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2° Ekirun - foto Ansa - Matteo Bazzi
Mille e trecento runners al via di questa seconda edizione della maratona in versione giapponese dove la distanza classica viene suddivisa in sei frazioni (7.195, 5, 10, 5 ,10 ,5) e dove al posto del classico testimone ci si scambia il tasuki, una fascia tipo "miss" da  indossare a tracolla.

Logistica, partenza e arrivo dentro l'Arena Civica e percorso che si snoda tra parco e ciclabile del Castello Sforzesco per la gioia degli automobilisti che, per una volta, non si trovano chiuse le strade del centro.
2° Ekirun
Soliti riti pregara e dopo un riscaldamento degno di tale nome sotto il gonfiabile in attesa della partenza prevista per le dieci. 

Sette chilometri e spicci da correre con le gambe ma soprattutto con la testa perchè il  3e46 visualizzato dal Garmin un attimo prima di abbandonare il tartan di sicuro non può, in questo momento, portare da nessuna parte. La voglia c'è, la condizione un po' meno e quindi di necessità virtù. 


Il cielo è coperto ed è umido quanto basta ma la temperatura intorno ai venti gradi è l'ideale per correre. Il percorso, per niente monotono, mi piace e primi cinquemila metri letteralmente volano. Il più è fatto ma, non abituato a certi ritmi, faccio fatica a capire quanto ancora possa riuscire a spingere. La tentazione di abbassare il ritmo, inutile negarlo, è più che una remota possibilità, però ci provo, insisto,2° Ekirun del resto, a conti fatti, sono  poco più di otto minuti. Otto interminabili minuti.
E che ci vuole? 

Seimilametri. Ancora un chilometro. Mille (e centonovantacinque) metri prima di passare il tasuki a Chiara.

Stanco. Ora si che sono davvero stanco. Ma una volta varcata la Porta Trionfale non resta che raschiare il fondo del barile e percorrere gli ultimi cento metri di pista prima di affidare il testimone a chi ha il compito di correre la seconda frazione.

Bello ritrovare, a distanza di tre settimane, il gusto di un pettorale appuntato alla maglietta e ancor più bello realizzare di aver fatto meglio che a Legnano con il Garmin a visualizzare un insperato ma graditissimo "under trenta".
s.siro - bruce springsteen - the river tour
Trent'anni, anzi trentuno, da quel giugno del '85. Tanto ce n'è voluto per decidermi ad andare a vedere il Boss. Quello con la B maiuscola. Non sono un fan nel vero senso della parola ma la musica di Bruce Springsteen mi è sempre piaciuta e per me che considero il "live" il massimo che ci possa essere era una lacuna da colmare assolutamente.

Colleghi e amici che lo seguono da anni me lo hanno sempre detto: il suo è un concerto a cui, almeno una volta nella vita, bisogna assistere.

Tre ore e quaranta nel catino dello stadio di S.Siro. Giù nel prato, in mezzo al "casino", come quando avevo vent'anni ed andare sotto il palco era (quasi) un obbligo. Ecco, proprio sotto il palco no, però ad una distanza tale da riuscire, volendo, a fare anche a meno delle immagini proiettate sui tre maxischermi posti a cornice dell'immensa struttura in metallo.
 
s.siro - bruce springsteen - the river tourUn tour dedicato (e da cui prende il nome) interamente alla riproposizione delle canzoni dell'album The River del 1980. Questo almeno nelle intenzioni. Perchè ogni concerto è diverso dal precedente e la scaletta è sempre una sorpresa. E Milano non fa eccezione con la seconda data (come riportato in questo articolo di rockol.it) con 17 nuove esecuzioni.

Venti e trenta, la luce del sole che ancora illumina la tribuna arancione e, dopo le note di Morricone che accompagna l'entrata l’entrata della E-Street Band, si parte con “Meet me in the city”, il primo dei trentatrè brani eseguiti nella "scala del calcio" tra il tripudio dei sessantamila spettatori parte attiva di questa, perchè di questo si tratta, fantastica festa.
Bello vedere come Springsteen interagisce con il suo pubblico. Saluta, scende dal palco, stringe un infinito numero di mani e raccoglie i bigliettini, bigliettini si fa per dire, con le richieste dei brani da eseguire come in una sorta di gigantesco piano-bar.

s.siro - bruce springsteen - the river tourE che dire poi di quando, al momento dei bis, invita sul palco tre ragazze e un ragazzino a cui permette di suonare una delle sue chitarre accompagnandolo durante l'esecuzione di "Dancing in the dark".

Manca poco a mezzanotte e sulle note di "Bobby Jean" si chiude lo show. La E Street Band saluta e lascia il palco a Springsteen per una versione acustica di “This hard land”.
Stavolta è davvero finita. Un ultimo saluto e poi anche il Boss di scompare dietro le quinte.

Uno spettacolo assolutamente da vedere.
Almeno una volta.

Scaletta:
“Meet me in the city”,“Prove it all night”,“Roulette”,“The ties that bind”,“Sherry darling”,“Spirits in the night”,“Rosalita”,“Fire”,“Something in the night”,“Hungry heart”,“Out in the street”,“Mary’s place”,“Death to my home town”,“The river”,“Racing in the street”,“Cadillac ranch”,“The promised land”, “I’m a rocker”,“Lonesome day”,“Darlington country”,“The price you pay”,“Because the night”,“Streets of fire”,“The rising”,“Badlands”
Bis:
“Backstreets”,“Born to run”,“Seven nights to rock”,“Dancing in the dark”,“Tenth Avenue freeze-out”,“Shout”,“Bobby Jean”,“This hard land”
1° Lierac Beauty Run - foto ANSA
Inutile è più forte di me. Non c'è verso di mantenere per più di 24 ore lo stesso proposito.

Mezz'ora di temporale prima di mezzogiorno, la temperatura di qualche grado più bassa, la vista del Monte Rosa ad indicare la mancanza della nostra amatissima afa ed è un attimo rimangiarsi quanto detto alla fine della 5 Mulini.

