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42° StramilanoQuarantaduesima edizione di quella che, a torto o a ragione, viene considerata la corsa la più famosa d'Italia. Tre distanze, 10k, 5k per i più piccini e la mezza agonistica, per una festa che, ogni anno, riesce a coinvolgere più di "50000" (almeno così recista lo slogan) runners di tutte le età. E nonostante una temperatura da fine febbraio e una incessante pioggia battente, non sembrano molti quelli che, scoraggiati dal clima, hanno deciso di rinunciare all'appuntamento con la corsa meneghina. 
Ore nove la "50.000", nove e quarantacinque la Stramilanina e alle undici, davanti al Castello Sforzesco, la partenza della mezza agonistica per una domenica che reagala a tutti i partecipanti una Milano diversa.
Sveglia ad un orario "da domenica", abbondante colazione e subito dopo in macchina direzione Milano con l'obiettivo di trovare un parcheggio non troppo distante dall'Arena Civica. Un rapido saluto agli amici, cambio d'abito, deposito borsa e poi di corsa in zona partenza sfruttando la distanza per il solito finto riscaldamento. 
42° Stramilano
Ed ecco che a soli sette giorni dalla quarantadue di Roma, sono di nuovo sotto un gonfiabile con appuntato un pettorale e senza la benchè minima intenzione di usare il buon senso optando per una saggia condotta di gara. Percorso piatto (e dopo Roma è tutto "grasso che cola"), temperatura bassa e con le buone sensazioni provate nell'ultima uscita del venerdì, si va. Punto. E poi ci sono le nuove #boost da testare per bene, provare, a ritmi sostenuti, le reazioni della nuova intersuola targata BASF.
Dieci, cinquantanove e spiccioli e al tradizionale colpo di cannone del Reggimento di Artiglieria a Cavallo “Voloire” si parte. Solita confusione iniziale ma, grazie alla larghezza delle sede stradale e alla posizione "conquistata" in griglia, riesco già da subito ad impostare il ritmo desiderato. Classico e collaudato percorso che, una volta lasciato il Castello ci porta verso l'Arena poi Corso Sempione da percorrere nei due sensi permettendo a tutti i partecipanti di vedere che la gara è già una questione dei soliti e fortissimi atleti degli altopiani. Di nuovo all'Arena per il passaggio sul tappeto TDS posto al 42° Stramilanoquinto chilometro prima di dirigerci verso i Bastioni di Porta Nuova. Il ritmo è buono, le gambe rispondono e il trenino che si è formato un migliaio di metri dopo la partenza sembra essere quello giusto. E per una volta voglio fare a meno del garmin. Ogni tanto una rapida occhiata e nulla più. Nessun calcolo, questa volta finchè ce n'è, si va a sensazione. Melchiorre Gioa, Corso Buenos Aires e circonvallazione interna direzione Piazza Cinque Giornate con il passaggio ai dieci una ventina di secondi sotto i 40'. Piazza Medaglie d'Oro, Ticinese e Viale Papiniano, via Washington e il tappeto del quindicesimo sotto i sessanta. Tocca crederci. Piazza Piemonte, Velodromo Vigorelli, Piazza Damiano Chiesa e di nuovo in Corso Sempione per gli ultimi tre chilometri. Diciannove, venti e il display del Garmin, non ho saputo resistere, che indica unoradiciannoveespiccioli. Via Francesco Melzi, viale Byron e finalmente l'Arena Civica da percorrere per tutta la sua lunghezza prima dell'ingresso dalla porta Trionfale con la consapevolezza e la rabbia per un personale che sicuramente sfuggirà per una misera manciata di secondi.
Appena sopra gli 84'. E per una volta posso permettermi di dire che non sono per niente soddisfatto.
Stavolta brucia troppo.
Straplacentia halfmarathon
Prima domenica di Marzo e tradizionale "gita" in terra emiliana  per disputare la dodicesima edizione della mezza di Piacenza. Ventun chilometri da correre senza troppi calcoli e ultima occasione per testare la condizione raggiunta in vista dell'appuntamento del diciassette.

Sveglia, colazione e, poco dopo le sette, in macchina per il centinaio di chilometri che mi separano dal centro polisportivo nei pressi dello stadio comunale con la consapevolezza, corroborata da anni di esperienza, di arrivare appena in tempo per la partenza.

Straplacentia halfmarathonRitiro pettorale, cambio d'abito e dopo la solita pantomima del (finto) riscaldamento sotto il gonfiabile in attesa dello start che preceduta dalla partenza delle handbike arriva una manciata di secondi prima delle nove e trenta. 

Sole, temperatura finalmente piacevole e ottima occasione per tornare a correre, dopo oltre tre mesi, in pantaloncini corti. Solita partenza a cannone e primo chilometro chiuso abbondantemente sotto i 4'/km. I tre giorni di riposo sembrano dare buoni frutti e il "simpatico" trenino con cui comincio a condividere la strada sembra davvero un'occasione da non farsi sfuggire. 

Assodato che l'under90 si porta a casa, l'obiettivo minimo della giornata diventa migliorare il risultato della mezza del castello e visti i precedenti in riva al Po, inutile nascondersi, tocca mettere in conto anche la possibilità di tentare il nuovo personale. 

Secondo, terzo e quarto in meno di 12' e una volta abbandonata l'abitato, per sei chilometri lungo l'argine del grande fiume prima di rientrare in città all'altezza del casello di "Piacenza Ovest" con il passaggio al decimo abbondantemente sotto i 40'. 

Un altro paio di chilometri da ritmo "personale" e poi, come prevedibile, qualche secondo comincia a perdersi per strada, senza però compromettere le possibilità di un ottimo riscontro cronometrico. Tredici, quattordici, quindici e dopo aver "salutato" alcuni dei Straplacentia halfmarathon compagni di viaggio impegnati in una delle altre due distanze in programma (30k e maratona), gli ultimi sei chilometri che ci riportano in Piazza Cavalli, il salotto buono della città.

