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bandelletta
Assieme alla fascite plantare, la bandelletta, a quanto si puo leggere in rete, è l'incubo di ogni runner, un tunnel di cui, spesso, si fa fatica a vederne l'uscita.  

Un paio di giorni di riposo dopo le fatiche della quarantadue di casa chiusa senza nessun problema e alla prima uscita è il mio turno: un fastidio all'altezza del ginocchio che nel giro di un paio di chilometri si trasforma in dolore. talmente forte che l'unica cosa sensata da fare è fermarsi e tornare mestamente a casa. 

Visita ortopedica d'obbligo che conferma quanto già immaginavo dovuta probabilmente ad una postura peggiorata negli anni. Tre opzioni: basta corsa (esclusa a priori), operazione  (troppo vecchio) o un bel paio di plantari da indossare tutti i giorni. 

Ma plantari e una ventina di giorni di pausa non sono ancora sufficienti: sette, otto chilometri e LEI torna prepotentemente a farsi sentire. Inutile  insistere: gita a Firenze per la Ten  prima di porre la parola fine al mio personale calendario. 

Venezia attende e una quarantadue non si improvvisa. La piscina è una valida alternativa ma da bradipo conclamato non ne apprezzo i benefici. Serve tempo, quello che, per preparare una maratona comincia a mancarmi.  

E il tempo quando ne hai bisogno passa sempre più in fretta di quanto uno possa immaginare: metà luglio, nove settimane dall'ultimo 10k e provo a ripartire senza forzare: 4, 5 chilometri che, con queste temperature, sembrano infiniti.  chilometri che poco alla volta aumentano arrivando  a superare il limite dove iniziavano i miei problemi. 

E ora alla terza uscita consecutiva  sopra i 10000 posso davvero  pensare (incrociando le dita) che forse il tunnel me lo sono lasciato alle spalle. 

E se per Venezia credo non ci siano piu speranze giusto tra sedici settimane una quarantadue da fare credo proprio di poterla trovare
preparazione 18° milanomarathon
Ultimi sessanta minuti a bassa intensità  per poter dire che questo  "viaggio" lungo centoventi giorni è giunto al termine

Poco meno di novecento chilometri e settantuno ore in strada per arrivare, con più di qualche semplice dubbio, all'appuntamento in Corso Venezia. Perché se è vero che a livello di qualità questa preparazione e stata la migliore degli ultimi 3 anni a quantità non ci siamo proprio  perché di  chilometri, all'appello, ne mancano almeno un centinaio.

Lavoro, impegni vari e un po' di stanchezza mi hanno costretto, nelle ultime 6 settinane, a ridurre a tre il numero delle  uscite settimanali.

I "lavori" li ho fatti, i lunghi pure, Roma e Milano sono andate alla grande. Ci sono tutti i presupposti per portare a casa una bella prestazione  eppure, nonostante l'esperienza,   non ne sono del tutto convinto.

Il programma, in ogni caso,  è ben definito: ritmo da tenere e crono finale auspicato. Io ci conto o forse, questa volta, sarebbe il caso di dire "ci spero".

#RoadTo #milanomarathon
Metà percorso. Sembra ieri ma sono gia due mesi che macino chilometri. Un paio di lavori saltati a piedi pari, un paio abortiti miseramente prima del termine ma nel complesso non mi posso di certo lamentare. 

Ma ora tocca alzare l'asticella. O almeno ci si prova iniziando con il "lavoro" che temo di più, quello che mi porta a stare più di due ore sulle gambe e che, di solito, nemmeno ai tre quarti di quanto preventivato ho la certezza di portare a termine

Sole, temperatura  da febbraio inoltrato e poco prima delle dieci in strada direzione ciclopedonabile che, come tutte le domeniche, è ben frequentata. 

Non ho obiettivi particolari se non quello di finire quanto in programma ma la risposta delle gambe già dai primi chilometri è di buon auspicio. Il percorso è piacevole e da quando ho inserito tutte le salite che incontro  (e che mi costringono ovviamente ad abbandonare la ciclabile) e anche bello tosto. Eppure stavolta non è come le altre volte. 

Niente di eclatante ma senza essere impiccato riesco a tenere delle buone medie. E anche le salite non lasciano gli stessi strascichi delle precedenti occasioni. Una volta finite riesco a riprendere lo stesso passo abbandonato qualche centinaio di metri prima.

I chilometri passano ma sorprendentemente  la storia non cambia seguendo lo stesso canovaccio anche sulla via del ritorno. Difficile da immaginare alla vigilia ma faccio davvero fatica a ricordare negli ultimi 3 anni un lungo paragonabile a quello portato a casa stamattina. 