Ma quando si tratta di correre nel salotto buono della città ma soprattutto per una buona causa (parte dell'iscrizione viene destinata alla fondazione Veronesi) cerco, nel limite del possibile, di non mancare mai all'appuntamento.

Iscrizione last-minute e una volta indossati gli abiti da lavoro nel prato dell'Arena per un paio d'ore di public relation con gli amici (leggi parole a caso) in attesa dello start posticipato di un'ora.

Ore 21.00 e si parte. Le intenzioni non sono bellicose ma, come spesso accade, una volta indossato il pettorale mi rimangio (e siamo a due) quanto detto appena una mezz'oretta prima. Niente di esaltante  ma in linea con la prima parte della gara della sera prima. Il percorso mi piace: un quarto di giro di pista e si entra nel parco prima di abbandonarlo dopo qualche centinaio di metri. Castello, Piazza Cairoli e Via Cusani direzione Via Manzoni. I gradi in meno e la mancanza di umidità si fanno sentire e per i primi chilometri aggancio il trenino giusto tenendo i 4e20 senza particolari difficoltà.
1° Lierac Beauty RunPiazza della Scala, San Babila, Il Duomo e di nuovo in Piazza Cairoli per la seconda metà del percorso dove incontro quelli della 5k. Un po di stanchezza comincia ad affiorare e tocca mollare un po' lasciando per strada una dozzina di secondi.

Triennale, Arco della Pace e di nuovo nel parco prima dell'ingresso in Arena dalla Porta Trionfale. Ancora tre quarti di pista e nessuna intenzione di "sprintare" con mi precede di qualche secondo chiudendo la fatica sotto i 45 minuti.
Decisamente un sabato alternativo.
Wings for life 2016 milano
La faccio al Lunedi. Non la faccio al Martedi. La faccio al Mercoledi. Non la faccio al Venerdi. E Domenica alle 10.30 in macchina direzione Milano.
Ennesima botta di cu.. per il parcheggio e con largo anticipo  (addirittura mezz'ora) sulla chiusura delle iscrizioni in coda per la registrazione OVER20K.
Inutile mentire. Con un solo pettorale all'attivo nei primi quattro mesi dell'anno la voglia di tornare a gareggiare è davvero tanta. Il buon senso, con solo una cinquantina di chilometri nelle gambe, consiglierebbe di starsene sul divano a guardare la motoGP, ma la natura della gara che, dopo due anni a Verona, si sta per disputare a due passi da casa riesce a spazzare via anche gli ultimi dubbi legati all'esito dell'uscita del venerdi.
Quaranta euro (last, last-minute) interamente destinati a chi non può correre.  Trentaquattro paesi e più di centotrentamila runners con un unico scopo: raccogliere fondi per la ricerca per le lesioni al midollo spinale. Una gara dove "vince" chi arriva più lontano (Giorgio Calcaterra con 88,44km), l'unica corsa dove non sei tu a correre verso il traguardo ma è lui ad inseguire te. Perchè trenta minuti dopo la partenza che verrà data simultaneamente in tutto il mondo, le Catcher Car inizieranno l’inseguimento ai runners. Inseguimento che terminerà quando anche l'ultimo dei partecipanti verrà raggiunto.
Ore tredici, una temperatura da maggio inoltrato e si comincia.
Wings for life 2016 milanoIl percorso è davvero bello ed è in pratica un collage delle gare si svolgono nel capoluogo lombardo: MilanoMarathon, Stramilano, DeejayTen, Walf of Life, 5.30. Una ventina di chilometri nel salotto buono della città prima di prendere il "largo" (per quelli che ci riusciranno) direzione Broni.
E per una volta posso godermi il "panorama". Nessun obiettivo cronometrico da raggiungere, navigatore impostato sui 4e40 (molto elastici) e come ormai accade da troppo tempo si va finchè ce n'è.
Quindici, venti chilometri prima di essere "catturato" è quanto di meglio posso realisticamente realizzare e considerate le condizioni climatiche (caldo, tanto caldo) è il target della giornata. Catcher Car o meno la mezza è il limite da non oltrepassare.
Strana la formula di questa gara che porta molti a centellinare le energie. Non ho intenzioni bellicose eppure il passo impostato mi porta ad effettuare una miriade di sorpassi. Cinque, sei chilometri e una volta varcato il cancello del Parco Sempione l'impressione è quella di essere alla fine di una mezza tirata o al trentacinquesimo di una maratona quando si procede (quasi) in fila indiana.
Il tempo passa, i chilometri pure e la macchina che ci insegue sta già facendo le sue prime "vittime".
Comincio ad essere stanco e non serve nemmeno guardare il garmin per capire che si è accesa la spia della riserva. Ma una volta circumnavigato il Duomo il più e fatto e al ristoro del ventesimo manca davvero poco.
Meno di dieci minuti e anche questa è fatta. Ma una volta fatto trenta perchè non fare trentuno ?
Acqua, Enervit, tanto Enervit e via di nuovo di corsa per arrivare in qualche modo alla mezza dove porre definitivamente la parola "Fine" alla mia prima Wings for Life World Run e attendere pazientemente l'arrivo della Catcher Car per la foto di rito.
Quest'anno è andata così ma la prossima edizione .....
relay milano marathonE finalmente, anche per me, è giunto il momento di appuntarsi un numero sul petto. 

Metabolizzata la delusione per l'ennesima preparazione terminata anzitempo trovare una squadra con cui dividere i quarantadue chilometri della relay, con un gruppo come quello degli adidas runners, è stato un gioco da ragazzi; è bastato chiedere e in men che non si dica avevamo già deciso anche l'ordine di partenza.

Un fine settimana piuttosto intenso quello appena trascorso iniziato con la "festa" organizzata da adidas presso RunBase. Sessione speciale di Yoga nel vicino Parco Sempione con Chiara Travisi, socia fondatrice dello Yoga Studio Milano, aperitivo con pieno di carboidrati, dj set con The KingSizeBed e possibilità di foto e autografi con la madrina della MilanoMarathon al ritiro dei pettorali.