Sedicesimo chilometro in linea con i precedenti, diciassettesimo da bradipo (5'27") e successivo da corridore degli altopiani (2'37") frutto evidentemente di cartelli posizionati apparentemente a caso. 

 Un po' di stanchezza e (forse) mancanza di convinzione dopo un rapido (e sbagliato) calcolo nelle reali possibilità e in due chilometri mi gioco il personale. Una trentina di secondi regalati (4'11" e 4'21") tra il diciannovesimo e il ventesimo e la frittata è fatta nonostante gli ultimi 1100 metri corsi in 4'02" che mi portano a concludere, comunque, abbondantemente sotto gli ottantacinque minuti.

Contento ? Ni. Ma tocca farsene una ragione.

mezza del castello
E alla fine è arrivato, anche per me, il tempo di indossare il primo pettorale di questo 2013.
Saltato l'esordio in quel di Novara tocca a Vittuone e alla sua bella mezza tenere a battesimo la nuova stagione agonistica.
Soliti riti pre-gara (ritiro pettorale, cambio d'abito e deposito borsa) e alle otto e mezza pronto, si fa per dire, a buttarmi nella mischia. E nonostante la voglia di primavera (per l'occasione rispolverati pinocchietti e maglia leggera) quello che manca è il coraggio di abbandonare il tepore degli spogliatoi per tentare di abbozzare almeno una parvenza di riscaldamento in attesa dello start previsto, fortunatamente, per le nove.
Sbrigata la pratica senza troppa convinzione non resta che posizionarsi sotto il gonfiabile e attendere pazientemente di tornare ad essere protagonisti giusto una manciata di secondi prima del previsto. Il percorso, totalmente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo.. Interamente piatta è l'ideale per tentare il personale, idea che non prendo nemmeno in considerazione visto il risultato dell'ultimo lungo portato a casa. Under novanta, giusto per continuare la striscia positiva, l'obiettivo minimo cercando però di tenere un passo intorno ai 4'/km per almeno metà gara. Posizionato a qualche metro dal gonfiabile la partenza non è delle migliori. Complice la stretta sede stradale i primi due-trecento metri sono un continuo cambio di traettoria alla ricerca di un po' di spazio per impostare quanto prima il ritmo desiderato.  Archiviato il primo un tantino troppo veloce (tre e cinquantacinque) il resto è un susseguirsi chilometri appena sopra i 4'. Cinque, sei, sette e sorprendetemente nessun segno di cedimento. mezza del castelloGiro di boa come da ruolino di marcia e gambe con ancora la forza di spingere. Undici, dodici, quattordici e la stanchezza che comincia a far capolino. Ma ormai il più è fatto e confortato anche da quanto visualizzato dal Garmin (solo pochi secondi persi al chilometro) comincia, nella mia mente malata, a farsi largo l'idea di portare a casa un risultato, almeno alla vigilia, del tutto insperato. Quindici, sedici, diciassette, posizioni cristallizate e soprattutto mai sopra i 4'08"/km. Diciannove, venti e finalmente il sovrappasso pedonale che conduce alla finish-line con il crono championchip ad indicare un fantastico, almeno in questo momento, #underottantasei.
Maratonina di Busto Arsizio
Vado o non vado? A voler guardare l'esito delle cinque o sei uscite post-maratona, la decisione più logica sarebbe stata quella di passare l'intera mattinata steso sul divano davanti al televisore. Ma come al solito logica e buon senso non sono termini che mi appartengono.
Sfruttando il termine ultimo per le iscrizioni e incurante delle previsioni meteo (se non piove non mi diverto più) mi ritrovo, in pratica, con il pettorale della Maratonina di Busto Arsizio già appuntato sulla maglietta appena prima del sold-out.
Sveglia, colazione, box, strada, parcheggio, ritiro pettorale: in pratica la solita trafila, impiegando parte del restante tempo a cercare, una volta "posizionato" sul gradino più alto della tribunetta, facce amiche tra i presenti. Fallita la "missione" si passa al piano "B": cambio d'abito, deposito borse e riscaldamento abortito appena un secondo dopo averlo cominciato. Senza particolari ambizioni, se non quello di continuare la striscia positiva degli under 90', mi posiziono sotto il gonfiabile quando al mio fianco si materializzano i palloncini dell'ora e venticinque. È un attimo decidere per un cambio di tattica. A costo di passare la seconda parte di gara a rimpiangere di non aver optato per una più saggia condotta di gara. Troppo ghiotta l'occasione di poter correre, almeno per quanto riguarda una mezza, senza doversi preoccupare di tempi, passaggi o medie Maratonina di Busto Arsiziodemandando il compito ad altri. Tattica che riesce alla perfezione almeno per i primi nove chilometri. Dopo tocca ammainare bandiera. Della leggerezza e della facilità di corsa dei primi minuti non rimane traccia e tocca alzare il piede dall'acceleratore continuando però, ben al di sotto del ritmo maratona. Pausa di riflessione al 17° (4' e 20") e poi di nuovo a spingere con una progressione che mi porta a correre l'ultimo chilometro sotto i 4'/km  archiviando con un bel "Under 87" quella che, probabilmente, è l'ultima 21 del duemiladodici.
Per quanto mi riguarda, #tantaroba.
mezza di monza Come da tradizione, siamo ormai alla nona edizione, la prima domenica dopo il Gran Premio d'Italia di Formula Uno è di scena la Mezza di Monza. Ventunchilometrienovantasettemetri suddivisi tra pista e parco. Sveglia, colazione e alle sette già in macchina per cercare di evitare la solita coda al semaforo, quello della Villa Reale, con il rosso più lungo d'Italia. Prima delle otto a destinazione, imbarazzo della scelta per il parcheggio e una volta ritirato il pettorale e indossato gli abiti da "lavoro" un sacco di tempo libero a disposizione. Riscaldamento e all'apertura della pista in coda direzione gabbia di appartenenza, l'ultima. Logica conseguenza di una "piccola" disattenzione nel compilare il modulo d'iscrizione: il personale sulla distanza. Nove e trentuno lo start e una cinquantina di secondi dopo anche la mia gara può cominciare. mezza di monza Senza troppi patemi, grazie alla larghezza della pista, riesco ad impostare subito il ritmo desiderato. Prima variante, curva di Biassono, variante della  roggia, prima e seconda di Lesmo i chilometri passano e il mio procedere è un continuo recuperare posizioni. Curva del Serraglio, variante Ascari e a metà della parabolica si abbandona la pista per affrontare i due sottopassi che ci portano a correre per i viali di uno dei parchi recintati più grandi d'Europa. I chilometri si susseguono, le posizioni recuperate si fanno meno frequenti, qualche sorpasso subito e nella mente un pensiero fisso: quando toccherà pagare dazio per la gara del venerdì. E la risposta non tarda a venire: quattordicesimo , forse il chilometro più duro dove qualche mezza di monza piccolo "strappo" non può che lasciare il segno. Ancora in sofferenza al quindicesimo prima del provvidenziale terzo ristoro dove qualche sorso di integratore diventa "benzina" preziosissima per gli ultimi chilometri. Sottopasso della sopraelevata sud, sottopasso del rettilineo dietro al paddock e di nuovo in pista a metà della parabolica prima dell'interminabile rettilineo da "spararsi" senza troppi calcoli.Under 87'. Tutto sommato.....
.... buona anche la seconda.
StramilanoQuarantunesima edizione della corsa più amata dai milanesi, nel senso che, dopo tutti questi anni, sono davvero pochi gli automobilisti che salutano a colpi di clacson il passaggio della marea di "runner" di tutte le età che per una mezza giornata prendono possesso della città. Se poi, con il cambio di giunta, la domenica della Stramilano coincide anche con la domenica "a piedi" il successo è assicurato.
Ore nove la dieci chilomentri dei "50.000", nove e quarantacinque la Stramilanina, la gara dedicata ai più piccoli, e alle dieci e quarantacinque, davanti al Castello Sforzesco, la partenza della mezza agonistica.
Tre gare, tre distante e tutte e tre con lo stesso obiettivo: divertirsi.
Sveglia, nonostante l'ora legale, ad un orario decente, colazione e in macchina destinazione Corso Sempione prima del blocco delle auto.
Stramilano
Risolta la pratica parcheggio, solite operazioni pre-gara e poi verso la partenza sfruttando queste poche centinaia di metri per una parvenza di riscaldamento. A soli sette giorni da una maratona, se fossi stato dotato di una benchè minima quantità di buon senso, sarebbe stato logico impostare una gara con un passo prossimo a quello che ultimamente riesco a tenere in maratona. Giusto per portare a casa un "under 90". Ma evidentemente le parole "buon senso", come già ampiamente dimostrato, non appartengono al mio vocabolario.  Sole, caldo non eccessivo, percorso piatto: si va per il personale, o almeno ci si prova. Dieci e quarantasette e con il tradizionale colpo di cannone del Reggimento Artiglieria a cavallo si parte. Solito percorso che, una volta lasciato il Castello, ci porta verso l'Arena, poi Corso Sempione da percorrere nei due sensi, di nuovo Arena e Bastioni di Porta Nuova. Melchiorre Gioia, Corso Buenos Aires e Stramilano
circonvallazione interna direzione Piazza Cinque Giornate con il passaggio ai dieci in 39' e 36". Piazza Medaglie d'Oro, Ticinese e Viale Papiniano dove la brillantezza della prima metà di gara comincia a venir meno.
Qualche secondo di troppo e la mancanza di lucidità per rimanere agganciato al simpatico trenino formato intorno al quinto pongono fine ai sogni di gloria nella mezza di casa. Arrivato però in via Washington, sul tappeto dei qauindici, non serve la calcolatrice per capire che, limitando i danni, posso comunque portare a casa un signor tempo. Piazza Piemonte, Velodromo Vigorelli, Piazza Damiano Chiesa e di nuovo in Corso Sempione per gli ultimi tre chilometri.
Il parco Sempione e una volta varcato il cancello, cinquecento metri da fare in apnea con l'ingresso in Arena dalla "Porta Trionfale" per gli ultimi interminabili zeronovantasettemetri per chiudere ancora una volta under 85'.
Contentissimo!.
StraPlacentia half marathon
Prima domenica di marzo e immancabile appuntamento in terra emiliana per la mezza di Piacenza giunta ormai alla sua undicesima edizione.