Quello che temo è che si tratti solo di un fuoco di paglia, un giorno particolarmente "fortunato"  con un paio di gambe eccezionalmente ispirate.

Ma per avere delle risposte non resta che aspettare il prossimo.
Piccolo Stelvio, di nuovo
E alla settima arrivano loro. Ultima settimana di crescita organica  e appuntamento con le salite lunghe: mille metri da ripetere 6 volte. One shot. 

Giusto una trentina di minuti di macchina e poco dopo le dieci ai piedi del Piccolo Stelvio per il compitino in tabella. Cielo terso, sette gradi e, senza apparente motivo, gambe particolarmente in palla, Talmente in palla che la prima serie è  addirittura fin troppo veloce. 

Poche macchine, pochissimi a piedi ma tantissimi quelli su due ruote con cui provare  a competere intenti, anche loro, ad affrontare i 6 tornanti resi famosi da una delle tre gare del trittico lombardo. 

E che  spettacolo poi, la vista  sul borgo antico e la chiesa  dei santi Stefano e Lorenzo. Vista che, in parte, ripaga il disturbo di doverci arrivare in auto.
5x2000 roadTo Milano Marathon
Dopo un inizio un po' zoppicante  dove in piu di una occasione ho terminato anzitempo il "lavoro" in programma, la preparazione verso l'appuntamento di Aprile sembra incanalarsi  verso i giusti binari. 

Le feste, arrivate al momento giusto, mi hanno permesso di recuperare forma e la continuità che all'inizio sembrava essere alquanto deficitaria. 

Tutto risolto ? Ovviamente no. Perché alla fine le due uscite da fare in settimana per un motivo o per un altro finiscono sempre per essere svolte quando la maggior parte dei miei concittadini ha le gambe sotto la tavola e spesso più che il fisico quella che non ne vuole sapere di collaborare è invece la testa. 

Con l'esperienza accumulata so che non dovrei farlo ma è un attimo esaltarsi per delle ripetute portate brillantemente a casa. 

Il difficile deve ancora arrivare ma io intanto mi godo sto 5x2000.
Salite 12x150 - #roadTo milanomarathon
Ed è di nuovo arrivato il momento di fare sul serio. 

Dopo aver meritatamente bighellonato per una cinquantina di giorni si ricomincia a macinare chilometri con un certo criterio. 

Quattro uscite e quattro differenti lavori a settimana per un percorso che mi vedrà impegnato  per i prossimi quattro mesi. Ovviamente salute, lavoro e clima permettendo. 

Perché la buona volontà uno ce la può anche mettere ma poi tocca fare i conti con la vita di tutti i giorni. E la neve che, come da previsioni, sta scendendo su Milano non credo possa esser compatibile con quello che prevede il  "programma". 

Io intanto 'ste dodici salite brevi me le sono portare a casa. Il resto si vedrà.
preparazione VeniceMarathonE con i 10,17 di questa sera il lungo viaggio che dovrebbe portarmi  a terminare decentemente la 32° Venicemarathon è giunto, anche questa volta, al capolinea.
Lungo e faticoso con Lucifero che quest'anno ci ha messo del suo e una caviglia che, a fine agosto, ha provato a tornare protagonista.

Novecentosessantun chilometri per quasi 80 ore in strada con le prime undici settimane come da programma (leggi tabella) e le ultime dedicate solo a limitare i danni cercando di preservare nel migliore dei modi il tendine acciaccato. 
Ci ho creduto. Quantità e qualità tornati ai livelli pre-infortuni che lasciavano ben sperare. Alla fine invece, è toccato far di necessità virtù. 

Ora due giorni per ricaricare le pile (leggi divaning) e da sabato, finalmente, VeniceMarathon in modalità-ON
lungo - 32.2
Di tutta la preparazione per una maratona il lungo, apparentemente, è quello che meno desta preoccupazioni soppiantato dal medio che, dopo l'avvenuta riappacificazione con le ripetute, è il "lavoro" che attualmente non riesco proprio a digerire.

Ma meno preoccupazioni non significa non averne del tutto perchè è un attimo, e non sarebbe nemmeno la prima volta, decidere a chilometri da casa di abortire anzitempo la fatica. Cena sbagliata, un po' di stanchezza, qualche grado di temperatura in più, tutta una serie di variabili da tenere in considerazione. Se poi ci si mette anche il pensiero di una caviglia tornata a destare preoccupazioni il quadro che si prospetta alla vigilia dell'ultimo lungo non è poi così rassicurante.

Primi chilometri in zona per "sentire" se i tendini hanno qualcosa da obiettare e il resto, come da programma, sulla lunga striscia di verde che costeggia il fiume Olona.