Un paio di ore a ridere e scherzare cercando di stemperare la tensione di quanti si apprestavano ad esordire nella distanza regina. Eh già, perchè in questo gruppo, la quarantadue sembra essere diventata una "malattia" contagiosa. Una sfida che spesso, chi corre, prima o poi finisce per affrontare e vincere. 

relay milano marathonSolita sveglia da giorno lavorativo e in macchina direzione Milano. parcheggio, metro e per le nove a Porta Venezia per salutare Cristina, a lei il compito di aprire le danze, e attendere lo spettacolo della partenza prima di riprendere, una volta sfilato il lungo serpentone, la metro con destinazione Pagano dove è prevista la prima zona cambio e, in attesa di ricevere il testimone (leggi chip), applaudire tutti quelli della quarantadue.


Passano i primi, passa Baldini (primo frazionista della "Enervit DeeJay Training Center Team"), passa la prima donna e via via tutti gli altri che ricevono dai frazionisti, in attesa del proprio turno, il medesimo incoraggiamento. 

Distratti dalla gara, il tempo scorre veloce e ora anche la corsia dedicata a quelli della Relay comincia a popolarsi con il passaggio dei più veloci. Pochi minuti alle undici e, una volta preso il testimone da Cristina, si torna  protagonisti. Tre settimane di sosta, poco più di una quarantina di chilometri nelle gambe e una tenuta che è tutta da verificare. Ma sinceramente, come spesso accede, non me ne può fregare di meno.  Ho voglia di correre e me ne rendo conto sin dalle prime battute, ops falcate.
Velocità di crociera impostata su quello che sarebbe dovuto essere il ritmo-maratona e si va finchè ce n'è.


Avevo dimenticato quanto potesse essere bello correre in mezzo agli altri ma soprattutto che, a volte, con un numero appuntato sulla maglia certi "miracoli" non sono impossibili..


relay milano marathonQuattro e tredici di media, quanto riporta il Garmin una volta scaricati i dati, con i chilometri più lenti nelle due uniche "asperità" (un sottopasso e il cavalcavia sotto la Montagnetta) ed un finale in progressione che mi permette di chiudere sotto i quarantanove.


Troppo breve e troppo bello per non pensare di approfittarne accompagnando Manlio nella terza frazione. Troppo rischioso e soprattutto inutile pretendere dal proprio fisico un ulteriore sforzo, con così pochi chilometri nelle gambe, difficilmente sostenibile. 


E allora cambio d'abito e di nuovo in metro direzione Palestro dove, una volta approfittato dell'ospitalità di adidas, attendere sui bastioni di Porta Venezia l'arrivo di Raffaella e di quanti, tra quelli del nostro gruppo, si sono cimentati nella quarantadue. 

Non sarà stata la gara immaginata ad inizio anno, ma per come ci sono arrivato, non posso che essere soddisfatto. Qui non si butta via niente e contrariamente a quanto dice il proverbio in questo caso è tutto oro quello che luccica.

8 maggio, Milano, corriamo insieme per chi non può! 

Wings for life 2016
Dopo due anni consecutivi a Verona, l'edizione italiana della Wings for Life World Run si terrà per la prima volta a Milano:  respirerai così l'aria della capitale italiana dell'economia, della moda e del design. Lungo il percorso, si passerà da alcuni dei luoghi iconici della città, come Piazza Duomo, San Babila, San Siro, la Darsena e i Navigli.

Nei dintorni della partenza sarà allestito il villaggio Wings for Life, dove oltre al ritiro delle pettorine per i partecipanti ci saranno tante altre attività: expo, show, luoghi di ristoro e ovviamente la possibilità  di seguire la gara su maxi schermo. Inoltre verrà allestita un'area specifica per i partecipanti con snack, drink e possibilità di deposito e ritiro vestiti.
Tutti i partecipanti riceveranno un kit gara che includerà una serie di accessori tra cui la t-shirt tecnica marchiata Puma.

Iscriviti ora su wingsforlifeworldrun.com e non perdere l’occasione di correre per chi non può.
Wings for life 2016

11° deejayten
Undicesima edizione, nuovo percorso e nuovo record di presenze per la corsa "inventata" nel 2005 da Linus. Dalle poche migliaia pronte, in una soleggiata ultima domenica di ottobre , a calpestare l'asfalto attorno a S.Siro all'interminabile fiume giallo nel salotto buono di Milano. E l'attesa dello start sotto la Madonnina non può che farmi tornare indietro nel tempo. Duemiladue. 
Ultima Stramilano dei 50000, quando ancora la corsa era l'unico modo per non sembrare, sui campi di calcetto, come l'omino del subbuteo piantato sul proprio metro quadro di verde. 
La Deejay Ten, ormai da qualche anno, ha assunto dimensioni tali per cui, se non parti davanti, ti devi rassegnare e te la devi prendere comoda. Non è questa la "gara" della vita dove riporre le speranze di personale. E forse trasformarla, come a Firenze e a Bari, in una "non competitiva" le fa assumere agli occhi di tutti il contesto che le spetta, quello della festa. 
Giusto il tempo di vedere Valentino Rossi tagliare il traguardo del gran premio del Giappone alla spalle di Pedrosa e sono in macchina direzione Milano. Parcheggio comodo, RunBase, e via al piccolo trotto con direzione Duomo. Prima wave, posizione sotto il gonfiabile soddisfacente e quindi si va. Nessuna ambizione particolare (e dopo il lungo del venerdi sarebbe anche assurdo provarci) ma un realistico underquaranta potrebbe essere alla mia portata. O almeno ci voglio provare. 
Ore dieci e al conto alla rovescia scandito all'unisino si parte. Corso Vittorio Emanuele, San Babila, Corso Venezia. Non sono molte le occasioni di correre in centro e a "piedi" si riescono ad apprezzare scorci che difficilmente in macchina si ha la possibilità di cogliere. Ci sono i pacer e ne approfitto lasciando a loro il compito di guidarmi. O almeno ci provo per i primi quattro chiometri. Ma è un ritmo che non penso di poter mantenere ancora a per molto.
11° DeejayTen
Stanchezza da lungo, pavè tanto sconnesso da far rimpiangere i più famosi sanpietrini della capitale e tocca allentare la "presa" con un quinto chilometro a RM. Ma non dura molto, aiutato dal ristoro di metà gara o più semplicemente dal poter correre di nuovo su asfalto ricomincio a spingere con una lenta progressione. Di chilometri ne mancano pochi e anche senza fare troppi calcoli è evidente che l'obiettivo dei trentanove e spiccioli ce lo siamo giocati. Via Massena, Viale Elvezia, Via Legnano e il traguardo ad un tiro di schioppo. Ormai è fatta, un ultimo sforzo e anche questa dieci finisce in archivio. 
Under quarantuno. Per oggi può bastare.

