissima 2017 - credit photo LaPresse
Giovedì 15 giugno sarà anche attivo, dalle 12.00 alle 20.00, il Promo Point in Largo Beltrami (Piazza Castello), con la possibilità iscriversi e ritirare il race kit.

“Sport senza Frontiere” invece sarà il Charity Partner unico di Breakfast Run https://www.sportsenzafrontiere.it. L’associazione riceverà una donazione di 1€ per ogni iscritto, ma al momento dell’iscrizione chi lo vorrà potrà anche fare una donazione maggiore.

Sul sito breakfastrun.it le iscrizioni sono aperte al costo di 14 euro, che salirà a 16 euro qualora ci si voglia iscrivere nelle 24 ore che precedono l’evento.

Per info:info@breakfastrun.it / P. +39 02 6282 7562
Foto della Breakfast Run 2016 - credit photo ANSA Foto della Breakfast Run 2016 - credit photo ANSA
Foto della Breakfast Run 2016 - credit photo ANSA Foto della Breakfast Run 2016 - credit photo ANSA

2° Polimi Run
Faccio fatica a ricordare a quando risale l'ultima volta di 3 eventi così ravvicinati (3° gara in quindici giorni) ma quando a febbraio hanno proposto l'iscrizione alla competitiva a 5 euro non ho saputo dire di no perchè, se ancora non si fosse capito, correre a Milano mi piace.

La gara organizzata dal Politecnico con la collaborazione di adidas si prefigge di creare, con quanto raccolto da iscrizioni e sponsorizzazioni, delle borse di studio per gli studenti piu meritevoli delle facoltà di Ingegneria, Architettura e Design.

Il percorso con partenza dal Campus Bovisa La Masa e arrivo in Piazza Leonardo da Vinci, tocca riconoscerlo, è piuttosto anonimo ma con pochissime curve, un sottopasso e un cavalcavia (nemmeno troppo impegnativo) nei primi duemila metri rientra di diritto nella categoria "se è giornata, ci scappa il PB".

Ottomila gli iscritti con solo 500 pettorali riservati alla dieci agonistica non possono lasciare dubbi sulla natura dell'evento: "una festa". Buona la logistica, buona l'organizzazione, fantastica la giornata a livello meteo (un po' calda ma dopo i 12° della wings....) e tanta la voglia di provarci perchè, inutile negarlo, il desiderio di scendere sotto i quaranta non si è ancora assopito.

Nove trenta e 07 e si parte. I piu veloci sfilano via e in poche centinaia di metri hanno già un discreto margine. Io non ci provo nemmeno e, come al solito, devo solo preoccuparmi di non strafare anche se il 3e51 visualizzato dal Garmin al passaggio dei mille non lascia presagire niente di buono. Tocca darsi una calmata anche se non è cosa facile. Ho voglia di spingere e credo di potermelo permettere ma non ho idea di quanto e per quanto si possa osare.
2° Polimi RunProvo a ricalibrare il "navigaore" su valori più consoni ma non mi riesce. Non ho riferimenti e quelli che mi precedono non sono di grande aiuto. Non un mille uguale all'altro. Al giro di boa una manciata sopra i venti e la sensazione di poter continuare a spingere almeno per un altro po'. Sensazione che viene confermata ad ogni cartello chilometrico.

Non manca più molto e anche se la stanchezza comincia a farsi sentire cerco di resistere. Arrivato a questo punto sarebbe un peccato togliere il piede dall'acceleratore. Ho già realizzato che il muro non potrà essere infranto ma a naso dovrebbe comunque essere un signor risultato. 

Ultimi metri, il tentativo di sprint con chi mi precede miseramente fallito e il display sdam ad indicare un abbondantissimo under 41' che a memoria non realizzavo da almeno un paio d'anni.
Se non è "missione compiuta" poco ci manca.

Wings for Life World Run 2017
Ed è di nuovo tempo di Wings For Life, quarta edizione, seconda per il sottoscritto. Una gara che, inutile negarlo, mi piace parecchio.
Mi piace lo scopo per cui è stato inventata e mi piace la formula: corri finché non vieni catturato dalla macchina che a mezz'ora dalla partenza  (data simultaneamente in tutto il mondo) comincia la rincorsa alle sue "vittime".