Sono stanco, o forse più semplicemente, non è giornata. Le gambe girano ma non ne vogliono sapere di spingere come dovrebbero. 

E allora di necessità virtù. 
Lenti ma tutti e trentadue, quello che davvero conta è averlo portarlo a casa.
PitStop
Non si può mai stare tranquilli. Archiviati dodici mesi e piu di duemila e cinquecento chilometri dallo stop che mi ha visto fermo ai box per 45 giorni pensavo di poter dare per scontato la definitiva risoluzione dei miei problemi e invece a metà della preparazione se non ci ricasco ci vado parecchio vicino. 

Accenno di dolore alla solita caviglia e seratona ripetute abortita immediatamente. L'esperienza insegna. Seduta dall'osteopata, tavoletta propriocettiva, borsa del ghiaccio, riposo e dopo quattro giorni di nuovo in strada alla ricerca di risposte. Poche uscite, chilometraggio ridotto al minimo sindacale eppure le risposte che cerco tardano ad arrivare.

La mezza incombe e con una domenica dal clima perfetto non si può non uscire a correre. Senza false illusioni ma con la solita e collaudata tecnica di un chilometro alla volta e se proprio dovesse ripresentarsi il problema  remi in barca e lemme lemme (cioè a piedi) si torna mestamente a casa.

TrentaK, due ore e trenta sulle gambe e, a parte qualche piccolo sussulto, caviglia non pervenuta.

Durerà ? Ai posteri l'ardua sentenza
Primo lungo
Terminata la settimana di scarico si ricomincia a fare sul serio con il primo  dei quattro lunghi previsti dalla tabella da portare a casa a 4e41. 

Vabbè diciamo che mi sono semplicemente accontentato di portarlo a casa.

Da quando ho preso la buona abitudine di correre i lunghi in Valle Olona certe medie me le posso dimenticare. Perchè non è piatta e gli otto "strappi" che si incontrano lungo il tragitto lasciano il segno: dai tre a cinquecento metri con pendenze però, di tutto rispetto. Il percorso è piuttosto impegnativo ma immerso nel verde e sfruttando la ciclopedonabile per più della metà del tempo l'unica preoccupazione è quella di riuscire a non farsi investire da quelli in "muntanbici" spesso impegnati nel record dell'ora.

Solita sveglia a orario da ufficio e poco prima delle sette già in strada pronto a macinare chilometri perchè siamo pur sempre in estate e affrontare gli ultimi dieci, dodici chilometri con il sole a picco sul capoccione non è di certo tra le mie priorità. Pochi i runners ancora meno quelli in bici con un copione che rimane inalterato almeno  per una buona mezz'ora prima di tornare ad assumere, nonostante le ferie, il tipico aspetto di una normalissima domenica in "valle".

Poco più di 31 km in poco meno di 157 minuti e la certezza che, come tutte le prime volte, nel pomeriggio la deambulazione sarà alquanto difficoltosa.
Piccolo Stelvio
Mia moglie non ci fa più caso e pare rassegnata. Ma del resto non è colpa mia se di salite a portata di "piedi" e di lunghezza pari a quanto richiesto dalla tabella nell'ultima settimana di crescita organica (???) non ce ne sono.

E allora sveglia presto, borsa, macchina e via direzione Castiglione Olona dove ad attendermi c'è il "Piccolo Stelvio"  storica salita della Coppa Bernocchi, che, con i suoi sei tornanti, ricorda in piccolo la parete di tornanti di Trafoi.

Il sole è già fin troppo alto per i miei gusti ma fortunatamente ci sono le nuvole a venirmi in aiuto. La temperatura, dopo una settimana con lucifero, è perfetta anche se, colpa dell'umidità, finito il riscaldamento sono già bagnato come un pulcino. 

Mille metri da ripetere 6 volte sotto lo sguardo attonito (o divertito) dei pochi, pochissimi automobilisti e ciclisti che transitano a quell'ora in zona. 

Lunghe, dannatamente lunghe con il cuore a mille e le gambe con ancora i chilometri del medio del giorno prima. Inutile pensare a quante ne mancano già alla fine della prima salita. Troppe, ancora troppe. 

E allora, come si fa in questi casi, niente calcoli. Una alla volta. 





lucifero
E alla fine l'ennesimo anticlone africano che già dal nome non promette nulla di buono ha raggiunto la nostra penisola.
E in queste condizioni decidere andare a correre non è proprio la prima cosa che possa venire in mente. Ma il countdown non si ferma e, li in bella mostra, fa il suo mestiere.