THE COLOR RUN POWERED BY ASUS

Un’edizione da record nel luogo dei record:
il Gran Finale di The Color Run a Milano, nel tempio della velocità



the color run milano 2015 - photo credits Ansa
Milano 02.09.2015 – Tutto pronto per l’ultimo appuntamento di THE COLOR RUN powered by ASUS in programma sabato 12 settembre. Come da tradizione, la “5km più divertente del pianeta” chiuderà la stagione proprio a Milano, precisamente all’Autodromo Nazionale di Monza, dove si svolgerà l’ottava tappa del 2015.

Nata negli Stati Uniti nel gennaio 2012, importata e organizzata in Italia da RCS Sport – RCS Active Team, The Color Run ha registrato numeri impressionanti in termini di partecipazione, andando sold out in quasi tutte le località coinvolte: 25 mila presenze a Torino, 20 mila a Firenze, 16 mila a Trento, 21 mila a Trieste e oltre 12 mila a Rimini. In totale, sulle 7 tappe organizzate quest’anno, sono stati più di 105.000 i partecipanti totali, e con quella di Milano si giungerà molto probabilmente a raddoppiare il numero di coloro che l’anno scorso hanno vivacizzato gli eventi di The Color Run: da 60.000 a ben 120.000 persone.

“The Color Run è aperto a tutti – ha sottolineato Andrea Trabuio, Responsabile dell’Area Mass Event in RCS Sport – Giovani, donne e bambini di ogni età, si ritrovano insieme con la voglia di divertirsi in modo sano e facendo dello sport . Un evento che si svolge in un contesto ricco di musica e allegria, a metà strada tra sport ed entertainment, in cui non è necessario realizzare la massima performance sportiva o il miglior tempo, ma fare a gara a chi si diverte di più. In questa tappa la festa non finirà al tramonto. Infatti al termine di The Color Run, alle 20:30 circa, ci sposteremo tutti alla Reggia di Monza per continuare a ballare e divertirci agli MTV Digital Days”.

Questa di settembre sarà soprattutto la prima volta di The Color Run in un autodromo, a sei giorni dalla fine del Gran Premio di F1. "Siamo molto contenti di poter ospitare il passaggio in Autodromo di The Color Run – ha affermato Andrea Sabatino, Direttore Marketing e Comunicazione Autodromo Nazionale di Monza – il carattere di questo evento è assolutamente in linea con il piano di rilancio della nostra struttura che, oltre ad aumentare le attività motoristiche in pista prevede anche l'inserimento in calendario di importanti manifestazioni di intrattenimento per rendere l'Autodromo un luogo trasversale e accessibile ad un target non necessariamente appassionato di motori. Crediamo inoltre che The Color Run sia per noi un'importante occasione di visibilità e soprattutto sarà un'ulteriore dimostrazione di come l'Autodromo di Monza sia oggi in grado di ospitare eventi a 360°".

The Color Run ha generato occasioni uniche di comunicazione per tutti i Partner coinvolti . “Siamo molto orgogliosi per il risultato ottenuto sia dal punto di vista del numero che della qualità dei partner coinvolti – ha spiegato Matteo Mursia, Responsabile Commerciale di RCS Sport – Tutti hanno saputo sfruttare molto bene l’opportunità di associarsi ad un brand globale come The Color Run. Abbiamo garantito grande visibilità soprattutto grazie a La Gazzetta dello Sport, media partner dell’evento, che con i suoi numeri da record ne ha amplificato il successo. Infine forte è stato il loro coinvolgimento all’interno di una community appassionata e molto attiva su ogni piattaforma social”. 

“L’engagement – ha sostenuto Alex Martucci, Social Media Manager di The Color Run Italia – è stata una delle chiavi del successo. Solo su Facebook il nostro tasso di interazione è schizzato al 5,2% e ad oggi la nostra fanpage conta quasi 130mila fan”. 

the color run milano - Photo credits Ansa
 Matteo Mursia, Paolino, Andrea Sabatino, Andrea Trabuio, Kris e Luigi Pace
Tra i Partner principali si segnalano in particolare ASUS (Presenting Sponsor) e  COMPASS (Top Sponsor).
Manuela Lavezzari, marketing manager di ASUS Italy ha affermato: “Con Monza si conclude questa edizione di The Color Run, che ci ha visto collaborare con RCS Sport ancora una volta e con il pieno successo dell’iniziativa. Ci auguriamo per il futuro di poter avviare nuove partnership e sperimentare format altrettanto originali, in grado di generare lo stesso livello di customer experience con utenti di qualsiasi età e mantenere le promesse in termini di emozioni e totale coinvolgimento che The Color Run ha prima fatto e poi mantenuto”.
Presente tra i relatori anche Luigi Pace, direttore centrale marketing di Compass: “Siamo contenti di aver partecipato ad un evento come The Color Run, manifestazione con valori positivi che promuove lo stare insieme e il divertimento in maniera pulita. Abbiamo cercato di attivare la sponsorship per coinvolgere le nostre filiali e i nostri clienti attuali e potenziali. In quest’ultima tappa di Milano annunceremo il vincitore del concorso , che avrà la possibilità di vivere un’esperienza tutta colorata negli States. Vi aspettiamo numerosi per giocare insieme noi”.