Venticinque località, centottantaquattro nazionalità e ottantaseimiladuecentotrentuno arrivati per un evento che si prefigge da quattro anni di raccogliere fondi per la ricerca di una cura per le lesioni del midollo spinale.

La partenza italiana è prevista per le tredici e, per una volta, ho tutto il tempo per fare le cose con calma. Sveglia ad un orario da domenica, colazione a base di pasta in bianco e parmigiano sotto lo sguardo divertito di mia moglie e alle dieci in macchina direzione Milano.
Wings for Life World Run 2017
E se nella passata edizione,  causa infortunio, mi sono "costituito" alla mezza questa volta l'obiettivo minimo della giornata e il cartello dei trentaK con la, neanche tanto nascosta,  speranza di poter arrivare oltre.
Con un cielo che non promette niente di buono, una temperatura da inizio marzo e la sensazione, fortunatamente smentita, di dover bissare Roma, con discreto anticipo, entro nella gabbia di appartenenza in attesa dello start.  Quattro chiacchere con Franz Rossi che avevo avuto il piacere di incontrare alla Venicemarathon e poco prima del via vengo raggiunto da Federico che non incontravo dai tempi dei cityrunners.

25k lui, 30k io, un 4e30 che sembra alla portata di entrambi ed è un attivo decidere di correre assieme.

Ci siamo, tredici e zerozero e si parte. Giusto un paio di centinaia di metri per liberarsi del traffico e impostare il giusto ritmo e comincia la "fuga". Siamo in quattromilaequattrocento (+50%) ma a giudicare da come siamo gia sfilacciati fin dalle prime battute la sensazione che quelli più forti abbiamo perso l'occasione di potersi divertire senza l'assillo del cronometro è più che altro una certezza.
Wings for Life World Run 2017
Le gambe girano alla grande e mantenere quanto preventivato non è cosa semplice. Senza riferimenti siamo sempre sopra il ritmo pattuito. Se non spingo io, lo fa il mio socio. Ci proviamo ma senza grossi risultati.

Il percorso disegnato  è piacevole con i primi 20 km che ruotano intorno al centro della città con l'ingresso nei due parchi e il passaggio in Duomo  al diciassettesimo. I chilometri tra una battuta e un'altra volano e senza nemmeno rendersene conto siamo già al ventesimo dove i volontari sono pronti a fermare la corsa di tutti quelli privi del braccialetto che indica "gara competitiva". La mezza in novantadue e spiccioli e  la zona naviglio sempre più vicina dove le nostre strade dovrebbero dividersi. Giusto una ventina di minuti e al venticinquesimo, appena prima dell'Alzaia del Naviglio Grande, Federico alza il piede dell'acceleratore.

Io continuo per la mia strada ma la brillantezza comincia a scemare. Le due settimane di sosta hanno lasciato il segno e la mezza ben al di sopra delle nostra possibilità ha evidentemente fatto il resto. Arrivano i primi sorpassi e l'idea di mollare è una possibilità da non escludere a priori.
Insisto e resisto. Non manca poi così tanto. Sono ormai in periferia e non riesco ne ad orientarmi ne a  capire dove sto correndo. I cartelli passano sempre più lenti e la voglia di dire basta e sempre più forte.

Trenta. Finalmente il tanto agognato cartello. Ho raggiunto quanto preventivato e ora?
Wings for Life World Run 2017

Fa freddo. Sono sudato. Fermarsi e attendere non è di certo la soluzione migliore, perlomeno non è, viste le condizioni climatiche, quella più intelligente e allora navigatore sui 6 e si prosegue.  Tanto che ci vuole ad essere raggiunti, no ?

Un paio di chilometri al piccolo trotto e vengo superato dal mio socio che evidentemente deve aver fatto lo stesso ragionamento. Mi saluta e prosegue.  Tempo un migliaio di metri e sono io  che lo ripasso proseguendo la mia corsa verso il Naviglio Pavese.

Ora va meglio  e il passo fisso sui 5e30  può solo significare che ci vorrà più tempo per essere raggiunto.

Trentacinquesimo, Famagosta   e l'irrefrenabile tentazione di porre fine alla mia corsa.

Wings for Life World Run 2017
Ma anche qui che faccio? Se prendo la metro di fatto non vengo classificato e se mi fermo mi ammalo e quindi si prosegue.