La sveglia puntata come in una normale mattina infrasettimanale, abbondante colazione e poi in macchina per il centinaio di chilometri che mi separano dal centro polisportivo comunale presso lo stadio con la certezza che, nonostante i buoni propositi, anche questa volta avrò giusto il tempo di ritirare il pettorale, cambiarmi d'abito e qualche minuto per un qualcosa che nessuna persona sana di mente avrebbe il coraggio di definire riscaldamento, prima di cercare una posizione quanto più vicino possibile alla linea di start. 

Alle nove e venticinque viene dato il via alla gara delle handbike e un paio di minuti dopo le nove e trenta è di nuovo competizione. Mezza, ultra (30k) e maratona. Tre gare. Stessa partenza, stesso arrivo e tutti assieme a condividere i primi quindici chilometri del nuovo percorso.

La giornata, come previsto, non è delle migliori ma almeno non piove e la temperatura intorno ai 10° rende il clima perfetto per correre. E quale occasione migliore per testare la condizione in vista dell'appuntamento con la città eterna ?

Partenza, grazie alla posizione "conquistata" in griglia, veloce con un primo chilometro addirittura esagerato che, se mantenuto a lungo, avrebbe potuto garantire solo una cocente delusione. Secondo, terzo, quarto ancora sotto i 4' e una volta abbandonata la città, per sei chilometri lungo l'argine del grande fiume prima di rientrare nell'abitato all'altezza del casello autostradale. Come da copione dopo l'undicesimo comincio a perdere qualche secondo ma, contrariamente al solito, mi rendo conto che forse questa volta non si tratta di un calo fisico.
StraPlacentia half marathon
La paura di rovinare 4 mesi di preparazione è davvero tanta. 