Official Partner: Brooks, Yoga. Official Supporter: Europ Assistance e fornitore del servizio sanitario per tutti // Toyota // Algida // Rio Mare // San Benedetto // Yamaha // XS Power Drink // Minions // Cellular Line. Local Supporter: Abu Dhabi // Doria // Fiorucci Salumi // Mentos Cool // Ezviz.

Il check-in e il ritiro dei race kit sarà disponibile da mercoledì 9 a venerdì 11, in centro a Milano, e sabato 12 direttamente in Autodromo (zona box) dalle ore 10 alle 14:30. Gli orari e la location della Promo Area di Milano saranno comunicati nei prossimi giorni.

Fin dalle ore 10 del mattino sarà aperto il Color Village,
punto nevralgico della manifestazione, localizzato all’interno dell’Autodromo – area Paddock: qui si ritroverà il pubblico, prima e dopo la corsa, per godere di tantissima animazione, musica, balli e soprattutto del lancio finale dei color blast.

L’Organizzazione, al fine di agevolare lo spostamento dei partecipanti, ha previsto anche un servizio di navetta Milano-Monza e da altre province d’Italia a cura di “GOGOBUS”. Invece per tutti coloro che raggiungeranno l’Autodromo con la propria automobile sarà possibile usufruire di parcheggi gratuiti nelle zone limitrofe alla pista.
Infine per sottolineare l’anima “green” dell’evento The Color Run in collaborazione con BlaBlaCar promuove l’utilizzo della condivisione della propria auto.
Tutti dettagli sono contenuti nella RACE GUIDE pubblicata sul sito: https://thecolorrun.it/milano/.

Preziosa sarà, come di consueto, l’attività svolta da Podisti da Marte (e dalle varie Onlus locali) nella gestione dei volontari nei punti colore.

Le iscrizioni sono ancora aperte e gli altri dettagli sono pubblicati sul sito ufficiale www.thecolorrun.it.

RCS Sport ha attivato una promozione per tutti i color runner collegata al MOG (Milano Outdoor Games – www.milanooutdoorgames.it), in programma all’Idroscalo nello stesso week end. Chi si iscrive a The Color Run potrà acquistare un biglietto scontato per il MOG: 12 euro anziché a 20 euro. L’ingresso è gratuito per i bambini fino ai 5 anni compiuti.
I dettagli della promozione saranno poi comunicati via mail a tutti i color runner.

Vasco Rossi - LiveKOM015
Vasco, come diceva Pozzetto in una vecchia pubblicità del panettone, quando arriva, arriva.
E quando su ticketone vengono messi in vendita i biglietti è difficile resistere. Si comprano e basta. Otto città, quattordici serate e piu di un sold-out già a pochi giorni dall'apertura delle vendite.

E con un nuovo album uscito in autunno la certezza che quello di quest'anno, ovviamente, non si tratterà del solito tour celebrativo ma l'occasione per ascoltare anche in versione live le tracce del diciassettesimo album. 

Lo show è, come sempre, una produzione di altissimo livello. Il palco con la scenografia costellata da effetti speciali e sviluppato in altezza, è stato definito come una sorta di astronave metal. 
I musicisti che da anni lo accompagnano sono una sicurezza. E lui, il protagonista è in forma smagliante (e si vede) e il pubblico, che lo segue da anni e che abbraccia ormai tre generazioni, è ormai parte della coreografia con gli smartphone a sostituire gli accendini di un tempo.

Vasco Rossi - LiveKOM015La tracklist, anche questa volta, è una sapiente miscela di vecchi e nuovi successi che accompagnano gli spettatori in un viaggio lungo quarant'anni anche se a giudicare dall'intensità del boato del pubblico per i brani "datati" forse non sono l'unico a prediligere i concerti dove non c'è da presentare niente di nuovo. 

Otto e quarantacinque e sulle note de "La suite Zoya" di Dimitri Shostakovic lo spettacolo ha inizio. "Sono innocente ma.." e "Duro incontro" per scaldare il pubblico che però esplode con l'esecuzione di "Deviazioni" dell'83 cantata all'unisono dai 60.000 presenti.  

Si prosegue con "L’uomo più semplice" e "Dannate nuvole" prima di tornare indietro nel tempo con "Quanti anni hai" del '98, "Siamo soli" del 2001 e "Credi davvero" del '82.
A seguire "Guai", "Il blues della chitarra sola" e "Manifesto futurista della nuova umanità" a chiudere la prima parte del concerto con la tradizionale pausa dove Vasco lascia la scena ai suoi musicisti e alla brava Clara Moroni per "Interludio" e "Rockstar". 

E con il medley acustico ("Nessun pericolo… per te", "E…", "L’una per te" e "La noia") il "viaggio" riprende. "Quante volte","….Stupendo", "C’è chi dice no" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" dall'album "Non Siamo Mica Gli Americani" del '79.
Si continua con "Rewind", "Vivere" e "Come vorrei" il primo singolo estratto dal nuovo lavoro in studio. "Gli angeli" dedicata a Maurizio Lolli scomparso prematuramente.
 
Vasco Rossi - LiveKOM015
Nuova breve pausa prima dell'ultima parte del concerto aperta da un medley rock basato su"Delusa" e "farcito" con strofe di "Mi piaci perchè", "T’immagini" e "Gioca con me". 