Tutta colpa del meteo. Ci fosse stato il sole avrei avuto anche il tempo di prendere un po' di colore e invece mi tocca proseguire.

Non manca molto o almeno ci spero. Siamo in pochi e tutti più o meno nelle medesime condizioni. Tutti a desiderare di essere raggiunti e nessuno (o quasi) che ha intenzione di fermarsi.

Arrivano le prime moto, poi tocca alle bici che ci annunciano l'imminente arrivo  della macchina. Non provo nemmeno a resistere. Continuo con il mio passo e a poco meno di 39km per gli organizzatori o 37.68km per la questura (leggi Garmin) vengo catturato dalla Catcher Car.
Cos'altro aggiungere ? Arrivederci all'anno prossimo
12° deejayTen
Come la pubblicità del panettone, la deejayten quando arriva, arriva. 

È inutile negarlo, mi piace e voglio esserci. Voglio fare parte del fiume colorato che per una mattinata prende possesso della città come solo la Stramilano in questi anni è stata capace di fare. Trentamila facce sorridenti con un unico obiettivo: divertirsi. 

E poi da un paio d'anni è anche diventata l'occasione per rivedere gli amici del martedi. Quelli con cui condividevo la sgambata di gruppo che, da quando hanno scoperto le due ruote, da marzo a fine settembre diventano "uccel di bosco", o quelli che, per adesso, delle due ruote ancora non ne vogliono sapere ma hanno orari di lavoro non compatibili. 

Saluti, baci, abbracci, foto di rito e poi, una volta in Piazza Duomo, a cercare di "conquistare" in griglia un posto di categoria non troppo distante dal gonfiabile perchè, con questi numeri, se si riesce a stare davanti si va per il tempo (o perlomeno per una prestazione degna di nota) altrimenti si gode della città come raramente si ha la possibilità di fare. 

La voglia c'è, la posizione in griglia pure ma è la condizione o meglio la freschezza che, dopo il lungo del giovedi, temo di non avere. Logico, quindi, accettare la proposta di due amici di correre in compagnia questa edizione della Ten, soprattutto perchè il ritmo annunciato (e spergiurato) e il classico "allegro ma non troppo" che permette di scambiare quattro chiacchere per tutta la durata della gara.

12° deejayTenDieci e zero uno e si torna protagonisti. Neanche il tempo di far partire il Garmin e il primo dei due, nonostante le promesse, è gia lanciato e, nella confusione della partenza, fuori della nostra portata e l'altro, nonostante il "traffico", per non essere da meno ha già il navigatore sui 4e30. Senza gps va a sensazione e, con la teoria di mettere più fieno possibile in cascina, guida le danze e il secondo chilometro poi, sui 4e10, la dice lunga sul tipo di gara che mi toccherà affrontare.

Provo a fare presente che non è quanto ipotizzato alla partenza ma niente, tocca mettere fieno in cascina, e nonostante "l'amico" mi conceda qualche secondo si continua sulla stessa falsariga. Il lungo, però,  non sembra aver lasciato strascichi e, ad essere sincero, non faccio troppa fatica a tenere il passo di chi tra i tre doveva essere quello meno in forma. 

I chilometri passano e il gonfiabile dell'arrivo è sempre più vicino e, una volta arrivati nei pressi del Vigorelli, ad un centinaio di metri, riconosco l'inconfondibile andatura di quell'altro. Quello partito a razzo. E allora mi tocca. non posso fargliela passare liscia. 

12° deejayTenPoco piu di due chilometri. Una distanza più che sufficiente per ricucire lo strappo. Corso Sempione, noioso e interminabile come sempre, Via Francesco Melzi  d'Eril e "l'altro" sempre più vicino. Manca poco, solo qualche centinaio di metri e, una volta in Via Legnano, il sorpasso con una progressione finale che mi porta a chiudere poco sopra i 41' con un ultimo chilometro ad un ritmo che, sinceramente, non ricordo nemmeno più da quanto tempo non mi capitava di tenere. 

Mai e dico mai fidarsi degli amici che ti chiedono di correre una gara assieme promettendo di non tirare perchè spesso (per non dire sempre) sono falsi come una banconota da trenta euro.