Le posizioni sembrano cristallizzate e quelli che mi passano sono davvero pochi. In più il Garmin non aiuta complice l'errato posizionamento di alcuni cartelli chilometrici. Arrivato al quindicesimo e superato l'ultima "asperità" (leggi cavalcavia) nella mia testa si materializza l'idea che il più è fatto e come per magia anche il ritmo ne trae beneficio.
Un occhio al display del fedele compagno e dopo un rapido conto prende corpo anche la possibilità di poter centrare il personale. 

Doveroso quindi provarci. Diciotto, diciannove, venti e una volta in Viale Risorgimento è una battaglia contro il tempo. Piazza  Cavalli e il crono TDS a scandire i secondi. Ultimi metri in apnea e una volta  messo a fuoco il display posto sotto il gonfiabile, la consapevolezza di non potercela più fare.

Stavolta niente personale e nemmeno il piacere di veder abbattere il muro degli 84' per una misera manciata di secondi.
L'appuntamento però, è solo rimandato.
Mezza del Castello
Con le temperature in risalita e le previsioni di una "gara asciutta" niente di meglio che approfittare della "Mezza del Castello" in calendario a Vittuone e organizzata in maniera perfetta dalla società sportiva Atletica '99".
Soliti riti pre-gara e dopo un breve riscaldamento, sotto al gonfiabile in attesa dello start che viene dato qualche secondo prima delle nove.
Scartata a priori la folle idea di tentare il personale opto per obiettivi, almeno in questo momento, più alla mia portata: fare meglio di Novara e tenere un ritmo prossimo ai 4'/km per un numero di chilometri maggiore di quanto fatto appena tre settimane fa. Il percorso, interamente asfaltato, una volta lasciato Vittuone, attraversa le campagne dei comuni di Cisliano, Bareggio e Cusago. con il suo castello visconteo.
Piatta e veloce è la classica gara dove tentare di realizzare il tempo. Solita partenza col botto e qualche centinaio di metri prima di impostare il ritmo corretto.
v Tre, quattro, cinque, i chilomentri si susseguono e la media tiene. Al decimo sotto i quaranta e stessa velocità sino al dodicesimo quando comincio a lasciare per strada qualche secondo. Quindici, sedici, diciassette e il passo, anche se qualche secondo sopra a quanto sperato tiene. Ancora quattro chilometri o meglio poco più di sedici minuti di fatica prima del meritatissimo the caldo. Un paio di posizioni perse, almeno altrettante recuperate e finalmente il cartello dell'ultimo chilometro da fare in apnea con la sorpresa di un cavalcavia pedonale da affrontare prima dell'agognata finish-line.
Under 86'. Che dire ? "Tanta roba".
Mezza di San Gaudenzio
Come da tradizione prima gara del duemiladodici in trasferta in terra piemontese per la sedicesima edizione della Mezza di San Gaudenzio che dopo cinque anni di "esilio" a Casalbeltrame torna ad essere disputata a Novara (Novara, si fa per dire). Logistica, partenza e arrivo presso il palazzetto dello sport “Stefano Dal Lago” di viale Kennedy, il resto in aperta campagna attraversando i comuni di Lumelloglio, Pagliate, Monticello e la frazione di Torrion Quartara prima di rientrare in città per gli ultimi 3 chilometri. Con le previsioni che davano neve già a partire da sabato sera, la tentazione di "uccidere" la sveglia e rimanere sotto le coperte tocca confessare di averla avuta ma, una volta in piedi, è bastato vedere dalla finestra la strada sotto casa pulita per farmi passare tutti i dubbi.
Il tempo di fare colazione e alle 7 già in strada direzione Novara. Strade pulite, il traffico tipico delle domeniche mattina e dopo una quarantina di minuti a destinazione.
Mezza di San Gaudenzio
Formalità di rito (leggi ritiro pettorale e quattro chiacchere con gli amici) e poco dopo le nove fuori dal palazzetto per il riscaldamento, giusto per non partire a freddo. E finalmente poco dopo l'orario stabilito è di nuovo competizione. L'idea è di cercare a tenere un ritmo sostenuto prossimo ai 4', o perlomeno provarci. E per i primi chilometri ci riesco pure. Ma evidentemente per questa distanza è ancora presto. Bene sino al decimo, male per i successivi 7 e poi di nuovo a spingere per gli ultimi 4 con un ultimo chilometro sotto i 4/km concludento la mezza sotto gli 88'.
Ci si può accontentare.
7° Alpin cup
A distanza di un paio d'anni di nuovo al parco nord per partecipare alla settima edizione dell'Alpin Cup, la mezza organizzata, come fa capire il nome, dal gruppo sportivo della sezione di Sesto San Giovanni dell'Associazione Nazionale Alpini.
Buona l'organizzazione, buona la logistica con un'ampia palestra riscaldata, gli spogliatoi e le docce a disposizione dei partecipanti e gare per soddisfare le esigenze di tutti: la mezza agonistica, una 21 non competitiva, una 10K e addirittura una 4k per i più piccoli.
Parcheggio, ritiro pettorale, cambio d'abito e via per il solito riscaldamento. Breve attesa sotto il gonfiabile e con qualche minuto di ritardo rispetto al programma si parte. La tentazione di ripetere la gara di Pavia ci sarebbe anche ma, con ancora nelle gambe il lungo del venerdi, sono sufficienti i primi mille metri per capire che non è la giornata per fare i fenomeni.
Decido quindi di non guardare più di tanto il gps limitandomi a segnare i chilometri e andare a sensazione cercando almeno di continuare la serie positiva di mezze sotto i novanta.
La giornata è perfetta, c'è il sole, la temperatura è quella giusta eppure la fatica è davvero tanta. Otto, nove, dieci chilometri e finalmente il gonfiabile che indica la fine del primo dei due giri. In pratica si riparte.
7° Alpin cup
E pur consapevole di essere solo a metà dell'opera debbo riconoscere che, la sola idea di aver "scavallato", mi è stata di grande aiuto. Fatica sempre tanta, il passo meno brillante della prima parte ma sempre a spingere, per quanto possibile, inseguendo l'obiettivo dei novanta minuti. Qualche posizione persa, qualche posizione guadagnata e poi, verso il tredicesimo, il trenino giusto a cui incollarsi per condividere gli ultimi chilometri.
Fa davvero strano scoprire poi, una volta tagliato il traguardo, un ultimo mille a 3' e 50" e un tempo finale di poco sopra gli 88'. Dopo i primi chilometri non ci avrei scommesso un lira.
corriPavia
A soli quindici giorni dall'appuntamento a "Riva degli Schiavoni" niente di meglio che approfittare della mezza in calendario a Pavia per provare a correre con un ritmo che in solitaria difficilmente avrei la forza (mentale) di tenere. Sveglia come in un normale giorno lavorativo e poco dopo le sette in macchina pronto per la settantina di chilometri che mi separano dalla citta delle 100 torri.
Cielo terso e temperatura che, man mano che mi avvicino alla destinazione, al posto di salire scende.
Strade praticamente deserte e in una cinquantina di minuti devo solo preoccuparmi di lasciare la macchina in uno dei parcheggi consigliati dall'organizzazione.
Quattro chiacchere con i "compagni" di squadra e una volta sbrigate le solite pratiche (pettorale, cambio e deposito borsa) in strada per un riscaldamento che, vista la temperatura, si possa definire tale.
Una ventina di minuti al piccolo trotto poi il tempo di posizionarmi sotto il gonfiabile e, con qualche minuto d'anticipo, è di nuovo competizione.
La partenza è addirittura esagerata e il primo chilometro, facilitato dalla pendenza di corso "Strada Nuova", viene archiviato in 3 e 43". Ritmo che, saggiamente, decido di abbandonare prima di "infilare" il Ponte Coperto che ci permette di attraversare il fiume e percorre qualche chilometro nel quartiere di Borgo Ticino prima di ripassare nuovamente il ponte e tornare a correre il resto della gara dalla parte della riva sinistra.
Tra alti e bassi il chilometri passano e nonostante tocchi prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi (per evitare danni dovuti al pavè sconnesso) riesco anche ad apprezzare il paesaggio, per niente noioso, offerto dalla città lombarda.
Primi dieci sotto appena sotto i quaranta e brillantezza che comincia a venir meno. Una decina di posizioni perse e tanta fatica sino al ristoro del 15°.
corriPavia
Giusto il tempo di uno scambio di battute con quella che da li a pochi chilometri diventerà la prima delle donne e una volta rimasto nuovamente solo con i miei pensieri a caccia dell'obiettivo della giornata: migliorare Monza e se possibile scendere sotto gli 85'. Obiettivo che, con l'avvicinarsi del traguardo, sembra davvero alla mia portata. Diciotto, diciannove, i secondi scorrono e ad occhio sono in perfetta media.
Ventesimo e a due passi dal gonfiabile posto all'arrivo ennesima deviazione per arrivare ai fatidici ventuno.
Di nuovo in "Strada Nuova" e ultimi trecento metri a combattere contro il tempo.
Che soddisfazione poi guardare il display del garmin e vedere che, anche se per pochi secondi, l'obiettivo è stato centrato.
mezza di monza
La mezza di Monza, in calendario la domenica successiva a quella del GP d'Italia di formula uno, ha spento ieri le sue prime otto candeline con un edizione da record sotto tutti i punti di vista.