Lo spettacolo volge al termine e come da collaudato copione è la volta dei pezzi che hanno fatto la storia del rocker di Zocca e che tutti attendono di poter cantare a scuarciagola: "Sally", "Siamo solo noi" (e la presentazione del gruppo da parte di Diego Spagnoli), "Vita spericolata", "Canzone" con la dedica a Massimo Riva e a chiudere, come sempre "Albachiara" sotto una pioggia di coriandoli sparati su sino al terzo anello.
Due ore e mezza di puro divertimento.
Soldi spesi bene.
44° Stramilano
E alla fine mi sono deciso. Iscrizione last-minute e alle undici della Domenica delle Palme pronto per quella che, per me, è la nona Stramilano agonistica. Solito e collaudato copione che si ripete ormai da più di quattro decenni. Si comincia alle nove con la dieciK dei "cinquantamila", si prosegue alle nove e trenta con i cinque chilometri dedicati ai più piccoli e alle undici largo ai campioni e agli oltre seimila amatori impegnati nella ventuno meneghina. Undiciezerodue e, al tradizionale colpo di cannone del Reggimento di Artiglieria a Cavallo “Voloire”, si parte.
44° Stramilano
Nessuna ambizione cronometrica, nessun pb da inseguire ma solo risposte sull'attuale stato di forma e una gran voglia di divertirmi. Classica partenza caotica e qualche centinaio di metri per impostare il ritmo. L'idea, almeno nelle intenzioni, è quella di provare a tenere i 4' e 15" per chiudere appena sotto i novanti ma, come spesso accade, un pettorale appuntato alla maglietta fa miracoli. Sto bene e non è necessario avere conferme dal Garmin per capire che sto andando meglio di quanto preventivato. Al quinto appena sotto i ventuno e al decimo sotto i quarantadue. Sto tenendo e, nonostante il primo vero caldo primaverile, riesco a mantenere il ritmo senza apparente difficoltà. Piazza Medaglie d'Oro, Ticinese, Viale Papiniano, via Washington e lungo le strade un discreto numero di milanesi ad incitare o semplicemente a guardare con curiosità il lungo serpentone colorato.
44° Stramilano
Al quindicesimo appena sopra i sessantadue e la netta sensazione di poter continuare sugli stessi ritmi. Piazza Piemonte, Velodromo Vigorelli, Piazza Damiano Chiesa e di nuovo in Corso Sempione per i soliti ed interminabili tremila metri. Diciannove, venti, poco più di quattro minuti ssenza enza più calcoli e anche questa mezza può andare in archivio. Viale Byron e finalmente l'ingresso nel parco con l'Arena lì ad attenderti. Ma quanto è dura sapere che, del suo perimetro, ne devi percorrere almeno la metà prima di "infilare" la porta Trionfale con i rimanenti novantasette metri da fare con il cuore in gola sfidando il cronometro TDS che, inflessibile, ti mostra lo scorrere del tempo.
Under ottantotto. Molto più di un semplice test.
27° Trofeo Sempione
O 38° Passo del Ciovasso come dir si voglia, è una delle storiche gare del panorama podistico milanese (Di Napoli, Goffi e Ornella Ferrara giusto per citare qualche nome tra quelli presenti nell'albo d'oro). Buona l'organizzazione, ottima la logistica con l'Arena tutta per noi e divertente il percorso sviluppato su cinque chilometri da percorrere due volte tra i viali del parco Sempione e la ciclabile del Castello con passaggio, al giro di boa, sul tartan dell'impianto intitolato a Gianni Brera.

Inserita come "gara test" nel progetto #cityrunners questa 10k diventa battesimo sul campo per quelli della "versione 2.0" e occasione per indossare nuovamente un pettorale per tutti gli altri.
Solita trafila pre-gara e, dopo qualche chilometro al piccolo trotto per un riscaldamento degno di questo nome, senza troppa convinzione "ingabbiato" in attesa dello start previsto per le nove e trenta. Nessuna voglia di strafare e per una volta, visto il numero dei partecipanti (poco meno di mille all'arrivo), senza l'assillo di dover, a tutti costi, guadagnare una posizione da "prima fila" visto che ancora brucia il lungo del sabato abortito anzitempo al ventiquattresimo.
27° Trofeo Sempione

Partenza tranquilla ma, come spesso accade, avere un pettorale appuntato sulla maglietta cambia le cose. Le gambe contrariamente a ventiquattr'ore prima girano a dovere e senza forzare più di tanto comincio lentamente a risalire la china riuscendo anche a divertirmi. Ne ho, o almeno questa è la sensazione, e poco prima del giro di boa comincio a spingere un po' sull'acceleratore.

Perchè non farlo ? Diverse posizioni recuperate e, ogni tanto succede anche a me, nessun sorpasso subito.

Ritmo abbondantemente sotto i 4'10" e la certezza di poterlo tenere sino alla fine. Ormai manca poco e la sagoma dell'Arena ad un tiro di schioppo può solo significare una cosa: ultimi mille metri. Nessun calcolo e, una volta varcata la "porta Trionfale", la solita interminabie volata epilogo di molte gare meneghine.
#UnderQuarantuno. What else ? 