Abbandonata l'idea di uscire prima di cena ho provato ad ipotizzare un 21.00/21.30 ma a parte il sole sotto l'orizzonte non mi è parso di cogliere grossi benefici da questa opzione e allora controvoglia, e sottolineo controvoglia, ennesima sveglia puntata alle 5 per provare a portare a casa il compitino assegnato.

E ancora buio, l'umidità si taglia ancora con il contello ma almeno la temperatura, anche se abbondantemente sopra i venti gradi e almeno accettabile. Un paio di chilometri al piccolo trotto con le gambe sorprendentemente "sveglie" e una volta arrivati alla stazione inversione di marcia e inizio della serie di ripetute: setteXmille con pari recupero con la parte attiva da fare a RM-5%.

Pensare che, solo qualche anno fa, un "lavoro" del genere mi sarebbe pesato come un macigno e invece ora, anche se ancora non rientra nella categoria divertimento, di sicuro non rientra nemmeno in quella della noia mortale.

Bello poi vedere, verso la fine dei miei chilometri, la faccia attonita di quelli in strada per andare al lavoro o in giro con il cane. Un'espressione che vale più di mille parole.
4 settimane ....
... o un mese delle compagnie telefoniche. 

Con i 13 chilometri di medio di questa mattina il primo quarto di questa tabella finisce in archivio.

Quattro lavori a settimana per un totale di duecentodieci chilometri che con il caldo di questa estate sono, per quel che mi rigurada, davvero tanta roba.

I lavori veloci di sera, salite e medio invece relegati nel fine settimana con la sveglia puntata come in un normale giorno feriale. Io ce la sto mettendo tutta ma è davvero difficile. Il caldo ma soprattutto l'afa rendono il tutto particolarmente duro. 

E a volte impostare ritmi un po' piu tranquilli può non essere sufficiente come nel caso di un 4x2000 abortito all'inizio della terza ripetizione che rimane, per adesso, l'unico "failed" annotato in agenda.

Sapevo che sarebbe stata dura ma questa estate sembra essere anche peggiore di quelle che l'hanno preceduta e quindi tocca fare buon viso a cattivo gioco.

Del resto sono io che ho deciso di correre una maratona in autunno. O no ?
#roadTo30 - salite corte
E con le prime salite corte (12x150) inizia un nuovo percorso lungo sedici settimane. Sedici settimane per arrivare in autunno tirato a lucido ed indossare al termine di quarantaduemila e centonovantacinque metri la trentesima medaglia.

La voglia, nonostante tutti questi anni, non manca. Le condizioni climatiche un po' meno. Ogni anno è sempre peggio. 

Non mi faccio illusioni. Se continua così per il primo mese sarà difficile rispettare il programma alla lettera. Due sole alternative: mattina presto, o sera tardi, ma proprio tardi. Tocca solo convincere le gambe.
maratona di roma
Ci siamo. Anche questa volta siamo giunti all'epilogo. Quattro mesi a macinare asfalto per poter timidamente affermare di essere pronti a raccogliere quanto seminato durante queste sedici settimane. 

Una preparazione che, per la verità,  non ha niente di eclatante. Buona quella che la tabella definisce la parte di costruzione organica meno bene la seconda, ma finalmente un totale di chilometri che assume una certa consistenza.

E questa volta poi, la sfida ha un sapore particolare perchè di fatto correrò con il pettorale del 2015. Influenza il primo anno e uno stiramento il secondo mi hanno costretto a posticipare per ben due volte l'appuntamento di primavera con la Città Eterna ma soprattutto con la decima medaglia. 

Perchè alla fine, come spesso accade, non ho grosse pretese: concluderla, fare meglio di Firenze e, se possibile, arrivare con il sorriso stampato sul volto.
Non mi sembra di chiedere la luna, no ?


preparazione maratona - 27.36
Tocca fare sul serio. Arrivati a questo punto non si scherza più. Piove. Le previsioni danno acqua per tutto il fine settimana e quindi, come dice il detto, tolto il dente tolto il dolore. 

Obiettivo 30k in Valle Olona ma considerato percorso e clima ci si può accontentare anche di qualcuno in meno.

Odio correre con la pioggia. Non mi piace proprio. D'inverno ancor di più con abbigliamento e scarpe che con il passare dei chilometri diventano enormi zavorre.