Record di iscritti, record di millimetri di pioggia caduta sul tracciato e soprattutto record di metri di gara percorsi.
Avendo idea di cosa avrei potuto trovare al semaforo della Villa Reale di Monza decido di partire per tempo e prima delle otto sono già parcheggiato sotto una delle tribune centrali in attesa di trovare il coraggio per abbandonare la macchina e prendermi le secchiate d'acqua che Giove pluvio sta scaricando su tutta la provincia.

Ritiro pettorale, cambio d'abito in uno dei box adibiti a spogliatoi e prima delle nove già pronto in attesa di trovare il coraggio di uscire per una parvenza di riscaldamento.
mezza di monza
Fortunatamente da lì a poco una piccola concessione da parte del meteo ci permette di uscire e prima che la pista venga aperta ho il tempo di corricchiare per i viali dell'autodromo.

Assolta la pratica mi dirigo nella gabbia di appartenenza con la consapevolezza che, prima o poi, la pioggia riprenderà a scendere e nell'attesa dello start (che viene ritardato di una decina di minuti) si cominciano a sentire voci su possibili deviazioni del percorso.

Nove e quaranta, semaforo verde e via verso la prima variante. Curva di Biassono, seconda variante, prima e seconda di Lesmo dove la pioggia, anche se in questo caso il termine è a dir poco riduttivo, riprende a scendere accompagnandoci per buona parte della gara. Curva del Serraglio, variante Ascari, curva parabolica e una volta arrivati a percorrerne metà si abbandona la pista per entrare, dopo aver superato due sottopassi, in uno dei parchi recintati più grandi d'europa. 

Peccato che, a causa della pioggia caduta, il primo dei due sottopassi risulti essere completamente impraticabile. Imprevisto che costringe la direzione di gara ad una modifica del percorso dell'ultimo minuto che ci regalerà una deviazione che, alla fine, risulterà essere di almeno cinquecento metri. Da ripetersi, ovviamente, anche nel momento di rientrare in autodromo per l'ultimo chilometro.

mezza di monza
Il percorso si fa più duro e tra alti e bassi il ritmo si mantiene comunque prossimo ai 4/km sino al 13°. A questo punto la corsa diventa pesante e della brillantezza della prima ora di gara rimane ben poco, anche se, analizzando i dati del garmin, il passo non peggiora poi di molto.

Una decina di posizioni perse e arrivati al diciannovesimo di nuovo ad affrontare i due sottopassi che ci permettono di rientrare in pista. Ultimi metri sul rettilineo che sembra non terminare mai e fatica conclusa poco sopra i novanta minuti.