anastacia - resurrection tour
Grande. Non trovo un'altra parola per descrivere Anastacia. La seguo dagli esordi ma non avevo ancora avuto l'occasione per assistere ad un suo spettacolo dal vivo. Almeno sino al 27 Ottobre. Eh già, Lunedi 27 Ottobre, Fabrique ore 21.30 e, sulle note di "Left Outside Alone", l'ingresso sul palco. 
Il locale permette una perfetta visuale da ogni angolo ma, nonostante il sold-out e i tremila biglietti venduti, sembra potere contenere molte più persone. L'acustica è buona eppure quello che arriva alle nostre orecchie, fondamentalemte, è solo la musica. 
anastacia - resurrection tourEd è sufficiente attendere la fine della canzone per scoprire che Anastacia è stata colta da una fastidiosa laringite che non le permette di far sentire al pubblico la sua inconfondibile voce. 
Ci prova, tocca riconoscerglielo, non vuole deludere, ma si capisce che non ce la può fare. 
Eppure insiste e supportata dalle due coriste (che in più di una occasione sostituiscono la cantante americana) porta a conclusione una difficile serata ringraziando poi pubblicamente con un tweet quanti hanno capito il difficile momento. 
anastacia - resurrection tour
Difficoltà che la costringono, per preservare la voce, a prendersi tre settimane di riposo e cancellare il resto delle date del 2014.
Ed è nei dettagli che si comprende che Anastacia è un'artista fuori dal comune. 
Costretta a riprogrammare il tour decide di ritornare il 14 gennaio a Milano per un concerto dedicato ai tutti gli spettatori in possesso della matrice del biglietto del 27 ottobre. Stesso posto, stessa ora, stesso gruppo di supporter (i bravi Fyre, capitanati dalla carismatica argentina Alejandra Burgos Tolo), stessa scaletta ma soprattutto la vera Anastacia. 
anastacia - resurrection tour
"Left Outside Alone" ad aprire il concerto, "Staring At The Sun", "Sick And Tired", "Pieces Of A Dream", bastano poche "battute" per realizzare che questa volta è tutto perfetto. 
 "Vecchie" hits sapientemente alternate a brani dell'ultimo lavoro in studio, un paio di azzeccatissime cover rock ("Back In Black", degli AC/DC e "Sweet Child O'Mine" dei Guns N' Roses) , il duetto con Kekko dei Modà per "Lifeline/Luce per sempre" nuovamente presente alla tappa milanese per una "setlist" di diciotto canzoni e 100 minuti di piacevolissimo spettacolo che, dal mio punto di vista, valgono ampiamente i soldi del biglietto. 



Vasco Rossi - livekom14
Quattro nuove date nel tempio del calcio per Vasco e la sua combricola e io ovviamente presente. Sembra ieri ma, dal mio primo concerto del più "maturo" tra i Rossi nazionali, sono già passati ventinove anni. Da un paio di date da cinque, seimila presenze al mitico "teatro tenda" di Lampugnano ai "sold-out" a ripetizione negli stadi (e a s.siro siamo già a quota 21) per due ore e mezza di spettacolo che, a parte la parentesi poco felice del LIVEKOM11, non sono in molti quelli che possono vantarsi di potere offrire ai propri fans da così tanto tempo.
Vasco Rossi - livekom14

Combricola del Blasco rinnovata per due ottavi con gli innesti di Will Hunt (degli Evanescence) alla batteria al posto di Matt Laug e di Vince Pastano alla chitarra ritmica a sostituire Maurizio Solieri per un suono, come definito dallo stesso Vasco, più "metal".

E senza un album da presentare (in uscita in autunno) la scaletta, tranne che per i due singoli pubblicati recentemente, non può che essere un susseguirsi di successi. Una sorta di colonna sonora di questi ultimi quarant'anni. Concerto che si apre puntualissimo alle otto e quarantacinque con "Gli spari sopra" seguita da "Muoviti", "Qui si fa la storia" e "La fine del millennio". Lo spettacolo non manca. Vasco appare in forma e si vede. Le sonorità sono potenti e i nuovi arrivati fanno davvero un gran bel lavoro e, almeno al primo anello, l'audio sembra perfetto. Si continua con "Vivere" e "Cambiamenti", il singolo pubblicato sul finire del duemilatredici, seguito da "La strega" dall'album "non siamo mica gli americani" del '79, da "Come mai" e "Manifesto futurista della nuova umanità". A questo punto Vasco si prende una pausa e, come da tradizione, lascia la scena e i suoi musicisti diventano i protagonisti assoluti con "Interludio".
Vasco Rossi - livekom14
Si riprende con "Dannate nuvole", l'altro singolo, "Vivere non è facile" e "Sballi ravvicinati del terzo tipo" sempre del '79. Un successo dietro l'altro cantato a squarciagola dall'intero stadio.  Si prosegue con "C’è chi dice no", "...Stupendo" e "Un senso" prima del medley rock ("Cosa vuoi da me", "Gioca con me", "Delusa", "Mi si escludeva" e "Asilo republic") seguito da "Rewind", "Siamo soli" e "Liberi liberi" ultima canzone prima di una nuova pausa che non può che significare che il concerto sta per volgere al termine.