Sabato ore 9 e 10 si parte. Ancora non piove ma il colore delle nubi lascia davvero pochi dubbi a riguardo. Giusto qualche minuto di vana illusione e comincia a piovere. Correre in Valle Olona mi piace. Una lunga ciclabile quasi interamente asfaltata dove, al riparo dal traffico, ci si può fare di tutto. Lunghi, ripetute e persino strappi da 5/600 metri di salite con pendenze di tutto rispetto. 
E poi è ben frequentata.... Di Domenica. Se invece è Sabato e diluvia gli incontri si possono contare sulla punta delle dita. Impossibile non pensarci: e se mi capita qualcosa ?. Io poi che di correre con il cellulare non ne voglio proprio sapere.

Il passo è da crociera. Come sempre il primo lungo è un'incognita. Forse è un mio limite ma non riesco mai a capire quanto si possa osare e allora mi comporto di conseguenza. Quello che conta e portare a casa il compitino. E allora, nel momento che decido di farmi uno sconto, sono consapevole che, per oggi, un ventisette può essere più che sufficiente. 
Ma solo per oggi
preparazione maratona - gennaio - giro di boa
E con i 15 km in progressione di stasera mettiamo in archivio anche il secondo mese di preparazione che si chiude con duecentoventiquattro chilometri distribuiti su quindici uscite. 

Sono al giro di boa, il countdown segna sessanta giorni all'appuntamento con la distanza regina e la preparazione procede tra alti e bassi dove con "bassi" intendo qualche "Failed" di troppo. 

Forse pretendere di svolgere alcuni lavori con ritmi che ancora non mi posso ancora permettere non è la cosa più intelligente da fare ma a volte mi faccio prendere la mano e alla fine il risultato non può che essere fallimentare.  

Però ci credo. Perchè se mi fermo a pensare a come ero messo a due mesi dalla Firenzemarathon non posso non essere fiducioso. E incrociando le dita non potrà che andare sempre meglio. 
O almeno ci spero.
garmin connect - tredici.20
E anche a questo giro è toccato pagare dazio. Questo freddo alla fine è riuscito a piegarmi: mal di gola e una fastidiosissima tosse come non capitava da un paio d'anni hanno fatto propendere per una pausa di riflessione onde evitare guai peggiori. 
Otto giorni. Solo otto giorni di sosta che son sembrati una eternità con il tarlo tipico del runner che ha un'unica preoccupazione: quanto avrò perso? 

Eppure di esperienza penso di averne accumulata abbastanza. Ma il tarlo ha un solo modo per essere rimosso: la prova su strada. Ore dieci, sole, temperatura quasi piacevole e via verso nuove "avventure". Le gambe girano come se non si fossero mai fermate e anche senza forzare la media è più che accettabile. 
Il parco, popolato come non vedevo da tempo è un invito alla corsa e io questo invito  non me lo lascio scappare. Tre giri tra i viali freschi di restyling e poi di nuovo su asfalto direzione casa con il garmin che alla fine segna un po' più di tredici chilometri  in (quasi) 64 minuti e il tarlo definitivamente cancellato
salite brevi
E con dodici salite brevi da 150 metri é di nuovo tempo di "tabella". Sedici settimane per arrivare tirato a lucido all'appuntamento con la quarantadue di primavera. Roma o Milano. Stavolta tocca scegliere tra quella di casa e quella che amo, anche se probabilmente conosco già la risposta.

Sedici settimane che, senza interruzioni, non riesco a portare a termine da ormai troppo tempo. Perchè ora che ho imparato a "seguire" e non ad "interpretare" le tabelle la soddisfazione che si prova alla fine di questo lungo percorso è piacevolmente differente.

E io vorrei tanto tornare a provare la stessa soddisfazione.

Vediamo. A piccoli passi, una settimana alla volta.
preparazione firenze marathon
Finita. Con gli ultimi 10 chilometri anche questo lungo viaggio e giunto al termine. 
Cento giorni, cinquanta uscite e cinquantasei ore passate in strada a macinare asfalto  per poter timidamente dire di essere di nuovo pronto ad affrontare una quarantadue. 
Davvero pronto ? Sinceramente non ne sono del tutto convinto. 
Ma questo è quanto sono riuscito a fare con un ultimo mese che mi ha regalato più di una soddisfazione (quattro lunghi, una mezza under-novanta come non accadeva da tempo e una caviglia che nonostante tutto continua a mantenersi silente). 
Aspettative? Finirla. E possibilmente bene. Se poi, riuscissi anche a mantenere per tutta la gara lo stesso ritmo tenuto nell'ultimo lungo ancora meglio, ma per una volta non è il crono la mia priorità. 
Perchè a voler guardare il bicchiere mezzo pieno riuscire a correre per così tanti giorni senza saltare nemmeno una settimana non capitava ormai dal 2014.
Ora tre giorni di meritatissimo ozio e poi Domenica proviamo a raccogliere quanto seminato.