Visti i dubbi della vigilia alla partenza avrei messo la firma per una mezza in 86'. E invece, una volta tagliato il traguardo, un pensiero fisso: quella sessantina di secondi persi negli ultimi chilometri.
Incontentabile?
Succede.....
... di iscriversi ad una gara, prenotare l'albergo, il ristorante e poi per un contrattempo salta tutto.
E siamo a tre. E mentre per le prime due volte si trattava di problemi decisamente più seri, questa volta, fortunatamente, niente di grave.
Volendo avrei anche potuto puntare la sveglia all'alba e in un paio d'ore raggiungere tranquillamente Bologna, ma sinceramente  non me la sono sentita.
E allora niente di meglio che tornare nuovamente sulla ciclopedonabile della Valle Olona per "spararsi" un bel paio d'ore di corsa, giusto per non perdere l'abitudine.
Sveglia ad un orario decente, vestizione, un occhio alla maratona in svolgimento a Daegu e intorno alle 8 in strada in attesa che il garmin agganci i satelliti.
Cielo coperto e un alto tasso di umidità non aiutano di certo ma almeno la voglia sembra non mancare e per portare a casa quanto preventivato è già qualcosa. Incontrare poi, sulla stessa strada, anche un discreto numero di runners non può che rendere meno grigia una domenica che sa tanto di autunno.
Due ore e quindici minuti per portare a casa più di ventotto chilometri. Non brillantissimo ma per ora, va bene così.
stramilano
Nata nel 1972 da un'idea di Renato Cepparo, la Stramilano venne concepita dopo l'insperato successo della corsa Milano-Proserpio, una "passeggiata non competitiva" di ben 43 km, che lo stesso Cepparo organizzò con pochi amici nel 1971.

La prima edizione, in notturna e su un percorso di 24,700 chilometri, ebbe luogo il 14 Marzo e vide la partecipazione di 3500 "runners". Da allora la Stramilano ha cambiato volto diverse volte. Prima affiancando alla non competitiva la gara agonistica. Poi creando la "Stramilanina", la gara dedicata ai più piccoli. Quello che però, in questi anni, non è mai cambiato è la massiccia partecipazione della gente. Mezza giornata padroni della città. Dal 2004 poi, gli organizzatori, hanno deciso di posticipare la gara agonistica in coda alle altre due, permettendo anche al "popolo dei 50000", se ne hanno voglia, di vedere l'arrivo dei campioni all'Arena Civica, dove è posto l'arrivo di tutte e tre le manifestazioni.

stramilano
Sesta partecipazione (ventunesima contando anche la non competitiva) e un compito per me inusuale: provare a fare da pace ad un amico portandolo a correre i ventun chilometri in novanta minuti. Nonostante il traffico, solito italico vizio di voler partire sempre e comunque davanti, in perfetta media già dopo poche centinaia di metri. Una volta lasciata piazza Castello, Arena, Corso Sempione e ritorno,di nuovo Arena e Bastioni di Porta Nuova. Un occhio al garmin e un occhio all'amico, cercando di non forzare l'andatura. Melchiorre Gioia , Corso Buenos Aires e.... mi sono perso l'amico. Evidentemente non è il mio mestiere.

Piazza del tricolore, piazza 5 giornate, piazza Medaglie d'oro. Praticamente il percorso della maratona. I chilometri passano e il ritmo tiene. Correre in mezzo agli altri decisamente aiuta.

stramilano
Porta Ticinese e la sua darsena, via Washington, velodromo Vigorelli e di nuovo in Corso Sempione per gli ultimi tiratissimi 3 chilometri. Finalmente il parco e una volta seguito per metà il perimetro dell'Arena civica ingresso dalla "porta Trionfale" per gli ultimi metri. Ottantotto minuti e spiccioli. E a soli sette giorni da Roma.
Che faccio, devo preoccuparmi ?
10° placentia half marathon
Prima domenica di Marzo ed ennesimo appuntamento con Piacenza e la sua mezza. Giunta ormai alla sua decima edizione, sedici invece quelle della maratona, i 21 chilometri della città emiliana richiamano ogni anno un buon numero di runners (1701 i finisher di questa edizione). Ottima la logistica presso il centro polisportivo comunale con i suoi ampi parcheggi, gli spogliatoi, il pasta-party finale e le navette in numero più che sufficiente per riportare gli atleti allo stadio una volta terminata la loro fatica.

Sveglia alla solita ora, colazione e via in macchina destinazione Piacenza con la certezza, nonostante i buoni propositi, di arrivare, anche stavolta, appena in tempo per ritirare il pettorale, cambiarsi e, senza neanche scaldarsi, cercare di conquistare un posto non troppo lontano dalla linea di partenza visto che, e con questi numeri comincia a diventare un problema, le gabbie non sono previste.
10° placentia half marathon
Nonostante il percorso molto veloce, negli anni passati, ho sempre considerato questa mezza semplicemente come un ultimo test prima della trasferta romana. Sfruttare il "clima" della competizione per spingere senza massacrarsi.

E poichè, nonostante gli sforzi, nella città eterna i risultati continuano a latitare per questa edizione mi sono imposto un cambio di registro: si prova il personale.
E dovendo cambiare non potevo scegliere edizione migliore di questa, vista la decisione del comitato organizzatore di un radicale cambio di percorso accogliendo i suggerimenti forniti dagli stessi runners che, evidentemente, devono avere un non so che di masochismo viste le novità dei due sottopassi e di un ulteriore cavalcavia.

La partenza è veloce e nonostante il traffico, solita italica abitudine di piazzarsi davanti a prescindere dei propri mezzi, riesco ad impostare il mio ritmo già dopo poche centinaia di metri.

10° placentia half marathonLa giornata è perfetta per correre, sole e temperatura intorno ai dieci gradi, le gambe girano e il ginocchio non si fa sentire. I primi quattro chilometri sono abbondantemente sotto i 4' ma stavolta viene difficile seguire le indicazioni del garmin che sembra continuamente litigare con i cartelli delle distanze lungo il percorso.
La città lascia il posto alla campagna e per sei chilometri si corre in mezzo al niente. Al decimo sotto i 40' e rientro in città all'altezza del casello autostradale. 