Qualche minuto di attesa e bastano due accordi di chitarra per capire che è la volta di "Senza parole", seguita da "Sally" e da "Siamo solo noi". Spazio a Diego Spagnoli per le presentazioni ufficiali e poi l'epilogo con "Vita spericolata" e "Albachiara".
Luci a S.Siro di nuovo accese e tutti a casa felici e contenti in attesa del prossimo tour.
adidas #cityrunners 2.0
Diciannove e trenta, Spazio Barra e il progetto #cityrunners  di adidas (ri)parte. Nuovi appuntamenti, nuovi obiettivi e tante facce nuove. Perchè la running community di adidas cresce e ai "reduci" della prima "release" si aggiungono altri #cityrunners (o aspiranti tali).
Introduzione di benvenuto con Elisa che presenta progetto e calendario con i nuovi appuntamenti prima di lasciare spazio a Giulia, Lucia e Mirko chiamati in causa per raccontare in due parole come sono arrivati a correre una frazione della Relay MilanoMarathon confessando poi che il tunnel in cui si sono infilati, alla fine, lo hanno pure arredato.
Eh già! Perche quelli di adidas ci hanno messo le locations, gli allenatori e l'abbigliamento o, come si dice adesso,  l'outfit . A noi toccava solo metterci le gambe e per quattro mesi un po' del nostro tempo libero. E invece, alla fine, non sono stati pochi quelli che hanno continuato a macinare chilometri rapiti da uno sport considerato (a torto) una sorta di  punizione per espiare peccati e, soprattutto, qualcosa di estremamente noioso.
Infine chiusura d'obbligo per il Mister (con la M maiuscola) Giorgio Rondelli che, prima di illustrare la tabella dei compiti (perchè, come a scuola, abbiamo i compiti per le vacanze), si è presentato ai pochi che ancora non lo conoscevano con una frase del tipo "Io nella mia carriera ho allenato atleti di alto livello" e lì abbiamo capito che i #cityrunners versione 1.0 devono averlo proprio "colpito" lasciando, probabilmente, un segno indelebile (o forse sarebbe più appropriato dire una macchia) nel suo lungo e ricco curriculum. Alla fine una piacevole serata dove ritrovare gli amici con cui si è condiviso un percorso e cominciare a conoscerne di nuovi. Una via di mezzo tra il "liberi tutti" prima delle vacanze estive e il rientro a scuola ma da "quelli più grandi", quelli che sanno già cosa li aspetta.
Perchè la montagnetta, con le ripetute da fare in salita, è li ad attenderti. Lei non ha fretta e sa che prima o poi, per i suoi viali, ci passano tutti.
5.30
Seconda sveglia puntata alle 4.00 nel giro di pochi giorni e seconda "follia" portata a termine. Perchè di follia si tratta. Alzarsi quando ancora e buio, vestirsi e partire alla volta di Milano per correre cinquechilometrietrecentometri alle cinque e trenta della mattina assieme ad altri duemila (?) pazzi, quando la città ancora dorme, non è da persone con tutti (se ne sono rimasti) i neuroni a posto.
Però è divertente. Ne classifica, ne vincitori, liberi di correre o camminare, e soprattutto nessun automobilista inferocito, perchè bloccato nella sua macchina. Eh già, perchè Milano a quest'ora è bellissima, deserta come nemmeno ad Agosto si vede più e tutta nostra.
Ritrovo, partenza e arrivo in Via Palestro nei Giardini di Porta Venezia.
5.30
Impossibile sbagliarsi, una volta parcheggiato basta seguire il fiume di maglie arancione. Cinque e trenta e si parte. Il percorso è nuovo ma, come le formiche, basta seguire chi ci precede. Corso Venezia, il Duomo, la Galleria, via Montenapoleone, Via Manzoni e di nuovo in Via Palestro prima di rientrare nel parco per gli ultimi tre, quattrocento metri. I semafori ancora lampeggiano, il traffico è pari a zero  e pochi vigili sono sufficienti a presidiare gli incroci dove si comincia a vedere qualche auto. Cielo coperto, umido da paura ma almeno, quest'anno, non piove. Visto i risultati dell'ultima uscita non sono troppo convinto sul da farsi e parto piano, ma bastano poche centinaia di metri per capire che è "giornata". E allora si va. In spinta dal primo all'ultimo metro chiudendo qualche secondo sopra i diciotto minuti. Un tempo da "fenomeno" che neanche se miracolato potrei ottenere. 
Ed è un attimo realizzare che ci siamo fatti uno sconto.
E anche bello sostanzioso.
Midnightrun.4
Metti un venerdi sera di maggio, cielo sereno, temperatura gradevole e all'Arco della Pace, nei locali della movida milanese, un pienone stile metropolitana nelle ore di punta e tu, alle ventitre, in pantaloncini e canotta pronto, e in buona compagnia, per la nuova edizione della midnightrun, la gara non competitiva che si prefiggere di raccogliere fondi per l'Anlaids Lombardia, l’associazione impegnata nella lotta all’AIDS. Tre, sei o nove chilometri da percorrere tra castello e parco Sempione. Un percorso niente male che illuminato artificialmente assume decisamente un certo fascino anche se dietro la triennale si corre nella quasi totale oscurità. Raggiunta l'Arena se ne percorre buona parte del perimetro per poi uscire sulla ciclabile di Via Legnano prima di rientrare nel parco all'altezza di Viale Gadio. Circumnavigazione del Castello e ultimi tre, quattrocento metri di nuovo nel parco per chiudere il giro. Molti lì per correre, forse di più per passeggiare, ma tutti con la stessa voglia: divertirsi. Midnightrun.4Solita attesa, un po' di riscaldamento e a mezzanotte precise si parte..... troppo forte. E me ne accorgo anche senza dover guardare il gps. Senza chip, senza classifica con una misurazione approssimativa del percorso (alla fine i chilometri saranno quasi dodici) perchè tirarsi il collo anche in questa occasione ? E allora, dopo il primo giro chiuso sotto i sedici minuti, via (solo un po') il piede dall'acceleratore correndo a mo' di fotocopia i restanti due giri sopra i sedici e concludendo la fatica in quarantotto e otto. Ristoro, macchina e a casa per le due. Giusto il tempo di una doccia e a nanna per un meritato riposo. 
Walk Of Life
Organizzata da Telethon, la Walk of Life torna a Milano con le sue gare e io, a tre settimane dall'ultima "fatica", ne approfitto appuntandomi l'ennesimo numero alla maglietta. Tre gare (10K competitiva, 10K non competitiva e 3k) e circa duemila iscritti per una manifestazione che meriterebbe un maggior seguito.
Piccolo riscaldamento all'interno del Parco Sempione e poco prima della partenza sotto il gonfiabile posto a lato dell'Arena Civica. Dieci-zero-zero e si parte. Tanti buoni propositi, ma giusto il tempo di varcare il cancello del parco ed è subito competizione. Tre e cinquantadue, tre e cinquantadue, tre e cinquantadue. Decisamente un tantino sopra le righe. Quarto chilometro a quattro, quinto a tre e cinquanta. E il garmin non aiuta: quanto visualizzato non trova poi riscontro nei cartelli posti al lato della strada ad indicare i chilometri. Il percorso non è male e non differisce di molto da altre gare organizzate in città. Poca gente lungo le strade ma almeno, forse anche grazie al ponte, nessun automobilista inferocito.
Walk Of Life
Al giro di boa in venti minuti e la stanchezza che fa capolino. Le tre settimane (meritatamente) al piccolo trotto hanno lasciato il segno e anche se il Garmin dice il contrario mi sembra di rallentare. Un paio di sorpassi subiti e il corso Sempione che sembra, come sempre, non aver mai fine. Via Melzi D'Eril e di nuovo in Via Legnano prima di infilare nuovamente il cancello del parco per l'ultimo centinaio di metri che mi separa dal gonfiabile posto all'arrivo terminando la fatica sotto i quaranta.
Secondo me, anche stavolta, #tantaroba