Dodici, tredici, quindici, i chilometri passano e il ritmo è ancora da personale. Dal diciassettesimo anche i cartelli dell'organizzazione cominciano ad essere posizionati male e tocca andare a sensazione. Ora la stanchezza comincia a farsi sentire e a quel punto la tentazione di mollare, sempre in ottica Roma, fa capolino. Ma se non oggi quando ??. Diciotto, diciannove, venti e finalmente Viale Risorgimento da fare praticamente in apnea. In fondo piazza Cavalli e il gonfiabile che ancora non si vede con il display TDS a scandire l'inesorabile passare dei secondi. Niente più calcoli. C'è solo da spingere per un nuovo personale da portare a casa.

Fantastico poi, negli ultimi metri, rendersi conto che anche il muro degli ottantaquattro minuti sta per essere infranto.
mezza di S.GaudenzioQuindicesima edizione della mezza di S.Gaudenzio e, per quel che mi riguarda, apertura della stagione agonistica.

Sveglia puntata come in una normale giornata lavorativa e una volta pronto, poco dopo le sette, partenza direzione Novara. Pur sapendo, grazie a meteo.it, a cosa andavo incontro, vedere il termometro della macchina indicare, nel giro di pochi chilometri, una temperatura di -6° ha risvegliato il solito tarlo che ogni tanto fa capolino e mi ricorda che forse, l'idea di praticare sport, in alcuni casi non sia poi così salutare. Traffico pari a zero e in una quarantina di minuti raggiungo il caldo palazzetto dello sport Casalbeltrame ormai da qualche anno punto di partenza, d'arrivo e sede logistica della mezza.

Ritiro pettorale, quattro chiacchere con gli amici e, armati di tanto coraggio, fuori in strada a simulare una parvenza di riscaldamento. Il sole c'è, è questo è gia qualcosa, ma il freddo è davvero pungente. Alla mia quarta partecipazione dovrei essere già "esperto" ma non ricordo, nelle passate edizioni, di aver sofferto tanto.

Il percorso è ormai rodato e,  una volta lasciato Casalbeltrame,  si attraversano le campagne delle provincie di Novara e Vercelli passando per Casalvolone, Villata, San Nazario Sesia e Biandrate rientrando, dopo un paio di chilometri, nuovamente a Casalbeltrame.

Partenza allegra e già da subito il ritmo è più che soddisfacente. L'idea è di provare a tirate, giusto per testare la condizione alla luce di quanto fatto nelle passate settimane. Come sempre correre in mezzo agli altri aiuta e dopo aver visto un gruppetto di runner incollato al pace dei 4'/km decido di provarci e mi aggancio al "simpatico trenino". mezza di S.Gaudenzio
I chilometri passano e per un po' accarezzo anche l'idea di tentare il personale, ma evidentemente non sono ancora pronto per tenere certi ritmi così a lungo. E così, dopo il decimo, la spinta non è più la stessa e il gruppo comincia lentamente a  distanziarmi. Limito i danni sino al 18° e dopo il secondo cavalcavia, considerata la "pratica" quasi archiviata, anche i tempi tornano a scendere. Ultimo chilometro nuovamente sotto i quattro e fatica conclusa in meno di 86'.
Il 2011 non poteva cominciare meglio.
7° mezza di monza foto mandelli
La Mezza di Monza, giunta ormai alla settima edizione, è una gara dal fascino particolare. Con i 21097 metri suddivisi tra parco e pista,
è generalmente in calendario nella seconda metà di Settembre, pochi giorni dopo lo svolgimento del gran premio di Formula 1.
Buona la logistica con i box adibiti a spogliatoi e deposito borse (stavolta con qualche problema al momento del ritiro) e buon ristoro finale.
mezza di monzaCorrere su questo asfalto poi, a me, regala sempre particolari emozioni e gli oltre cinquemila metri del tracciato me li godo proprio tutti.
Lo start, ovviamente, è posto sotto il semaforo come per i bolidi da 300 all'ora e, grazie alla larghezza della pista, una volta partiti, impostare il proprio ritmo, non risulta di certo problematico.
Curva di Biassono, prima e seconda variante, curve di Lesmo, variante Ascari sono punti del circuito ormai familiari e, mentre li percorro, non posso non ripensare alle immagini televisive viste non so più quante volte.
Lasciato poi il circuito, all'altezza della parabolica, comincia la parte più dura del percorso, quella tra i viali di uno dei parchi più grandi d'Europa, non prima però, di aver superato due sottopassi. Gli stessi che al 19°, prima di rientrare in pista, saranno, per quel che mi riguarda, considerati come la "mazzata" finale. I chilometri si susseguono apparentemente veloci e, nonostante il timore di arrivare alla frutta prima del tempo, riesco comunque a mantenere, a parte qualche piccola "pausa",
mezza di monza
posizione e un passo prossimo ai 4'/km.
Arrivato poi, al diciannovesimo, il più è fatto e una volta lasciati alle spalle anche gli ultimi due "ostacoli" rimane solo il rettilineo dei box a separarmi dalla "finish line". Un rapido sguardo al garmin e il tempo visualizzato dal display indica due sole lettere: "PB".
Raccolgo quindi le ultime energie e mi "sparo" gli ultimi 700 interminabili metri praticamente in apnea.
Poco meno di 5100 secondi per correre poco più di 21 chilometri e, dopo oltre due anni, un nuovo personale da portare orgogliosamente a casa.
Run tuneup
Com'è possibile che, nonostante sia alla mia quinta partecipazione, della Run tuneup, al momento dell'iscrizione, riesco a ricordare una sola e lunga salita che porta in Piazza Maggiore passato il 15°?

Eppure i 21 chilometri di questa mezza non sono per niente facili e lo rammento solo nel momento in cui li percorro. Poco asfalto e tanti sanpietrini tutti sconnessi, curve secche e un'infinità di leggeri cambi di pendenza. Ovviamente poca, pochissima cosa, ma alle gambe questo sembra non importare affatto.

Se poi ci si mette anche il clima, con un tasso d'umidità per niente differente da quello che abitualmente si trova dalle mie parti, il quadro che descrive questa giornata bolognese mi sembra perfetto. Eppure questa corsa riesce comunque a darmi delle belle soddisfazioni.

Anche se, a dire il vero, avrei di che mordermi le mani, visto che, per la seconda volta consecutiva, sono riuscito a fermare il cronometro a pochi secondi da un personale che resiste ormai da più di due anni.

E sentirsi dire poi, da atleti più esperti di me, che su un percorso meno ostico, avrei potuto, con tutta probabilità, ottenere una prestazione migliore, consola ma non cancella del tutto l'amarezza provata sulla linea del traguardo. Anche se poi, in realtà, non ho niente di cui rimproverarmi. Alla fine con i miei 86 minuti e rotti ho comunque realizzato la mia migliore prestazione in terra emiliana e quindi questa trasferta non posso non considerarla positiva. A livello sportivo ma soprattutto a livello culinario.
Del resto con tutto l'impegno profuso per portare a casa il risultato sarebbe stato un delitto rinunciare ai piatti tipici della cucina locale.

Niente di meglio quindi, prima di riprendere la A1, di una sosta al "Meloncello", con i suoi primi rigorosamente fatti a mano, ai piedi della salita per S.Luca.
9° Placentia Half MarathonMentre i miei "compagni di merenda" hanno deciso in blocco di correre la "Mezza del Lago Maggiore", io sono tornato per la sesta volta a Piacenza, dove era di scena la 15° edizione della "Placentia Half Marathon". 

Il percorso non sarà bello come quella del lago, ma a me nel complesso questa manifestazione piace parecchio. Da casa mia basta poco più di un'ora di macchina per arrivarci; la logistica è buona, parcheggi, spogliatoi e docce calde non mancano; il percorso, a parte un cavalcavia, è interamente piatto; la gara cade, quasi sempre, giusto due settimane prima di Roma ed è quindi, un ottimo test per la maratona; con il ricavato ogni anno viene sostenuto un diverso progetto dell'Unicef, e per ultimo, alla fine, ci scappa pure il giro all'outlet di Fidenza giusto per far contenta anche la moglie.

Come ogni anno, pur armato di buoni propositi, arrivo allo stadio di Piacenza in ritardo, ho giusto il tempo di ritirare il pettorale e cambiarmi. Tappa "idraulica" e via verso la partenza senza nemmeno provare a scaldarmi. Le previsioni non sbagliano e il clima sembra proprio da neve e, visto che non vogliamo farci mancare proprio niente, c'è pure il vento a tenerci compagnia. L'idea è di non forzare cercando il personale ma limitarmi a tenere un passo un po' più veloce di quello che dovrei tenere a Roma. Le gambe girano bene e, con il garmin sempre sott'occhio, cerco di mantenere, senza però riuscirci troppo, quanto prefissato.

I chilometri passano e il tempo tiene. Addirittura, intorno a metà percorso, un pallido sole fa capolino tra le nuvole. Arrivato poi al 15°, quando si imbocca la "strada Agazzana" che ci riporta in città, io e gli altri runners abbiamo la sgradita sorpresa, anche se consci che prima o poi ci sarebbe toccato, di dover correre, sino al traguardo, contro vento. Il più comunque è fatto e, nonostante tutto, mi accorgo che non solo tengo il passo, ma riesco, se pur di poco, ad incrementarlo. Al ventesimo poi, tutti i buoni propositi vengono riposti e l'ultimo chilometro sembra quasi quello di una 10k con il garmin che indica 3' e 48" e con un tempo finale decisamente al di sotto dei 90 minuti.

Se solo riuscissi a correre così tra 15 giorni......
14° mezza di San GaudenzioIeri con la partecipazione ala 14° edizione della mezza di San Gaudenzio a Casalbeltrame si è ufficialmente aperta la mia stagione agonistica. Ai più probabilmente il posto non dice niente e sinceramente sino a tre anni fa, quando ho cominciato a correrla, neanch'io avevo la più pallida idea di dove potesse trovarsi questo posto..
Probabilmente se aggiungo che il paese si trova a qualche chilometro dall'outlet di Vicolungo e a una decina da Novara è più facile farsi un'idea del luogo. In realtà, se ho capito bene, questa sarebbe la mezza di Novara ma nel corso degli anni non solo le hanno cambiato il percorso ma anche il punto di partenza e arrivo. La gara è ben organizzata e il numero dei partecipanti, meno di cento nella prima edizione,
negli anni è cresciuto arrivando a raggiungere e superare il migliaio.
C'è solo un unico, immenso difetto: il freddo. Praticamente mancavano solo i pinguini.
Il percorso, una volta lasciato Casalbeltrame, si snoda lungo le strade che attraversano le campagne delle provincie di Novara e Vercelli e dopo essere passati per Casalvolone, Villata, San Nazario Sesia e Biandrate si rientra nuovamente a Casalbeltrame per gli ultimi due chilometri.
Mentre nelle mie due precedenti esperienze ho avuto la fortuna di correre con il sole, con il freddo forse anche più pungente ma con lo sfondo delle alpi innevate che ripagavano della sofferenza, ieri ci è toccato una giornata grigia che invitava solo a starsene sotto le coperte.
Senza particolari obiettivi, tranne quello di stare sotto l'ora e mezza, sono partito
tranquillo senza strafare. Dopo pochi chilometri però, trascinato anche dal ritmo degli altri, ho provato a forzare aumentando il passo che ho tenuto tranquillamente sino al 14°. Qui ho cominciato a soffrire un po' troppo e mi è toccato rallentare, mantenendo comunque una buona media sino alla fine che mi ha permesso di chiudere la fatica poco sopra l'ora e ventotto.
E come inizio non mi posso certo lamentare.